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EDIZIONE.

E qui non è più il principiante, ma lo SCRITTORE NOTO E APPREZZATO IN TUTTA

ITALIA, e diventerà presto il modello per gli «OLTRAMONTANI».

239

Per esempio, parlando della TOMBA DANNEGGIATA DI ANDREA DEL SARTO,

afferma di avergli eretto nei suoi scritti un MONUMENTO PIÙ DURATURO DI QUELLO

DI PIETRA.

«PER QUALCHE TEMPO», dice modesto nella PRIMA EDIZIONE, ma nella SECONDA

EDIZIONE sostituisce questa scritta con «PER MOLTI SECOLI».

240

3) METODO STORICO DEL VASARI E CRITICA DELLO STILE IN

PARTICOLARE.

Il FINE STORICO DEL VASARI è:

 PRAMMATICO

 e DOMINATO DA INTENZIONI ARTISTICHE.

Il METODO È QUELLO DEGLI STORICI ANTICHI ADOTTATO DAL

RINASCIMENTO, chiaro se confrontato con quello dei nuovi romanzi storici.

Delle FONTI PRIMARIE E SECONDARIE, il GHIBERTI ne aveva quasi fatto a meno

poiché si basava quasi solo su quel che aveva visto.

Il VERO MATERIALE DEI DOCUMENTI entra ancora a mala pena nel modo di vedere

del Vasari, nel senso che egli:

 NE FA UN’AUTOPSIA

 E UNA CRITICA DELLO STILE.

VASARI NON HA IL SENSO SICURO DELLO STILE DI UN ARTISTA COME

GHIBERTI, ma davanti a un mondo più ricco e più vario si fa molto più guidare:

 da OPINIONI SCOLASTICHE TRADIZIONALI,

 DALL’ISTINTO

 E DA VAGHE REMINESCENZE.

Lui sa benissimo che si deve prendere come PUNTO DI PARTENZA IL SUO SGUARDO

ACUTO DI PITTURA, ma anche in ciò GHIBERTI, artista più grande, gli è superiore.

Talvolta ha osservato mirabilmente il RISULTATO DI CARATTERI ESPRESSIVI

INDIVIDUALI in un obbiettivo «STILE DEL TEMPO».

la FEDELTÀ DELL’OSSERVAZIONE

Ma SINGOLA PER LA «MANIERA»

INDIVIDUALE È MOLTO FUGGEVOLE e quasi sempre OSCURATA O TURBATA

DAI SUOI SCOPI LETTERARI. 241

Quello che al VASARI importa è il RITRATTO CLASSICO DELLE INDIVIDUALITÀ

ARTISTICHE, e la SUA MANIERA DI PROCEDERE SI MANIFESTA NELLA

SECONDA EDIZIONE, NEI RITRATTI AGGIUNTI.

Né per il tempo né per il suo modo di pensare, lui è TROPPO LONTANO DA QUELLA

INGENUITÀ per cui:

 SI ACCETTAVA UN RITRATTO INVENTATO

 e SI ADOPERAVA LO STESSO CLICHÉ PER RAPPRESENTARE LUOGHI E

PERSONE DIVERSI.

Il tutto in una specie di SIMBOLISMO CHE HA ANCORA MOLTO DI MEDIEVALE e,

PER COSTRUIRE LE SUE BIOGRAFIE, lui MIRA ALLA TOTALITÀ.

E RICOSTRUISCE QUESTA TOTALITÀ COME SE RIFERISSE PER PROPRIA

VISIONE e quale contemporaneo, con PARTICOLARI COSÌ INTIMI come li avessi visti.

Per capire bisogna RITORNARE AL METODO DEL ROMANZO STORICO.

è rappresentato:

Quest’elemento

 dai DISCORSI DEI PERSONAGGI, l’antico strumento della storia retorica,

 e dalle ISCRIZIONI MORTUARIE DEGLI ARTISTI, che danno in forma

epigrammatica le loro attività.

VASARI LE AVEVA CHIESTE E ORDINATE DIRETTAMENTE A LETTERATI E

AMICI, anche se nella SECONDA EDIZIONE diventa più severo verso sé stesso, così HA

SACRIFICATO UNA GRAN PARTE DEI FINTI EPITAFFI.

Il SUO SISTEMA, in complesso, NON È NÉ POTEVA ESSERE MUTATO.

Ciò vale soprattutto per i «VIRTUOSI» DEL MANIERISMO che viaggiavano dappertutto.

Gli ITINERARI DEI SUOI ARTISTI sono quasi tutti COSTRUITI ARTIFICIOSAMENTE

E CONTRARI ALLE VERE CIRCOSTANZE, e tutto ciò è dimostrabile.

242

Inoltre, dato che VASARI SI PREOCCUPA DI METTERE IN RAPPORTO LA VITA

INTERIORE E QUELLA ESTERIORE dei suoi eroi, ne risulta una FORTE TRAMA

MORALISTICA.

