Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Riassunto esame Storia Critica dell'Arte, prof. Valeri, libro consigliato Storia Critica dell'Arte, Venturi Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Sta di fatto comunque che l'esigenza di una storia della critica artistica non è stata sentita prima

di questo libro. Esistono monografie ma opere che abbracciano il campo della critica nel suo 2

insieme non ce ne è nemmeno una.

L’oggetto di questo libro è il giudizio artistico.

Cap. 1 GRECI E ROMANI

Il pensiero critico sulla scultura e la pittura formatosi in Grecia, ci è stato tramandato da Plinio

il vecchio nella “Naturalis historia”.

Prima di Senocrate, tutte le arti erano pensate come prodotto di ispirazione divina. Da qui la

tendenza a ottimizzarne le leggi in canoni d'armonia e di ritmo, validi sia per la musica che per

la poesia che per la arte figurativa. Con Senocrate si giunge per a la prima volta a un livello

intellettualmente elevato della critica d'arte.

I suoi limiti sono dovuti al fatto che egli conosce l'arte greca del V e del VI secolo.

†Platone e Aristotele: Platone e Aristotele, tra i problemi che si posero vi erano la fantasia, il

piacere estetico, il bello, la mimesi.Secondo Platone la fantasia può produrre varie specie di arte.

Aristotele si oppone all'idea platonica di un rapporto tra Dio e i sogni o la fantasia. Riduce l'arte

sotto l'unico concetto o di mimesi o di imitazione e riserva lo studio della fantasia alla sola

psicologia. Tutti e due si sono accorti che sia le bellezze naturali che le è opere d'arte danno

piacere, hanno quindi distinto il piacere estetico dal piacere sensuale.

Platone ha esaltato l'idea del bello, ma né lui né Aristotele hanno mai detto che il bello fosse

l'essenza dell'arte. Anzi Platone ha escluso che la bellezza si potesse trovare nelle pitture.

La loro bellezza è relativa. La bellezza assoluta si trova soltanto nelle figure geometriche, nei

colori puri, nei suoni puri.

La bellezza della natura è superiore a quella dell'arte. La bellezza del corpo umano consiste nella

proporzione tra le varie membra.

In Platone e Aristotele vi è la distinzione tra arti creative e arti imitative. Le ultime sono

subordinate alle prime. Sono imitative quelle e noi chiamiamo arte. E sono inferiori ai mestieri.

L'artigiano fabbrica un letto e lo costruisce secondo l'idea divina; il pittore che dipinge il letto,

imita l'apparenza del letto, l'idolo anziché l'idea, è dunque imitatore dell'imitazione, distante tre

gradi dalla verità.

†Senocrate: Il concetto della mimesi si suggerisce di non curarsi degli scultori anteriori a

Policleto anche se quest'ultimo usava proporzioni tozze migliorate da Mirone.

†Vitruvio e la critica dell'architettura: La critica dell'architettura nell'antichità classica fu meno

progredita che quella della pittura e della scultura. La ragione dipende dalla difficoltà di

distinguere l'attività artistica dell'architettura da quella utilitaria della costruzione.

L'architettura non è un arte imitativa. Le idee architettoniche dell'antichità ci sono note

attraverso il trattato di Vitruvio. Il suo trattato riporta sei categorie. Vitruvio distinse i tre

ordini dorico e jonico e corinzio basandosi sulla differenza delle colonne in quanto la colonna ha

proporzioni simili a quelle del corpo umano e le proporzioni indicate da Vitruvio sono

antropometriche. 3

Luciano: Il suo fu un modo relativo di critica d'arte e fu quello della descrizione letteraria.

Cap 2 IL MEDIOEVO

Una caratterizzazione di artisti e di opere d'arte manca al medioevo per riapparire a Firenze solo

nel XIV secolo. Per circa dieci secoli sembra dunque che la critica abbia taciuto in quanto un

l'assorbimento delle menti umane nell’universale, in Dio e nella sua suprema bellezza indusse a

trascurare le cose di questa terra. Chiunque ricordi monumenti dell'arte bizantina, romanica o

gotica nota che il medioevo è stato uno dei periodi più gloriosi per l'arte. Si noti che i capolavori

medievali presentano principi assai diversi da quelli che avevano retto l'attività artistica

dell'antichità classica. Il principio di autonomia dell'arte manca nel medioevo in modo quasi

totale. La concezione naturalistica dell'uomo propria dell'antichità fu sostituita dalla concezione

del nuovo valore spirituale. Il pensiero zL'oggetto diventa bello soltanto in quanto partecipa al

pensiero che discende dal divino. E’ questa trascendenza dalla natura che fa di Plotino

l'iniziatore di una nuova e epoca nella storia dell'estetica.

I corpi diventano belli perché partecipano alla ragione che è Dio.

Più di tutti sant'Agostino diede un nuovo impulso alla concezione della fantasia come

immaginazione creatrice connessa con la libertà del volere . le creazioni dell'immaginazione e

solo l'opera della vista interiore. Egli ammette che l'immaginazione possa apportare sia alla

salvezza che alla dannazione.

Riguardo il problema del bello, egli ne sente la relatività. Se in un quadro di colore nero è messo

al suo posto il quadro è bello anche se il colore nero non è bello, come l'universo è bello anche se

vi sono dei peccatori, i quali di per sé sono brutti.

Agostino non ama la pittura e la scultura tra le arti ma la musica e la architettura.

†La nuova conoscenza dell'arte e a Firenze del XIV secolo. Dante, Boccaccio, Petrarca, Villani, Cennini:

Dante nella poesia e Giotto nella pittura hanno conchiuso un epoca della storia e ne hanno

aperta un'altra. Giotto ha ispirato nuove idee agli scrittori, Dante con il dolce stil novo si ispira a

un amore sensibile. In Dante si trova una nuova fede nella forza della fantasia ed è quella fede

che annuncia l'era del Rinascimento.

Il primo effetto di simile attitudine è l'insoddisfazione dell'ornato, il lusso delle chiese, l’oro.

Giotto è l'opposizione al mosaico bizantino.

Il primo che propose di compilare un trattato delle arti figurative che non fosse un ricettario fu

il Petrarca.

Nel 1381 Filippo Villani scrisse un libro in lode alla sua città e tra gli uomini famosi comprese

alcuni pittori. Villani vuole parlare dei pittori fiorentini.

Cennini scrive alla fine del 300 il suo libro dell'arte il quale è per la massima parte un ricettario

di colori secondo la tradizione medievale, ma il suo significato è nuovo: il suo scopo è insegnare

a diventare pittore. Anche per lui la pittura si impara copiando i modelli del maestro. La natura

è il migliore maestro ma è bene che non sia il primo.

Durante il XIV secolo a Firenze risorge dunque una critica d'arte fondata sui principi antichi e

medievali e sull'esperienza della pittura giottesca. Essa preferisce in parte l'espressione anziché

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
5 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bs1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia critica dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Valeri Stefano.