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REGIONALE
Già prima della promulgazione della costituzione furono istituite 4 regioni alle quali fu concessa l'autonomia locale: Valle d'Aosta, Sicilia, Sardegna e Trentino Alto Adige (tra il '45 e il '48) e infine il Friuli Venezia Giulia (1963).
Nonostante la concessione di queste condizioni speciali di autonomia, la Repubblica volle ribadire che era "una e indivisibile" (art 5), e che non aveva una natura federale. Le competenze delle regioni erano quelle espressamente attribuite loro dalla costituzione, valendo il principio della competenza generale dello Stato in mancanza di norme esplicite.
La preminenza dell'ordinamento statuale sulle autonomie è nella logica assolutistica, e ciò è suggerito anche dall'art 114 della costituzione: "la Repubblica è composta in regioni, province, comuni....". Inoltre le regioni hanno per loro natura caratteri "parastatuali".
cioè tra il 1970 e il 1977, furono istituite le regioni a statuto ordinario. Questo avvenne solo quando fu completato il trasferimento delle funzioni indicate dall'art. 117 della Costituzione. Successivamente, nel 1990, una legge generale sull'ordinamento delle autonomie ha sostituito il Testo Unico del 1934. Le regioni a statuto ordinario possiedono una potestà legislativa, che non può essere conferita ad altri enti territoriali, assegnata loro direttamente dall'art. 117 della Costituzione. Questa è la novità più importante dell'istituzione delle autonomie nella IX disposizione transitoria, che stabiliva che la Repubblica, entro 3 anni dall'entrata in vigore della Costituzione, adeguasse le sue leggi alle esigenze delle autonomie locali e della competenza legislativa attribuita alle regioni. Per descrivere gli assetti repubblicani, è importante ribadire che le riforme incisive arrivarono molti anni più tardi.riconosciute le nuove funzioni ai comuni, l'oggetto della legislazione regionale si amplia notevolmente, infatti rientrano nella gestione del territorio gran parte dei servizi sociali. La regionalizzazione esalta ancora di più le differenze tra le varie aree del paese. Infatti nelle regioni del centro-nord si realizza un'efficienza delle amministrazioni molto più elevata in cui l'amministrazione dello stato finisce laddove comincia il complesso regioni/enti locali; mentre le regioni del sud sono regnate da amministrazioni periferiche dello Stato nelle quali lo stato stesso mantiene un ruolo importante. Dagli anni '70, quindi, si ebbe l'esplosione delle autonomie la quale dette vita a nuove realtà come quelle di circoscrizioni, quartieri e comunità montane. Come detto in precedenza però, l'abrogazione del testo unico, avvenne soltanto con la legge generale sull' "ordinamento delle autonomie locali" del 1990, la.qualericonosce a comuni e province funzioni proprie e potestà normative. COSÌ SI PASSA DALL' VECCHIO SISTEMA GERARCHICO AD UN NUOVO SISTEMA DI PLURALISMO AUTONOMISTICO. Inoltre è necessario ricordare che sempre nella metà degli anni '70 avvennero due significative trasformazioni del sistema della rappresentanza:
- utilizzo del referendum abrogativo nel 1974 sul divorzio, mentre nel 1981 sull'aborto
- il Presidente della Repubblica nel 1978 con Sandro Pertini (Pres. della Repubblica) assume nuovo prestigio divenendo una figura che possiede prevalentemente i connotati di rappresentatività politica del popolo.
