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Nel settembre 1938 toccò alla Cecoslovacchia, sottoposta a notevoli pressioni per cedere le regioni dei

“sudeti”, accrescendo aspettative di guerra poiché la Cecoslovacchia era alleata con la Francia, invece

il governo conservatore Daladier (francese) era preda di una fobia antibolscevica, mentre il premier

era convinto che senza l’appoggio degli Stati Uniti e del Commonwealth non

inglese Chamberlain

fosse possibile nessuna guerra alla Germania nazista. Londra e Parigi accettarono una conferenza a

Monaco organizzata da Mussolini, senza coinvolgere Praga, dove sulla base della politica

dell’”appeacement” tutti i partecipanti acconsentirono le pretese tedesche per la cessione dei Sudeti,

sembrò un capolavoro di diplomazia, poiché evitava una nuova guerra europea, ma ben presto mutò il

suo significato nel “paradigma di monaco”, inteso come cedimento all’aggressione nei confronti dei

deboli, inutile quanto incapace di pacificare l’aggressore. Incamerati i Sudeti, Hitler andò rapidamente

oltre, se l’annessione delle regioni tedesche potevano far pensare ad una tardiva correzione

dell’assetto di Versailles, le successive mosse scoprirono una volontà decisamente imperialista,

nell’estate del 1939 smembrò quello che rimaneva della Cecoslovacchia, occupò militarmente Praga

con la Wehrmacht (nuovo esercito tedesco), che ridusse Boemia e Moravia (cecoslovacchia) a

protettorato del Reich. Alcuni nazionalismi minori sfruttarono il nuovo contesto, la Polonia, prima di

entrare nel mirino hitleriano annesse la contesa zona di Teschen ai danni della Cecoslovacchia

aggredita, gli ungheresi ottennero sostanziose correzioni di confine, mentre il nuovo stato slovacco,

formalmente indipendente, satellite di Hitler, fu governato con modalità parafasciste dal prete

cattolico Tiso, nel contempo l’Italia fascista annetteva l’Albania.

modificarono lentamente l’atteggiamento britannico, il governo di Londra offrì

Questi nuovi sviluppi

nuove garanzie all’indipendenza della Polonia (affiancandosi alla Francia), si rafforzavano le

iniziative di riarmo, e vennero avviati timidi negoziati militari con l’URSS. Hitler che preparava una

guerra a occidente nel giro di 4/5 anni, voleva conservare la Polonia come Stato “cuscinetto”, però la

richiesta hitleriana di regolare la questione di Danzica, si scontrò con i colonnelli di Varsavia che non

accettavano la nascente egemonia tedesca, pertanto Hitler decise di sbrigare militarmente la questione

confidando nell’atteggiamento imbelle degli occidentali, questa decisione subì un’accelerazione

grazie alla scelta opportunistica di Stalin, nel 1939 giunse ad un compromesso con la Germania dopo

anni di contrapposizione propagandistica attraverso il patto di “Ribbentrop-Molotov”, patto di non

belligeranza, che tranquillizzava Hitler dallo spettro di una guerra su due fronti nel caso di

opposizioni franco-inglesi, mentre rassicurava Stalin date le debolezze interne dello Stato sovietico e

dell’Armata Rossa. Stalin temeva anche che le classi dirigenti occidentali auspicassero un’espansione

tedesca verso est, lasciandolo solo contro Hitler, ed era per lui incomprensibile l’incapacità francese e

inglese di convincere i polacchi a combattere con le truppe russe in caso di aggressione tedesca,

d’altronde in una logica di guerra “inevitabile” tra il paese del socialismo e le potenze imperialiste, era

più coerente e vantaggioso aspettarsi uno scontro tra due gruppi di potenze capitalistiche. La volontà

di rompere il vecchio “cordone sanitario” si sposava all’eredità “grande-russa”, con il patto tedesco-

sovietico vennero definite segretamente le zone di influenza est-europee con la spartizione della

Polonia ed altri vantaggi per l’URSS come l’annessione della Bessarabia e della Finlandia (ex

provincia zarista). Quest’ultimo obiettivo (Finlandia) riuscì solo parzialmente, nonostante l’attacco

maresciallo Mannerheim salvò l’indipendenza

militare del 1940, la resistenza organizzata dal

perdendo solo l’istmo di Carelia. I francesi progettarono un intervento militare antisovietico che

1

avrebbe allargato la guerra iniziata il 1° settembre 1939 con la dichiarazione di guerra franco-inglese

alla Germania.

Il quadro del conflitto appariva limitato all’area del Reno per il primato europeo, tuttavia aleggiava

l’idea di una guerra ideologica tra un autoritarismo aggressore e le democrazie, il patto “Ribbentrop-

Molotov” causò una spaccatura nel fronte antifascista con effetti traumatici nel movimento comunista

ed in tutta la sinistra internazionale, tuttavia anche il patto “anticominterm” (patto contro il

comunismo stretto tra Germania e Giappone) non poteva essere compensato dal patto d’acciaio italo-

Mussolini, sempre più legato ad Hitler, come dimostrato dall’inedita forma scritta del patto

tedesco.

che prevedeva solidarietà illimitata in qualsiasi circostanza di guerra, cercava di soddisfare l’esigenza

di un’affermazione nazionale del fascismo tramite richiami antifrancesi e antijugoslavi mascherando

l’adattamento al ruolo secondario alla Germania nell’egemonia europea, Mussolini convinse Hitler a

dilazionare l’intervento italiano (provato dagli interventi in Abissinia e Spagna), proclamando la “non

mirato ad allontanare dai tedeschi il ricordo del mutamento di fronte italiano del 1915.

belligeranza”,

Dopo lo stallo del 1939-1940, il conflitto entrò nella fase calda a seguito della conquista tedesca di

Danimarca e Norvegia garantendosi anche la cooperazione della Svizzera neutrale con le sue risorse

di ferro, la successiva rapida vittoria delle truppe corazzate tedesche appoggiate dall’aviazione (guerra

lampo) costrinse la Francia ad un armistizio di poche settimane, che causò un crollo del morale

dell’esercito francese restò una per molto tempo una ferita aperta nella coscienza nazionale.

