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CONCITTADINO

SCULTURA, il ché è degno di nota.

 DELL’ARTE

Che egli non abbia praticamente NESSUNA COGNIZIONE

FIGURATIVA lo confessa con nobile franchezza in una LETTERA AL PITTORE

PARIS BORDONE. 202

 Egli afferma anche che prima di lui mai nessuno abbia mai scritto sulla scultura, cosa

grave, NON CONOSCEVA DUNQUE IL LIBRO DI GAURICO.

 l’APPREZZAMENTO DELLE QUALITÀ TECNICHE

È importante che continui

DEI FIAMMINGHI, vien detto che essi abbiano, più che gli italiani, «IL

CERVELLO NELLE MANI»; anche qui PLAGIA UNA FRASE DI

MICHELANGELO.

 Degna di nota è pure la DESCRIZIONE DELLA PERSONIFICAZIONE DELLA

SCULTURA: una donna seduta, vestita dignitosamente, perduta in solitarie

meditazioni fra i suoi ordigni artigiani e circondata da veri strumenti artificiosi.

Essa si ricollega chiaramente alla famosa INCISIONE DEL DÜRER, la

MELANCONIA, di cui usufruirà più tardi anche DOMENICO FETI.

 prive d’importanza sono ASSERZIONI SULLA TECNICA DELL’AVORIO

Non le

nel quarto dialogo, dove si loda la BELLEZZA DEL MATERIALE che SI

sottolinea l’importanza di

AVVICINA MOLTO ALLA CARNE VIVA e si questo

ramo artistico di origine nordica.

 sta al centro di tutta l’opera.

La figura del VECCHIO MICHELANGELO

 Di RAFFAELLO non si parla mai.

 I DETTI del MAESTRO, di MICHELANGELO, vengono citati come ASSIOMI

INFALLIBILI, e la sentenza finale si chiude con una parola del grande vegliardo:

che LA PITTURA È TANTO MIGLIORE QUANTO PIÙ ESSA SI AVVICINA AL

RILIEVO, la SCULTURA TANTO PEGGIORE QUANTO PIÙ SI MOSTRA

SOTTOPOSTA ALLA PITTURA.

 Assai notevoli sono le APPENDICI AL DISEGNO DI DONI, frammenti della sua

diffusa corrispondenza con artisti della sua epoca e del suo ambiente.

203

CAPITOLO 3: CONTINUAZIONE DEGLI STUDI SU VITRUVIO.

È opinione comune che il gran LIBRO DI VITRUVIO, modello di insegnamento per tutto

il Rinascimento, sia stato RISCOPERTO NEL 1414 A MONTECASSINO.

 Ma, almeno ai dotti monaci, esso fu noto durante tutto il Medioevo

 L’EDIZIONE PRINCIPE DEL LIBRO di VITRUVIO, autore tanto apprezzato,

appartiene naturalmente agli incunaboli delle stamperie italiane (nel CATALOGO

l’IN-FOLIO

DELLA CICOGNARA; su essa si fonda fiorentino del 1496).

 l’EDIZIONE

Il principio del XVI secolo vide DI FRA GIOCONDO (VENEZIA

1511 e 1513), lungamente preparata e ornata d’incisioni in legno.

 s’inizia l’opera difficile di

Contemporaneamente trascrizione nella lingua volgare con

le aggiunte e gli adattamenti del Quattrocento.

 è il bell’IN-FOLIO

La PRIMA TRADUZIONE STAMPATA DI CESARE

CESARIANO, venuto alla luce nel 1521 a Como a spese di due mecenati di Como e

di Milano.

a) Il CESARIANO nacque a MILANO nel 1481.

b) Egli disse di esser SCOLARO DEL BRAMANTE,

c) fu ARCHITETTO DI MASSIMILIANO SFORZA.

d) Più tardi visse a BOLOGNA, dove il SERLIO lo nomina HONORIS CAUSA

ancora nel 1540. l’attenzione continua rivolta ai MONUMENTI

Il suo commento è notevole per

DELLA CITTÀ; questa speciale attenzione si spiega col fatto che il Cesarino era

l’ARCHITETTO.

Egli ci dà anche molti PARTICOLARI SUGLI EDIFICI DELLA SUA PATRIA: un

criptoportico costruito dal Braman-te nel castello di Porta Giovia, un affresco del

castello, San Satiro e Sant’Ercolino e sul Duomo.

Queste notizie, come quelle sui quadri del Pisanello nel Castello di Pavia, furono

incorporate dal MICHIEL e non meno importante è anche il suo elenco dei migliori

artisti contemporanei.

