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DALLA GUERRA BREVE ALLA GUERRA DI LOGORAMENTO
L’ILLUSIONE DELLA GUERRA BREVE: Maturava tra gli stati l’illusione di una guerra breve, che sarebbe durata
appena pochi mesi, un anno al massino. La previsione si rivelò drammaticamente errata: legati ancora ad
una visione ottocentesca della guerra, non prevedevano che i nuovi armamenti, via via perfezionati,
avrebbero reso il conflitto sempre più distruttivo ma anche più equilibrato.
LO SFONDAMENTO TEDESCO SUL FRONTE OCCIDENTALE: La Germania invase il Belgio neutrale e marciò su
Parigi. Senza esito si rivelarono le offensive francesi nel fiume Marna in Lorena tra il 6 e 12 settembre 1914.
A caro prezzo, i francesi riuscirono a respingere l’esercito tedesco, con migliaia di vittime.
IL FRONTE ORIENTALE E IL MEDITERRANEO: Lo stesso accadeva nel fronte orientale, dove una grande
offensiva russa nella Prussia orientale, fu arrestata dai tedeschi con le battaglie di Tannenberg e dei laghi
Masuri. L’Austria non riusciva ad aver ragione della resistenza serba. Nel mediterraneo, un’offensiva
anglo-francese per conquistare i Dardanelli si risolse nella dispatta di Gallipoli ad opera dell’esercito turco,
marzo-aprile 1915.
LA GUERRA DI TRINCEA: Sei mesi dopo il conflitto, la situazione si era evoluta nella quotidianità della
guerra, essenzialmente difensiva, in cui gli eserciti si fronteggiavano lungo le trincee.
L’ITALIA DALLA NEUTRALITA’ ALL’INTERVENTO
LA POSIZIONE ITALIANA: L’iniziale neutralità italiana venne maturata dalla Triplice alleanza
(Italia-Germania-Austria), patto difensivo, quindi non la impegnava ad intervenire al fianco degli imperi
centrali. Ma i territori di interesse italiano come Trentino, Venezia Giulia e nell’Adriatico, erano in conflitto
con quelli austriaci.
NEUTRALITA’ O INTERVENTO? Allo scoppio del conflitto in Italia maturarono due diverse correnti di opinione:
NEUTRALIATI- (liberali giolittiani, socialisti e cattolici), spesso divisi ed esitanti a difendere le loro posizioni.
La loro idea era quella della guerra inutile, che genera solo conflitti. Di diversa opinione erano gli
INTERVENTISTI- (nazionalisti, irredentisti, socialisti rivoluzionari), che costituivano un gruppo compatto ed
aggressivo. Accomunati dal rifiuto verso tutto ciò che aveva rappresentato l’esperienza giolittiana, priva di
slancio e visione strategica. Ungaretti, D’Annunzio e i Futuristi erano interventisti, che vedevano nella
guerra una sorta di “igene del mondo”, guerra come creatività, libertà e misura dell’egemonia.
L’ATTEGGIAMNETO DEI GRUPPI DIRIGENTI: Si vide nel conflitto occasione di rilanciare l’economia e assorbire
la disoccupazione. Premevano i gruppi dell’industria pesante interessati alle commesse di guerra.
LA CORTE E IL GOVERNO: Favorevoli all’entrata in guerra dell’Italia erano il re Vittorio Emanuele III e il
governo, guidato da Antonio Salandra. Essi ritenevano la guerra funzionale agli interessi italiani, al prestigio
della corona ma anche al ristabilimento dell’ordinati fronte ai conflitti sociali sempre più accesi.
IL PATTO DI LONDRA: Il 26 aprile 1915 Sonnino, all’insaputa del parlamento, strinse un accordo segreto che
impegnava l’Italia ad entrare in guerra nel giro di un mese in cambio di concessioni territoriali (come
Trentino, Triolo, Trieste, Gorizia, l’Istria con l’eccezione di Fiume e parti della Dalmazia).
