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DEL MANIERISMO.
CAPITOLO 1: SCRITTI STORICI E PERIEGESI.
VASARI NON TROVÒ IMMEDIATI SUCCESSORI NEL CORSO DEL XVI SECOLO.
L’IMPRESSIONE SUSCITATA DALLA SUA OPERA, pubblicata nel 1568 in una
seconda edizione ampliata, ERA STATA TROPPO GRANDE E DURATURA.
che può essere
L’unico considerato come il SUO SUCCESSORE è RAFFAELE
BORGHINI,con il libro intitolato IL RIPOSO:
stampato a Firenze nel 1584
e DEDICATO A GIOVANNI DE’ MEDICI.
Questo scritto non si può paragonare neppure da lontano per vitalità e altezza
spirituale a quello del Vasari, ma è importante:
a) per il ricco materiale
b) e per attrattiva per la forma.
Il SUO MODELLO è la SCUOLA DELLA TARDA ANTICHITÀ DA ATENEO A
MACROBIO,
ha la FORMA DI UNA CONVERSAZIONE
e l’AMBIENTE È PRETTAMENTE FIORENTINO.
Qui un noto NOBILE FIORENTINO, BERNARDO VECCHIETTI incontra lo
e l’invita
scultore RIDOLFO SIRIGATTI, nipote di RIDOLFO GHIRLANDAIO
VILLA “IL RIPOSO” in Val d’Ema.
nella sua
Alla CONVERSAZIONE IN VILLA partecipano altri due nobili fiorentini:
a) BACCIO VALORI e
b) GIROLAMO MICHELOZZI
ed il PADRONE DI CASA MOSTRA AGLI OSPITI LE RICCHE COLLEZIONI
con descrizioni di gran valore storico.
260
Queste contenevano lavori di mano dei migliori maestri fiorentini, disegni e cartoni
di MICHELANGELO, un LEONARDO, un CELLINI, quadri del BOTTICELLI e di
ANTONELLO DA MESSINA.
Poi una serie di paesaggi fiamminghi notevoli e molto belli come il grande
villa c’è uno scrittoio fino ad
fiammingo GIOVANNI DA BOLOGNA, inoltre in
arrivare alla FUCINA e al TORNIO del PROPRIETARIO.
La TORNITURA è favorita dagli ambienti principeschi e nobili fino alla fine del
comincia già in questo tempo di “manierismo”.
XVIII secolo, e la stranezza del gusto
all’amatore di ceto nobile appare la figura così caratteristica del
Accanto
COLLEZIONISTA ARTISTA, nota a Firenze fin dal tempo del GHIBERTI.
Anche lo STUDIO DEL SIRIGATTI con il suo contenuto è importante: questo
con le “stanze dell’arte e delle
contiene dipinti fiamminghi e i NATURALIA
meraviglie” accanto agli ARTIFICIALIA, copie in gesso.
DEL BORGHINI
L’OPERA consta di QUATTRO LIBRI:
a) i PRIMI DUE sono TEORICI;
1) il PRIMO contiene oltre ai già accennati dati della conversazione, un
DISCORSO DI BACCIO VALORI; questo tratta il tema della
preminenza delle arti figurative e un’esposizione filosofica della
essenza dell’arte in generale. scheletro della dottrina dell’arte
È lo
secondo le categorie note:
dell’“INVENZIONE” (si afferma espressamente che la prima,
l’INVENZIONE, non dipende come tutte le altre solo dalla
volontà dell’artista?
della “DISPOSIZIONE”,
delle “ATTITUDINI”,
della DOTTRINA DELLE PROPORZIONI E DEI COLORI.
l’autore si giustifica
2) È notevole la prefazione del SECONDO LIBRO,
perché scrive di cose d’arte pur non essendo del mestiere.
Il Borghini mette in evidenza che non scrive affatto per gli artisti ma
GLI AMATORI D’ARTE DI CETO NOBILE,
PER deve servire alle
loro ore d’ozio che non sono solo dedicate a esercizi cavallereschi.
