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LA RIVELAZIONE
Maometto si trovò ad essere profeta. Era il destinatario della Rivelazione, lo
strumento umano di Dio. La sua missione era quella di ripetere e recitare il messaggio
del Libro celeste della rivelazione.
Il compito di trascrivere e di raccogliere le rivelazioni non venne completato durante
la vita terrena di Muhammad: ciò si verificò solo in seguito, durante la generazioni
dei suoi immediati successori; precisamente sotto il terzo califfo ‘Uthman, venne
messa in circolo una forma completa e unificata e da allora immodificabile, di parti
precedentemente slegate. Conta 114 Sure disposte non in ordine cronologico di
rivelazione ma secondo la lunghezza. All’interno di essa si trovano anche gli Hadith,
racconti sulla vita di Maometto tramandati oralmente da una catena di trasmettitori.
L’opera fornisce anche fondamenti sicuri sulla vita e sull’operato di Muhammad.
Il corano è stato però anche spesso criticato, e visto da studiosi non come un testo
canonico, quanto come una proiezione all’indietro finzioni e di tendenze politiche;
secondo questi studiosi ciò che Muhammad originariamente predicò, non era la
religione dell’Islam, ma un’eresia cristiana o giudaica.
Lo stesso Muhammad, entrato in contatto sia con il Cristianesimo prima, che con gli
Ebrei di Medina dopo, arrivò a considerare la sua religione come la continuazione
legittima del monoteismo precedente.
Quali furono gli elementi di novità? La società in cui Muhammad crebbe era una
società in evoluzione dallo stato di vita nomadico a quello sedentario, dal
collettivismo tribale all’individualismo. Ma una società che tuttavia non sapeva
trovare uno sbocco adeguato per risolvere i propri conflitti. Ebbene, il Profeta ordinò
ai suoi membri di riflettere e di cambiare le loro vite, non già attraverso una radicale
negazione dell’ordine esistente ma attraverso la sua trasformazione.
Maometto donò agli arabi una forma di lingua comune e comprensibile a tutti, al di la
dei vari dialetti formati nel territorio.
All’inizio in realtà Maometto confidò queste esperienze solo a pochi intimi, tra i quali
il cugino Ali, mentre solo verso la fine del decennio successivo iniziò a predicare in
pubblico una rivelazione monoteistica. Egli predicava un Dio unico “Allah” parola
araba dalla stessa radice dell’ebraico Elohim, per il quale era l’inviato per concludere
il messaggio profetizzato nella Bibbia. Le caratteristiche della sua predicazione erano
un duro tono apocalittico e una ferma condanna del politeismo.
Il predicato di Maometto era sempre più inviso ai potenti cittadini dato il rischio che
faceva correre agli equilibri economici e spirituali della città di Mecca, tanto che nel
622 Maometto e una trentina di seguaci si defilarono dalla città e si rifugiarono a
Yathrib. Fu la vera e propria EGIRA (Trasferimento di Maometto e i primi devoti
musulmani verso la città di Yatrib-Medina per evitare l’ostilità dei concittadini.
Appare come il primo segno di rottura dei vincoli tribali e sancisce la nascità del
primo nucleo dello stato islamico, tanto quest’anno verrà preso come inizio del
calendario islamico di tipo lunare.) del 622 che segnò l’inizio dell’epoca musulmana
grazie alla positiva accoglienza della sua predicazione nella città.
Proprio qui fondò una moschea fuori città e sancì i basilari fondamenti dell’Islam,
come la preghiera verso Gerusalemme. La città cambiò poi nome in Medina (“Città”
per eccellenza, perché preferita da Maometto). Da Medina sarebbe partita la
conquista araba diretta in primo luogo verso le zone circostanti, La Mecca stessa, la
penisola arabica e oltre. Già nel 630 Maometto entrò alla Mecca senza colpo ferire,
considerata la sua ormai grandissima autorità alla quale era impossibile opporsi.
Maometto pensava che la Rivelazione da lui sperimentata fosse identica a quelle
precedenti affidate agli Ebrei e ai Cristiani. Si aspettava che le tribù giudaiche lo
avrebbero accettato come messaggero di Dio. Ma la sua aspettativa venne delusa.
Prima della rottura finale si ebbe tuttavia un tentativo di riconciliazione. Ma
Maometto arrivò alla conclusione che gli Ebrei dovevano essersi allontanati dalla
religione di Abramo e aver reciso i legami con Dio. Abramo divenne il più importante
predecessore del Profeta arabo: con suo figlio Ismaele aveva costruito la Ka’aba
come santuario di Dio e centro di pellegrinaggio. L’Islam, che era stato fondato
quindi prima di Mosè e di Gesù, prima del Giudaismo e del Cristianesimo, acquistò
precedenza sulle religioni degli altri possessori di scrittura che avevano distorto la
rivelazione.
Gli ultimi anni del profeta furono dedicati alla diffusione dell’Islam verso l’esterno e
all’organizzazione giuridica dell’umma.
La sicurezza personale all’interno della società musulmana rimaneva basata sul
principio della vendetta di sangue, ma le riforme incorporate nel Corano sostituirono
alla sanzione dell’onore tribale, il comandamento divino e il giudizio del profeta. La
proibizione di esigere ulteriori ammende da parte di chi compiva la vendetta
permisero di prevenire le sanguinose lotte del passato, mentre la raccomandazione di
accettare il prezzo del sangue al posto della vendetta spianò la strada per un
comportamento più “umano”.
