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Rimini e La Spezia e qui restò fino alla primavera del 45 quando finalmente si assistette al cedimento delle difese tedesche.

Ora nel 1943, mentre gli anglo–americani erano impegnati nella lunga campagna in Italia, i sovietici ripresero l’iniziativa sul fronte orientale;

essi in particolare, dopo aver respinto a luglio 1943 l’ultimo attacco delle forze tedesche, passarono alla controffensiva avanzando lentamente ma

costantemente verso Berlino che sarà raggiunta nell’aprile–maggio 1945. Grazie alle sue vittorie, alla conferenza interalleata di Teheran tenutasi

nel novembre-dicembre 1943 con la partecipazione dei cosiddetti tre grandi e cioè di Roosevelt, Stalin e Churchill, l’Urss emerse indubbiamente

quale potenza di rilievo ottenendo dalle due sue alleate la promessa di uno sbarco in forze sulle coste francesi. Tale sbarco, preparato

minuziosamente con un grande spiegamento di mezzi e di forze, avvenne concretamente il 6 giugno 1944 con l’arrivo sulle coste della

Normandia di centinaia di uomini che divennero migliaia nel giro di 4 settimane. Nonostante l’accanita resistenza tedesca, le truppe alleate

guidate dal generale americano Eisenhower riuscirono in poco tempo a sfondare le difese nemiche e a dilagare nel nord della Francia; il 25

agosto gli anglo-americani e i reparti di De Gaulle entravano a Parigi, già liberata dai partigiani e a settembre la Francia fu quasi completamente

liberata. A questo punto i tedeschi, spazzati via dalla Francia, si schierarono su una linea difensiva molto simile alla linea d’attacco istituita nel

’39, cominciando altresì a sentire sempre più vicina la sconfitta. In effetti nell’autunno 1944, la Germania era messa piuttosto male; molti dei

suoi alleati le voltarono infatti le spalle, alcuni cambiando fronte, come la Romania e la Bulgaria, ed altri uscendo proprio dal conflitto come la

Finlandia e l’Ungheria che chiesero l’armistizio all’Urss, e il territorio tedesco fu sottoposto a continui bombardamenti diretti non solo alla

distruzione materiale delle città e delle zone industriali, ma anche alla distruzione del morale del popolo tedesco in modo di minarne la

resistenza. Se il popolo tedesco fu profondamente turbata dai bombardamenti, quest’ultimi non placarono affatto la ferocia di Hitler il quale

essendo ancora convinto di poter rovesciare la situazione bellica grazie all’impiego di armi segrete, quali i razzi telecomandati V1 e V2, ordinò la

resistenza ad oltranza. In cuor suo Hitler sperava ancora in una rottura dell’alleanza tra l’Urss e le democrazie occidentali, speranza che si

dimostrò assolutamente vana. Nonostante l’accesa concorrenzialità, gli inglesi, gli americani e i sovietici continuavano infatti a tenere fede agli

impegni già assunti, e a cercare accordi globali per la ricostituzione dell’Europa dopo la guerra. In merito a quest’ultimo punto nella conferenza

di Mosca dell’ottobre 1944, Churchill e Stalin abbozzarono una divisione in sfere d’influenza dei paesi balcanici che però, non tenendo conto

della volontà dei popoli interessati, andava nettamente in contrasto con i principi della Carta atlantica; successivamente nel febbraio del 1945 I

“tre grandi” si incontrarono di nuovo a Yalta in Crimea dove si stabilì in primo luogo che a guerra finita la Germania sarebbe stata divisa in

quattro zone di occupazione, una delle quali riservata alla Francia, e sottoposta a misure di denazificazione, in secondo luogo che i popoli dei

paesi liberati avrebbero potuto esprimersi mediante libere elezioni, ed infine che il governo della Polonia sarebbe sorto da un accordo fra la

componente comunista e quella filo-occidentale; in tale incontro inoltre l’Urss impegnò ad entrare in guerra contro il Giappone.

Ad ogni modo, mentre i grandi discutevano a Yalta, l’offensiva finale degli alleati era già iniziata con la ripresa della battaglia su tutti i fronti. In

particolare a metà gennaio del 1945 i sovietici da un lato attraversarono tutto il territorio polacco giungendo, a febbraio, a pochi chilometri da

Berlino, e dall’altro cacciarono i tedeschi dall’Ungheria per poi puntare su Vienna, che fu raggiunta il 23 aprile, e su Praga, liberata invece il 4

maggio; contemporaneamente gli anglo-americani attaccarono i tedeschi sul Reno, riuscendo ad attraversarlo il 22 marzo per poi dilagare nel

cuore della Germania; il 25 aprile le avanguardie alleate raggiunsero inoltre l’Elba congiungendosi poi con i sovietici che stavano accerchiando

Berlino; sempre il 25 aprile crollò anche il fronte italiano con i tedeschi in ritirata e con Mussolini, catturato, dai partigiani il 28 aprile mentre

tentava di fuggire in Svizzera, e travestito da soldato tedesco, fucilato lo stesso giorno ed esposto, ormai cadavere, per ore a Milano a piazza

Loreto. Dopo tutto ciò Hitler, ormai consapevole di aver perso la guerra, si suicidò il 30 aprile del 1945 nel suo bunger lasciando la presidenza

del Reich all’ammiraglio Karl Dönitz il quale chiese immediatamente la resa agli alleati, firmando poi il 7 maggio 1945, a Reims, l’atto di

capitolazione delle forze armate tedesche, atto che pose fine alla guerra in Europa.

