vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Procedendo lungo l’asse fondamentale della Chiesa, dall’ingresso all’altare, prima del transetto si
incontrano rispettivamente a sinistra e a destra l’organo con la cantoria e il pulpito.
L’organo venne installato nel 1516 da Giovanni Battista Fachetti, un organaro bresciano molto famoso
all’epoca.
La cantoria e il pulpito sono raffinate opere d’intaglio eseguite dallo Zamara.
Ma l’interesse maggiore delle strutture è costituito dai dipinti che le ornano e formano un vero e proprio
ciclo pittorico del Romanino, eseguito a partire dal 1525 e cioè negli anni della piena maturità dell’artista.
Quasi a esprimere la consapevolezza dell’alta qualità del proprio lavoro, egli ha voluto lasciarvi la “firma” di
un autoritratto (all’estremità inferiore sinistra della cassa dell’organo).
Organo e cantoria: lettura dei soggetti.
Con i volti e gli atteggiamenti della gente comune, con gli abiti anacronistici per i
Ante dell’organo: soggetti rappresentati ma abituali al tempo dell’artista, i personaggi dovettero apparire
straordinariamente moderni agli occhi dei primi ammiratori, esprimendo quindi il
chiuse, i Santi concetto di attualità e di perenne validità del messaggio da loro incarnato.
Andrea ed Erasmo
vescovo (a cui era
dedicata un’altra
chiesa nella città). Pulpito: lettura dei soggetti
aperte, due episodi
prefiguratori della
venuta di Cristo. A
sinistra quello della
Sibilla Tiburtina che,
consultata
dall’imperatore
Augusto sulle sorti di
Roma, gli indica nel
cielo un’apparizione
della Madonna con il
Bambino. A destra,
l’episodio di Abramo,
fermato da un angelo
mentre sta per
sacrificare il figlio
Isacco.
Cantoria:
ai lati dell’arco, gli
apostoli Pietro (con
le chiavi) e Paolo
(con la spada).
nei riquadri, sibille e
profeti accompagnati
dal rispettivo nome e
da una loro frase
relativa alla venuta di
Cristo (nel Medio Evo
e nel Rinascimento
era diffusa l’infondata
opinione che le
mitiche sibille fossero
l’equivalente dei
Pilastro a cui è
addossato il
pulpito:
una commossa
immagine
dell’Ecce Homo
(Ecco l’uomo),
cioè il Cristo
umiliato nella
sua Passione.
Pulpito:
nella tavola
centrale ancora
il Cristo con un
cartiglio che dice
in latino:
“Andate e
predicate ad
ogni creatura”.
Nelle tavole
laterali i
destinatari
dell’invito, cioè
gli apostoli.
“Ecce Homo”
Considerazioni
generali su ciclo
pittorico…
A prima vista il ciclo
pittorico è composto
da soggetti
disparati; ma è
possibile una loro
lettura saldamente
unitaria, sul tema
della storia della
salvezza. Essa
infatti lega coloro
che hanno
preparato la venuta
del Salvatore
(Abramo, profeti e
sibille, Maria), il
Salvatore stesso,
che con la sua
Passione redime
l’umanità e manda
gli apostoli ad
offrirne i frutti “ad
ogni creatura”.
IL PRESBITERIO
(Moretto)
Tra le finestre del
coro corrono
tutt’attorno alle
pareti otto dipinti del
Moretto, già sotto la
loggia del palazzo
ora comunale e
traslati in cattedrale
nel 1620, per
impedire che
all’aperto si
deteriorassero più
di quanto non fosse
già avvenuto; un
intervento restaurativo di metà Ottocento ha peggiorato le loro condizioni, sicché oggi appaiono leggibili
quasi soltanto le due tele dell’Annunciazione (una rappresenta l’Angelo Gabriele e l’altra la Vergine).
Le altre tele del ciclo hanno come soggetti:
• il profeta Isaia
• la Sibilla Eritrea
• San Giuseppe
• San Girolamo
• Caterina di Alessandria
• Antonio di Padova
Si può intuire nella scelta dei soggetti un disegno unitario, non molto diverso da quello proposto da
Romanino: il profeta e la Sibilla rappresentano il tempo dell’attesa del Salvatore nel popolo eletto e nei
popoli pagani; l’Annunciazione segna il momento del suo ingresso nel mondo, con l’Incarnazione nel
grembo di Maria; Giuseppe, il fedele custode del divino Bambino, allude alla sua nascita; gli altri santi sono
esempi della salvezza, per la quale gli uomini possono giungere sino a Dio.
In generale i soggetti proposti da Moretto manifestano una riflessione profonda e una fede pacata, non
ostentata, ma solida ed esigente. Le sue opere infatti, sono ricche di colore, ma più composte e raccolte
rispetto a quelle di Romanino.