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DA CHI SONO COSTITUITI QUESTI FUNZIONARI IMPERIALI
Già Augusto istituisce 5 cariche diverse dell’apparato imperiale; 5 cariche di prefetti: usa un
termine conosciuto (abbiamo visto prefetti inviati come legati nelle province); in questo contesto, il
termine ha un significato nuovo: sono i funzionari imperiali di grado più alto nell’apparato
amministrativo creato dal principe.
Vo è un prefetto alla città, uno al pretorio, uno dell'annona, uno dei vigili e un altro dell’Egitto.
Quando vengono istituiti, viene anche indicata la classe sociale di colui che e' chiamato a rivestire
la carica: Augusto inserisce anche il criterio del rango che deve avere colui che riveste una carica
imperiale. Il prefetto della città e' scelto dal senato, e gli altri 4 sono scelti tra i cavalieri (Augusto
riconosce alcuni poteri al senato, ma sotto il profilo della burocrazia amministrativa, preferisce
appoggiarsi ai cavalieri).
Queste cariche non nascono contemporaneamente ma vengono istituite nel corso del lungo
periodo del suo principato: vengono istituite nel regno di Augusto, in età diverse:
- prefetto urbi: qui Augusto cerca di riesumare una carica esistente dell’età monarchica; quando
l’imperatore doveva allontanarsi, lasciava come rappresentante della città, questo prefetto (si ha
anche agli inizi della repubblica, ma poi scompare, con il pretore urbano). Il primo a riesumare
questa carica e' Cesare, e Augusto rende questa carica temporanea e occasionale, legata alla sua
assenza dalla città. Nel 13 a.C. egli stabilizza questa carica. Questo prefetto della città ha dei
poteri di mantenere una situazione di sicurezza nella città e di reprimere i crimini che vengono
commessi in violazione dell’ordine pubblico. A sua disposizione il prefetto ha tre (poi 4) coorti
urbane: questo suo potere si estende fino a 100 miglia dalla città di Roma.
- Prefetto del pretorio: comandante della guardia imperiale, ovvero il comandante di quelle coorti
che hanno come funzioni quelle di essere le guardie del corpo dell’imperatore. Le fonti dicono che
si trattava di 9 coorti della guardia imperiale (9000 uomini). Esse ricevono il compenso più alto e
sono scelti meglio dall’imperatore. Esso sostituisce l’imperatore quando non può presiedere il
consiglio imperiale e su delega dell’imperatore può emettere sentenze d appello. Queste cariche
vengono istituite nel regno di Augusto, in età diverse: il prefetto del pretorio, era, all’inizio, istituito
come una carica collegiale, ma, da Tiberio in poi, il prefetto diventa una carica individuale.
- Prefetto dell’ annona: ha la funzione di sorvegliare e garantire l’approvvigionamento dei beni
essenziali della città di Roma (beni alimentari). Curava l’approvvigionamento di grano, di carne, di
olio, ecc e un approvvigionamento regolare di questi beni a Roma(funzione che avevano gli edili
curuli). Però questo prefetto ha sia un apparato dell’annona civile, sia un apparato dell’annona
militare (approvvigionamento dei viveri agli eserciti, che erano sparsi anche nelle varie province).
- Prefetto dei vigili: aveva il compito di presiedere e coordinare squadre di uomini per la
prevenzione e lo spegnimento degli incendi; a questa sua funzione originaria si aggiungono anche
dei compiti di protezione civile: cura degli argini del Tevere e prevenzione delle alluvione, e
riparazione o prevenzione di altre calamita naturali. Questa attività di protezione civile viene poi
integrata con l’incarico di reprimere la microcriminalità (crimini più comuni e meno gravi): differenza
di competenza per materia con il prefetto urbi ( che reprimeva i reati più gravi, mentre quello dei
vigili reprimeva i crimini più piccoli, come, ad esempio, i furti, ecc..).
- Prefetto dell’Egitto: l’Egitto era una provincia imperiale, ma era diversa dalle altre (e'più
importante delle altre); non e' governata da un legato, ma da un prefetto, insediato ad Alessandria,
che era la capitale, che aveva il compito di amministrare l’Egitto come rappresentante
dell’imperatore. Tutti i senatori e tutti i funzionari che volevano entrare in Egitto, dovevano
chiedere un permesso al prefetto, e quindi all imperatore.
Vengono istituite anche le cure pubbliche e le cariche di procuratores. Al vertice dell’apparato ci
sono i prefetti, al gradino successivo ci sono i curatori e i procuratores. Augusto limita le figure
dei curatori, ne sceglie tre, dal senato: uno e' il curatore delle acque (dalle fonti, Frontino ci dice
che era importante): garantiva il regolare approvvigionamento dell’acqua alla città di Roma; si
occupava della costrizione e della manutenzione degli acquedotti, si occupava dell’ erogazione
dell’acqua nei luoghi pubblici e nei luoghi privati; c’era un curatore delle vie, che sostituisce gli
edili, e poi un curatore dei luoghi e delle opere pubbliche (sostituisce le funzioni dei censori). Gli
imperatori successivi ad Augusto inseriscono nuove cure, e quindi i curatori, dai 3 originari, vanno
incrementandosi.
I procuratores sono i rappresentanti dell’imperatore ed hanno due funzioni: da un lato
amministrano alcune province che gli imperatori ritengono non essere comprese ne nelle province
senatorie ne in quelle imperiali, perche non hanno raggiunto un certo livello di sviluppo (a seconda
degli imperatori, alcune province potevano essere definite procuratorie, ma cambiavano a seconda
dell’imperatore); l’ altra funzione era quella di amministrare il patrimonio personale del principe.