L’offensiva isolò solo la Gran Bretagna, mettendola a rischio di subire l’egemonia aerea tedesca e di

un’invasione attraverso la pressione alternata di bombardamenti e offerte di pace di compromesso.

Tale situazione portò al governo Winston Churchill, colui che aveva additato la minaccia nazista

come pericolo radicale, pertanto la nuova coalizione si determinò a resistere con tutte le forze

dell’impero.

La prospettiva di una conclusione rapida del conflitto portò Mussolini ad entrare in guerra, per

garantirsi almeno modeste spoglie, il controllo dell’Asse sul continente doveva estendersi all’anno

successivo come frutto imprevisto e imprudente di un tentativo mussoliniano di condurre una guerra

autonoma e parallela rispetto all’alleato maggiore per costruire un’area imperiale mediterranea e

balcanica, l’Italia nel 1940 attaccò la Grecia, distogliendo le forze dall’obiettivo primario che era

l’Italia andò incontro ad una sconfitta, provocando l’intervanto

sconfiggere la presenza inglese a Suez,

militare tedesco con l’occupazione della Jugoslavia e della Grecia nel 1941.

Il “nuovo ordine europeo” hitleriano sembrava imporsi nel 1941 sull’Europa dove molti piccoli

nazionalismi cercavano di ritagliarsi spazio, come la Croazia di Pavelic, la Slovacchia di Tiso o come

l’Ungheria, la Romania e la Bulgaria che confermarono il loro schieramento con l’Asse, così come la

Spagna di Franco, formalmente neutrale a causa del dissesto dovuto alla guerra civile, ma che aiutò

l’Asse con l’invio di materie prime e volontari in Russia. In diversi paesi sconfitti sorsero governi

collaboranti con gli invasori, come quello norvegese di Quisling. Non tutti i casi furono come questo,

l’esempio francese di Vichy, che divenne capo dello Stato nella porzione francese non occupata dai

tedeschi creando un governo tradizionalista autoritario ed antisemita. Vichy restò peraltro un

nazionalista francese, che cercò di tutelare la nazione nel confronto degli occupanti, a prezzo di

compromessi come quello di contribuire economicamente allo sforzo bellico del Reich e di

neutralizzare dal conflitto risorse francesi ulteriori. Queste velleità di conservare un’originalità

nel novembre 1942 si completò l’occupazione

nazionale francese si rivelarono nulle, in quanto

militare tedesca in tutto il territorio francese. I caratteri dell’egemonia imperiale dell’Asse non erano

tali da permettere una cooperazione tra diversi nazionalismi, non immaginando una duratura sfera di

compartecipazione tra potenza dominante e Stati minori (ad eccezione di Danimarca e Paesi Bassi ad

alta densità di popolazione tedesca).

La strategia imperiale tedesca e quella giapponese continuarono a divergere, il nuovo patto tripartitico

concluso nel 1940 tra Germania, Giappone e Italia restò un accordo di cooperazione generico,

principalmente in tema antiamericano. Nel governo giapponese presero piede esponenti della marina

che intendevano sfidare il potere marittimo inglese e statunitense a sud, nel luglio del 1941 cu fu

l’occupazione dell’Indocina francese, mentre strinse un patto di reciproca neutralità con l’URSS

2

sempre nel 1941 poiché aveva testato la pericolosità dell’Armata Rossa. Hitler aveva invece deciso di

calmierare il conflitto ad ovest, confermato dal tentativo di negoziato del suo delfino Hess a Londra,

per preparare la grande spinta alla colonizzazione dell’Europa “inferiore” dell’Est.

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8. Trasformazione ideologica e mondializzazione della guerra nel 1941

Di fronte alla “Fortezza Europa” ormai largamente dominata dai tedeschi, un dimensione “mondiale”

del fronte antifascista nacque solo per iniziativa dell’avversario, la cooperazione anglo-americana

aveva fatto numerosi passi avanti con la decisione del Congresso degli Stati Uniti nel 1940 di

allentare l’embargo di armi con la Gran Bretagna, a patto che queste fossero pagate “cash” e

trasportate “carry” a carico dell’acquirente, ci fu poi uno scambio tra “vecchi” cacciatorpediniere

americani e basi inglesi strategiche nell’Atlantico del nord. Un altro aiuto decisivo arrivò dal

Congresso nel 1941 con la legge Lend-Lease (affitti e prestiti) nei confronti di una Gran Bretagna che

aveva esaurito le risorse finanziarie e facendo uscire allo scoperto gli Stati Uniti dalla loro iniziale

neutralità, il Presidente era infatti autorizzato a prestare o affittare equipaggiamenti militari a tutti quei

paesi in guerra la cui sicurezza era vitale per gli Stati Uniti. Roosevelt propose gli Stati Uniti come

“arsenale delle democrazie”, che reagiva come preoccupazione per una eventu

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Publisher
A.A. 2013-2014
61 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ConteJan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Traniello Francesco.