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Riassunto esame storia del costume e della moda, prof.ssa Muzzarelli, libro consigliato Guardaroba medievale (ultimo capitolo vesti e comportamenti), Muzzarelli Pag. 1
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assieme alla cordella uno degli argomenti più trattati. La tutela dei consumatori stava a cuore tanto alle corporazioni artigiane quanto alle autorità cittadine che davano divieto ad ogni forma di concorrenza sleale sino all’indicazione dei requisiti e della materia prima da utilizzare e se del prodotto finito.

Vesti e comportamenti

A corte

L’ambiente cortese era il luogo primario di sfoggio tra il quattrodecismo e quindecismo secolo, era una vasta scena di personaggi che avevano regole ben precise dove le vesti assumevano un ruolo ben definito.

Ogni cortigiano giocava il ruolo dell’ostentazione, sia a Milano che a Ferrara per sottolineare la propria potenza, ma serviva da collante intercomune rafforzamento della propria identità e dell’unità stessa della corte.

Regole e uniformi fissavano le distanze con chi non apparteneva a quell’ambiente e la livrea indicava che chi la indossava era uomo d’altri, quindi apparteneva alla corte che portava colori o esibiva i motti.

Matrimoni, feste e arrivi illustri erano occasioni per sfoggiare vesti per impressionare chi proveniva da altre corti o ambienti esterni, gli sprechi erano quindi di obbligo, ma durante la vita quotidiana si viveva con misuratezza.

Parisina, moglie di Nicolò terzo indossava semplici vestiti di pignolato di fustagno e d’inverno di valli, gli uomini vesti di seta e velluto ma erano solite indossare durverno abiti di pignolato verde o rosso con maniche di stoffa nere o morella o a volte cotte e sottane.

Le corte erano dunque anche luogo di simboli di appartenenza, era palcoscenico di vesti e suntuosi tessuti e occasioni di invenzione di fogge e ornamenti.

A corte vigeva l’uso di donarsi due abbigliamenti come salario ma anche come segno di riconoscenza per qualche favore ricevuto, il dono era anche una manifestazione del rapporto che legava il ricevente alla corte. Il dono era parte dell’etichetta di corte e uno degli strumenti con i quali in essa si regolavano o si determinavano relazioni sociali, non si trattava necessariamente di oggetti preziosi.

La corte di Milano fu tra le più splendide d’Italia dove fu celebrato il matrimonio di Gian Galeazzo Sforza con Isabella D’Aragona. Lo sposo era vestito di broccato d’oro rosso cremisi, con balasco e berretta con diamante e perla, la sposa era vestita alla spagnola com’era di moda. La cerimonia era un alternarsi di balli e regali da parte delle altre corti. Con il termine alla spagnola si indica un vestito che aveva la parte superiore molto attillata e quella inferiore al contrario molto ampia. Il ducato di Milano era il centro di confluenza delle idee e innovazioni provenienti dall’nord europa e spagna, era un laboratorio di sperimentazione e una vetrina di esposizione per ricchezze e invenzioni.

Le vesti parlavano di una persona e di un’epoca o di una civiltà, la città è stata luogo di protagonismo attraverso le vesti, di manifestazioni d’identità reale o alterata e anche scontri, fra chi deteneva il potere, dettava regole e chi non le rispettava.

Al lavoro

Il lavoro maggiormente praticato in epoca medioevale era la lavorazione dei campi, l’abito era per lavoro quello quotidiano, semplice e funzionale ai movimenti, il grembiule era il capo che caratterizzava essenzialmente la campagna come la città di tutti e due i sessi. Portavano grembiule i calzolai, i fornai, i fabbri, contadini e anche il macellaio. Gli artigiani indossavano farsette e grembiule e chi invece era di umile condizione poteva comparire in pubblico solo in camicia e farsetto e le donne in camicia e guarnello.

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
5 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher twistte di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del costume e della moda e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Muzzarelli Maria Giuseppina.