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Tutt’ora le cucine si ispirano a questo modello. La cucina di piccole dimensioni facilita il lavoro
delle donne, hanno tutto a portata di mano senza dover fare vari spostamenti. Lo ritengo un
grandissimo progetto, non solo è più funzionale, per il lavoro della donna, ma è anche possibile
inserire l’ambiente cucina in spazi più piccoli, non c’è più la necessità di spazi grandi. Inoltre
tutto ciò garantisce un maggiore ordine e disposizione degli utensili nella cucina.!
- Rivista Domus, Gio Ponti, 1928. Rivista fondata da Gio Ponti che la chiama in latino, “Domus”
perché suona meglio in confronto a “casa” in italiano. Secondo lui la copertina può essere
modificata in base alle scelte della grafica, che tanto si legge in ogni caso. Nel 1923 Gio Ponti
diventa il direttore della Ginori, dove farà poi vari lavori in porcellana. Riuscendo a svecchiare
l’azienda. E’ la rivista che più di tutte ha la copertina di un’eleganza unica che richiamano ogni
periodo e momento storico. A mio parere è dotata di una semplice impaginazione che rende più
chiare e comprensibili le informazioni che vuole trasmettere, font semplice, posizione delle
scritte in linea con il resto della pagina, poche informazioni ma quelle che servono.!
- Barcelona Chair, Mies Van Der Rohe, 1929. Questa poltrona ha un fascino incredibile,
un’esplosione immediata. Le sue componenti più forti sono le due “X” che compongono le
gambe. Una ha una curvatura che è un quarto di cerchio, la seconda ha una doppia curvatura;
queste curve rendono molto leggero l’appoggio nel suolo, quasi come se scivolasse, una
leggerezza unica. Ho come l’impressione che sedendomi si piegano le curve avendo
un’oscillazione dall’alto verso il basso. A mia volta ritengo questa seduta, da conversazione, non
come una poltrona sulla quale riposare. Il poggiapiedi oltre a renderla più comoda, quindi più
funzionale, crea un fortissimo impatto visivo, una continuazione di quello scivolamento che ha
anche la seduta, sembra tutto in movimento, un movimento unico.!
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Icone anni ’30!
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- 0024 Fontana Lamp, Gio Ponti, 1931. Bellissima lampada, crea un fortissimo impatto con
l’ambiente circostante. Composta da una serie di dischi orizzontali in vetro, che vengono
attraversati da un tubo luminoso con gli estremi in acciaio. Mi dà come l’idea che ogni disco
scandisca un fascio luminoso che andrà a colpire i dettagli dell’ambiente che la circonda. Questi
dischi sono in vetro trasparente che però se viene visto in orizzontale, il vetro appare di un
colore blu, con sfumature verdi.!
- Zig Zag Chair, T.Rietveld, 1932. Sedia composta da 4 elementi in legno uniti tramite piccoli
tasselli. La ritengo una sedia provocatoria, dove il designer vuole farci accomodare su una
lamina, di grande scomodità. Non ha game e i legni uniti ad incastro, creano un forte equilibrio,
riprendendo quasi i tendini degli arti umani. Mi piace la rientranza inferiore dove è possibile
muoversi più liberamente con le gambe e i piedi.!
- Nr 41, Paimio Chair, Alvar Aalto, 1932. Una seduta davvero bella ed innovativa, che mette in
mostra la tecnica applicato con il legno di betulla scandinavo che rende possibile la curvatura
naturale con la sua umidità. Questa seduta è il modello più famoso dove è stata applicata la
tecnica di curvatura. Il sedile e lo schienale sono ricavati da un’unica lastra di compensato
collegate da due strisce più spesse di laminato. Non solo il materiale dà questa elasticità ma
anche la forma che ne deriva, che ha un forte connubio con la natura e l’uomo, scandinavo in
questo caso. Le raffinate fessure danno maggiore leggerezza al complesso della seduta a
blocco.!
- Phonola, Livio, Piergiacomo Castiglioni e Caccia Dominioni, 1938. La radio per la prima
volta si veste di una scocca in plastica che rende l’oggetto unico e magnifico. La sua forma,
ricorda quella di una bocca, come se stesse parlando. E’ molto bella, un quadrato estruso dal
quale con molta eleganza sale questa cassa che richiama una bocca. Il piccolo schermo e i vari
pulsanti sono inseriti in modo tale da non dover guardare sopra, ma hanno un’inclinazione tale
da essere potuti leggere con facilità da ogni posizione. Per la prima volta quindi la radio viene
vestita di questa scocca che prima non esisteva. Ciò lo notiamo anche nei computer, se tutti
questi apparecchi fossero senza un rivestimento, impazziremmo a trovare il singolo pulsante tra
tutti i fili e cavi da cui esso è composto.!
- Alfa Romeo 8C 2900B, Berlinetta le mans, 1938. E’ il risultato di un’attività complessa che
porta l’automobile a modificarsi nel corso degli anni 30. L’auto diventa aerodinamica, in modo
che l’attrito dell’aria venga ridotto al minimo. Notiamo lo sviluppo dell’automobile con questo
modello, dove il conducente e il passeggero hanno una cabina con un parabrezza e dei finestrini
che non sono dritti ma curvi, che riprendono le curve della carrozzeria della macchina che come
vediamo è molto aerodinamica, sono state eliminate completamente le parti verticali che
formano attrito con l’aria per facilitare l’accelerazione.!
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Icone anni ’40!