Venne costruito un nuovo regime del matrimonio, della famiglia e dell’eredità;
sistema che trattava la donna come individuo e garantiva sicurezza sociale a lei e ai
suoi figli. Anche la poligamia legalmente controllata si rivelò un importante
progresso rispetto a quegli accordi, definiti variamente e in modo vago, che pure in
precedenza erano considerati sia possibili sia normali.
Lo stato divenne in sostanza uno strumento per proteggere il culto di Dio, il
mantenimento della legge e la propagazione della fede.
Maometto morì nel 632 a Medina, lasciando 9 mogli, ma una sola figlia
sopravvissuta, Fatima. Proprio Medina divenne capitale del nascente Califfato
islamico, che per il momento comprendeva solo i tre quarti della desertica Penisola
Islamica.
Il profeta non aveva dato nessuna indicazione alla propria successione alla guida
della comunità. Il califfo doveva essere la persona più pia e doveva governare
secondo il volere di Dio. Ma come si poteva garantire ciò? L’unanimità raggiunta non
fu altro che il risultato di un compromesso, contenente in se già i semi del contrasto.
Solamente i primi due califfi vennero infatti innalzati al potere senza opposizione
alcuna.
Successivamente le discordie tra i Compagni del Profeta frantumarono l’Umma.
L’Islam fu spaccato. Da un lato i sostenitori dell’aristocrazia meccana, dall’altro il
partito di Ali.
Dopo la morte del profeta, si vanno delineando quindi due diverse tipologie di
musulmani:
- SUNNITI
Gruppo maggioritario nell’Islam, che dopo la morte del profeta crede che a guidare
la comunità islamica debbano essere persone competenti e meritevoli.
Tradizionalisti, seguono la Sunnah (tradizione), fanno riferimento al corano, alle
parole-vita-atti di Maometto testimonianti la tradizione. Riconoscono come autorità
religiosa la comunità dei fedeli che si autodetermina nel rispetto della parola di
Maometto.
- SCIITI
Da shi’a-partito, fazione, gruppo minoritario che si crea per scissione dalla
maggioranza dopo la morte di Maometto. Credono che a guidare la comunitò
islamica debbano essere i seguaci di Alì. I loro Imam sono tutti diretti consanguinei
di Alì. L’imam diventa sacro, nasce una fede nel redentore.
- I PRIMI 4 CALIFFI
ABU BAKR (632-634)
Coetaneo di Maometto, e primo convertito maggiorenne all’Islam.
Dovette subito lottare contro lo scissionismo delle tribù arabe. Regnò fino al 634
anno in cui morì.
OMAR (634-644)
Trovò la penisola arabica unita sotto il vessillo islamico; potè quindi indirizzare tutti
gli sforzi bellici contro le province di confine del deserto arabo siriano, soggiogando i
reami del Nord.
Considerando che la guerra tra Impero Bizantino e Sasanide era appena terminata, le
forze del califfo Omar, poterono senza grosse difficoltà prendere Palestina e Siria fino
al crollo di Gerusalemme nel 637, che passò in mano araba.
Ma anche dall’altro fronte arrivavano venti di vittoria. Verso la metà del 600 tutto
l’impero persiano era ormai completamente inglobato nel Califfato arabo.
Le vittorie proseguivano ancora. L’esercito arabo puntava ora all’Egitto e a tutta
l’Africa Settentrionale, che si avviava ad essere una terra Musulmana.
L’impero era divisi tra stati dove comunque vi era una forte ondata anti-araba, e stati
che invece erano ormai completamente musulmani, ovvero quelli che si erano arresi
incondizionatamente all’avanzata dell’esercito. L’enorme impero musulmano
cominciò ad essere gestito come un grosso fondo con il califfo come amministratore.
La maggior parte delle tasse, era pagata da gente non musulmana e non araba.
L’impero musulmano continuava la sua espansione, non tanto per un fattore religioso,
ma forse per un fattore demografico; e c’è da aggiungere, la facilità con la quale lo
fecero, forse perché tutte le popolazioni locali, vedevano in genere negli arabi
invasori non dei nemici, ma dei liberatori dall’impero romano.
Il califfo Omar venne assassinato da uno schiavo persiano il 4 novembre del 644 e
sepolto accanto a Maometto e al primo califfo Abu Bakr.
UTHMAN (644-656)
Fautore del cambio di nome alla città di Yathrib in Medina, del suo riassestamento e
dell’ideazione del calendario arabo che si basa sulla data dell’Egira 622.
Ma fu anche il primo califfo assassinato dagli stessi musulmani, causa forse delle
instabilità psichiche che crearono malcontenti nella comunità.
ALI (656-661)
Uno degli ultimi compagni di Maometto, salito al trono di califfo, dovette subito
fronteggiare il moto indipendentista dei ribelli. Nel 656 uscì da Medina per non
rientrarvi mai più, e si recò a Kufa, in Iraq, che divenne la nuova capitale del califfato
arabo. I ribelli vennero successivamente sconfitti a Bassora, dove si erano addensati.
Ma finita questa tensione interna, una seconda dovette essere affrontata. Infatti il
governatore di Siria, parente di Uthman, non aveva gradito la sua uccisione, ed era
deciso a prendere il potere e salire al califfato.
Al di la dell’esito del conflitto, Ali uscì comunque sconfitto, nessuno seguì più la sua
autorità. Sempre pi