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GERMANIA

Il governo assume il ruolo di produttore e distributore , e questo per il cinema tedesco, che era

molto d'avanguardia, si trova azzoppato dal regime che sottomette il cinema per i suoi scopi di

propaganda. È propaganda, ma senza spessore e con un grande impoverimento. Si facevano le

purghe, le selezioni per chi andava bene e chi no. Chi non andava bene emigrava negli USA.

Questo cinema tedesco di regime risulta essere una caricatura di se stesso mettendo sempre gli

stessi argomenti o la rimozione totale delle problematiche dovute alla guerra.

FRANCIA

Qui abbiamo la continuità con il decennio precedente. In più, dal punto di vista politico è il paese

che vira di più verso il comunismo: in questo periodo abbiamo infatti il governo del fronte popolare.

Dal 1936 al 1938, abbiamo quindi un cinema che viene chiamato realismo poetico. Puro realismo,

21 Scipione l'Africano è un film di Carmine Gallone del 1937. Pur non avendo ottenuto un grande successo di pubblico (fu

considerato da parte della critica come una brutta copia dei film storici degli anni 10), vinse la Coppa Mussolini come miglior film italiano

alla 5ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Nel film fa il suo esordio, come comparsa, l'allora diciassettenne Alberto Sordi. Dopo la sconfitta di Canne, il senato romano affida

a Publio Cornelio Scipione, divenuto proconsole di Sicilia, una spedizione controCartagine. Di vittoria in vittoria il condottiero arriva

presto vicino alla città nemica di Roma. Annibale allora, che si trovava ancora con il suo esercito in Italia, viene richiamato d'urgenza per

difendere la propria patria. Dopo un incontro tra i due grandi capi, nel quale non si riesce a trovare un accordo, l'esercito romano si

scontra nella pianura di Zama con quello cartaginese. La vittoria delle aquile repubblicane è completa e significa, oltre alla fine del

dominio mediterraneo di Cartagine, anche l'inizio dell'Impero Mondiale di Roma. Scipione, da quel momento chiamato "l'africano", torna

a Roma e ottiene il trionfo.

ma che riesce a mantenere un atteggiamento nel linguaggio artistico e poetico.

Registi: JEAN RENOIR, figlio del pittore impressionista. Il suo cinema è uno dei migliori perchè

era abituato a molte influenze culturali per la famiglia. È probabilmente il massimo esempio di

questo tipo di realismo. Diventa il maestro dei long-shot.

Il cinema francese vuole comunque mantenere la sua artigianalità.

22

Temi: “La grande illusione” 1934, ha avuto un percorso molto accidentato. È la storia di

prigionieri di guerra francesi in un campo di prigionia di ufficiali tedeschi. È uno dei film più

anti-militaristi che si ricordano, perchè racconta di come c'erano più somiglianze che difficilmente i

protagonisti e chi li doveva guardare. Il film racconta dell'amicizia tra l'ufficiale più vecchio e il

comandante e come gli altri organizzano la fuga.. il film implica come siano soltanto le circostanze

a dividerli. Lavora su concetti di circostanze, ma che siano molto di più i legami che vincolano le

due parti.

Automaticamente Renoir viene accusato di essere troppo filo-tedesco perchè non denigrava i

tedeschi.

I film sono figli del periodo in cui vengono fatti, e di chi vengono fatti.

Questo è un fortunato esempio di equilibrio, capace di momenti di commedia e di linguaggio

poetico.

JULIENNE DUVIVIER. Il suo cinema ha un legame con il realismo poetico grazie all'interprete

principale dei suoi film: JEAN GAVIN. Era la perfetta incarnazione dell'uomo del fronte popolare.

Personaggio con forte attaccamento alla realtà e racchiudeva un forte affiato poetico, perchè c'era

un grosso contrasto tra fisico e delicatezza dei sentimenti. Inoltre era un attore di origine popolare,

quindi interpretava molto realisticamente la realtà popolare.

Il prototipo del suo personaggio era quello di una parabola, di un uomo normale stritolato da una

macchina più grande di lui.

23

“Alba tragica” 24

“Il bandito della Casbah” del 1936, che racconta la storia di un bandito che vive nella città vecchia

di Algeri e che è protetto dalla città per come è fatta e dai suoi uomini. Intanto uno dei fedelissimi

decide di tradirlo. Pepè ( il protagonista) si innamora di una turista francese e vuole seguirla

lasciando così la Casbah, in più sa che è stato tradito, ma vuole farlo lo stesso.

Dalla fine del film capiamo come ci siano delle cose ancora del decennio vecchio e non del

realismo poetico. Il finale gioca molto sull'incapacità del vedersi e del sentirsi, che è una visione

molto melodrammatica e impressionista. 2.03.2013

Il cinema non può prescindere dalla politica.