Molto curiosa e non mancante di COMICITÀ è la STATISTICA DELLE CAUSE DI

MORTE DEGLI ARTISTI.

Cause che poi KALLAB poté elencare.

è uno dei mezzi con cui l’autore si sforza di RENDERE LA SUA

Quest’ELENCO

RAPPRESENTAZIONE PLASTICAMENTE VISIBILE.

come la NOTIZIA DELL’ASSASSINIO DI

In questo modo però FA ERRORI,

DOMENICO VENEZIANO PER OPERA DI ANDREA DEL CASTAGNO PER

INVIDIA, impossibile perché l’assassinato morì più tardi del suo assassino.

e lui l’ha tolta

Certo, tutta la storia è già nella COMPILAZIONE DEL BILLI, da lì, ma

l’ESPOSIZIONE DRAMMATICAMENTE TESA ci mette in guardia sul suo metodo.

Con questo FONDE SPESSO IN UNA SOLA PERSONA ARTISTI MOLTO DIVERSI E

LONTANI NEL TEMPO basandosi su:

 somiglianze

 e circostanze esteriori,

come la FUSIONE DI MASO COL GIOTTINO, molto più giovane.

Ciò anche per via della CONFUSIONE DELLE FONTI, specialmente dove è guidato da

MOVIMENTI PERSONALI O CAMPANILISTICI dove lascia volentieri le BRIGLIE

SCIOLTE ALLA SUA FANTASIA specie nella SECONDA EDIZIONE.

Sappiamo già come fosse SENZA SCRUPOLI IL PROCEDIMENTO DEL VASARI

rispetto a questi antichi tempi dal modo come ha trattato le CRONACHE DEL VILLANI.

Se SPINELLO ARETINO appare come un PRECOCE RAGAZZO PRODIGIO, fa parte di

questa esagerazione ed è evidentemente una TROVATA TUTTA SUA.

243

base fondamentale di ogni sua critica deve sempre essere l’ACCETTARE COME

La

CREDIBILE SOLO CIÒ CHE SI PUÒ CON SICUREZZA STABILIRE:

 o per mezzo di TESTIMONIANZE DOCUMENTATE

 o per CRITICA STILISTICA.

Per VASARI la TRADIZIONE ANEDDOTICA E NOVELLISTICA ha lo stesso valore di

QUELLA ARDITAMENTE DOCUMENTATA, anzi un VALORE ANCORA PIÙ

GRANDE perché PIÙ VIVA E PIÙ PITTORESCA.

Si capisce, anche da lui, quanto di TIPICA NEL SENSO MEDIEVALE ci sia in questa

FORMA ANEDDOTICA.

Come la scoperta del GENIO GIOVINETTO, che bada le pecore, di un provetto maestro

dell’arte che è stata narrata da GHIBERTI nella GIOVENTÙ DI GIOTTO, che si trova nel

BILLI, attribuita a DEL CASTAGNO.

Vasari riprende lo stesso aneddoto nella prima edizione a proposito di ANDREA

SANSOVINO, e nella seconda a proposito di DOMENICO BECCAFUMI.

Alla stessa specie appartiene anche la STORIA DELLA «SCOPERTA» DELLA PITTURA

A OLIO DA PARTE DI JAN VAN EYCK diffusa dall’autorità del Vasari.

244

4) VISIONE STORICA GENERALE DEL VASARI.

I passi più importanti per conoscere questa VISIONE STORICA sono:

 i PROEMI,

 l’EPILOGO,

 la CONCLUSIONE.

Sappiamo che VASARI non fu il primo a TROVARE LA NOZIONE DELLO SVILUPPO

STORICO. e rese accessibile quell’idea.

Ma lui la concretò logicamente

Questa VISIONE OTTIMISTICA si distingue moltissimo da MACCHIAVELLI, che

CONSIDERA IL TEMPO PRESENTE COME UNA DECADENZA DELL’ETÀ AUREA.

FILOSOFIA CRISTIANA contrasta con l’ANTICO

La PESSIMISMO PAGANO PER LA

SUA FEDE in un progresso assoluto.

È L’EPOCA CHE HA PRODOTTO

PER VASARI IL PRESENTE IL PIÙ GRANDE

ARTISTA DI TUTTI I TEMPI, MICHELANGELO.

Si intuisce qui il PENSIERO EPIGONICO DELLA DISCESA INEVITABILE dopo questa

meravigliosa rivelazione.

Vasari ha certamente tolto dagli antichi pensatori l’immagine della fioritura presa a prestito

dalla natura organista di scrittori popolari romani come FLORO e VELLEIO

PATERCOLO.