261
La conferenza seguente tratta la dottrina artistica dal lato tecnico ed è
messa in bocca all’unico arti-sta di professione della compagnia: lo
scultore SIRIGATTI. notevole dell’opera
Qui viene in evidenza la parte più che è di grande
importanza per la conoscenza delle vedute teoretiche del manierismo.
è data alla parte storica dell’opera (LIBRI
3) La MAGGIOR MOLE III e
IV) e comprende ben due terzi del testo.
principio c’è un
In SOMMARIO SUCCINTO E INSIGNIFICANTE
NON ORIGINALE
DELLA VECCHIA STORIA DELL’ARTE ma
tolto dalla lettera dell’Adriani al Vasari a cui segue un cattivo estratto
del Vasari.
È molto significativo che Borghini non si curi della grande costruzione
e ne tolga solo le più
storica dell’aretino crude linee esteriori.
L’ordine del Vasari è stato seguito ma la scelta è PIENA DI LACUNE,
del periodo più antico i pittori sono evidenziati per lo più i fiorentini.
Inoltre della parte del Trecento cita solo Cimabue, Giotto e dei suoi
successori solo Gaddi, Giottino, Spinello, Starnia e Lorenzo de Bicci e
poi segue a Luca della Robbia.
I senesi, i pisani sono omessi tutti e la vita del Ghiberti è trattata molto
brevemente, e quella di Andrea del Sarto è lunga così pure quella del
Vasari.
Manca un materiale veramente nuovo e questo risalta di più nella
biografia di Rodolfo Ghirlandaio messa in bocca al nipote Sirigatti e
sbagliata a priori per il suo contenuto puramente letterario.
La RELAZIONE SUBALTERNA DEL BORGHINI CON LA SUA
FONTE è la relazione del copista che toglie dal suo modello persino
delle frasi alla lettera.
valore indipendente e reale sono soltanto le notizie che il
D’un
Borghini dà dei suoi contemporanei dopo il Vasari.
parte dell’opera comprende più
Questa della metà del IV LIBRO, e si
distingue poiché ha elaborato con diligenza un materiale di vero valore
TOSCANI “FORESTIERI”,
con artisti che sono per i cioè PITTORI
VENEZIANI. 262
Prima di tutto si deve nominare la biografia, la seconda, del Tintoretto
arricchita dalla notizia della sua attività di collezionista.
notizie sull’opera di Palma il giovane, Paolo Veronese,
Poi vengono
Jacopo di Francesco Bassano del milanese A. Fontana, i bolognesi
Passerotti, Fontana, Baroccio e altri artisti di Roma.
Poi i maestri occupati a Firenze, i DUE FIAMMINGHI:
GIOVANNI STRADA
e specialmente GIAMBOLOGNA.
già nominati dal Vasari che dimostrano l’influsso della colonia
fiamminga a Firenze.
i COMPATRIOTI egli tratta dell’allora vecchissimo
Fra
AMMANNATI, che pare abbia conosciuto perché dà notizie di un
trattato d’architettura allora inedito e d’una serie di scultori del tardo
Rinascimento.
Come nelle altre parti in cui si basa sul VASARI la parte più
importante è il catalogo delle opere secondo la maniera della letteratura
d’arte fiorentina più antica.
È notevole come a QUESTO FIORENTINO la sua CITTÀ NATIVA
PUNTO CENTRALE DELL’ARTE ITALIANA
sembri ancora il
sebbene già Vasari avesse riconosciuto ROMA COME CENTRO
POLITICO DELL’ARTE DA TEMPO.
263
L’OPERA DI GRAN LUNGA PIÙ IMPORTANTE DEI SEGUACI DEL VASARI non fu
prodotta in Italia, ma NEL NORD, nella PATRIA DI QUEI FIAMMINGHI il cui influsso
in Italia non era cessato. amanti dell’Italia in cui sorse
È il mondo di quegli OLANDESI ROMANISTI, la grande
OPERA TEORETICA-STORICA di KAREL VAN MANDER che fu pubblicata per la
prima volta ad ALKMAAR nel 1604. prima dell’arte
Sappiamo che furono italiani quelli che si occuparono nordica, specie della
Germania settentrionale, e furono i primi a esporla.