L'AMMINISTRAZIONE di Guido Melis
Nel 1861, al momento dell'unificazione nazionale, l'Italia aveva appena 50 mila dipendenti pubblici su 25 milioni di abitanti, la struttura interna dell'apparato amministrativo era rigidamente gerarchico tanto che si parla di modello
gerarchico-piramidale. Così tale apparato era fondato sul carattere verticistico secondo cui il comando veniva esplicato dall'alto verso il basso lungo la scala rigidamente gerarchica primarichiamata. L'accesso all'amministrazione, è importante ricordarlo, non era ancora regolato dal concorso pubblico, infatti il processo di selezione del personale era largamente discrezionale, basato su un periodo più o meno lungo di volontariato gratuito e nell'ambito di un itinerario formativo tutto interno intrapreso dal soggetto aspirante (si imparava facendo). Fondamentale, per i riflessi che ebbe su tutta l'attività burocratica, fu il perfezionamento dei controlli attuato con la legge di contabilità del 1869. Tale legge ridusse ulteriormente la residua autonomia delle amministrazioni, subordinandola al regime del doppio controllo (preventivo e consultivo) della Corte dei conti e dellaragioneria. Contestualmente i codici disciplinari interni,già particolarmente severi, si sono rigidificati ancora di più nel senso di una negazione sistematica dei diritti dei dipendenti in nome della supremazia speciale dell'amministrazione. Così, l'impiegato pubblico che prestava giuramento al re, era sottoposto senza remissione all'obbedienza gerarchica oltre che era soggetto ad un sistema di controlli esteso sino ai più minuti aspetti della sua personalità e della sua privacy, oltre che era assoggettato ad una continua e puntigliosa valutazione della sua operosità sul lavoro, della sua diligenza, della sua moralità pubblica e privata. Chiaro è che l'amministrazione si basava su un quadro di forte produttività degli uffici e principalmente sullo sfruttamento del personale. Tutta la fase che và dal 1861 agli anni '80 vede un periodo in cui il sistema amministrativo mantiene alcune caratteristiche dominanti come le contenute dimensioni, le funzioni ancoraridotto delle pubbliche amministrazioni italiane è caratterizzato da diversi elementi. Innanzitutto, vi è una notevole complessità burocratica, con una molteplicità di norme e regolamenti che spesso si sovrappongono o si contraddicono. Questo rende difficile l'interpretazione e l'applicazione delle norme stesse, e favorisce il ricorso alla discrezionalità dei dirigenti. Inoltre, le risorse umane delle amministrazioni pubbliche sono spesso limitate e poco qualificate. Ciò comporta una scarsa efficienza e una ridotta capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini. Inoltre, la mobilità interna è spesso limitata, con poche opportunità di crescita e sviluppo per i dipendenti. Un altro elemento importante è l'identità di fatto tra i vertici politici e i vertici amministrativi. Questo fenomeno, chiamato "osmosi", comporta una forte influenza della politica sull'amministrazione, con possibili interferenze e pressioni politiche sulle decisioni amministrative. Questo può compromettere l'indipendenza e l'imparzialità delle amministrazioni pubbliche. Infine, va sottolineato che questa situazione ha portato a una certa indifferenza nei confronti delle garanzie dei dipendenti pubblici. I dirigenti amministrativi, sentendosi parte dell'élite politica, non hanno ritenuto necessario garantire ai dipendenti uno statuto di protezione dalle arbitrarie decisioni dei ministeri. In conclusione, il quadro delle pubbliche amministrazioni italiane è caratterizzato da una complessità burocratica, una limitata qualificazione delle risorse umane, una forte influenza politica e una scarsa attenzione alle garanzie dei dipendenti pubblici. Questi elementi contribuiscono a una situazione di inefficienza e mancanza di trasparenza nell'amministrazione pubblica.dall’esame di concorso. Questo ha portato ad una maggiore professionalizzazione del personale amministrativo e ad una riduzione dell'influenza politica sulla carriera dei burocrati. Inoltre, con l'avvento dell'era digitale, l'amministrazione italiana ha subito ulteriori cambiamenti. L'uso delle nuove tecnologie ha semplificato molti processi amministrativi, rendendo più efficiente l'erogazione dei servizi pubblici. Inoltre, l'accesso ai dati e alle informazioni è diventato più rapido e trasparente, consentendo una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa. Tuttavia, nonostante questi progressi, l'amministrazione italiana continua ad affrontare sfide importanti. La burocrazia eccessiva, la lentezza dei processi decisionali e la mancanza di coordinamento tra i diversi livelli di governo sono solo alcuni dei problemi che devono essere affrontati per migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'amministrazione pubblica. In conclusione, l'amministrazione italiana ha subito importanti cambiamenti nel corso degli anni, passando da un sistema fortemente influenzato dalla politica ad uno più professionale e orientato all'efficienza. