Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 47
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 1 Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 47.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia degli Stati Uniti, argomenti trattati: dalla formazione fino alla presidenza di Obama Pag. 46
1 su 47
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L’ ETÀ DI ROOSEVELT

Lo stesso Hoover propagandista dell’illusione della ricchezza dovette fronteggiare la realtà

del crollo che investì la borsa di New York e che innescò una depressione economica

senza precedenti. Hoover fu eletto alla presidenza nel novembre 1928; quello che ebbe

luogo il 24 ottobre 1929 e nei giorni seguenti fu il crollo del mercato azionario, che era

stato in crescita costante negli ultimi anni. La corsa frenetica agli investimenti e quindi il

rialzo nel mercato azionario erano stati finanziati dalle banche e dalle compagnie

d’assicurazione, che prestavano denaro agli speculatori. Erano cresciuti i profitti industriali

e commerciali, ma erano rimasti in poche mani; era cresciuta la produttività ma a scapito

dell’occupazione; era cresciuta anche la produzione industriale ma la vendita dei prodotti

era avvenuta in modo tale che la massa aveva accumulato un forte indebitamento dovuto

al meccanismo delle vendite rateali. L’espansione dei consumi era molto meno generale di

quanto si voleva che fosse, che i redditi di gran parte della popolazione erano insufficienti

a garantire il pagamento in contanti dei prodotti consumati. Nei giorni successivi al 24

ottobre le banche, allarmate, avevano chiesto il rientro del denaro prestato agli agenti di

cambio, i quali girarono la richiesta ai clienti a cui avevano anticipato il denaro per gli

acquisti di titoli. Tutti dovettero cercare di vendere per pagare i debiti, ma le vendite in

massa fecero crollare il valore dei titoli stessi. Le dimensioni del crollo erano enormi,

tuttavia ci si illuse, per qualche tempo, che fosse circoscrivibile alla banca e agli

speculatori. Gli industriali contrassero investimenti e produzione, dimostrando di non

credere che gli effetti del terremoto finanziario potessero limitarsi al mercato azionario.

Questo comportamento provocò subito un calo dell’occupazione e del reddito nazionale da

impedire qualsiasi ripresa dei consumi e della fiducia nel mondo degli affari. Qualcuno

attribuì la crisi agli effetti dell’indebitamento europeo; il rifiuto di accettare l’evidenza dei

fatti interni provocò ritardi e errori gravi nell’intervenire. Hoover non ammise che la

drammaticità crescente richiedesse interventi speciali. Credette troppo a lungo nella

circoscrivibilità della crisi e nell’esistenza di meccanismi auto correttivi. La depressione si

dimostrò inarrestabile e gli insuccessi decretarono la impopolarità del presidente. Alla fine

del 1932 venne eletto il democratico Franklin Delano Roosevelt. Contemporaneamente

l’elettorato diede ai democratici la maggioranza in entrambe le camere. Roosevelt

intervenne sulla situazione con un complesso di iniziative diverse. Ma cercò anche di

spiegare quello che era avvenuto, dicendo che per lui la ragione era stata l’enorme

sperequazione sociale ed economica. Prima del crollo, il 60% delle famiglie si trovava in

condizioni di gravi difficoltà economiche. Sè quella realtà così sperequata era stata alla

base del crollo, essa era ulteriormente deteriorata quando roosevelt si insediò nel marzo

33.

Roosevelt si era impegnato nel 1932, prima delle elezioni, a dare al popolo americano un

New deal. Si mosse con estrema rapidità e decisione: sospese il commercio dell’oro e

impose la chiusura di tutte le banche; il congresso approvava all’unanimità la legge di

emergenza sulle banche (emergency banking act), che estendeva l’assistenza federale

alle banche private, fissava le norme per la riapertura, decideva l’emissione di nuove

banconote e istituiva controlli federali sui movimenti dell’oro. Il congresso varò l’economy

act, una legge con cui riduceva le spese. Subito dopo vennero affrontati i problemi

28

dell’asistenza sociale, della ripresa industriale, della disastrosa situazione dell’agricoltura.

Vennero approvate norme di enorme importanza:

-il federal emergency relief act

Veniva istituito un ente nazionale di assistenza pubblica;

-agricultural adjustment act

Si interveniva a sostegno dell’agricoltura; si mirava a riassestare il settore promuovendo il

credito agrario e favorendo la limitazione della produzione per fare risalire i prezzi

assicurando indennizzi e garanzie ai coltivatori.

Per favorire il generale rialzo dei prezzi roosevelt aveva già imboccato la strada

dell’inflazione, sganciando il dollaro dalla parità con l’oro e favorendo una politica di

abbondanza e di basso costo del denaro. Altra legge fu la Tennessee valley authority act

che fu un grande progetto di sistemazione idrogeologica del bacino del fiume Tennessee.

Il governo si impegnava in lavori pubblici di straordinaria portata e si proponeva come

distributore di energia elettrica per un’intera regione. Il national recovery act (1933)si

trattava di una legge di ampio respiro che era tesa a favorire la ripresa produttiva. Gli

industriali, grandi e piccoli cche fossero è il mondo della finanza, manifestarono

insofferenza per i vincoli imposti loro da alcune delle nuove leggi. Le lotte operaie

crebbero in modo deciso; dalla moderata AFL si staccò nel 36 il più combattivo congress

of industrial organizations, CIO, che raccolse istanze radicali espresse da lotte operaie

sempre più vaste ed ebbe una crescita straordinaria.

La corte suprema provocò altri problemi a roosevelt poichè dichiarò incostituzionali varie

leggi.

