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Estratto del documento

Palinsesti: sovrapposizione di più scritture su uno stesso supporto.

– - Papiro: tramite lavaggio, oppure scrivendo sul verso (rotoli opistografi)

Pergamena: si riusa per risparmio, per motivi ideologici (volontà di distruzione di un

– testo) o perchè i testi avevano perduto valore (a seguito di riforme, leggi,

cambiamento della scrittura, lingua incomprensibile). Si assemblano anche fogli

ricavati da più manoscritti. Si abrade la pergamena con pietra pomice; dal XI secolo

si immergono nel latte e poi si strofinano con una spugna, quindi sono passati in

farina e levigati con la pietra pomice. Si riconoscono perchè i fori di rigatura non

combaciano con lo scritto presente o perchè non si rispetta la regola di Gregory. Lo

scritto precedente si può recuperare con reagenti chimici, raggi ultravioletti,

fotografia con fluorescenza e fotografia digitale.

Carta: compare in Cina nel I secolo, gli arabi la scoprono nel 751 da prigionieri di guerra

– cinesi. La prima cartiera araba sorge a Bagdad nel 794. Il documento più antico in Italia è

del 1109.

- Fabbricazione: si ottiene dagli stracci di lino e canapa, selezionati secondo qualità

e colore, sbiancati, fatti macerare, stracciati a mano, sfibrati con la pila a maglio (dal

XVII le macchine olandesi rendono la polpa più bianca e omogenea). La polpa viene

diluita in acqua nelle tine, dove viene immersa la forma (un telaio composto da un

reticolo vegetale). La forma viene fatta sgocciolare e il foglio prodotto viene messo

ad asciugare, poi pressato. Quindi si passa alla collatura (rende la carta meno

assorbente; si usano amido, gelatine di origine animale, colla di pesce) e alla

levigatura (con madreperla o agata). Si confezionavano quindi le risme (500 fogli in

20 quaderni).

Tipologie: - araba orientale: tra Iraq ed Egitto

– - araba occidentale: Magreb e Spagna musulmana, contiene lo zig zag, un

segno a forma di linea spezzata di cui non si conosce l'utilità o la causa

spagnola: come l'araba occidentale, ma a partire dal XIII secolo

– italiana: aspetto migliore dato dalla pila idraulica a magli multipli e da

– nuove sostanze di collatura. Quattro formati (imperiale per atlanti, reale

per libri giuridici e medici, mezzano e rezute, il più comune)

Carta moderna: Keller ottiene una pasta dalla sfibratura del legno nel 1844

Filigrana

E' un elemento accessorio. È un disegno ottenuto curvando o intrecciando un sottile filo metallico

(ottone) applicato a una delle due metà della forma con cui viene creata la carta. È un'invenzione

europea (probabilmente a Fabriano). All'inizio è nominativa, poi diventa iconografica e simbolica.

Serve come marchio di fabbrica e per distinguere carte di qualità diversa.

Forme librarie

Pothi: termine sanscrito che designa una forma di libro comune in Oriente, costituita da una

– serie di lamelle di legno o di foglie di palma sovrapposte e dotate di due cordicelle su cui

scorrono

Libro a ventaglio: le lamelle sono dotate di un unico foro all'estremità, in cui passa un anello

– Libro a soffietto: lunga banda di materiale piegato alternativamente in un senso e nell'altro.

– Si chiama anche libro linteo.

Libro a farfalla e libro a creste: insieme di fogli piegati in due verticalmente e uniti gli uni

– agli altri lungo la facciata esterna

Rotolo: il materiale per eccellenza è il papiro. È costituito dalla sovrapposizione di fogli

– incollati con una mistura di farina e aceto disponendo all'interno le fibre orizzontali. Veniva

venduto a misura. Poteva formarsi anche in un momento successivo (rotolo archivistico o

incollato). Il testo era scritto su colonne numerate separate da un intercolunnio (esistono

anche rotoli documentari scritti nel senso della lunghezza: si parla di trasversa carta). Il

nome dell'autore e il titolo dell'opera erano posti alla fine del rotolo, che veniva poi

arrotolato su se stesso o attorno a un bastoncino di legno o di osso detto omphalos o

umbilicus e conservato all'interno di un cilindro racchiuso poi in una fodera di pelle. La

scrittura era continua, cioè le parole non era divise fra loro. Si trovano segni distintivi quali

paragraphos, diplè, coronide (conclusione, spesso ornamentale). Sono detti opistografi i

rotoli scritti su entrambe le facciate: i testi sono sempre diversi fra loro.

Esistono anche rotoli di pergamena: in particolare gli Exultet, rotoli liturgici formati da più

fogli di pergamena cuciti tra loro e arricchiti di illustrazioni capovolte rispetto al testo.

Codice: è un'invenzione del mondo romano, derivata dalle tavolette lignee che vengono

– sostituite con fogli di pergamena. Si usa un inchiostro nerofumo lavabile. Il passaggio dal

rotolo al codice avviene nel IV secolo nel mondo romano e nel V secolo nel mondo greco. È

più comodo, più facile da produrre, contiene più scritto. Inoltre, ci sono ragioni sociali: il

rotolo era appannaggio delle classi più elevate. Il codice è in origine il libro della letteratura

cristiana (diverso ceto sociale), popolare e giuridica, destinata alle classi subalterne. Il

codice modifica il sistema di scrittura (disimpegna una delle due mani rendendo possibile

prendere appunti: scrivere mentre si legge!) e di lettura (panoramic-aspect del testo del

rotolo sostituito dalla lettura a spezzoni del codice.