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare per garantire un'amministrazione pubblica moderna e al servizio dei cittadini.dal titolo di studio. Si creavano così, nel corpo della burocrazia, 3 grandi fasce: - Carriere di concetto - Carriere d'ordine - Carriere esecutive Ognuno dei tre gruppi corrispondeva ad un tipo di funzione e ad un titolo di studio differente. Inoltre le grandi riforme legislative del periodo (la legislazione Crispina fu prevalentemente amministrativa) accrebbero enormemente i compiti dell'amministrazione, prevedendo un'intensificazione del lavoro ordinario e il ricorso ad assunzioni straordinarie. La crescita delle attività impose anche una standardizzazione di comportamenti amministrativi, in modo che la pratica amministrativa venisse strutturata secondo moduli ripetitivi, simili in tutte le amministrazioni per tipi analoghi di attività, e che la maggior complessità degli affari si potesse risolvere nella rigida sequenza di passaggi obbligati e nell'appesantimento delle verifiche e dei controlli formali. Con l'età Giolittiana,L'amministrazione entrò a pieno titolo in quello che è stato definito come il periodo del DECOLLO AMMINISTRATIVO. In questa fase, che possiamo identificare nel primo quindicennio del novecento si verificarono 6 fenomeni concomitanti, destinati a mutare la fisionomia dell'amministrazione italiana:
- L'amministrazione crebbe sensibilmente di dimensioni (e crebbe la spesa statale in rapporto al PIL)
- Non solo l'amministrazione si ingrandì, ma cambio composizione. In questo periodo si assistette alla prima cospicua meridionalizzazione dell'amministrazione e il reclutamento della burocrazia non avvenne più al nord, ma, anzi, quasi esclusivamente al sud.
- L'amministrazione accentuò la sua caratteristica di luogo di mediazione sociale. Così l'amministrazione non agiva più nel vuoto istituzionale, ma integrava al suo interno domande provenienti dal sociale, né teneva conto, spesso ne coinvolgeva i
16 portatori nel processo di decisione amministrativa, prevedendo una loro partecipazione a fasi del procedimento. In questo modo però il procedimento amministrativo si complicò ulteriormente per dar voce a tutti gli interessi e l'azione amministrativa si rallentò per effetto di quella complicazione.
4) Si crea un nuovo rapporto dell'amministrazione con la politica prevedendo nessi tra l'attività propriamente legislativa e quella specificamente amministrativa. Esempi tipici in cui la politica e l'amministrazione si incontrano sono le commissioni miste che vagliavano e elaboravano le nuove legislazioni speciali.
5) Il quinto fenomeno fu l'emergere di un primo, accentuato, pluralismo amministrativo. La struttura dell'amministrazione tradizionale rimase apparentemente identica a quella del 1861, ma si erano moltiplicate le sue funzioni, in particolar modo quelle economiche. Nacquero le prime amministrazioni parallele e gli uffici speciali.
ciaria, le aziende possono operare in modo indipendente e prendere decisioni in base alle proprie esigenze. Inoltre, hanno la possibilità di gestire le proprie risorse finanziarie in modo autonomo, senza dover dipendere da finanziamenti esterni. Questo significa che le aziende possono pianificare e allocare i propri budget in base alle proprie priorità e obiettivi. Possono anche decidere come investire i propri profitti e come gestire eventuali perdite. Inoltre, le aziende dotate di margini di autonomia gestionale e finanziaria hanno la possibilità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. Possono prendere decisioni tempestive e implementare nuove strategie senza dover passare attraverso lunghe procedure burocratiche. Tuttavia, è importante sottolineare che l'autonomia gestionale e finanziaria comporta anche una maggiore responsabilità. Le aziende devono essere in grado di prendere decisioni informate e gestire le proprie risorse in modo efficiente per garantire il successo a lungo termine. In conclusione, i margini di autonomia gestionale e finanziaria consentono alle aziende di operare in modo indipendente e prendere decisioni in base alle proprie esigenze. Questo offre loro flessibilità e agilità nel mercato, ma richiede anche una gestione responsabile delle risorse.