La traduzione del CESARINO esercitò un FORTE INFLUSSO SUI

CONTEMPORANEI essendo la prima opera accessibile a tutti.

204

 La traduzione di Vitruvio che FRANCESCO LUCIO DA CASTEL DURANTE

UNA COPIA UN PO’

pubblicò a VENEZIA nel 1524 non ne é che

l’OPERA

TRASFORMATA, e lo stesso vale per DI G. B. CAPORALI del 1536.

 tardi arrivò la TRADUZIONE DEL PATRIARCA D’AQUILEIA

Solo 20 anni più

monsignor DANIELE BARBARO (VENEZIA 1556) e questa oscurò tutte le

precedenti ed arrivò certamente al DÜRER.

 Il terreno era dunque ben preparato e su questo poteva sorgere il LIBRO DI

FRANCESCO MARIO GRAPALDI, DE PARTIBUS MEDIUM LIBRI DUO:

a) che uscì a Parma già nel 1494;

esso NON APPARTIENE ALLA LETTERATURA DELL’ARTE: è un vero

b) alla casa nell’antichità

lessico di tutte le espressioni che si riferiscono nel

senso più vasto, pensato e condotto in modo rigorosamente filologico.

 DELL’AMBIENTE SIGNORILE

Il DILETTANTISMO EDILIZIO è un fenomeno

caratteristico italiano.

Così non stupisce se gli SCRITTORI PIÙ DEL CINQUECENTO consideravano

l’ARCHITETTURA come UNA COSA CHE RIGUARDA DA VICINO SIA LA

VITA PUBBLICA CHE LA PRIVATA.

E qui spicca ALVISE CORNER (LUIGI CORNARO), autore di una VITA

che prese la penna per

SOBRIA, ardentissimo mecenate dell’edilizia far onore alla sua

arte preferita.

 L’ITALIA

Anche il celebre POETA TRISSINO, autore del POEMA EPICO

LIBERATA DAI GOTI e della TRAGEDIA SOFONISBA,si sentì attirato verso

l’architettura con tutto il suo sentimento artistico.

suo TRATTATO D’ARCHITETTURA rimane UN SOLO FRAMMENTO il

Del

quale dimostra la TENDENZA VERSO IL CLASSICISMO di cui il Trissino è il

rappresentante.

 Alla fine di questo periodo queste tendenze vengono raccolte nel 1542 a Roma in un

CONGRESSO DEGLI UOMINI PIÙ EMINENTI PER FONDARE UNA DOTTA

UN’ACCADEMIA,

SOCIETÀ, allo scopo di promuovere in un ambito più vasto

l’elaborazione archeologica e filologica di VITRUVIO.

Ma il VERO FONDATORE DI QUESTA «ACCADEMIA DELLA VIRTÙ» fu

CLAUDIO TOLOMEI di Siena. 205

celebre a suo tempo con UN’EDIZIONE DELL’ANTICO SCRITTORE

Egli fu

FATTA CON ACCURATEZZA FILOLOGICA CON TUTTE LE VARIANTI DEL

TESTO GUASTO E CON UN COMMENTO TECNICO esaurientemente illustrato.

 A questo si doveva aggiungere un LEXICON VITRUVIANUM con riguardo alle

espressioni tecniche, specie greche; poiché le tre traduzioni erano insufficienti si

pensò di farne un’altra con un indice.

 Questo programma che avrebbe rappresentato in ultima analisi un immenso tesoro

d’antichità non fu realizzato in questa forma ma non erano mai cessate le opere degli

architetti veri e propri.

 già parlato di un TRATTATO D’ARCHITETTURA VENEZIANO

Abbiamo

anonimo della prima metà del Cinquecento il cui tema è la relazione tra il corpo

umano e l’architettura che appartiene al gioco platonico del Cinquecento.

È vero che qui si ritrovano le idee speculative del Medioevo scolastico, la

COSTRUZIONE DELLA CHIESA COME RIPRODUZIONE DEL CORPO DI

CRISTO e insieme si rispecchia la TEORIA VITRUVIANA DELLA

PROPORZIONE.

Qui si manifesta con evidenza la strana mescolanza del platonismo del pieno

Rinascimento con le vecchie idee ecclesiastiche

 inizia la serie dei grandi teorici dell’architettura del

SEBASTIANO SERLIO

Cinquecento, coni suoi SEI LIBRI SULL’EDILIZIA, e alla fine di questo periodo

appartiene un’altra piccola opera di carattere tecnico che rimane isolata.

