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La Russia: dall'assolutismo ottocentesco alla rivoluzione bolscevica alla contrapposizione planetaria con gli USA

Assolutismo

Grazie alla politica espansionista inaugurata a fine Seicento da Pietro il Grande (1672-1725), e praticata con continuità fino alla Grande Guerra, dopo il Congresso di Vienna la Russia è una delle maggiori potenze garanti del sistema assolutista d'Europa e mantiene nel corso dell'Ottocento un regime abbastanza stabile, autentica forma archeologica di potere in un Europa che progressivamente andava assumendo connotati liberali. Gli unici segnali degni di nota in senso opposto sono la rivolta di Pugacev (1773-1775), un cosacco che seppe infiammare le masse contadine, seminando il terrore tra i nobili, fino alla sua decapitazione in Piazza Grande a Mosca (1775) e le riforme introdotte dallo zar Alessandro II (1855-1881), che culminano nell'abolizione della servitù della gleba (1861) e con l'avvio della trasformazione.

industriale.

Rivoluzione d'Ottobre

A differenza del secolo precedente, la storia russa del XX secolo è estremamente esplosiva. Contro la Russia dell'assolutismo zarista si levò la pressione democratica che spinse Nicola II (1868-1918) a concedere una Duma (Parlamento) nel 1905, senza che il regime monarchico-parlamentare, sulla carta simile a quelli dell'Europa occidentale, di fatto trovasse una vera attuazione. La levatrice della rivoluzione sociale fu la Grande Guerra che, accompagnata da carestie e profondi disagi, accelerò la crisi dello zarismo e costrinse la Russia a ritirarsi dal conflitto nell'autunno del 1917 per l'esplosione di un'onda di scioperi e di rivolte che confluirono nell'assalto al Palazzo d'Inverno, sede del governo a Pietrogrado, episodio noto come "Rivoluzione d'Ottobre".