A questo punto il conflitto proseguiva solo in Estremo Oriente, dove il Giappone, nonostante i massicci attacchi delle truppe statunitensi

continuava a resistere facendo ampio ricorso ai kamikaze, cioè a quegli aviatori suicidi pronti a gettarsi sulle navi avversarie con i loro aerei

carichi di esplosivo. Di fronte a questa intransigente resistenza il presidente americano Henry Truman, subentrato dopo la morte di Roosevelt,

decise di impiegare una nuova e letale arma, la bomba atomica; il 6 agosto 1945 venne così sganciata la prima bomba atomica sulla città di

Hiroshima, seguita poi tre giorni dopo, dalla seconda bomba sganciata invece a Nagasaki. Gli effetti della bomba furono ovviamente devastanti

tanto che il 15 agosto, dopo che anche l’Urss dichiarava guerra al Giappone mantenendo la sua promessa di Yalta, l’imperatore Hirohito offrì la

resa incondizionata agli alleati. Con la firma dell’armistizio avvenuta il 2 settembre 1945 la seconda guerra mondiale si chiuse definitivamente.

Il secondo dopoguerra tra collaborazione e guerra fredda

Il secondo dopoguerra fu caratterizzato da una generale necessità di rifondare, su basi più stabili e regole più chiare, il sistema delle relazioni

internazionali. Tale necessità trovò soddisfazione in diverse iniziative:

la codificazione e l’aggiornamento del diritto internazionale: subito dopo fine della guerra fu intrapresa un’opera di codificazione e di

• aggiornamento del diritto internazionale, includendovi per la prima volta, un settore penale il quale fu applicato tra il 1945 e il 1946 nel

processo di Norimberga contro i capi nazisti e poi successivamente, in quello di Tokio contro i dirigenti giapponesi.

l’istituzione dell’ONU: il 25 ottobre del 1945 nella Conferenza di San Francisco fu ufficialmente fondata, in sostituzione della vecchia

• Società delle nazioni, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Tale organizzazione aveva quale obiettivo principale quello di salvare le

generazioni future dal flagello della guerra, e il suo statuto, ispirato alla Carta atlantica, recava l’impronta di due diverse concezioni, e cioè

quella wilsoniana, legata all’utopia democratica, e quella rooseveltiana, legata invece alla necessità di dar vita ad un direttorio delle grandi

potenze come unico efficace strumento di governo degli affari mondiali. L’ONU fu dotata di diversi organi:

l’Assemblea generale: è formata dai rappresentanti degli Stati membri e si riunisce una volta all’anno; al suo interno ogni Stato,

o indipendentemente dal numero dei suoi rappresentanti, ha diritto ad un voto e le decisioni vengono prese a maggioranza semplice; va

evidenziato che le decisioni prese dell’Assemblea generale non sono vincolanti, ma hanno solo ed esclusivamente valore di

raccomandazioni.

il Consiglio di Sicurezza: è un organo permanente che in caso di crisi internazionale, ha il potere di prendere decisioni vincolanti per

o gli Stati; esso si compone di quindici membri di cui 5 permanenti di diritto, e cioè Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina, e 10

eletti a turno fra tutti gli Stati; ciascuno dei membri permanenti gode di un diritto di veto, col quale si può paralizzare l’azione del

Consiglio.

il Consiglio economico e sociale: è un organo direttivo da cui dipendono le varie agenzie per la cooperazione nei vari campi, come

o l’Unesco e la Fao

la Corte internazionale di giustizia: è un organo avente la funzione di risolvere le controversie fra gli Stati, che espressamente lo

o richiedono

la stipula degli accordi di Bretton Woods: nel luglio del 1944 alla conferenza di Bretton Woods vennero istituite il Fondo monetario

• internazionale il quale aveva lo scopo di costituire un ammontare di riserve valutarie mondiali e nonché quello di assicurare la stabilità dei

cambi fra le monete ancorandole non solo all’oro ma anche al dollaro, e la Banca mondiale, la quale aveva invece il compito di concedere

prestiti a medio e lungo termine ai singoli Stati per favorirne lo sviluppo.

la stipula del Gatt: nell’ottobre 1947 fu stipulato a Ginevra l’Accordo generale sulle tariffe e sul commercio il quale, prevedendo un

• abbassamento dei dazi doganali, diede vita ad un sistema commerciale fondamentalmente liberoscambista che mirava alla ripresa dei

commerci internazionali.

Va ora detto che con la seconda guerra mondiale quella crisi delle potenze europee già iniziata con il primo conflitto mondiale giunse al suo

epilogo determinando l’emergere di due nuove superpotenze: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Tali stati, pur essendo per certi versi simili,

avendo entrambi un’entità continentale e multietnica, immense risorse naturali e un massiccio apparato industriale, dal punto di vista ideologico

si contrapponevano radicalmente; gli Stati Uniti d’America credevano infatti nella democrazia liberale, nel pluralismo politico, nella concorrenza

economica e nell’ ampia libertà individuale, mentre l’Urss credeva nel modello collettivistico, nel partito unico, nella pianificazione centralizzata

e nell’anti–individualismo. Per effetto di questa netta contrapposizione ideologica e dell’influenza che ciascuna delle due superpotenze esercitava

su una data area del pianeta, dopo la fine della seconda guerra mondiale si giunse ad un sistema internazionale bipolare, ad un sistema cioè

caratterizzato dalla divisione del mondo in due zone, quella capitalista sotto l’influenza americana e quella socialista sotto l’influenza sovietica.

Nonostante la loro evidente contrapposizione ideologica, durante la seconda guerra mondiale, Usa e Urss, per abbattere il comune nemico

tedesco, si unirono in una grande alleanza; quest’ultima però non era affatto destinata a durare, tanto che, sub

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A.A. 2013-2014
48 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paperanet di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Berardi Silvio.