CIRIACO DE’ PIZZICOLLI
L’antiquario di Ancona è il primo a occuparsi dei grandi
maestri dei Paesi Bassi tedeschi e romanici:
JAN VAN EYCK
e ROGIER VAN DER WEYDEN. l’opera del Vasari del 1568, che
Per opera del GUICCIARDINI e ancor più per andava
acquistando significato internazionale, è stata data per la prima volta una DESCRIZIONE
DELL’AMBIENTE TEDESCO DEL NORD.
un campo già coltivato cresce l’OPERA
In PRINCIPALE DEL VAN MANDER:
PRIMA ESPOSIZIONE UNIVERSALE DELLA STORIA DELL’ARTE NEL
la secondo l’uso fiorentino;
NORD
anche per lui, rispetto al Vasari, è caratteristica la STRETTA UNIONE DELLA
alto dell’aretino
TEORIA CON LA STORIA, lui rappresenta in un grado ancora più
l’ideale del tempo, dell’artista istruito;
è CONOSCITORE DELLE LINGUE e apprezzato TRADUTTORE, e appartiene alla
SCHIERA DEI RETORI, alla DOTTA POESIA DIDASCALICA.
Il testo constava di TRE LIBRI STORICI, di cui:
il PRIMO tratta la STORIA DELL’ARTE ANTICA,
1)
2) il SECONDO dei PITTORI ITALIANI, tradotto dal VASARI, ma con
aggiunte personali ancora poco apprezzate,
3) il TERZO ha il merito speciale e la sua gloria, e tratta dei PITTORI DELLA
GERMANIA MERIDIONALE E SETTENTRIONALE dai VAN EYCK fino
al suo tempo tra cui DÜRER e HOLBEIN.
264
A questo poi si uniscono ALTRE DUE PARTI notevoli:
un’esposizione della BIBBIA DEI PITTORI cioè la METAMORFOSI
DI OVIDIO,
e un SOMMARIO DELLA SIMBOLICA ANTICA E DELLA
DELL’ARTE.
MITOLOGIA
Il VAN MANDER è importantissimo perché è stato il PRIMO NEL NORD che
veramente ABBIA IMITATO VIVENDOLO IL MODELLO ITALIANO.
è un RAPPRESENTANTE tipico di quel “MANIERISMO” OLANDESE DEI
Egli
ROMANISTI ed a suo parere ogni salvezza viene dall’antichità e dall’Italia
esponendo chiaramente l’ESIGENZA DEL VIAGGIO A ROMA.
lui aveva sott’occhio, cosa che merita attenzione,
oltre il VASARI LEONARDO e
l’ALBERTI nella riduzione di Rivius e, similmente al Borghini non comprende la
grande costruzione storica del Vasari.
e notevole è anche l’unico tentativo di una formazione di
Quindi la lascia perdere,
periodi nelle vite degli artisti suoi compatrioti
Il Medioevo per QUESTO NIPOTE DEL GOTICO È COMPLETAMENTE
DIMENTICATO, lui non è assolutamente un adoratore di dottrina e forma italiane,
conservando la sua ORIGINALITÀ NORDICO-FIAMMINGA.
Non è per esteriorità che nella sua POESIA DIDASCALICA tratti come cosa
secondaria i problemi così prettamente italiani:
1) della PROSPETTIVA,
2) della TEORIA DELLA PROPORZIONE e
dell’ANATOMIA.
3)
E al contrario TRATTI CON ENFASI IL DOGMA FIORENTINO-ROMANO DEL
“DISEGNO”, che venera insistendo sul COLORE VENEZIANO come PARTE
ESSENZIALE DELLA PITTURA. 265
fu fatta quando l’aretino aveva già fatto il primo passo con la
La BIOGRAFIA SINGOLA
sua apoteosi di Michelangelo.
Per essa accade per la prima volta nel corso della storia il caso che si eriga un monumento
biografico singolo a un artista ancora vivente.
È la BIOGRAFIA DI MICHELANGELO BONARROTI scritta da ASCANIO CONDIVI:
e pubblicata a Roma nel 1553.
era un ARTISTA QUASI DILETTANTE ma è noto che BONARROTI
L’autore
tollerava intorno a sé solo scolari nel vero senso della parola la cui individualità non