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Organi e istituzioni dell'età repubblicana
Le caratteristiche degli organi dell'ordinamento romano non devono essere intese come immutabili durante tutto il periodo repubblicano. Dal 367 al 283 si assiste infatti ad un periodo di assestamento caratterizzato dalla necessità di eliminare gli ultimi contrasti fra patrizi e plebei; tra il 283 e il 146 i vari organi di governo si armonizzarono e dettero vita al governo repubblicano; fra il 146 e il 27 la lunga crisi della repubblica determinò la corruzione e la scomparsadella armonia e dell'equilibrio del periodo precedente.
Il Senato nell'età repubblicana assume una posizione di notevole importanza: mentre teoricamente il suo parere non vincolava i magistrati, di fatto essi risultarono i meri esecutori di una volontà politica che si formava indipendentemente da loro nell'ambito senatorio. La trasformazione più importante del Senato riguardò il fatto che entrarono a
farvi parteanche i plebei. Il numero normale di senatori fu di 300 finché Silla non li portò a 600. I poteri rimasero sostanzialmenteimmutati: tuttavia alcune leggi stabilirono che l’auctoritas patrum doveva precedere e non seguire la votazionecomiziale delle leggi. Le magistrature altro non furono che la prosecuzione e lo sviluppo di cariche che già si erano costituite nei momentidella crisi dello Stato Quiritario. Fra i magistrati si distinguevano i maiores, forniti di potestas e di imperium, e i minores,forniti della sola potestas. Quanto alle modalità di elezione, alla regola secondo cui “il magistrato crea il magistrato” sisostituì quella dell’elezione popolare dei magistrati. I consoli Fra tutte le magistrature il consolato emerge per il carattere illimitato delle sue competenze. I consoli sono forniti diimperium ma tale potere non è illimitato come quello regio bensì sottoposto a tutti quei vincoli propri ditutte le magistrature (annualità, collegialità, esistenza di altri magistrati, limiti della provocatio, ecc.) . I consoli erano due, esercitavano il potere collegialmente, duravano in carica un anno e all'anno stesso davano il nome. Erano nominati dai comizi centuriati, presieduti da un magistrato con potere maggiore o uguale al loro, di regola il 15 marzo. Le assemblee popolari I comizi curiati ebbero attribuzioni di carattere religioso, anche perché continuarono ad esistere solo per rispetto alla tradizione. I comizi centuriati mantennero la loro origine militare; vennero convocate dai magistrati cum imperio e si riunirono nel campus martius secondo rigorose formalità. Le loro attribuzioni furono: - l'elezione dei magistrati maggiori e la conferma dei censori; - la votazione delle leges centuriate; - lo iudicium nelle cause con condanna alla pena capitale. I comizi tributi erano l'assemblea deliberativa dell'intero populus.Ordinato per tribus, su convocazione e sotto la presidenza dei magistratus maiores. Le attribuzioni di tale assemblea furono:
- la creatio dei magistrati minori e dei tribuni militum;
- la votazione delle leges tributae;
- il iudicium in alcune cause;
- alcune attribuzioni religiose.
Infine, in epoca repubblicana, rimasero di preminente importanza i concilia plebis, cui si ricorse soprattutto per la votazione delle riforme agli istituti dello ius civile. Le attribuzioni furono:
- l'elezione dei magistrati plebei;
- la votazione dei plebiscita;
- lo iudicium per i crimina passibili di mulcta.
L'ITALIA E LE PRIME PROVINCE
L'evoluzione degli organi dello stato romano è accompagnata dall'evoluzione di fattori esterni. Riguardo all'espansione romana, una tesi del 1800 afferma che si trattò di un espansionismo difensivo. In realtà la spiegazione risiede nel fatto che la società romana non aveva un equilibrio interno.
L'economia agricola è povera e dissestata dalla circolazione di denaro che provoca continui debiti; il commercio crea una nuova aristocrazia, quella dei cavalieri. L'espansione verso sud è di tipo imperialistico e comporta una grossa spesa:- La prima guerra sannitica (343-341) scoppiò per la conquista di Capua, minacciata dai Sanniti.
- La guerra latina (340) determinò lo scioglimento della Lega Latina: da allora in poi non vi furono più trattati con tutti i latini, ma solo con le singole città. I latini avranno tre privilegi: lo ius commercii, lo ius connubii, lo ius migrandi.
- La seconda guerra sannitica (326-304) si combatté per il controllo su Napoli (città marittima); con essa Roma guadagnò la Campania.
- Con la battaglia di Sentino contro gli italici, Roma conquistò quasi tutta l'Italia.
