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I COMMENTATORI
Mentre i glossatori seguivano alla lettera la legge (ossia si preoccupavano di dare un'interpretazione letterale volta a comprendere il testo di legge), i commentatori guardano soprattutto alla ratio della norma.
I commentatori vanno oltre la comprensione della norma e cercano le motivazioni che hanno spinto il legislatore a porre in essere quella legge.
Oggi per trovare la ratio della norma si utilizza lo strumento dell'analogia, mentre a quel tempo, questo strumento, prendeva il nome di procedimento de similibus ad similia (rapportarsi da cose simili a cose simili).
Esso permette di estendere la portata di una norma ad un caso simile e non contemplato dall'ordinamento.
Attraverso l'analogia si crea un diritto nuovo, si plasmano nuovi istituti.
Prima i glossatori si limitavano a capire le norme e ad adattarle alla realtà del loro tempo.
I commentatori inventano nuovi istituti ricavando dal testo medesimo i principi.
La norma non è più...
vita. Questo principio è stato poi codificato e oggi è considerato una norma positiva. Un esempio classico per comprendere questo principio è quello del mantenimento della moglie. Nel corpus giuridico non si trova una norma specifica che imponga al marito di mantenere la moglie, a meno che questa non abbia una propria dote. Tuttavia, i commentatori hanno dedotto questa norma affermando che, poiché nel corpus esiste una norma che prevede il mantenimento dello schiavo liberato a carico del padrone, si può applicare lo stesso principio anche alla moglie. Inoltre, c'era un'altra norma che stabiliva che il marito dovesse pagare le spese per il funerale e la sepoltura della moglie. Da questa norma, i commentatori hanno dedotto che, ancora di più, il marito deve provvedere al mantenimento della moglie quando è in vita. Quindi, partendo dalla norma del corpus che riguarda la morte, per analogia si estende l'obbligo del marito di mantenere la moglie finché è in vita.vita.I commentatori dicevano che dove c'è la stessa ratio ci deve essere la stessa norma. Con i commentatori il testo viene scomposto, suddiviso per ricercare la ratio (si cercava di risalire al problema che il legislatore voleva risolvere con la pubblicazione di questa norma). Una volta trovata la ratio, la norma veniva intesa come facente parte di un micro-sistema (istituto) che a sua volta fa parte di un macro-sistema (ordinamento). I commentatori vedono la norma nella sua completezza; all'interno di ogni norma è contenuta la ratio dell'ordinamento. Era un metodo dialettico. La scuola dei commentatori La scuola dei commentatori nasce in Francia (scuola di Orleans 1300). La data di partenza viene identificata nel 1235 quando papa Gregorio IX autorizzò l'insegnamento di diritto romano nella scuola di Orlean. Questo fu un grande evento perché fino ad allora gli altri pontefici avevano proibito tale insegnamento perché temevano che lo studiodel diritto canonico venisse messo in secondo piano. In Francia lo studio del diritto romano era osteggiato non solo dalla Chiesa ma anche dal re che vedeva tale diritto come un antagonista della sua legge. Nella Francia meridionale il diritto romano ebbe più successo rispetto alla Francia settentrionale. Ci furono zone della Francia settentrionale e meridionale che seguivano il diritto consuetudinario (visione più antica rispetto al diritto romano). Jacopo da Revigny insegnò dal 1260. Egli pubblicò numerose letture e ripetizioni sul corpus; egli usò molto la dialettica e l'analogia. La sua opera più famosa è il "designificatione verborum" che è un'enciclopedia generale giuridica. Altro famoso autore fu Pierre de Belleperche. Nel clima culturale in cui crescono questi grandi autori si studiava la filosofia e le varie arti. Nella scuola di Orlean si ha il perfezionamento della persona giuridica. (non più persona giuridica mapersona rappresentata). Fino a questo momento lo stato si era identificato con chi deteneva il potere (il re). In quest'epoca si introduce il concetto di separazione tra lo stato e la persona che lo comanda (l'imperatore deve rispettare anch'egli le leggi dello stato stesso). Nonostante i commentatori nascano in Francia, essi ebbero la loro più grande personalità in Italia. Il fondatore dei commentatori fu Cino da Pistoia che aveva iniziato come glossatore e solo in seguito al suo incontro con Belleperche diventò commentatore (1300 a Bologna). Cino insegnò nel 1320 a Bologna, Siena, Napoli e Perugia, ha una prosa elegante e fu grande amico di Tetrarca e Dante. Egli commentò il codice e una parte del Digesto. Cino operava con le additiones che erano delle aggiunte (si aggiungevano, durante la lezione, dei passi, dei commenti e delle valutazioni alla glossa accursiana). Cino infine fu anche uno dei primi che usò i consilia.Quest'età (1222) nasce l'università di Padova e vengono fondate anche le università di Vicenza, Arezzo, Vercelli che poi scomparirono. Dalla struttura non formale, dal basso, dall'università di Bologna la struttura si burocratizza (si fissano calendari, norme e materie obbligatorie). L'università si dà una struttura fino a chiedere la qualifica di studio generale, oggi invece una università viene riconosciuta come tale se rilascia un diploma che viene riconosciuto da tutte le parti. L'autorità che riconosceva come ufficiale l'università era costituita o dall'imperatore o dal papa. L'università di Pisa viene riconosciuta nel 1343 da papa Clemente VI e nel 1357 dall'imperatore Carlo IV. L'Università di Firenze viene riconosciuta nel 1321 e quella di Pavia nel 1361 (quest'ultima divenne più organizzata a seguito della bolla di Bonifacio VIII nel