Ma, da quel che possiamo vedere, lo SVILUPPO LOGICO DI QUESTO CONCETTO

NELLA STORIA DELLE ARTI FIGURATIVE DIVENTÒ ASSOLUTA PROPRIETÀ

DEL VASARI.

esso forma l’ARCHITETTURA

Ed DELLA SUA OPERA.

Le TRE ETÀ (ETÀ e anche MANIERE) in cui questo sviluppo si divide, corrispondono alle

TRE PARTI DELLE VITE.

Sono i TRE PERIODI DEL RINASCIMENTO, i soli che lui vuol rappresentare.

245

segue un’idea già elaborata dal tratta dell’ARTE

VASARI GHIBERTI, si «RINATA», che

ERA MORTA DALLA FINE DELL’ANTICHITÀ POICHÉ AL “MEDIOEVO” MANCA

IL DIRITTO DI CONSIDERARE LE SUE CREAZIONI COME ARTE.

Ovvero come ARTE NEL SENSO DEL RINASCIMENTO: ARTE COME DOMINIO

DELL’IMMAGINE NATURALE, DEL «NATURALE»:

 nel CRESCENTE DOMINIO DEL «NATURALE»

 e nella CRESCENTE LIBERTÀ DELLA «MANIERA».

Così la sua ESPOSIZIONE DELLE VITE ha una DIVISIONE NATURALE:

1) il PRIMO PERIODO (PRIMA PARTE DELLE VITE) comprende:

a) i principi,

l’infanzia,

b)

c) Cimabue,

d) i Pisani,

e) Giotto, ‘300.

f) Arnolfo fino al

2) il SECONDO PERIODO (SECONDA PARTE) comprende:

a) la gioventù,

b) Jacopo dalla Quercia,

c) Masaccio,

d) Donatello,

e) Ghiberti,

f) Brunelleschi, fino alla fine del Quattrocento.

La PIENA NATURALEZZA è raggiunta attraverso FATICOSI STUDI DI

ANATOMIA E DI PROSPETTIVA, e ALLA PERFEZIONE SI TENDE PER

ma non si sono ancora fuse in un’unità interiore.

MEZZO DELLA REGOLARITÀ,

3) Il TERZO PERIODO (TERZA PARTE) conduce:

a) al pieno sviluppo,

e la maturità che culmina nell’«età d’oro»,

b) è la fioritura

c) il Cinquecento con:

 Giorgione,

 Tiziano,

 del Sarto, 246

 Fra Bartolomeo,

 Leonardo,

 Raffaello

 e Michelangelo.

gli ULTIMI TRE (LEONARDO, RAFFAELLO, MICHELANGELO) fanno

parte della TRIADE STELLARE stabilita così già dal Giovio, e questo

periodo raggiunge:

 la PERFEZIONE DEL DISEGNO (nel senso più vasto),

 anzi la «PERFETTA MANIERA»; questa:

 era basata sulla PIENA LIBERTÀ DI TRATTAMENTO DEL

MODELLO NATURALE,

 e SOSTITUISCE ALLA COPIA TIMIDA IL «FAR DI

PRATICA», cioè il LAVORO LIBERO VINCOLATO SOLO

DA REGOLE ARTISTICHE.

 E tolto dal tesoro di tutti gli studi della natura, da ciò deriva

l’ATTEGGIAMENTO TECNICO DELLA PITTURA che si

manifesta in una RAPIDITÀ INAUDITA MA LODATA DAL

VASARI come grande conquista del suo tempo.

ALL’ALTEZZA RAGGIUNTA

VASARI ha la sensazione che, anche per ragioni teoriche,

DOVEVA SEGUIRE LA DECADENZA.

Specie nella SECONDA EDIZIONE tratta questa TERZA ETÀ DEI SUOI

CONTEMPORANEI.

Si tratta del tempo che più tardi sarà chiamato MANIERISTA, con:

 i suoi DIFETTI CARATTERISTICI

 e la SUA SERVILE DIPENDENZA DAL MAESTRO che domina tutti,

MICHELANGELO.

VASARI:

 critica le RAPPEZZATURE e la COMPOSIZIONE DISORGANICA DEI MOTIVI

E DA MODELLI STRANIERI,

 rimprovera per esempio al PONTORMO DI COPIARE DAL DÜRER.

247

Per lo STILE, al VASARI fa CATTIVA IMPRESSIONE:

 il PATHOS A OGNI COSTO,

 quando non ce n’è bisogno.

i GRANDI GESTI ESAGERATI

Per lui il BECCAFUMI, che pure, come molti manieristi, ERA UN OTTIMO

DISEGNATORE, aveva lo stesso:

 «STRA-FARE»

 e «SFORZARE»

della natura, come negli UOMINI TUTTI MUSCOLI del FRANCO.

Era un uomo di vedute chiare, n

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
38 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tatiana1988 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della critica d'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Agosti Barbara.