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Perchè i problemi non furono risolti e ne nacquero nuovi.
I problemi di successione non furono risolti perchè ci furono scontri tra i 4
membri della tetrarchia.
I problemi di controllo del territorio non furono risolti perchè non ci fu un
rinforzo militare e un'efficiente gestione da parte dei 4.
Nascono altri problemi:
1- i 4 governavano in modo diverso
2- lo spostamento della capitale fece perdere a Roma la sua autorità
indiscussa e anche se Diocleziano obbligò l'uso del latino a tutti i territori
romani ormai Roma agli occhi del popolo aveva perso il potere.
Nuove persecuzioni dei cristiani.
Diocleziano proibì ai cristiani di ricoprire cariche pubbliche, chiuse i loro
luoghi di culto e chi si rifiutava di offrire sacrifici all'Imperatore veniva
ucciso.
Questa persecuzione avvenne perchè Diocleziano per rafforzare la sua
autorità voleva ripristinare le antiche tradizioni religiose che prevedevano il
culto dell'Imperatore (come un Dio) e i cristiani erano contro la
divinizzazione dell'Imperatore.
Furono perseguitati anche i seguaci di altre religioni.
Tutto ciò però non risolse i problemi di Diocleziano.
Il ritiro di Diocleziano e la fine della tetrarchia.
Nel 305 Diocleziano abdicò e costrinse Massimiano a fare altrettanto per
mettere alla prova i successori.
Avvenne che i 2 Cesari Galerio e Costanzo che sarebbero diventati Augusti
non riuscirono a nominare i 2 Cesari successori perchè non si misero
daccordo.
Nel 306 morì Costanzo Cloro e i suoi soldati nominarono imperatore suo
figlio Costantino ma a Roma fu nominato imperatore Massenzio il figlio di
Massimiano.
Inizialmente Massimiano lo appoggiò ma poi volle riprendersi il titolo ma
fini per fuggire in Gallia.
Costantino e Massenzio si fronteggiarono in battaglia a ponte Milvio (una
località di Roma) e vinse Costantino che così conquistò il trono dell'Impero
d'Occidente mentre in Oriente viene nominato Licinio.
Rimangono quindi 2 Imperatori.
La politica economica di Diocleziano
Procurarsi denaro...
Diocleziano quando era imperatore cercò di risolvere anche i problemi
economici di Roma.
I problemi più urgenti erano 2:
1-avere più denaro per pagare l'esercito e la burocrazia
2-migliorare le condizioni dell'agricoltura che era un settore economico
molto importante ma che era in forte difficoltà perchè i contadini avevano
abbandonato le campagne per avere una vita migliore in città.
Come soluzione mise una nuova tassa (caput) che doveva essere pagata da
chi coltivava un pezzo di terra e anche dai contadini che si spostavano in
città.
Oltre a questa nuova tassa i contadini già ne pagavano un altra (iugum) sulla
rendita della terra (più prodotti producevano e più alta era la tassa).
Diocleziano decise di cambiarla così: più grande è il terreno più alta è la
tassa non tenendo conto della produzione che poteva cambiare di anno in
anno.
Le condizioni dell'agricoltura non migliorarono.
Mantenere stabili i prezzi.
I prezzi durante il regno di Diocleziano erano aumentati molto pertanto, per
aiutare l'economia, l'imperatore decise di stabilire un tetto massimo di prezzi
sopra il quale non bisognava andare (calmiere). Era anche un modo per
colpire l'avidità dei mercanti.
Gli scarsi effetti del calmiere...
I commercianti si rifiutavano di vendere ai prezzi stabiliti dall'Imperatore
perchè erano troppo bassi e ritirarono le merci dai mercati.
Nonostante ciò in questo periodo si assiste ad una maggiore stabilità
economica e politica.
Le trasformazioni dell'economia.
Dagli schiavi ai coloni.
Durante il Basso Impero la produzione agricola non è più affidata agli
schiavi ma ai coloni e ai servi.
Terminate le guerre di conquista il numero di schiavi era diminuito e
rimanevano i loro figli (vernae) che venivano allevati in casa del padrone.
Finchè non diventavano grandi però non potevano lavorare ma bisognava
dar loro da mangiare e i costi erano tanti.
I proprietari terrieri preferirono così dare le loro terre da coltivare ai coloni o
ai servi.
Il colonato.
I coloni facevano un contratto molto lungo col proprietario (29 anni ma
anche a vita) e non potevano lasciare la terra per tutto il tempo del contratto.
Pur non essendo schiavi non potevano lasciare la terra e spesso non
potevano farlo neanche i loro figli che ereditavano il contratto.
Essi erano definiti “servi della gleba” (servi della terra).