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DÜRER
ancora nel campo degli aneddoti sui pittori dell’antichità che ebbe una parte
Siamo
importante nella teoria del Rinascimento che deriva dal TRATTATO DELLA PITTURA di
LEONARDO.
gli umanisti nordici e la loro imitazione di concetti italiani è l’osservazione
Notevole per
dello SCHEURL che la vera arte della pittura sia stata rimessa in onore dai Norimberghesi.
Un po’ più vecchio è JOHANNES BUTZBACH, priore di Laach, che compose nel 1505 un
piccolo lavoro, il LIBELLUS DE PRAECLARIS PICTURAE PROFESSORI BUS, conservato
nella biblioteca di Bonn.
Questo fu SCRITTO PER UNA MONACA, GERTRUD VON NONNENWERTH che si
di compendiare l’antica storia dell’arte
occupava di miniatura, preceduto da un tentativo
(PLINIO) in uno stile molto ingenuo e duro.
stupisce in questo ambiente un’eco
Ci della lontana vita artistica di un grande passato
poiché il pittore ZETUS che dipinse storie di martiri in Avignone non può essere altro che il
latinizzato Giotto.
che egli abbia ricondotto la
L’espressione PITTURA alla «DIGNITÀ DEGLI ANTICHI»
indica chiaramente l’interpretazione umanistica del Rinascimento e un modello italiano.
Notizie sugli artisti e gli operai arrivano dal maestro di calligrafia e di matematica JOHANN
NEUDORFER che compose a Norimberga nel 1547 delle brevi note per uso privato non
destinate alla pubblicazione.
Questo lo distingue dai predecessori italiani di umanistica preziosità in modo privo di ogni
note sono il primo principio della storiografia dell’arte
critica sul valore artistico, queste
tedesca.
ciò vien messo nell’ombra dalle osservazioni e dalle note autobiografiche del
Tutto più
grande degli artisti tedeschi, ALBRECHT DÜRER.
179
CAPITOLO 3: LA TOPOGRAFIA ARTISTICA: INIZIO DELLA LETTERATURA
DELLE GUIDE ARTISTICHE
delle
Sull’origine GUIDE DELLA CITTÀ con riferimenti artistici, che apparvero al
principio del Cinquecento e aumentarono notevolmente dopo la seconda metà di questo
secolo, non possiamo avere dubbi.
La chiesa medievale fu anche il museo di quell’epoca e ROMA CAPUT MUNDI coi suoi
luoghi sacri e con l’incanto sempre efficace delle sue rovine, attirò a sé fin dagli ultimi
tempi dell’antichità la corrente dei pellegrini di tutta la cristianità.
La sua rivale sul BOSFORO, di origine tanto più recente, non poté mai gareggiare con
ROMA.
Abbiamo veduto come da questo INTERESSE DEI PELLEGRINI, interesse puramente
positivo e sacro, siano derivati quei LIBRI DI MIRABILIA, i quali, partendo da schemi della
tarda antichità, non possono completamente negare la loro parentela spirituale con le guide
dei templi che conosciamo da PAUSANIA.
I MIRABILIA trovano ancora il posto nel pieno Rinascimento, e sono fra i più antichi
prodotti della nuova arte della stampa proveniente dalla GERMANIA.
Alle antiche storie meravigliose, in parte abbreviate, si unisce la guida vera e propria del
l’enumerazione delle
pellegrino, chiese, delle loro reliquie, indulgenze e luoghi di
pellegrinaggio, oltre a un breve sommario cronologico dei re e imperatori romani fino a
Costantino.
