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L’opposizione al primo livello di lettura si risolve in un intreccio tra registro
comico-epico che vede Stracci morire in croce dileggiato da tutti, ma anche il
regista ridicolizzato dalle ripetizioni del coro e zoom all’indietro; la vicinanza tra
le due figure è data dal processo di Incarnazione ed Identificazione fatti da
Pasolini nei loro confronti: si ha una resa oggettiva dei loro ambienti, con una
patina di naturalismo che porta Stracci ad essere un uomo buono (sopporta e
perdona) caratterizzandolo con inquadrature di vicinanza compassionevole+
per De Melis invece il regista rappresenta la condanna sociale dell’eroe
moderno, ovvero Stracci, poiché con il suo estetismo e nichilismo si infiamma
per la lascivia anatomica e cromatica di Pontormo e immaginazione maligna di
Rosso: allo stesso tempo incarna la crisi che Pasolini vive, ovvero essere un
marxista che si preoccupa della morte come un cattolico, definendosi infatti con
un arcaico cattolicesimo nella prima domanda dell’intervista (opera
contraddittoria della pellicola: Pasolini ne è consapevole), portando Welles ad
incarnare l’alter ego comico-critico di Pasolini e mai se stesso+ alla 2° domanda
risponde leggendo una poesia composta sul set di Mamma Roma e inclusa nella
sua scenografia “il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante” ponendosi
contro la massificazione che porta a diventare uomini medi; si ha però il
maggiore interesse nei confronti della Diva che del sottoproletario che incarna
la problematica del guadagno da tali opere massima vicinanza tra le figure è
l’essere personaggi che atterriscono la borghesia e ne minano al dominio del
reale, mostrando lo stesso segno di alterità-rappresentazione, incarnando i modi
opposti del sottoproletariato e aristocratismo culturale (contro l’omologazione
dei media con film d’élite) al capitale-capitalismo+ inoltre rappresentano la
storia di Cristo, uno in modo fisico e l’altro metaforicamente per mezzo della
sua arte=Baugh porta ad una differenziazione tra Figura-Cristo, che incarna
tutta la dinamica di Cristo, e la Figura-Gesù, che ne incarna solo determinati
tratti: in questo caso Stracci è Figura-Gesù fino all’ultima battuta quando ne
presenta la missione evangelica congiunta con il destino della passione;
mostrandosi opposto al Gesù della rappresentazione che con discorsi politici e
interventi ideologici si allontana dalla partecipazione alla scena e messaggio
rappresentato, in cui crede solo Stracci
Alla fine degli anni 50 si ha un collegamento tra Rotocalchi ed industria del
cinema per il maggior spazio della critica cinematografica e per l’essere
produttori di pellicole da parte dei proprietari dei giornali: esempio è Angelo
Rizzoli, che produce la Dolce vita e la pubblicizza sui suoi giornali; in questo
caso la rivista del Tegliesera, ovvero la parodia del “Telesera” ( testata fondata
da Zatterin con Fausto de Luca e Nicola Cattedra, propostasi come giornale di
centro-sinistra per poi diventare uno di centro destra), invia come giornalista un
uomo medio, prima “coglione” (A) e poi “somaro” (C), che viene trattato
fantozzianamente male sia dal regista che lo dice razzista-mostro-schiavista-
delinquente, ma anche da Stracci che gli vende il cagnolino= il processo di
dissequestro del film durò tanto poiché Pasolini non voleva togliere il nome di
Pedote a questo personaggio, dato che il PM il 29/04 aveva condannato il suo
amico Francesco Citti, durante le riprese di Mamma Roma, a 1 anno 3 mesi di
carcere per aver risposto male a dei carabinieri e impiegati pubblici mentre
tracciavano la segnaletica stradale: intento dei giudici, medesimi nei due
processi, è colpire la poetica e arte cinematografica di Pasolini
Questione figurativa
Le Poetiche per Benedetti sono pari alle ideologie poiché mostrano la
motivazione delle scelte espressive dell’autore e come esso fissi il suo rapporto
con il mondo: qui Pasolini mette in scena la sua crisi, accorgendosi di aver perso
la sua poetica e non capendo di non poterne creare una nuova, dato che la crisi
compisce l’intera poetica; prima della rinuncia all’elaborazione poetica nella
Ricotta si chiede se un nuovo stile possa interessare il mondo letterario e
cinematografico che non riconosce più: porta quindi a porre insieme due stili
lasciandoli puri e non mescolandoli (Petrolio lo farà con molti) dando
l’impossibilità di uno stile univoco= quindi anche sul versante figurativo si ha la
contrapposizione, non partendo da due stili ma da due mezzi, il cinema e la
pittura, che rappresentano come si possa mettere in mostra la Storia della
Passione; Amount sostiene che la differenza tra pittura e cinema stia nella
rappresentazione dell’istante pregnante e Pasolini gioca su di esso per
ridicolizzare l’uomo comune ma anche renderlo incarnazione del messaggio
divino Costa dimostra che nel funzionamento la pittura abbia concretezza
nell’organizzazione spaziale in cui si implicita la dimensione temporale, mentre
il cinema ha concretezza in un’organizzazione temporale in cui si esplicita uno
spazio organizzato; allo stesso modo la struttura spaziale della pittura contiene
un’implicita dimensione narrativa, mentre nel cinema è l’organizzazione