L’ENTRATA IN GUERRA: I neutralisti – Giolitti in testa – rinunciarono alla lotta. L’intervento in guerra fu
approvato con 407 voti contro 74. Il 24 maggio 1915 L’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria.
LA VITTORIA DELL’INTESA
IL COMPORTAMENTO DELLE ALLEANZE: Grazie all’appoggio della Bulgaria, l’Austria potè infine avare
ragione sulla Serbia. Uno stato europeo ad entrare in guerra fu il Portogallo nel 1916, tradizionale alleato
dell’Inghilterra.
LO STALLO DEL 1916: Nella battaglia di Ypres, i tedeschi utilizzarono per la prima volta il gas asfissiante.
Numericamente inferiori, i tedeschi incontrarono sempre maggiori difficoltà a rifornirsi di materie prime e di
alimenti a causa del blocco navale attuato dalla marina britannica nel mare Nord per strangolare l’economia
tedesca. Nel febbraio 1916 vi fu la battaglia di Verdun di durata sei mesi senza però nessun risultato; al
pari dell’ancor più sanguinosa controffensiva anglo-francese sul fiume Somme. “Né vincitori, né vinti”.
LA GUERRA SUI MARI: Per rafforzare il blocco navale britannico, i tedeschi spostarono la guerra sul mare,
combattuta su navi e sottomarini da prima parziale e poi totale.
1917, UN ANNO DI SVOLTA: Sul fronte orientale, il fronte russo precipitò in una grave crisi. Al suo interno
scoppiarono due rivoluzioni: quella del febbraio 1917 che portò all’abdicazione dello zar di Russia Nicola II, e
la successiva nell’ottobre 1917. Questi eventi portarono la Russia al ritiro dalla guerra. Gli austriaci e i
tedeschi, ritirando truppe dal fronte orientale e concentrandosi in occidente, riuscirono a sfondare il 24
ottobre 1917 Caporetto, costringendo gli eserciti italiani ad una ritirata precipitosa, una ritirata verso il Piave
dove fu stabilita una nuova linea di confine. L’esercito italiano risultava così decimato nella 12° battaglia
dell’Isonzo.
LA CRISI DEGLI ESERCITI: Diffondendosi in tutti gli eserciti un clima di sfiducia, logorati dalla guerra di
trincea, dai massacri subiti e dalla comune paura, i combattenti erano allo stremo delle forze fisiche e
psichiche. Assai frequenti furono gli individuali rifiuti a combattere puniti da comandi militari.
L’INTERVENTO AMERICANO: In questo clima, l’intervento degli Stati Uniti, deciso nell’aprine 1917 dal
presidente Wilson, risultò decisivo per spostare gli equilibri bellici a favore dell’intesa. L’entrata in guerra fu
sostenuta da ragioni economiche, con la presita di denaro alla Francia e all’Inghilterra.
1918 SUL FRONTE OCCIDENTALE: La svolta si ebbe nel marzo 1918, quando una gigantesca offensiva fu
lanciata dal generale Ludendorff sul fronte occidentale. I tedeschi riuscirono a penetrare ma furono respiti
dalle truppe alleata, unificate sotto il comando del generale Foch, che contrattaccarono sfondando le linee
tedesche ad Amiens.
LA CONCLUSIONE DEL CONFLITTO: In Italia, il generale Cadorna, era stato sostituito dal generale Armando
Diaz che messe a punto una nuova strategia; impostata su chiave difensiva, con un miglior coordinamento
delle operazioni e rapporti più umani con i combattenti diedero i loro frutti: l’offensiva austriaca del giugno
1918 su Grappa e sul Piave venne arrestata. Il 24 ottobre, l’esercito italiano, contrattaccò sbaragliando gli
austriaci nel Vittorio veneto. Il 3 novembre gli italiani entrarono a Trento e Trieste. Il 4 novembre presso Villa
giusti, l’Austria-Ungheria firmava l’armistizio. Anche la Germania, stremata sia economicamente che
militarmente, chiese all’Intesa l’armistizio dell 11 novembre 1918, sancendo così la fine del conflitto.
