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Amoroso fa causa a Pasolini. La testata del giornalista è Telesera e il nome del produttore

del film nel film è Angelo Rizzoli che poi verrà cassata per prudenza. Rizzoli è il produttore

de La dolce vita di Fellini.

3. Terza versione di due esemplari pressoché identici,tranne che per alcune correzioni nella

versione di Bologna. L'incoronazione di Pontormo è sostituita con La deposizione di Rosso

Fiorentino. Il nome di Pedote è cambiato in Pedoti,il nome della stirpteaseuse passa da

Maddalena a Natalina.

4. 3-4 ottobre 1962 soggiorno presso la Pro Civitate Christiana di Assisi durante il quale

Pasolini decide di trarre un fil dal Vangelo di Matteo. Da qui il regista del La ricotta diventa

un alter ego di Pasolini. Il soggetto della domanda del giornalista al regista passa da essere

Pasolini a Fellini. Nessun omaggio ma necessità di sincronia labiale e di eliminare il proprio

nome. Il film nel film veniva probabilmente chiamato sul set de La ricotta La cronaca di

San Matteo.

Alcuni nomi vengono cambiati ma comunque resta una dei motivi su cui si basa l'accusa. In

particolare la connotazione negativa data al personaggio Pedoti,riferimento al magistrato con cui

Pasolini era in lite. Nel 1965 cambia il nome con Gianluigi,riferendosi ad un critico negativo verso

Il vangelo secondo Matteo.

Il processo.

La “sconcertante notizia” de Il vangelo secondo Matteo.

Il 10 novembre 1962 prima della conclusione delle riprese La ricotta è già sotto processo. Amoroso

cita Pasolini per inadempienza contrattuale. La tesa sostenuta dall'accusa è che Amoroso ha dovuto

rifiutare la sceneggiatura perchè offensiva verso la religione. Pasolini si difende sostenendo che si

tratta di un film profondamente religioso.

Finite le riprese,Pasolini torna ad Assisi per chiedere un aiuto nella realizzazione de Il vangelo

secondo Matteo per evitare di inserirvi,senza volerlo,blasfemia. L'8 febbraio c'è l'accordo tra Bini e

il consulente CCC,F.Angelicchio. Il giorno dopo la notizia scatena le reazioni della destra e in

particolare perchè tenta di unire il cattolicesimo e il progressismo. Inoltre la persona di Pasolini è

disprezzata dalla destra (comunista,ateo e omosessuale) e trova assurdo che possa essere legittimato

a fare un film religioso.

Il primo nullaosta e il sequestro.

L'8 febbraio 1963,dopo due tagli allo spogliarello in La ricotta,Rogopag è distribuito con il

consenso del Ministero che lo vieta ai minori di 18 anni. Quindi il 21 febbraio viene presentato al

pubblico.

Il 18 febbraio,3 giorni prima dell'uscita del film,il sostituito procuratore della repubblica -dott.

Pasquale Pedote- chiede con sollecitudine la trasmissione della sceneggiatura de La ricotta. La

richiesta evidenzia come la pratica del processo sia partita da Pedote,offeso di esser paragonato

all'uomo medio. Inoltre la magistratura si attiva solo sulle informazioni fatte circolare da Pasolini

sulla stampa.

L'indagine di Pedote viene affidata a Di Gennaro che l'1 marzo notifica il sequestro film e accusa

Pasolini di vilipendio alla religione di stato attraverso la musica,il dialogo e altre manifestazioni

contenute nel suo film. De Gennaro procede secondo l'art.402 del Codice penale che interpreta il

reato di vilipendio come volontà nel recare offesa.

La legge del 21 aprile 1962 sulla censura.

