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MODA E ARTE:
1-la parola arte ha la stessa radice di artigiano, quindi moda-artigianato-arte sono una triade. ci
sarà a un certo punto la distinzione tra gli artigiani e artisti ma nel medioevo l’artigiano che fa
l’abito come i sarti, calzolai e battiloro erano artisti come il pittore che dipinge, sono tutti artigiani
che lavorano secondo regole ben precise presenti negli statuti.
2-rilevanza che la moda a un certo punto assume come elemento di distinzione. nell’epoca della
prima nascita della moda il pittore che vuole rappresentare una figura importante ricorre all’abito
elegante per sottolineare l’importanza (esempio: santa). L’artista rappresentava il soggetto con
indumenti di prestigio per conferire prestigio al soggetto che rappresentava. abito, tessuto,
colore ecc talmente importante che se vuoi rappresentare l’idea di importanza vesti il soggetto alla
moda anche con un evidente sbaglio cronologico.
3- Nel 500 e 600 i pittori non sono ritenuti tanto più importanti di quelli artisti che hanno fatto il
tessuto ma dal rinascimento inizia la riconoscibilità dell’artista-pittore-scultore-architetto, essi
iniziano a essere noti con il loro nome. Conosciamo i nomi di scultori pittori e architetti ma non di
sarti tessutai cuoiai calzolai che magari facevano cose bellissime ma appartengono a un settore
minore. nel rinascimento c’è un distacco, si distanziano dalla comune matrice artigiani-arte i grandi
pittori come raffaello, leonardo ecc. Si Inizia una nuova fase quando c’è il protagonismo di nuove
figure come rose bertain, poiret, worth, ci sono i grandi sarti artisti, inizia il protagonismo di alcuni
sarti che sono in collaborazione con artisti, si ritengono artisti, si fanno rappresentare vestiti da
artisti. Rose bertain è la prima nel 700 ad essere riconosciuta come artista, è un artigiano ma è
riconosciuta anche come una solista nel suo campo, solo lei sa fare certe cose che portano la sua
firma. Nello stesso secolo in cui c’è un forte riconoscimento del lavoro dell’artigianato da parte
degli enciclopedisti, questa cultura illuminista-laica riconosce il valore di questo lavoro.
4- rosa genoni inventa il citazionismo-uso dell’opera d’arte, si rifà alla primavera di botticelli per
rifare un abito di moda italiana ispirato a un grande artista italiano, la moda si ispira all’arte, uno
degli elementi che fa parte della costituzione del made in italy. rosa genoni si connette a un altro
punto del nesso moda-arte diverso da quello di essere e frequentare gli artisti come poiret. Rosa
genoni riparte dal rinascimento italiano per affermare la moda italiana contro lo stra-potere
parigino. Parigi dalla fine del 700 inizio 800 si sta imponendo. Anche la moda ha contribuito
all’unità di Italia, la moda si vuole rifare al rinascimento per far capire quanto l’Italia ha dato e può
dare sul piano artistico anche connettendolo alla moda. È un modo di rifarsi all’arte con un esplicito
uso di opere d’arte.
5- i sarti e gli stilisti hanno lavorato per altre produzioni artistiche: il teatro, il cinema. La moda
sostiene l’arte donando denaro a restauri di opere d’arte. La moda entra nei musei quindi è
riconosciuta come arte e il primo posto dove avviene è l’art museum di Londra. Il cinema ha un
rapporto con la moda sia per la diffusione delle mode, sia per i sarti che lavorano per il cinema.
6- tendenza artistica del futurismo, l’abito innovativo (la tuta, grande novità, abito da lavoro)la tuta
da lavoro diventa la proposta di un abito innovativo che libera il corpo, consente il movimento,
adeguato alle parole chiave del futurismo: velocità, movimento, uscita dagli schemi. in questo abito
c’è la provocazione artistica e anche nel campo dell’abbigliamento. La stessa provocazione la
compie balla con la cravatta e la giacca futurista. Il futurismo è un momento storico in Italia
importante dal punto di vista artistico. Il futurismo si estende in letteratura, arte, cucina e altri
ambiti. Il futurismo è stato anche ricerca di nuovi materiali, fare il tessuto con la caseina. Proposte
di giacche destrutturate con colori nuovi. Il futurismo rende provocatorio l’abbigliamento maschile.
7- Quando nasce il made in italy c’è l’uso dell’arte a più riguardi. Nel 1951 l’Italia sta cercando di
sollevarsi dal disastro della guerra, giorgini chiama a Firenze i compratori che assistevano alle
sfilate di Parigi dirottandoli da questa città. Gli americani hanno accolto l’invito. In questa sfilata le
signore dovevano indossare un vestito fatto in Italia. È il continuo della strada iniziata da rosa
genoni. Perché andare a comprare a Parigi quando in Italia ci sono ottime produzioni. Uso politico
di ciò che si fa in Italia. non solo il nesso con Firenze e il rinascimento ma anche la scelta di
palazzo pitti. Gli autori degli abiti che sfilano sono tutti Italiani. Uso dell’arte: città d’arte, Firenze, si
usa la bellezza artistica del paese connettendola alla moda, palazzo d’arte, rinascimento italiano
per far vedere che la moda è parte della produzione artistica dell’Italia. Si chiama made in Italy
perché è stato presentato agli americani e loro lo hanno definito con la loro lingua. Il made in Itali
prosegue con autori come Pucci(uno degli autori della prima sfilata)che nelle sue produzioni
riprende i colori del palio di Siena dando l’idea della grandezza storica italiana. Sempre Pucci
mostra alcuni dei suoi capi usando come sfondo la cupola di Brunelleschi, è come se volesse dire
che l’arte e i vestiti sono un tutt’uno. Pucci è ritenuto un sarto artista.