narrativa a dare un’organizzazione plastico-figurativa
Quest’opposizione si trova nella contrapposizione tra le scene “effetto quadro”,
in cui si l’annullamento del tempo e la fissazione dello spazio, e quelle invece
che trattano della storia di Stracci, in cui ha una dominanza narrativa e
accelerazione del tempo: l’organizzazione plastico figurativa domina nelle scene
“effetto quadro” mentre nelle altre domina l’elemento narrativo, per questo
sono definite da Gaudreult e Gunning come modi di rappresentazione con
linguaggi differenti; il primo come “sistema delle attrazioni mostrative” e il
secondo “sistema dell’integrazione narrativa”= maggiore differenza sta nel
piano della resa del reale, dato che la percezione della realtà dell’effetto
pittorico viene posta in interferenza con quella dell’effetto cinematografico,
indebolendolo secondo Costa, ma che attraverso l’uso studiato da Pasolini,
facendo apparire finte le scene in cui si ha la Passione di Cristo (realtà pittorica
che indebolisce quella cinematografica) si porta a riconoscere Stracci come il
vero Cristo
Per Shapiro lo stile è “un sistema di forme dotato di una qualità ed espressione
portatrici di significato, che permette di riconoscere la personalità dell’artista e
la sua visione del mondo”: la definizione porta quindi a dire che le qualità
dell’opera, ovvero i suoi aspetti formali, portano ad arrivare alla personalità
dell’artista passando per lo stile, che ha tratti fondamentali nei 3 criteri di
Qualità-Elementi formali-Rapporti Formali= per Pasolini la questione dello stile è
sempre stata fondamentale e centro di ogni suo intervento; egli, in materia
della critica letteraria marxista, dichiara che le manchi di raggiungere il cuore di
ogni opera d’arte “ irrazionalità coagulata in stile”, dato che solo connotata nel
contenutismo, mentre per lui dovrebbe affiancarsi alla critica stilistica inventata
da Leo Spitzer nel 900, con cui si possono incasellare i dati irrazionali sfuggenti:
lo stesso dovrebbe fare la critica cinematografica italiana, poiché come dichiara
a Carlo di Carlo riguardo alla critica di Accattone, quella di destra è ideologica e
quella di sinistra schematica/di contenuto rappresentando qualcosa di mitico e
non di storico+ Spitzer invece sarebbe partito dagli stilemi (campione stilistico
dell’opera) per giungere allo stile ed infine al contenuto questa prassi si
avvicina a quella di Longhi e Contini: infatti nella sua recensione del 1973
all’Antologia di Longhi curata da Contini Pasolini dichiara che, presente alla
lezione Fatti su Masolino e Masaccio tenuta nell’Università in via Zamboni di
Longhi, egli vedesse il cinema in azione per la contrapposizione dei campioni di
pittura di pari periodo e luogo dei due campioni manieristi in “inquadrature”= si
ha infatti il nascere del dramma del confronto di stili presente anche nella
Ricotta, che si distacca completamente dallo stile presente in Accattone
Pasolini dichiara che il suo gusto cinematografico ha origine nella tradizione
figurativa, essendo quindi definibile in base agli stili della tradizione artistica ed
in particolare al gusto figurativo di Longhi: Stracci nella Ricotta viene reso
attraverso il sistema di forme di Mamma Roma e Accattone, con inquadratura
frontale-fotografia sporca/contropartita-montaggio in assenza di raccordo+
l’orizzonte figurativo utilizzato per il sistema stilistico è quindi quello di
Masaccio, derivante dagli studi sulla cappella Brancacci, traendone le tinte
fumose e toni bassi usati nel bianco e nero+ in personaggio del regista invece
viene reso con un sistema di forme mai usato prima, ispirato alle figure di Rosso
e Pontormo ed utilizzando il colore= si ha una contrapposizione di stili ed
identità creando due opzioni, quella di uno stile coerente al passato e l’altra
nuova entità stilistica, prese a carico dal suo alter ego che le esprime con la
propria istanza stilistica una delle foto di scena della ricotta mostra il testo La
maniera Italiana di Briganti, primo di una collana creata da Longhi con le prime
immagini a colori, che ebbe un fortissimo impatto su Pasolini: nella prima
sceneggiatura ipotizza l’uso dell’opera di Pontormo e di Fiorentino e nella 3°
sostituisce l’Incoronazione di Pontormo con la Deposizione del Fiorentino ,
portando ad una mancanza di significato nella richiesta della corona, poiché
voleva vedere affiancati i campioni della maniera italiana= la creazione di un
mondo coloristico richiama appunto a tali modelli, come mostra la descrizione
che egli fa nelle sue note del colore, detto rosso di papaveri schiacciati posto su
una tela bianca di bucato da un bambino creando un rosa al centro e un rosso
violento ai lati, come Briganti parlava di Giallo di polline e verde di Steli per
Pontormo
Per Briganti i manieristi furono i primi artisti maledetti, che vissero socialmente
devianti e furono modello per romantici e surrealisti, oltre che per chiunque
visse con inquietudine e disagio il 900: la loro vita era connotata dalla ricerca di
libertà rivelando lucida pazzia ed esibizionismo, morbosa attrazione per il
macabro e deviato erotismo; questo fu il motivo per cui Pasolini, secondo De
Matis, scelse Pontormo e Rosso, dato che furono coloro che crearono i fantasmi
del 900, con la tensione alla snaturazione-fuggire