L’interesse per i viaggiatori per il CAPUT MUNDI era sempre più vivo, tanto per i visitatori
fantastici, favolosi che venivano da un altro mondo.
dell’umanesimo già nel XIV secolo l’INTERESSE
Nell’ambito inoltre APPASSIONATO
dell’antica
PER I RUDERI Roma, le sue iscrizioni, le sue pietre da costruzione, era
divenuto una questione d’interesse nazionale per tutta Italia, sentita da tutti gli archeologi
provenienti dai paesi barbari. 180 fu accessibile anche oltr’Alpe
La RELAZIONE DI POGGIO sulle ROVINE DI ROMA
nell’edizione di Strasburgo del 1513, come pure la ROMA INSTAURATA di FLAVIO
BIONDO del 1446. Roma e
Dal principio del TRECENTO gli artisti già sedevano sulle rovine dell’antica
disegnavano e misuravano con zelo indefesso. l’archeologia.
I loro LIBRI DI SCHIZZI sono già da tempo una fonte importante per
Ed anche qui troviamo presto i nordici.
Un artista in posizione eminentissima alla corte papale, RAFFAELLO, ebbe per primo
l’idea di un piano di scavi dell’antica Roma eseguiti sistematicamente.
profani e i dilettanti dell’arte partecipano attivamente
I al movimento, anzi in essi, come
risulta dalle appendici dell’ANONIMO è ancora molto forte l’antico
MAGLIABECHIANO,
interesse dei pellegrini.
Si comprende come le GUIDE STAMPATE per il pellegrino che va a Roma, senza negare
menomamente la loro origine dagli antichi MIRABILIA, nel CINQUECENTO assumano a
poco a poco un altro carattere.
Il concetto della MERAVIGLIA MEDIEVALE domina ancora sia il titolo sia il contenuto.
COSE MERAVIGLIOSE DELL’ALMA CITTÀ DI
Tradotto dal latino nel volgare queste
ROMA dalla prima stampa veneziana del 1544 si diffusero presto nelle altre lingue, come
era accaduto anche per gli antichi MIRABILIA.
Ma questi LIBRICINI, che arrivano in innumerevoli ristampe fino al secolo XVII, anzi del
XXVIII, si sono già notevolmente modernizzati.
Il carattere delle GUIDE anche ora rimane essenzialmente intatto.
Le antiche storie di MIRABILIA sono veramente soppresse, ma la parte aggiunta nel secolo
XV, e aumentata in modo diverso nelle varie edizioni, è rimasta la stessa:
stanno AL PRIMO POSTO l’enumerazione delle chiese, la storia della loro
1) fondazione, l’organizzazione del loro clero, le indulgenze a esse concesse, le loro
le opere d’arte in esse contenute e persino i loro autori sono
speciali reliquie;
considerati solo in casi speciali e rari;
181
la guida delle rovine dell’antica Roma forma la SECONDA PARTE, come un
2) sostituto moderno delle passate storie meravigliose, come LA GUIDA ROMANA PER
I FORESTIERI… nella quale in tre giorni il forestiero viene accompagnato dal suo
cicerone per la città eterna; l’informazione è banale, popolare, occasionale,
rispondente alle condizioni dell’archeologia del Cinquecento; le favole dei
MIRABILIA sono sparite.
A molte edizioni si accompagna, in uguale formato e veste tipografica, il compendio del
PALLADIO sulle antichità romane.
L’ARTE NUOVA è quasi ininterrottamente trascurata, pur non mancando tentativi di
considerarla almeno nelle sue espressioni più moderne, soprattutto nelle edizioni più tarde.
Questo dunque è il terreno su cui si svolgono i principi della letteratura delle GUIDE IN
ITALIA, divenuta più tardi così importante.
Che queste opere partano da FIRENZE è comprensibile, poiché qui era già posto il
fondamento della letteratura italiana dell’arte.
Dal GHIBERTI in poi non erano più cessati gli inventari, soprattutto del patrimonio artistico
locale dal punto di vista della biografia, importante in questi periodo notevolmente
individualista. 182
Nel 1510 apparve in FIRENZE nella tipografia del TUBINI il MEMORIALE DI MOLTE
STATUE E PITTURE CHE SONO NELL’INCLYTA CIPTÀ DI FLORENTIA, il cui autore,
FRANCESCO ALBERTINI:
PRETE FIORENTINO,
fu CANONICO DI SAN LORENZO,
morì a ROMA nel 1520.