Roosevelt promosse la social security act che creava dal nulla un sistema di assistenza

pubblica che proteggeva vecchiaia, invalidità e disoccupazione. Infine col federal

emergency relief appropriation act stanziò 4.8 miliardi di dollari per lavori e pubblici e

l’agenzia che amministrava lo stanziamento, la works progress administration diventò il

maggiore reclutatore di disoccupati.

I grandi problemi rimanevano però drammaticamente insoluti, ed erano tanto aperti da far

precipitare nuovamente il paese in crisi nel 1938. Ma, mentre l’obiettivo generale del

salvataggio del sistema fu raggiunto in quegli anni, quello della redistribuzione della

ricchezza non lo fu. Dopo dieci anni dall’inizio della crisi non il New deal ma l’inizio della

produzione bellica avrebbe rimesso in moto la macchina produttiva nazionale, ma le

disparità sociali non si ridussero.

L’esperienza lavorativa più trascurata fu quella degli afroamericani nelle campagne

meridionali, che condivisero in peggio la sorte dei loro simili bianchi nelle città, dove la

situazione fu tragica. I quartieri neri delle grandi città divennero ghetti; gli afroamericani

erano quelli che stavano peggio anche durante gli anni della prosperità ma avevano

comunque trovato nelle città stimoli per una produzione culturale senza precedenti e

lavoro. La depressione fece terra bruciata; soffocò nella miseria la comunità con cui essi

interagivano e che li sosteneva. Il sovraffollamento crescente e la miseria avviarono un

processo di degrado ambientale destinato a divenire presto irrimediabile. Le città furono

per tutti la destinazione principale. In esse trovarono disoccupazione e mense popolari,

ma anche una popolazione che stava tornando alla lotta: dal 1934 gli operai diedero vita a

scioperi e occupazioni di fabbrica.

Tra quelli che rimasero al sud, si sviluppò un movimento sindacale-politico senza uguali

dai tempi del populismo. Nel 1934 si formò l’unione degli affittuari agricoli (STFU); due

furono gli aspetti sorprendenti, la sua interrazzialità e la sua combattività.

Uno degli effetti principali del ritorno di combattività fu di mostrare l’inadeguatezza

dell’AFL; ormai gli skilled erano una piccola minoranza e la sua dirigenza sembrava

disinteressata a rapportarsi alle masse operai in agitazione. Per iniziativa dei minatori, si

29

staccò dall’AFL un blocco di sindacati che diede vita al CIO, organizzato su basi

d’industria. Nelle lotte degli agricoltori, dei disoccupati, degli operai industriali, confluirono

anche le forze di sinistra sopravvissute alla repressione e all’apatia degli anni venti, ciò

che rimaneva dell’IWW, il partito socialista, i gruppi trozkisti e il partito comunista,

riversarono tutte le loro forze nell’agitazione sindacale e sociale.

Nella primavera del 36 era iniziata una ripresa che prima della fine di quell’anno aveva

portato la produzione industriale a livelli superiori a quelli del 23-25. Con il calo della

disoccupazione il governo ridusse gli investimenti e le assistenze; subito la tendenza

positiva di invertì. Nel 1942, in seguito al coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella

guerra la ripresa produttiva divenne travolgente e la disoccupazione fu infine cancellata.

Nel frattempo i segnali di guerra erano cresciuti progressivamente a partire dalla seconda

metà del decennio. La guerra civile in Spagna, in cui hitler e mussolini erano intervenuti;

l’invasione coloniale dell’etiopia da parte dell’italia; l’aggressione giapponese alla Cina e

infine l’invasione tedesca della Cecoslovacchia. Roosevelt denunciò nel 1937 la

pericolosità dell’aggressione alla Cina e dell’espansionismo italiano e tedesco. In alcune

componenti della diplomazia rooseveltiana l’anticomunismo era talmente forte da portare

una parte dell’amministrazione a ritenere utile l’aggressività di hitler in funzione

antisovietica. All’interno, la gravità stessa della situazione economica aveva rafforzato gli

atteggiamenti isolazionisti. Dietro le ambiguità anche gravi che caratterizzarono i

comportamenti di roosevelt stavano considerazioni di convenienza economica che

collidevano coi principi esito politici che dovevano guidare l’azione statunitense. Solo nel

corso del 1940, anno di elezioni presidenziali, roosevelt riuscì a ridare linearità alla propria

politica, accelerando i preparativi di guerra. Dopo la rielezione di roosevelt, all’inizio del 41,

con la legge gli affitti e prestiti il congresso autorizzava il governo a sostenere

economicamente e militarmente la gran Bretagna e poi l’URSS.

Per gli Stati Uniti la guerra iniziò ufficialmente e in modo particolarmente drammatico in

seguito all’attacco giapponese alla base di Pearl Harbor, nelle Hawaii, il 7 dicembre 1941.

Il giorno dopo gli Stati Uniti entravano in guerra col Giappone e quindi anche con

Germania e Italia, per l’alleanza che legava tra loro i tre paesi dal settembre 1940. La

guerra era un fatto non solo di uomini, ma di mezzi. E quando la macchina produttiva

statunitense cominciò a sfornare materiale bellico a pieno ritmo per le proprie forze armate

e per gli alleati britannici e sovietici, iniziò a profilarsi la possibilità che Germania e

Giappone potessero essere fermate. Dop

Dettagli
A.A. 2016-2017
47 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/05 Storia e istituzioni delle americhe

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MartinaRadaelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'America del Nord e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Barcella Paolo.