LA GRANDE GUERRA COME SVOLTA STORICA
LE EREDITA’ DELLA GUERRA
LA GUERRA, UNA FRATTURA NELLA STORIA EUROPEA E MONDIALE: La guerra fu una drammatica conclusione
all’epoca che con l’illuminismo, la rivoluzione francese e industriale era stata caratterizzata dalla fiducia del
progresso economico e civile. I motivi della guerra furono:
1) crisi dell’egemonia economica e politica europea nel mondo
2) crollo dei quattro grandi imperi – tedesco – austro/ungarico- russo – ottomano.
3) la crescita del ruolo dello stato nell’economia
4) l’intensificazione dei conflitti sociali, la mobilitazione delle masse, la crisi delle istituzioni liberali.
5)sempre più scarsa espansione colonialista, movimenti di rivolta nei paesi coloniali.
6) nascita dell’unione sovietica dopo lo zar.
LA FINE DEL PRIMANO EUROPEO: Con il conflitto europeo che assorbiva quasi tutte le risorse, altri paesi,
come gli Stati Uniti, presero il primato economico mondiale, seguiti dal Giappone e dall’America latina e
molti stati coloniali. Quindi il primato economico passo agli stati uniti (negli anni 20 la loro produzione
industriale era quasi la metà di quella mondiale). Al termine della guerra tutti gli stati europei si trovarono
indebitati verso gli stati uniti a causa delle spese militari e a quelle per la ricostruzione. Gli USA divennero
così i maggiori creditori mondiali.
UNA GUERRA CON OBBIETTIVI ILLIMITATI: In questa guerra lo scopo era solo la vittoria finale (Eric Hobsbawm,
scrisse che le guerre condotte senza scopi specifici erano assurde e autolesionistiche) e non ebbe una
soddisfacente conclusione sul piano diplomatico.
I QUATTORDICI PUNTI DI WILSON : Nel 1918 il presidente statunitense WILSON espose 14 punti affinchè un
massacro così non si ripetesse, fra questi: l’adozione di sistemazioni territoriali rispettose del diritto
all’autodeterminazione dei popoli, - abolizione delle barriere doganali e libertà di commercio, - riduzione degli
armamenti, - fine della diplomazia segreta, - l’istaurazione di della SOCIETA’ DELLE NAZIONI ( con il compito
di mantenere la pace). Il progetto di Wilson naufragò rapidamente con il riaccendersi delle competizioni
economiche e politiche internazionali.
LA CONFERENZA DI PACE A PARIGI: Alla conferenza di pace di Parigi (gennaio-giugno 1919)fu ridisegnata la
carta politica dell’Europa dopo il tracollo dei tre imperi multinazionali, e si cercò di creare un ordine politico
adatto a proteggere l’occidente dalla Russia bolscevica. Alla conferenza le decisioni furono prese dai 4 grandi
vincitori : lo statunitense Wilson- il francese Clemenceau, - il britannico Lloyd George, - l’italiano Vittorio
Emanuele Orlando. I vinti non furono ammessi alla discussione. Furono firmati 5 trattati di pace , il più
importante fu quello di Versailles.
GUERRA DI MASSA, PRODUZIONE DI MASSA
MODERNITA’ DI UNA GUERRA TOTALE E TECNOLOGICA: La prima guerra mondiale fu moderna, sia per lo
sviluppo della moderna società industriale di massa e sia perché diede sviluppo a un’economia industriale .
Questa guerra costò oltre 8 milioni di caduti e 21 milioni di feriti , fu una guerra di carattere totale
indissolubilmente legata al sistema industriale. La guerra di massa richiese una produzione di massa e la sua
durezza e lunghezza fini rapidamente le risorse militari accumulate pertanto divenne necessario produrre
armi, navi cannoni sempre più velocemente . Furono introdotti nuovi strumenti di guerra: sommergibili , carri
armati , aeroplani, ci fu un grande investimento tecnologico.
IL CRESCENTE RUOLO DELLO STATO NELL’ECONOMIA: Per far fronte a queste enormi spese lo stato rastrellò
capitali
sia con prelievi fiscali che con la richiesta di prestiti nazional