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L'ITALIA E LE PRIME PROVINCE
L'evoluzione degli organi dello stato romano è accompagnata dall'evoluzione di fattori esterni. Riguardo all'espansione romana, una tesi del 1800 afferma che si trattò di un espansionismo difensivo. In realtà la spiegazione risiede nel fatto che la società romana non aveva un equilibrio interno. L'economia agricola è povera e dissestata dalla circolazione di denaro che provoca continui debiti; il commercio crea una nuova aristocrazia, quella dei cavalieri. L'espansione verso sud è di tipo imperialistico e comporta una grossa spesa:
- La prima guerra sannitica (343-341) scoppiò per la conquista di Capua, minacciata dai Sanniti.
- La guerra latina (340) determinò lo scioglimento della Lega Latina: da allora in poi non vi furono più trattati con tutti i latini, ma solo con le singole città. I latini avranno tre privilegi: lo ius commercii, lo ius connubii,
È più ormai tra patrizi e plebei ma tra nobilitas e resto dellapopolazione: si pensi che la legge Ogulnia del 300 permette ai plebei l’accesso anche al pontificato.
La lex Publilia Filonis del 339 prevede che i plebisciti abbiano valore di legge se autorizzati preventivamente dal Senato.
La completa parificazione plebisciti-leggi si avrà con la lex Hortensia del 286. Da allora le leggi saranno votate quasi solodal popolo, ma i tribuni, che devono proporre le leggi, appartengono anch’essi alla nobilitas, perciò no vanno contro gliinteressi della propria classe.
Il riconoscimento alle assemblee del potere legislativo dette luogo all’inclusione, tra le fonti del diritto romano, delleleges publicae populi romani. Leges erano tutte le deliberazioni comiziali, quindi anche quelle relative alla creatio deimagistrati e quelle interferenti negli iudicia criminali. Solo più tardi il termine di “leges” fu riservato alle
soledeliberazioni a carattere normativo.
LA RIFORMA DEI COMIZI CENTURIATI
Alla fine della prima guerra punica diviene definitiva la riforma del comizio centuriato e nasce accanto al pretore urbano il pretore peregrino. La riforma del comizio centuriato è volta a dare maggiori poteri ai possessori di capitale mobile. Il senso di questa riforma è quello di riprodurre all'interno di ciascuna tribù la stessa divisione delle classi esistente nella società. Ciò comportava una ridistribuzione artificiale della popolazione mediante l'equiparazione tra il capitale mobiliare e la proprietà terriera. Effetto politicamente significativo di questa nuova assemblea fu quello di equiparare in modo totale patriziato e plebe, e di far decadere il principio timocratico rigidamente sancito nell'originaria struttura centuriata.
L'ESPANSIONE EXTRA-ITALICA
La Sicilia non entra a far parte dell'Italia: la vera Italia è quella peninsulare,
Tutto il resto è provincia. Anche in Sicilia si produce la solita casistica degli accordi tra Roma e le singole città che potevano essere:
- civitates: comunità libere da obblighi e autoamministrantesi;
- collettività stipendiarie: sottoposte al pagamento di tasse;
- collettività immuni: che invece non avevano imposizioni fiscali.
La lex Ieronica (di origine ellenistica) prevede che il suolo delle Province sia proprietà dello Stato e chi lo coltiva debba pagare una decima. I profitti delle decime portano a Roma fiumi di denaro. La circolazione monetaria però non trova sbocchi non esistendo attività in cui il denaro possa essere investito: ciò comporta il depauperamento di larghi strati sociali e il dissesto dell'economia.
Nel 218 comincia la seconda guerra punica, che avrà un costo umano altissimo. Ad essa appartengono le figure di Quinto Fabio Massimo - fautore di una politica di temporeggiamento.