Introduce la censura preventiva amministrativa:attraverso apposite commissioni stabilisce se il film

è per tutti,vietato ai minori di 14 o 18 anni,o completamente da escludere dalla circolazione. Viene

definita preventiva perchè esclude il danno che può esser arrecato da alcune espressioni e che non si

può evitare una volta divulgato. Da qui vengono ridimensionati i poteri delle commissioni di

censura che possono escludere un film dalla visione solo se arreca offesa al buon costume.

Giuridicamente La ricotta poteva esser processata nonostante il nullaosta anche perchè a Pasolini

era stato detto che avrebbe risposto penalmente se fossero emersi altri reati.

Il dibattimento.

5-7 marzo processo per direttissima. Ci si aspettava un'assoluzione come per Viridiana di Buñuel

che era stata recentemente assolta dalla stessa procura di Roma. Anche il Sindacato Nazionale

Giornalisti Cinematografici e l'Associazione Nazionale Autori Cinematografici sono propensi a

crede nell'assoluzione.

Il 5 marzo,dopo l'interrogatorio di Pasolini,la commissione visiona all'Istituto Luce la pellicola e

predispone una moviola nell'aula in cui,il 7 marzo,si terrà l'udienza. Durante la proiezione l'aula è

piena e nessuno prevedeva la linea d'accusa che farà vincere De Gennaro.

Il 6 marzo Pasolini,con l'intento di difendersi,pubblica su Il Giorno,un articolo sul lavoro svolto per

Il vangelo secondo Matteo.

Il 7 marzo marzo,attraverso l'uso della moviola,devono stabilire se La ricotta sia più o meno

un'opera d'arte. Di Gennaro di mostra esperto di cinema,sia manovrando la moviola che nella sua

arringa. Su questa,nel 1992 con la nomina di Di Gennaro a superprocuratore antimafia,la sinistra

(che sostiene la sua nomina) tornerà in modo negativo.

La prima analisi de La ricotta.

De Gennaro intuisce che bisogna analizzare oltre il testo per sostenere la sua accusa. Accusa di aver

innalzato il proletariato al posto di Dio e della religione cattolica. La scelta dei due quadri manieristi

è,per Di Gennaro,da ricondursi all'idea di religione decadente ed esteriore che ha Pasolini:ha quindi

colto,con la purezza dei colori,limpidi e senza chiaroscuro,un'immediatezza emotiva e drammatica.

Quindi,dopo aver costruito un'immagine sacra di straordinaria bellezza,l'avrebbe volutamente

deturpata. Infatti,mentre il regista prepara la scena dei tableaux,parte il twist in una;nell'altra Cristo

scoppia a ridere nel momento di pathos maggiore.

Di contro Stracci viene innalzato e sacralizzato. Anche Pasolini ammetterà che Di Gennaro aveva

ragione:la vicenda infima di Stracci viene innalzata a sacra fino alla sua morte in croce.

Di Gennaro poi sottolinea il dileggio ai simboli della corona e del crocefisso,attraverso il giornalista

Pedoti e i santi omosessuali. Il culmine dell'arringa è per lo spogliarello che -a suo avviso-

terminerebbe con l'eiaculazione di Stracci crocefisso.

Gli avvocati di Pasolini sottolineano la malafede di Di Gennaro ma è inutile visto la poca credibilità

del testo presentato in fretta.

Nel tardo pomeriggio del 7 marzo Pasolini è il primo regista condannato per la sua opera.

La ricotta e il Vangelo secondo Matteo.

La magistratura ha intentato un processo per vilipendio alla religione di stato senza che i

rappresentanti della stessa si fossero espressi contro il film.

Il CCC aveva sconsigliato la visione di Rogopag ma non impedito e la condanna risulta in contrasto

con quanto detto dall'autorità ecclesiastica.

Il 29 aprile il CCC guidato da Angelicchio,con cui Pasolini aveva rapporti per Il vangelo,ribadisce

che il film è sconsigliato ma non vietato perchè,a differenza che nella vietata La dolce vita,nel finale

vi è la salvezza. La ricotta è stata processata perchè la magistratura giudica negativa la

collaborazione tra comunisti e cattolici e Di Gennaro allude a Il vangelo,consigliando alla Chiesa di

stare attenta a il cavallo di Troia di Pasolini.