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- Rivista stile, Gienlica, Gio Ponti, 1942. La rivista stile fu fondata da Gio Ponti. Questa
copertina è molto simbolica, rappresenta 8 sedute che galleggiano su cocci di ceramica, come
se fosse un vaso rotto, uno scavo archeologico. Queste sedie sono capovolte, quindi c’è un
disordine totale e questo sfondo nero che simboleggia la guerra. La cosa importante però è il
fatto che questi colori sono sovrastanti sul nero e vuol dire che verrà superata e forse riusciremo
a ricomporre questa rottura.!
- LCW, Herman Miller, Charles and Ray Eames, 1945. Capolavoro del design, nel quale i due
coniugi decidono di inserire uno studio anatomico dell’oggetto. Infatti possiamo notare come
questa sedia abbia la forma di un essere umano piegato sulle mani e alza il sedere. La
componente più d’effetto è il nastro di legno che la percorre e le dà la forma che rappresenta la
colonna vertebrale dell’uomo. Anche qua come nella Wassilly Chair, troviamo un elemento di
sospensione che è la seduta stessa, dove sembra quasi che non appoggi da nessuna parte,
sembra che ci voglia far cadere all’indietro ma siamo tutto di un tratto bloccati dallo schienale.
Sembra una seduta scomoda per il fatto che sembra ci inarchi la schiena, ma invece è molto
comoda.!
- Scooter Vespa, Protoripo Piaggio, Corradino D’ascanio, 1946. Dal 1945 in avanti gli italiani
diventano una delle principali potenze nel campo del design e la Vespa è il simbolo
dell’affermazione italiana. La piaggio era un’azienda aeronautica a cui viene impedito di
produrre aeroplani in seguito alla guerra, così decise di investire su mezzi di locomozione. Le
automobili erano troppo costose così ragionarono su un nuovo mezzo di trasporto, una moto
rivestita da un guscio. Ci si affida ad un designer che decide di togliere la parte centrale e
ripropone il parafango davanti che da continuità alla forma. Possiamo notare come anche in
questa seduta (in questo caso di una Vespa) troviamo uno slancio ed una sospensione, questo
elemento che arriva ad una fine e noi siamo seduti proprio lì sul punto più alto.!
- Berlinetta, 202 Cisitalia, Pininfarina, 1947. Quest’auto ha la stessa fisionomia della Vespa, ha
una forma continua dall’inizio alla fine. Alcuni elementi sono un po sorpassati (es: il muso un po’
alto). E’ un vero gioiello: si gonfia, ha un volume e poi diminuisce verso il retro. Questa nuova
forma infatti segna il punto d’arrivo dei settari aerodinamici che consentono di ottenere maggiori
performance in termini di velocità. E’ il più alto esempio di design aerodinamico dato dalle sue
forme curvilinee e arrotondate.!
- La cucina Standardizzata, House and Garden, 1949. Possiamo subito notare come il design
riesce ad assumere significati comprensibili per la massa. Questa cucina è statunitense, viene
prodotta dopo la fine della seconda guerra mondiale. L’origine di questa cucina è la Frankfurter
Kueche e diventa desiderio di milioni di famiglie che pur non intendendosi di design desiderano
la cucina americana. Notiamo la donna che sta preparando il caffè e l’uomo invece è seduto a
tavola con la camicia mentre legge gli appunti per il lavoro. L’uomo non si prende gioco della
donna, anzi, sta aspettando che finisca di preparare la colazione per poter mangiare insieme e
chiacchierare. Quindi la cucina diventa anche una zona di colloquio, di conversazione, un luogo
dove poter consumare piccoli pasti come in questo caso la colazione.!
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Icone anni ’50!
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- 548 Lamp, Gino Sarfatti, Arteluce, 1951. Grande disegnatore di lampade. Ci troviamo nel
periodo della spedizione nello spazio della cagnetta Laika, quindi c’è una forte ispirazione allo
spazio, agli ufo, lo vediamo come posiziona il cappello della lampada con una forma di disco
volante che riflette la luce emessa dall’elemento sottostante.. Mi piace molto la disposizione dei
vari componenti, mi ricorda la struttura di lancio del missile nello spazio. Ci vuole dare quasi
un’idea di instabilità il perno centrale che tiene il componente che emana luce sembra quasi
cadere ma il tutto è tenuto perfettamente in equilibrio dall’elemento cilindrico nero che sorregge
la struttura. Impatto molto leggero anche in questo caso, poco materiale.!
- Butterfly Stool, Yanagi Sori, 1954. Sgabello disegnato da Sori, incredibile forma ed
essenzialità. Composto da tre elementi: due lamine di compensato laccato e curvato
(palissandro), tenuti insieme da raccordi in ottone. Seduta comoda garantita dalle curve presenti
nel sedile. La forma vuole richiamare due mani, come un adulto che tiene in mano un bambino,
sostegno sincero su cui contare. Ma la cosa che colpisce davvero tanto è l’essenzialità che
questo oggetto ha, una leggerezza ed un sostegno causati dalle forme lineari e piacevoli.!
- American automotive design, 1950s. Produzione che sfugge alla logica e alla razionalità.
Negli anni 50 c’è questa idea di girare con questi grandi veicoli, colorati bizzarramente. Hanno
queste forme che aggrediscono, queste pinne nel posteriore, quasi come se fossero degli
squali, le ruote vengono coperte in parte dalla carrozzeria, sono veramente enormi a mio parere
esagerate, ma sono delle auto davvero belle, monumentali.!
- Tulip Chair 151, Eero Saarinen, Knoll, 1956. Saarinen decise di progettare questa sedia,
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