- Possonocompiere la distruzione politica della città con l'inglobamento della comunità nella cittadinanza romana;
• Possono incorporare una città con i suoi ordinamenti autonomi (municipium), talvolta con la presenza di un prefetto romano;
• Possono stipulare un foedus che può essere equo o iniquo: il primo ha la forma di un trattato bilaterale, il secondo di un'imposizione.
Nel 282 scoppiò la guerra contro Pirro, che nel 272 permise a Roma di occupare tutta l'Italia peninsulare.
L'EQUIPARAZIONE PLEBISCITI-LEGGI
In questo periodo la contrapposizione sociale non è più ormai tra patrizi e plebei ma tra nobilitas e resto della popolazione: si pensi che la legge Ogulnia del 300 permette ai plebei l'accesso anche al pontificato.
La lex Publilia Filonis del 339 prevede che i plebisciti abbiano valore di legge se autorizzati preventivamente dal Senato.
La completa parificazione plebisciti-leggi si avrà con la lex.
Hortensia del 286. Da allora le leggi saranno votate quasi solodal popolo, ma i tribuni, che devono proporre le leggi, appartengono anch'essi alla nobilitas, perciò no vanno contro gliinteressi della propria classe.
Il riconoscimento alle assemblee del potere legislativo dette luogo all'inclusione, tra le fonti del diritto romano, delleleges publicae populi romani. Leges erano tutte le deliberazioni comiziali, quindi anche quelle relative alla creatio deimagistrati e quelle interferenti negli iudicia criminali. Solo più tardi il termine di "leges" fu riservato alle soledeliberazioni a carattere normativo.
LA RIFORMA DEI COMIZI CENTURIATI
Alla fine della prima guerra punica diviene definitiva la riforma del comizio centuriato e nasce accanto al pretore urbanoil pretore peregrino. La riforma del comizio centuriato è volta a dare maggiori poteri ai possessori di capitale mobile. Il senso di questa riforma è quello di riprodurre
all'interno di ciascuna tribù la stessa divisione delle classi esistente nella società. Ciò comportava una ridistribuzione artificiale della popolazione mediante l'equiparazione tra il capitale mobiliare e la proprietà terriera. Effetto politicamente significativo di questa nuova assemblea fu quello di equiparare in modo totale patriziato e plebe, e di far decadere il principio timocratico rigidamente sancito nell'originaria struttura centuriata. L'ESPANSIONE EXTRA-ITALICA La Sicilia non entra a far parte dell'Italia: la vera Italia è quella peninsulare, tutto il resto è provincia. Anche in Sicilia si produce la solita casistica degli accordi tra Roma e le singole città che potevano essere: - civitates: comunità libere da obblighi e autoamministrantesi; - collettività stipediarie: sottoposte al pagamento di tasse; - collettività immuni: che invece non avevano imposizioni.fiscali. La lex Ieronica (di origine ellenistica) prevede che il suolo delle Province sia proprietà dello Stato e chi lo coltiva debba pagare una decima. I profitti delle decime portano a Roma fiumi di denaro. La circolazione monetaria però non trova sbocchi non esistendo attività in cui il denaro possa essere investito: ciò comporta il depauperamento di larghi strati sociali e il dissesto dell'economia.
Nel 218 comincia la seconda guerra punica, che avrà un costo umano altissimo. Ad essa appartengono le figure di Quinto Fabio Massimo – fautore di una politica di temporeggiamento, vuole difendere l'Italia e vuole combattere Annibale in Italia – e Scipione l'Africano – fautore di una politica aggressiva, vuol portare la guerra in Africa e conquistare Cartagine. Avrà la meglio quest'ultimo e al termine della guerra Cartagine perderà la Sardegna, la Corsica e la Spagna, che formeranno nuove province Romane.
L'espansione romana continua nel 198 con la guerra macedonica e nel 190 con la guerra siriaca, ma tale espansione presenta un aspetto differente rispetto al passato: non è più un'espansione territoriale ma commerciale, in quanto nel 198 verrà proclamata la libertà delle città greche senza che si proceda ad annessioni, e la guerra del 190 ingrandirà solo gli stati alleati (Pergamo, Bitinia, Rodi).
Con le battaglie di Pidna (nel 168 e nel 148), la distruzione di Cartagine (146) e la riduzione a provincia di tutta la Grecia, la tendenza a formare nuove province si stabilizza e si ricerca solo il monopolio del commercio marittimo.
In questo periodo, tre fattori, uniti alla prime deroghe costituzionali, provocano mutamenti dell'assetto dell'ordinamento e la trasformazione del processo criminale:
- Lo sforzo del Senato per ottenere il controllo dei magistrati;
- Il tentativo degli equites di costituirsi come autonomo ordine politico;
- La crescita del potere dei generali.