Alla prudenza iniziale di Augusto, con i suoi successori anche questi aumentano (con l’imperatore
Adriano, nei primi decenni del II sec d.C., esistono 100 carriere procuratorie, 100 funzioni del
procuratore; alla fine del principato diventano circa 180);
L’imperatore Claudio aggiunge a questo apparato, gli uffici della cancelleria imperiale:
dall’epoca di Claudio, la cancelleria imperiale, si divide in tre branche: - ab epistulis: lettera che i
magistrati imperiali scrivono all’imperatore per risolvere una certa questione del diritto. Questa
cancelleria leggeva le lettere inviate all’imperatore; - a libellis:si occupa dei libelli: petizioni
richieste, che sono avanzate nei confronti dell’imperatore da privati. - a rationibus: si occupava di
conti (rationibus : conti): redigeva il bilancio dello stato, calcolava il fabbisogno di entrate e le
spese che lo stato doveva sostenere ogni anno.
ci sono altri due organi molto importanti: il consilium principis e fiscuus.
- il consiglio imperiale non e' qualcosa di nuovo fatto da Augusto, perche normalmente tutti i
magistrati della repubblica avevano dei propri consiglieri privati, perche avevano bisogno di
essere consigliati, da giuristi o da politici di esperienza per evitare di fare errori; anche il principe
vuole avvalersi di questo consiglio, che all’inizio era privato. Augusto da una rilevanza pubblica al
consiglio, perche comprende i consoli, un rappresentante per ogni magistratura, e 15 senatori. I
successori di Augusto, aumentano il numero di persone del consiglio, comprendono anche
cavalieri e funzionari imperiali (con Adriano, il consiglio imperiale si stabilizza: il numero di
consiglieri si stabilizzano e vengono compresi al suo interno i giuristi e questo e' importante perche
poi il consilium si viene ad articolare in branche interne (affari legali, giurisdizionali ecc ecc); il
giurista coadiuva il principe nella sua funzione legislativa e coadiuva il principe nella funzione
giurisdizionale (imperatore presiede il proprio consiglio e davanti ad esso si svolge il processo).
- il fisco nasce come una cassa alternativa all’erario a disposizione di Augusto. Egli non ne fa
nascere uno solo, ma fa nascere tanti FISCI uno per ogni singola provincia imperiale, che non
poteva recarsi all’erario; lo inserisce anche per provvedere al coordinamento dell’amministrazione
del suo patrimonio personale.
Durante il I sec d.C. assistiamo a questo fenomeno: ci sono due casse pubbliche: l’erario e fisco,
ma l’erario a poco a poco perde le sue entrate che vengono invece dirottate verso il fisco (i beni
prima andavano all’erario, ma poi vengono dirottati verso il fisco). Alla fine del principato l’erario
viene assorbito dal fisco. Successivamente il fisco non si occupa più del patrimonio personale
dell’imperatore, ma vi è la netta separazione tra patrimonio personale dell’imperatore, amministrato
dai suoi consiglieri, e patrimonio pubblico dell’imperatore, che viene amministrato dal fisco (beni
pubblici: ovvero quei beni che vengono utilizzati da tutti gli imperatori).
FONTI DEL DIRITTO (FINE REPUBBLICA E INIZIO PRINCIPATO) (appunti Carla)
Fisco: ci sono 3 tipi di casse pubbliche:
1) il vecchio erario, i cui membri venivano scelti dall'imperatore (aerarium populi romani).
2) erario militare: aerarium saturni.
3) fisco (fiscus): amministrato prima dai procuratori (procuratores fisci). Oltre ad essere
amminiistrativi (relativi alle entrate e alle imposte), avevano anche funzioni giurisdizionali
(controversie relative al pagamento delle imposte).
Vengono sostituiti dal pretore (praetor fiscalis). Ci sono fonti contrastanti sul fatto che sia stato
introdotto un prefetto (praefectus\procurator a rationibus); in tutti i procedimenti dove il fisco e'
protagonista e' rappresentato dall'avvocato del fisco (advocatus fisci). Le fonti del diritto restano
nella fase tra la fine della repubblica e il principato subiscono un involuzione come e' successo per
gli organi amministrativi. le tradizionali fonti del diritto vengono sostituiti da una nuova forma: un
attività normativa del principe.
-le leggi sono utilizzate anche da augusto (soprattutto i plebisciti): esso preferisce essere
proponente di progetti che poi diventeranno leggi. prima tappa della decandenza di questa cosa: il
successore dii augusto, Tiberio, affida il potere legislativo dalle assemblee al senato. quando il
giurista Caio fa un elenco delle fonti del diritto mette sempre al primo posto le leggi\plebisciti; si
tratta dii una scelta che eredita le fonti del diritto dalla precedente repubblica.
-senato consulto: alle leggi, nel momento in cui si attribuisce la potesta legislativa al senato, puo
deliberare solo su materie di diritto privato. per tutto il 1 secolo d.c. gli iimperratori non
intervengono sul diritto privato. con adriano avviene invece una rottura ttra l'equilibrio precedente
e quello successivo: l imperatore invia al senato una propria oratione (oratio principis). S’intende
una lettera che il principe invia al senato con l’indicazione dei punti principali che il senato doveva
recepire e regolare nel senato consulto che emanava. Dai dei criteri che il senato doveva rispettare
, con l’introduzione dell’orazione, furono un limite alla libertà dei senatori. I successori di Augusto
raf