La sentenza.

La sentenza di condanna precisa che nella trama del film non ci sono elementi vilipendiosi ma anzi

che è in linea con il cattolicesimo accostare le vicissitudini di chi soffre a quelle di Cristo. Ma il

vilipendio sta nel modo in cui questi valori sono stati espressi,quindi c'è il fatto dolo. Molte battute

sono volutamente ambigue e irriverenti.

Nello specifico Pasolini è condannato per aver voluto deridere e schernire la religione cattolica con

la gratuita messa in ridico di simboli e soggetti.

Pasolini è condannato a 4 mesi di reclusione,con una sospensione condizionale della pena per 5 anni

visto che era incensurato. Comunque non andrà mai in carcere. Si aggiunse che la magistratura

confidava che Pasolini non avrebbe più commesso reati in futuro:lo si invitava all'autocensura.

Bini corre ai ripari.

Il 22 aprile 1963 avanza una richiesta di dissequestro parziale,affermando di avere già una nuova

versione del film senza le parti accusate. Ma Di Gennaro la boccia.

Il 7 maggio invia la seconda richiesta con l'elenco delle modifiche presentate. L'1 giugno Di

Gennaro respinge la richiesta.

Il 18 giugno Bini cambia strategia chiedendo un nuovo visto di censura per La ricotta. L'azione è

inutile visto che La ricotta ha già un visto di censura ma fa emergere il cavillo che porta alla

risoluzione. La commissione dice che si è già pronunciata su La ricotta,anche se non vuole

cooperare per non contraddire il tribunale penale. Per la commissione La ricotta può circolare visto

che non lede il buon costume. Bini allora scrive al Direttore Generale del Ministero De Biase,il

quale scrive al Capo Gabinetto del Ministro Bolasco invitandolo a risolvere la questione.

Il 23 luglio Bini avvisa il ministero che ha cambiato il titolo da Rogopag a Laviamoci il cervello e

ha apportato nuovi tagli. Ma viene respinta.

Il 23 settembre Bini disperato allega una lettera indirizzata a Pasolini dal gesuita Grasso che si

esprime a favore de La ricotta.

Il 9 ottobre Bini cita i precedenti di dissequestro di film incriminati.

L'11 ottobre finalmente (Pasolini) acconsente a togliere la battuta in cui il giornalista dice di

chiamarsi Pedote e il film viene sbloccato:il 29 ottobre ottiene il dissequestro e il 12 novembre

torna nella sale.

Bini aveva sempre identificato nel riferimento a Pedote l'origine di tutto.

Le varianti delle quattro versioni.

Versione A:per cui è stato chiesto il primo visto di censura.

Versione B:prima distribuzione.

Versione C:avanzata da Bini per la prima richiesto di dissequestro.

Versione D:secondo visto di censura e seconda distribuzione.

Pasolini dovrebbe aver avvallato tutte le versioni,visto che non ne esistono misconosciute

dall'autore. La versione A è la più lunga,nella versione D vi sono inquadrature sostitutive ai

materiali sequestrati. I 7 metri eliminati dalla versione A esistono ancora presso la Cineteca

Nazionale di Roma,una pellicola della versione B è stata ritrovata presso il Fondo Dogana della

Cineteca Nazionale di Roma.

1.Il cartello d'inizio. Nella versione A e B il termine usato era malafede,fatto cambiare nella C e D

in coloro che si sentiranno colpiti.

Nella versione A e B la Passione è definita come la storia più grande che io conosca che diventa la

più grande che sia mai accaduta nella C e D.

2.Variante sonora inq.28. Si cambia il termine idioti in peggio di quelli che giocavano ai dadi sotto

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Publisher
A.A. 2013-2014
10 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaTita di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Subini Tomaso.