vuole difendere l'Italia e vuole combattere Annibale in Italia – e Scipione l'Africano – fautore di una politica aggressiva, vuol portare la guerra in Africa e conquistare Cartagine. Avrà la meglio quest'ultimo e al termine della guerra Cartagine perderà la Sardegna, la Corsica e la Spagna, che formeranno nuove province Romane. L'espansione romana continua nel 198 con la guerra macedonica e nel 190 con la guerra siriaca, ma tale espansione presenta un aspetto differente rispetto al passato: non è più una espansione territoriale ma commerciale, in quanto nel 198 verrà proclamata la libertà delle città greche senza che si proceda ad annessioni, e la guerra del 190 ingrandirà solo gli stati alleati (Pergamo, Bitinia, Rodi). Con le battaglie di Pidna (nel 168 e nel 148), la distruzione di Cartagine (146) e la riduzione a provincia di tutta la Grecia, la tendenza a formare nuove province si stabilizza e si.ricerca solo il monopolio del commercio marittimo. In questo periodo, tre fattori, uniti alla prime deroghe costituzionali, provocano mutamenti dell'assetto dell'ordinamento e la trasformazione del processo criminale: 1. lo sforzo del Senato per ottenere il controllo dei magistrati; 2. il tentativo degli equites di costituirsi come autonomo ordine politico; 3. il dissesto della plebe italica dopo il 146. Quanto agli effetti giuridici di questa evoluzione politica, la visione tradizionale degli autori romani è unanime: con la lex Hortensia l'assetto costituzionale è perfetto; in seguito inizia la decadenza. I GRACCHI Un periodo di grande sconvolgimento fu l'età graccana, che fu descritta da Diodoro, Appiano e Plutarco. Uno dei più importanti motivi di crisi della Roma di questo periodo consiste nell'espropriazione dei piccoli proprietari terrieri, cui aveva fatto seguito lo spopolamento delle campagne e la crisi demografica. La famigliaDei Gracchi si fa interprete delle istanze della plebe che più di chiunque scontava le conseguenze di tale crisi. Nel 133 Tiberio Gracco, figlio di Tiberio Sempronio Gracco, viene eletto tribuno e presenta una legge sulla misura dell'agro pubblico secondo la quale quest'ultimo doveva essere diviso in lotti non superiori a 500 iugeri. Chi ne possedeva di più doveva restituirli affinché una commissione (detta "dei tresviri") procedesse all'assegnazione a favore della plebe nullatenente. Il tribuno Ottavio oppose il proprio veto. Tiberio, non riuscendo a far togliere il veto, fece deporre Ottavio dall'Assemblea. La legge viene quindi approvata ma la sua attuazione incontra mille difficoltà opposte per far terminare l'anno di carica di Tiberio che tuttavia, al termine del mandato, ripropone la sua candidatura. Questo fa scoppiare dei disordini in cui Tiberio trova la morte. A questo punto dovranno trascorrere dieci anni.
prima del secondo tribunato graccano.Caio Gracco (123) si preoccupò di garantire una funzione costituzionale alla neonata ordo degli equites proponendo unalegge sul trasferimento delle corti giudicanti dai Senatori ai cavalieri, assicurando così a quest’ultimi il compito digiudicare nelle quaestiones extra ordinem. Propose inoltre numerosissime altre leggi, tra le quali:
- provvedimenti per la fondazione di nuove colonie;
- legge sull’attribuzione delle sfere di competenza ai singoli consoli;
- legge sull’organizzazione della provincia d’Asia;
- legge che proponeva di concedere la cittadinanza romana ai latini e quella latina agli Italici;
- legge “de repetundis”, l’unica rimastaci in materia criminale.
L’esperienza graccana si protrasse per i due tribunati del 123 e 122. Dopo i tentativi di far abrogare la lex Rubria, ilSenato votò un provvedimento senza precedenti, il senatus consultum ultimum,
che aboliva le garanzie costituzionali e dava ordine al console Lucio Opimio di operare la repressione dei tumulti. Roma fu occupata militarmente e i graccani, ritiratisi sull'Aventino, furono in gran parte uccisi, compreso Caio. La morte di Caio segna l'inizio effettivo delle guerre civili. MARIO E SILLA Dopo la repressione graccana si assiste alla formazione della factio in seno alla nobilitas, un gruppo ristretto della classe dirigente che accentra tutte le magistrature e le posizioni di governo. I poteri dei tresviri vengono ridotti da tre leggi: 1. una legge del 121 che abolisce il divieto di alienazione dei terreni distribuiti; 2. la lex Toria del 111 che sancisce la definitività del possesso dell'ager publicus; 3. una legge del 111 con cui si abolisce il vectigal. Nel 106 Servilio Cepione reintroduce i Senatori nella quaestio de repetundis, la cui giuria deve essere quindi composta per metà da Senatori e per metà da cavalieri. In seguito alla guerra.con il console Lucio Valerio Flacco. Durante il suo secondo mandato, Mario si concentra sulla riforma dell'esercito romano, introducendo importanti cambiamenti nella struttura e nell'addestramento delle truppe. Inoltre, Mario promuove la concessione della cittadinanza romana agli italici, che fino ad allora erano considerati cittadini di seconda classe. Questa riforma suscita l'opposizione del Senato e dei conservatori, ma riceve il sostegno della plebe e degli italici. Nel 99, Mario viene eletto console per la terza volta, ma il suo mandato è segnato da conflitti interni e da una crescente instabilità politica. Nel 86, Mario muore a Roma, lasciando un'eredità di riforme militari e sociali che avranno un impatto duraturo sulla storia di Roma.puleia de ambitu che puniva la corruzione elettorale;• la lex Glaucia de sodaliciis che regolamentava le associazioni politiche.