La formazione dello Stato sovietico

L'opposizione interna al nascente regime comunista fu ampia in quanto

trovò udienza non solo presso laborghesia, i kulaki e la nobiltà ma anche nelle truppe controrivoluzionarie, capeggiate da alcuni generali zaristi, lecosiddette “Armate bianche”, appoggiate dall’Intesa (che attuò misure quali il blocco economico e il “cordone sanitario”per impedire la diffusione dell’”epidemia bolscevica”), alle quali i comunisti opposero vittoriosamente le “Armate rosse”guidate da Trotskij. Diversi scontri militari si ebbero tra il 1918 e il 1919 in tutta la Russia sconvolta dalle atrocità dellaguerra civile.Il nuovo regime guidato da Lenin e basato sulle teorie di Karl Marx, dopo il fallimento del “comunismo di guerra”delle requisizioni alimentari e del divieto di vendita libera, che aveva ridotto alla fame il Paese e distrutto l’industrializzazione sul nascere, mise in atto un diverso programma economico (NEP), di compromesso tra lacollettivizzazione auspicataal 1864 e la Seconda al 1889), il comunismo si diffuse in diversi paesi del mondo, dando vita a movimenti politici e sociali che si ispiravano ai principi marxisti-leninisti. In particolare, il comunismo si affermò come forza politica di rilievo in paesi come la Cina, la Corea del Nord, il Vietnam e Cuba. In Cina, il Partito Comunista Cinese (PCC) guidato da Mao Zedong, riuscì a prendere il potere nel 1949, dopo una lunga guerra civile contro il governo nazionalista di Chiang Kai-shek. Il regime comunista cinese si caratterizzò per la sua politica di collettivizzazione delle terre e delle imprese, che portò a una massiccia redistribuzione delle ricchezze e a una forte industrializzazione del paese. Tuttavia, il regime di Mao fu anche caratterizzato da episodi di violenza e repressione, come la Rivoluzione Culturale degli anni '60, che causò la morte di milioni di persone. Anche in Corea del Nord, il comunismo prese il sopravvento dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il paese fu diviso in due zone di occupazione, una sotto il controllo degli Stati Uniti e l'altra sotto il controllo dell'Unione Sovietica. Nel 1948, venne proclamata la Repubblica Democratica Popolare di Corea, guidata dal leader comunista Kim Il-sung. Il regime nordcoreano si caratterizzò per la sua politica di autarchia e isolamento dal resto del mondo, che portò a una forte militarizzazione del paese e a una economia centralizzata e pianificata. Anche in Vietnam, il comunismo si affermò come forza politica di rilievo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il paese era stato occupato dai giapponesi durante la guerra e dopo la loro sconfitta, venne diviso in due zone di occupazione, una sotto il controllo dei francesi e l'altra sotto il controllo dei comunisti vietnamiti guidati da Ho Chi Minh. Nel 1954, dopo una lunga guerra di indipendenza, il paese venne diviso in due, con il Vietnam del Nord sotto il controllo dei comunisti e il Vietnam del Sud sotto il controllo dei francesi. La guerra del Vietnam, che scoppiò nel 1955, vide il coinvolgimento degli Stati Uniti, che appoggiarono il governo del Vietnam del Sud nella lotta contro i comunisti del Nord. La guerra si concluse nel 1975 con la vittoria dei comunisti e la riunificazione del paese sotto il regime comunista. Infine, a Cuba, il comunismo si affermò dopo la rivoluzione del 1959, guidata da Fidel Castro. Il regime cubano si caratterizzò per la sua politica di nazionalizzazione delle imprese e delle terre, che portò a una forte redistribuzione delle ricchezze e a una economia centralizzata e pianificata. Il regime cubano si distinse anche per la sua politica estera di sostegno ai movimenti comunisti e di opposizione agli Stati Uniti, che portò alla crisi dei missili del 1962 e all'embargo economico imposto dagli Stati Uniti a Cuba. In conclusione, il comunismo si diffuse in diversi paesi del mondo nel corso del XX secolo, dando vita a regimi politici caratterizzati da una forte centralizzazione del potere, una economia pianificata e una politica di redistribuzione delle ricchezze. Tuttavia, questi regimi furono anche caratterizzati da episodi di violenza e repressione, che portarono a gravi violazioni dei diritti umani e a una limitazione delle libertà individuali.

al 1862 a Londra ed ebbe come dirigente Marx stesso; la Seconda nel 1889 a Parigi; la Quarta nel 1938 a Parigi dall’esiliato Trotskij) con lo scopo di coordinare la lotta al capitalismo sul piano mondiale, sorsero in tutta Europa Paesi comunisti che presero a modello l’organizzazione rivoluzionaria di quello sovietico.

Dopo la II Guerra Mondiale, l’Unione Sovietica pose sotto il proprio controllo politico ed economico tutta la parte orientale dell’Europa che l’Armata rossa aveva liberato dal nazismo. In Germania Orientale, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Albania si insediarono, o attraverso elezioni o con atti di forza, governi comunisti satelliti di Mosca. La divisione dell’Europa in due blocchi, l’uno orientale, filosovietico, l’altro occidentale, filoamericano, secondo la linea di demarcazione che Churchill chiamò “cortina di ferro”, fu la principale conseguenza politica della guerra e aprì

La strada alla cosiddetta "Guerra Fredda". Con la morte di Stalin (1953) la politica sovietica subì un'importante svolta verso linee più morbide, segnata dall'avvento al potere di Kruscev (1955-1964), che denunciò duramente Stalin, e dal XX Congresso del PCUS (Partito Comunista dell'Unione Sovietica) del febbraio 1956, che avviò il processo di destalinizzazione nella sfera dei Paesi comunisti. Il terremoto del rapporto Kruscev ridestò aspirazioni autonomiste ed il nuovo segretario del PCUS, Breznev (1964-1982), avvertendo il pericolo del "contagio revisionista", oppose una durissima linea di soffocante autoritarismo di cui fecero le spese specialmente la Polonia, la Romania e la Cecoslovacchia nel 1968 (primavera di Praga).

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ectoplasmon di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Storiche Prof.