 è dedicata a un ramo dell’arte che ha un’importanza nazionale per l’Italia, la

Questa I 3 LIBRI DELL’ARTE DEL VASAIO

CERAMICA, e si tratta de del cavalier

CIPRIANO PICCOLPASSO DI CASTEL DURANTE.

Il FRONTESPIZIO DEL MANOSCRITTO, corredato di notevoli DISEGNI e

stampato solo nel 1857, è del 1548 e tratta la TECNICA DELLA MAIOLICA che

nelle Marche, a Urbino, EBBE SVILUPPO IN MODO TECNICA E SOBRIA.

 Le MANIFESTAZIONI PIÙ IMPORTANTI in questo campo si hanno però nel Nord

una ventina d’anni più tardi per opera del GRANDE CERAMISTA FRANCESE

INNOVATORE DELL’INDUSTRIA.

PALISSY che ha importanza come 206

CAPITOLO 4: PRIMI INFLUSSI DELLA TEORIA ITALIANA

ALL’ESTERO.

1) VIATOR.

I grandi risultati della riflessione intorno ai problemi ottici, la GIUSTEZZA

NELL’ARTE FIGURATIVA, non furono noti in tutto il resto d’Europa

«OBBIETTIVA» e

per quel che riguarda l’ANATOMIA e

specialmente nel Nord fino a questo tempo, né la

TEORIA DELLA PROPORZIONE, né per quel che riguarda la PROSPETTIVA.

L’ARTE e la SCIENZA seguivano qui vie separate e non avevano niente da dirsi.

era tutt’al

L’ARTE più UN LAVORO DI MAESTRANZE, né voleva o poteva essere altra

cosa, mentre i PITTORI ITALIANI da lungo tempo AVEVANO MUTATO LA LORO

CAPACITÀ IN SCIENZA e in seguito a ciò assumevano nuovi orientamenti e davano

potente espressione, come letterati, alla LORO MUTATA STRUTTURA SPIRITUALE.

Quello che gli antichi e i loro continuatori nel Medioevo arabo e occidentale avevano

effettuato nel campo della teoria della visione, l’ottica e pura disciplina matematica, che si

chiamava PERSPECTIVA COMMUNIS, era naturalmente noto da lungo tempo ai dotti del

Nord quanto ai loro colleghi italiani.

I TRATTATI MEDIEVALI DI PROSPETTIVA DI VITELLIO e del dotto arcivescovo di

CANTERBURY JOHN PECKHAM appartengono al Nord.

Li utilizzarono gli italiani fino a LEONARDO e furono stampati in GERMANIA ancora nel

secolo XVI.

Ma tutto questo era SCIENZA PURAMENTE MATEMATICA, mentre la sua applicazione

alla rappresentazione figurativa, che più tardi si chiamò PERSPECTIVA ARTIFICIALIS,

non esisteva nel Nord, e questi libri pieni di severa dottrina erano per i pittori sigillati con

sette suggelli. i vecchi FIAMMINGHI erano privi d’ogni

Ricerche recenti mostrano che, per esempio,

riflessione teorica, i loro quadri, in quanto allo spazio, erano come quelli degli antichi

pittori, prospettive senza sfondo. 207

Quindi in modo puramente empirico, talvolta con diversi punti di distanza sul medesimo

piano e la base teoretica, si crede cominci solo con DIRK BOUTS.

Ma con il nuovo secolo i PROBLEMI DELLA RAPPRESENTAZIONE FIGURATIVA e i

PRINCIPI TEORICI DEL SUD cominciano a influire.

Il PRIMO NOTEVOLISSIMO DOCUMENTO di questo influsso è lo STRANO LIBRO di

JEAN PÉLERIN LE VIATEUR (PEREGRINUS VIATOR) DE ARTIFICIALI

PERSPECTIVA:

 del 1505

 che fu ristampato fino al secolo XVII per la sua rarità.

 L’autore era un DOTTO CANONICO DI TOUL,

 Dunque NON ERA UN ARTISTA,

 ma DEDICÒ IL SUO LIBRO AGLI ARTISTI DI FRANCIA, GERMANIA E

ITALIA

 e in DEDICA RIMATA c’è alla rinfusa un BREVE ELENCO DEI MAESTRI CHE

L’AUTORE CONSIDERAVA I PIÙ GRANDI.

 Fra gli ITALIANI sono nominati

a) ANDREA MANTEGNA,

b) LEONARDO,

c) RAFFAELL

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

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