Il titolo indica già che quel libricino di poche pagine ha un interesse manifesto per la
storia dell’arte.
che solo dopo decine d’anni
Questa guida, la più antica di FIRENZE, anzi tutta Italia,
ebbe un imitatore, è veramente un lavoretto molto affrettato, buttato giù durante una
natia, e fa spesso l’impressione di ciò che oggi si direbbe
brevissima visita nella città
una PUBBLICAZIONE FUORI COMMERCIO.
Naturalmente, essendo l’autore un PRETE, LE CHIESE OCCUPANO IL PRIMO
POSTO.
L’INFLUSSO DELLO SPIRITO MEDIEVALE è notevole nella grande importanza
data alle RELIQUIE e ai TESORI DELLE CHIESE.
Il CAMPANILISMO FIORENTINO è fortemente espresso come nel GELLI.
L’AUTORE nomina solo OPERE DI ARTISTI LOCALI, e la citazione che fa del
PERUGINO si spiega con il fatto che questi è diventato fiorentino per educazione.
Le notizie sono scarse e laconiche, l’interesse formale viene molto in evidenza,
poiché, molto in contrasto con l’interesse medievale sempre grande per il contenuto,
il soggetto dell’opera spesso non è neppure nominato.
È significativo che in lui il TRECENTO diminuisca nella stima: di GIOTTO sono
unicamente nominate due cappelle in Santa Croce; inoltre sono ricordati CIMABUE
nomina né l’ORCAGNA
ed il GIOTTINO e non né ANDREA PISANO.
Naturalmente il QUATTROCENTO e i suoi tempi sono trattati con più riguardo.
Del resto il libretto non è privo di CURIOSI MALINTESI E SBAGLI, imputabili
alla composizione affrettata.
Il VALORE DEL LIBRO COME FONTE NON È MOLTO GRANDE, e la minia
delle attribuzioni comincia già a diventare notevole.
Del resto l’ALBERTINI È UNA DELLE FONTI DEL VASARI, abbastanza
importante già per la sua prima edizione.
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La sua SECONDA OPERA è stimolata dagli antichi libri dei pellegrini ed egli è il
si tratta dell’OPUSCULUM
primo che li modernizzi nel modo noto del Cinquecento,
DE MIRABILIBUS NOVAE ET VETERIS URBIS ROMAE:
a) stampato a Roma nel 1510,
b) con la caratteristica DIVISIONE IN CITTÀ PAGANA E CRISTIANA.
c) È DEDICATO A GIULIO II. qui l’INTERESSE
d) In contrapposizione alla GUIDA DI FIRENZE,
D’ARTE COME TALE È MOLTO SECONDARIO.
ALL’OPERA
e) Vengono date alcune INFORMAZIONI SULLE COLLEZIONI
ARTISTICHE DELLE CASE CARDINALIZIE.
f) La DESCRIZIONE del resto non è propriamente topografica, ma ORDINATA
PER CLASSI.
Anzitutto vengono le chiese, poi i palazzi papali, le case dei cardinali, gli
edifici pubblici, gli ospedali, le biblioteche, seguono le tombe e le porte di
bronzo e finalmente gli edifici fatti costruire da Giulio II.
Il campanilismo fiorentino si mantiene dappertutto, perché quando artisti son
nominati, sono prevalentemente fiorentini.
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Una figura molto più notevole di questo cicerone e antiquario ecclesiastico ci si presenta in
un uomo, con cui usciamo dall’ambiente toscano per entrare in un altro profondamente
diverso.
Si tratta del veneziano MARCO ANTONIO MICHIEL:
in cui dopo le scoperte del BERNASCONI dobbiamo vedere quello che prima era
l’ANONIMO
chiamato MORELLIANO dal suo editore, il dotto ed emerito abate
JACOPO MORELLI.
un’antica
Il MICHIEL discende da famiglia patrizia veneziana che ebbe dei dogi di
questo nome,
coprì alte cariche pubbliche,
fu nel 1514 a