22 La Grande illusion è un film del 1937 diretto da Jean Renoir, nominato all'Oscar al miglior film nel 1939. 1914-1918. Prima Guerra

Mondiale. Fronte francese. Il capitano Boëldieu e il tenente Maréchal sono abbattuti con il loro aereo dall'ufficiale tedesco von

Rauffenstein, asso dell'aviazione tedesca, e fatti prigionieri. Campo di detenzione di Hallbach. Boëldieu e Maréchal vengono trasportati

in questo campo di prigionia dove incontrano altri connazionali: un attore abile nei giochi di parole, un professore, un ingegnere del

catasto, un sarto figlio di ricchi banchieri, Rosenthal, che divide con i compagni i pacchi di viveri che la famiglia gli invia. Stanno

realizzando la costruzione di un tunnel per poter evadere in gruppo. Hanno anche il tempo di organizzare una festa teatrale in cui alcuni

si travestono da donne. Ma improvvisamente arriva un ordine di trasferimento degli ufficiali dal campo nel quale arriveranno dei

prigionieri inglese. Ciò impedisce l'evasione attraverso il tunnel ormai terminato. Ripetuti saranno i tentativi di fuga dai tanti campi ai

quali saranno destinati, per approdare, infine, alla fortezza di Wintesborn (il castello di Haut-Kœnigsbourg in Alsazia). A capo del castello

c'è von Rauffenstein che, ferito in una missione aerea, è stato destinato a compiti meno rischiosi. Un'azione diversiva è ideata dal

capitano Boëldieu per consentire la fuga a Maréchal e a Rosenthal, che hanno preparato una lunga corda per calarsi dalle mura del

castello. Viene inscenato una specie di ammutinamento musicale per tenere occupata e distrarre la guarnigione della fortezza. Boëldieu

in uniforme e guanti bianchi, sfida von Rauffenstein e suona un piffero con insolenza sul cammino di ronda costringendolo a sparargli

addosso. Maréchal e il soldato Rosenthal fuggono verso il confine svizzero. Dopo alcuni chilometri Rosenthal ferito ad una caviglia

zoppica e avanza a fatica. Provvidenzialmente trovano rifugio in una fattoria tedesca, abitata da una vedova di guerra e dalla figlia. La

donna ospita i fuggiaschi e non li denuncia. Un tenero legame si stabilisce fra lei e Marechal. Ma i due francesi devono ripartire. Una

pattuglia tedesca li avvista mentre attraversano un pendio completamente innevato. Un soldato punta l'arma, ma il compagno gli

impedisce di sparare: il confine tra Svizzera e Germania è superato. Rosenthal e Maréchal sono finalmente su una terra libera.

23 Le jour se lève è un film del 1939 diretto da Marcel Carné. La sceneggiatura è di Jacques Prévert, basata su una storia diJacques

Viot. Il film è considerato uno dei principali esempi della corrente cinematografica francese del realismo poetico. È stato

presentato in concorso alla 7ª Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1947 ha avuto un remake hollywoodiano, La disperata notte (The Long

Night), diretto da Anatole Litvak. Ucciso un rivale in amore, l'operaio François si barrica nella propria stanza, assediato dalla

polizia e rivive la sua storia.

24 Pépé le Moko è un film del 1937 diretto da Julien Duvivier, tratto da un romanzo di Ashelbé (pseudonimo di Henri La Barthe). Il film

francese, interpretato Jean Gabin, è stato riadattato due volte: la prima nel 1938, da John Cromwell, con il titolo di Algiers; la seconda

nel 1948, da John Berry, con il titolo di Casbah. Del 1949 è la parodia Totò le Mokò, di Carlo Ludovico Bragaglia, con Totò calato nei panni

che furono di Gabin. Pépé le Moko è un gangster a capo di una banda di malviventi di Parigi; per cercare di sfuggire alla polizia

francese si rifugia assieme ai suoi compagni nella casbah di Algeri dove può vivere al sicuro, grazie alla copertura degli abitanti del

luogo. Ciononostante, l'ispettore Slimane non gli dà tregua e cerca in ogni modo di farlo uscire allo scoperto per arrestarlo. Quando

conosce Gaby, giovane e sofisticata turista parigina, Pépé se ne innamora perdutamente, scatenando la gelosia della sua amante Inès.

L'ispettore Slimane segue attentamente gli sviluppi di questa storia che, secondo lui, porterà Pépé a compiere un passo falso.

In effetti, Pépé verrà catturato mentre tenta di abbandonare l'Algeria, imbarcandosi per la Francia con Gaby. Dramma nel dramma, il

bandito, per sfuggire alla cattura, si suicida.

Tutti i paesi europei passano da un'industria artigianale a una meccanica. Ci sono ancora le

ripercussioni della crisi economica del 1929 che in Europa arriva negli anni 30.

nei regimi totalitari c'è cinema di propaganda, documentari sull'ideologia.

Negli URSS il cinema era uguale al decennio precedente: cinema educativo per mettere i semi del

comunismo.

In Italia c'è un uso strumentale dei mass media. Il cinema viene visto e letto come popolare.

L'intrattenimento più economico. Era il momento in cui potevano essere veicolate alcune ideologie,

soprattutto attraverso l'EIAR.

Il cinema di quegli anni si basa sul cinema di finzione: storie di commedie, che aspiravano a

modelli internazionali preferendoli al dover affrontare tematiche scabrose.

Negli USA, grazie alla presidenza di Franklin D. Roosevelt si sono risollevati dalla crisi economica.

A livello cinematografico in questi anni c'è il cinema del NEW DEAL di FRANK CAPRA, padre

della commedia statunitense degli anni 30. ha un occhio attento per registrare gli umori della crisi

(SCREWBALL), tengono un occhio di riguardo per la società. Diventa il cantore del riscatto della

gente comune, che si sacrifica per ottenere un futuro migliore sposando quello che era il sogno del

New Deal di Roosevelt (programma annuale economico che prevedeva di responsabilizzare il ceto

medio e di renderlo protagonista.

“La vita è meravigliosa” con James Stuart. Il protagonista che di fronte alle difficoltà economiche

che gli stanno piovendo addosso tenta il suicidio, ma qualcuno si butta al suo posto: l'angelo gli

propone un patto: vedere che cosa succedeva se lui non fosse mai vissuto. Si fa vedere come

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
62 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cri_cavi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e Critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof De Falco Cristiana.