Codice cristiano: il codice greco in pergamena è spesso quadrato, di formati

differenti, posto su due colonne (facilità di trovare i passi), con scrittura canonizzata

calligrafica (maiuscola biblica). Il codice latino crea invece una propria scrittura,

l'onciale.

Codice giuridico: in latino, aspira a una solennità sacrale. È quadrato, con larghi

margini, a due colonne, scritture scarsamente accurate. Il modello è cristiano

Codice oggetto: confezione di pergamena tinta di porpora, inchiostri per contrasto

d'oro e argento, rivestito di gemme. È condannato dai Padri della Chiesa, ma è il

cristianesimo a dare impulso alla produzione. Non sono destinati alla lettura

Il fascicolo: la struttura del codice

La struttura base del manoscritto non è la pagina ma il fascicolo composto da bifogli.

Il bifoglio è una superficie unica piegata lungo la linea centrale: ciascuna delle metà che si

compongono si chiama carta o foglio. Le facce di ogni carta si chiamano pagine.

Ogni fascicolo è individuato dal numero di bifogli che contiene: binione (non esiste), ternione,

quaternione (più comune), quinione, senione. Il quaternione è il più usato, ma in Italia si afferma il

quinione dal XIII secolo.

In papiro: il formato è stretto, perchè la piegatura non può coincidere con la giuntura. Inizialmente

è un fascicolo unico, composto o da una serie consistente di bifogli (ma i fogli centrali sporgono) o

da singoli bifogli messi l'uno sull'altro (ma difficile da legare).

In carta: si afferma il senione. Si trovano spesso dei rinforzi, chiamati fondelli, in pergamena o in

carta. Se i fascicoli sono protetti all'esterno da un bifoglio di pergamena si parla di manoscritti misti.

Ipotesi di Gilissen: due o più bifogli contigui possono in origine far parte di una stessa pelle. Si

operava una piegatura in-quarto o in-ottavo. L'ipotesi vale solo su codice tardo medievali francesi,

perchè il fascicolo può anche essere ottenuto con un'operazione di taglio. Nei manoscritti greci, le

posizioni degli scalfi sono incompatibili con l'ipotesi di Gilissen.

Irregolarità: Che risalgono alla fabbricazione del codice e non alterano il testo: asportazione di

fogli o bifogli (si vede dalla presenza del tallone), inserzione (per miniature), sostituzione

Incidentali: caduta, trasposizione, inversione

Unità codicologica: è un volume o una porzione di un volume risultante da un'attività unitaria dal

punto di vista del tempo, del luogo, della tecnica e delle circostanze dell'esecuzione. Il codice

composito (composto da più unità codicologiche) può essere fattizio o organizzato.

Descrizione dei fascicoli: discorsiva (flessibile ma non uniforme), formulare (sintetica ma non

attenta alle anomalie), grafica (leggibilità immediata, ma necessità di spazio).

Scrittura

Come scrivere sul fascicolo: la foratura avveniva prima, mentre la rigatura avveniva in un momento

qualsiasi. La scrittura poteva essere fatta su bifogli sciolti, prima sulla prima metà del fasciolo e poi

sulla seconda metà, oppure su fascicoli già composti.

Pratiche complementari: numerazioni per l'assemblaggio dei fascicoli; titoli correnti; manina,

cornice, serpentina e trifoglio per richiamare l'attenzione; paragrafo per il passaggio alla sezione

successiva; chiudiriga per riempire lo spazio rimasto vuoto; manchette per riassumere; colophon

finale con nome e qualifica dello scriba, del committente, data e luogo della copia, intenzioni,

desideri, lamenti, invocazioni.

Correzioni: currenti calamo, ovvero compiuta direttamente dallo scriba, o non currenti calamo

quando viene eseguita successivamente, talvolta da un corrector. Si esegue tramite rasura

(cancellazione con un raschietto), espunzione (si tracciano una serie di punti sotto le lettere che

devono essere cancellate), depennamento, cancellatura (tratti di penna incrociati), cassatura

(ricoprendo di inchiostro), sovrapposizione.

Foratura

Serviva a fissare i punti di passaggio delle rettrici necessarie alla costruzione della pagina e a

riprodurre i punti di passaggio automaticamente su più pagine consecutive. Non sempre è visibile

perchè viene eliminata dalla rifilatura.

Varie tipologie di fori: per la preparazione della mise en page, di squadratura della pelle, di legatura,

di ancoraggi per gli strumenti di rigatura.

Non sappiamo come venissero fatti, Jones ne individua 12 tipi (a punta tonda, a sezione triangolare,

a forma stellare e a lama piatta).

All'inizio i fori sono più vicini alla scrittura con l'intento di nasconderli, poi si spostano in

corrispondenza di linee verticali, quindi nel margine esterno.

Potevano essere effettuati su uno o più bifogli piegati, distesi, o sulla pelle spiegata. Il foro di

entrata ha contorni più netti e quello di uscita più sfilacciati.

Rigatura

E' una trama di righe perpendicolari tracciate sulla superficie della pagina con tecniche diverse.

La lineazione serve a guidare la scrittura e a definire la densità del testo sulla pagina.

La giustificazione serve a definire la superficie della pagina destinata al testo.

I codici in papiro non sono rigati perchè le fibre guidavano naturalmente la scrittura.

La rigatura può essere a secco:

- uno strumento appuntito traccia un solco

mediante piegatura dei margini

– con la tabula a

Dettagli
A.A. 2013-2014
9 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mercantediliquore di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del libro manoscritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Macchiavello Sandra.