Nel 700 è ancora la corte a dettare le mode, maria antonietta è uno degli ultimi casi perché da li a
poco sarà l’ambiente parigino in senso lato, la nuova borghesia che nasce e si fonde sulla vendita
di tessuti ed acquisisce ricchezza anche grazie all’ampiamento degli orizzonti commerciali che
avrà luogo anche con l’epoca napoleonica. Sta cambiando il contesto dei fruitori della moda. un
abito come quello di maria antonietta non è direttamente connettibile alle esperienze precedenti,
c’è un tocco forte di novità dato da lei, e uno è dato dai nastri che sono opera di marchens de
mode, protagonismo nel campo dei copricapi(rose bertain), ma c’è anche una novità che riguarda il
capo in se :i colori, le leggerezze, una nuova sensibilità espressa proprio dalla stessa maria
antonietta. La moda di corte lasciava poco spazio alla fantasia, la novità in maria anotietta è
rappresentata dall’aggiungere. questo conferì un ritmo accelerato, prima avevamo mode che
duravano 30-40 anni, adesso rose bertain che ha aperto una sorta di piccola azienda ha bisogno di
vendere quindi deve cambiare continuamente i modelli per renderli desiderabili. siamo ancora a
corte ma una corte dove ci si muove in modo e ritmo diverso.
Questo è un abito che da il segno perché, si passa dal compassato al grazioso, la moda
precedente era più rigida, qui l’abito da senso di leggerezza. Questo abito rappresenta il nuovo
gusto. Sta nascendo intorno a questi tessuti una categoria sociale nuova che diventerà sempre più
importante, l’economia gira e vengono arricchiti i fornitori della corte che costituiscono un gruppo
sempre più numeroso che è una parte di quella borghesia che costituirà il grande bacino di
consumo tra 700 e 800. Con rose bertain la moda stava sperimentando il passaggio
dall’artigianato all’arte.
C’è uno stacco dalla inventiva cortigiana, è fuori dalla corte, in questi ambiti specializzati nei quali
si sta facendo i massimi sforzi per avere nuove idee per fornire non solo la corte ma un pubblico
più esteso, che nascono le mode. La fila al negozio di rose bertain per avere un suo prodotto ha
aumentato la fama di questi artigiani creatori artisti. In assenza di elementi oggettivi per indicare i
prezzi il costo di un oggetto dipendeva dalla fama della marsciam. Le creazioni di cappelli di rose
bertain erano estremamente importabili ma altamente desiderabili, svolgevano la rappresentazione
di un discorso sulla testa delle persone. Le coscienze potevano nascere dal fatto che qualcuno
vedeva, chi frequentava la corte e imitava e poi girava per strada. Quando rose bertain apre il suo
atelier diventa un luogo che se frequentato fa capire cosa era di moda. Quello che oggi, ma già
allora, ha un valore forte di diffusione è il foglio stampato. Il sistema del giornale si affianca a un
altro sistema: le bambole vestite che giravano di corte in corte e forse anche in ambienti più
allargati. Ma il sistema più diffuso erano i fogli di moda perché la stampa faceva presto a farli
circolare. Dalla fine del 600 ci si dedica a diffondere le mode comunicandole, il primo passo venne
da una gazzetta francese fondata nel 1672 che inserì la moda tra i suoi interessi. Inizia una
comunicazione dedicata alla moda. Veniva comunicato anche dove si potevano acquistare i capi
quindi è anche una mossa pubblicitaria. Da fine 600 a fine 700 si è passati da curiosità,
indicazione, interesse antropologico, a pubblicazioni specializzate in moda con indicazioni per
l’acquisto. Prima vera rivista femminile di moda: cabinettes des modes, avviene a fine 700 dopo la
rivoluzione francese, che nonostante i cambiamenti di titolo continuò ad uscire ogni 10 giorni. La
rivista ottenne successo nonostante il prezzo piuttosto elevato. Passaggio ulteriore verso il
protagonismo della borghesia che diventerà nel 800 un fenomeno molto rilevante. La rivista è
potuta uscire anche negli anni della rivoluzione ma fino a un certo punto, negli anni del terrore si è
interrotta la pubblicazione. C’era una vigilanza su tutto ciò che era di lusso che richiamava la corte.
In quegli anni ha incominciato a diffondersi quella moda di recupero del mondo antico. Nel 1797
comincia a uscire il giornale delle dame e della moda(titolo in francese). Questa rivista testimonia
l’acquisizione del modello della moda antica che fa parte del revival che ha un valore culturale e
politico perché segna una rottura con la moda parossistica. Il lusso l’eleganza che riprende dopo la
rivoluzione stacca proponendo abiti eleganti e costosi però completamente diversi, modificazione
culturale. Nel 1797 è passato il periodo più duro. Il giornale delle dame e della moda dura una
50ina di anni, fa capire le minime e le grandi modificazioni, ci lascia immaginare a chi si rivolgeva,
quale persona voleva abbigliare. 50 anni di una rivista consente di fare molte considerazioni. In
seguito inizia ad uscire ogni 5 giorni, ci sono quindi molti lettori, e una richiesta di continuo
aggiornamento. Dietro al giorn