1389). Nell'età viscontea si decise di ufficializzare gli studi universitari nella sede di Pavia e non in quella di Milano. Infine nacque l'università di Perugia nel 1308 (Papa Clemente V era in procinto di trasferirsi ad Avignone). In questa ultima università insegnò Cino da Pistoia che fu il primo commentatore italico secondo il nuovo metodo; fra i suoi allievi a partire dal 1328, vi è il giurista più importante: Bartolo da Sassoferrato. Nacque nel 1314 e a 14 anni era già allievo di Cino che divenne dottore nel 1334, insegnò a Pisa e Perugia e morì nel 1357. Bartolo fece un commento su tutto il corpus, ricoprì cariche pubbliche e divenne consigliere personale dell'imperatore Carlo IV. In alcune università si formarono addirittura delle cattedre per studiare il pensiero di Bartolo; la sua interpretazione dei casi giuridici fece stato. In Spagna e in Portogallo il legislatore prescrisse e
Promulgò una serie di leggi per la quale il giudice, in caso di dubbio, era obbligato a seguire l'opinione di Bartolo. Queste leggi sono del 1427 per il... , del 1433 per la Castiglia e del 1446 per il Portogallo (successivamente da qui sino al Brasile).
Bartolo illustrò anche il diritto pubblico, per esempio famoso fu il "De tirannia" dedicato alla figura del tiranno. Per lui il tiranno è sia chi esercita la carica senza avere potere sia chi, avendo il titolo del potere, non rispetta le leggi e i sudditi. Bartolo divide tra Statuto personale e Statuto reale.
a) Comuni e comunelli erano città stato. Il poter ricorrere al giudice per i propri interessi era diritto del cittadino; questo diritto vale solo per il cittadino della città in cui esercita il giudice (il giudice di Lodi fa giustizia solo per i cittadini di Lodi). Era molto precaria la posizione giuridica dello straniero (straniero a quel tempo era per es.
colui che da Lodi attraversava il ponte per recarsi a Cremona). Bartolo ha teorizzato che lo straniero ha uno statuto personale, dei diritti che in quanto tali tutti e ovunque devono riconoscere. Anche lo straniero si deve quindi veder riconoscere questi diritti di personalità (capacità giuridica) ovunque egli si trovi.Diverso è lo statuto reale che rispetta e rispecchia la legislazione del luogo in cui ci si trova. Dunque lo straniero avrà il diritto di essere tutelato ovunque egli si trovi ma dovrà seguire la legislazione relativa a quelle cose del luogo in cui si trova.
Infine a Bartolo si deve riconoscere la teoria in materia di legittimazione degli statuti (la domanda che ci si pone è: come possono i comuni darsi delle proprie leggi? Chi li autorizza?) Bartolo esprime la teoria della giurisdizione, cioè dice che l'amministrare, l'organizzare ed il sovrintendere (giurisdizione) può essere scomposto nel senso che il sovrano
avrà molto potere scindendo molti enti possono esercitare la giurisdizione. Questa è la frammentazione della giurisdizione. Una comunità organizzata di una città, il fatto di farsi le leggi, comporta che ci sia una certa giurisdizione, può organizzare certe cose ed amministrare la giustizia.
31/1/2006 Baldo degli Ubaldi
Gli Ubaldi erano una famiglia famosa di Perugina. Baldo nacque nel 1327 e morì nel 1400 ed era l'allievo prediletto di Bartolo. Suo padre era un famoso medico ed aveva due fratelli giuristi.
Tra le sue opere ricordiamo il commento sul Digesto ed il commento sul Codice. Baldo aveva interessi culturali più cupi: viene ricordato anche come il più filosofo tra i giuristi. Si interessa in particolare del diritto canonico ed ha lasciato anche dei commenti sulle decretali di Gregorio IX e Bonifacio VIII; a lui dobbiamo anche una delle lettere e dei commenti più interessanti della Pace di Costanza. La Pace di Costanza
Rappresenta la Magna Carta delle libertà comunali e Baldo ebbe appunto questi interessi pubblicistici, grazie anche agli agganci con i Visconti, signori di Milano.
Baldo elabora la teoria del diritto naturale, con la quale il potere non viene fatto discendere dalle leggi dell'imperatore ma si dice che l'esistenza dei popoli, delle comunità è garantita, fondata e prevista dal diritto naturale. Dunque se la comunità politica esiste sulla base di un diritto naturale non derivante da nessuna autorità terrena, così anche la possibilità di darsi delle proprie norme da parte di una comunità non deriva altro che dal potere naturale. Quindi naturalmente queste città si costituiscono in comunità organizzate naturalmente, città-stato, e si possono dare delle proprie norme.
Ci si domanda, oggi come allora, che rapporto ci fosse tra il diritto proprio ed il diritto comune. Se noi diciamo che tutte queste fonti esistenti
mi pongo è: come posso migliorare la mia produttività?