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Il primo conflitto iniziò nel 1950 in Corea
La Corea era divisa al 38° parallelo tra un nord sotto l'influenza dell'Unione Sovietica e della Cina e un sud sotto l'influenza degli Stati Uniti. Più precisamente, il nord filorientale cercò di espandersi verso il sud filoccidentale cercando di annetterlo. Il presidente americano Truman inviò un corpo di spedizione comandato dal generale MacArthur, che respinse le truppe nord coreane e passò poi all'offensiva minacciando di portare la guerra in Cina. Per evitare che il conflitto assumesse dimensioni catastrofiche, Truman esonerò il generale dal comando del corpo di spedizione. Lo scontro si concluse con un armistizio che lasciò inalterato il confine tra le due Coree.
La guerra del Vietnam
Il Vietnam era diviso al 17° parallelo in due parti: la Repubblica popolare comunista a nord e un governo controllato dagli Stati Uniti a sud. Questa temporanea suddivisione doveva essere
superata tramite libere elezioni, ma il presidente americano Eisenhower si rifiutò di firmare gli accordi (Ginevra) e impedì che si tenessero le elezioni. Nel Vietnam del sud, a Saigon, si creò un regime anticomunista, con il quale prese forma una resistenza armata organizzata dai comunisti e sostenuta dal Vietnam del nord. La guerriglia si trasformò in una vera guerra con bombardamenti aerei statunitensi, ma la resistenza nordvietnamita riuscì a passare all'attacco assalendo le principali basi americane in Vietnam del sud e la stessa capitale Saigon. Fu la svolta del conflitto. La guerra finì nel 1975 con la caduta del governo di Saigon e il ritiro delle truppe americane. Il 2 luglio 1976 il Vietnam veniva riunificato sotto la capitale Hanoi. La "destalinizzazione" Con la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, incominciò a dissolversi quel clima cupo e poliziesco che aveva caratterizzato l'era precedente. Salì alPotere Nikita Chruscev, che diede iniziò ad una politica di riforme e di liberalizzazioni epurando lo stato da tutte quelle persone particolarmente legate a Stalin, allentando il controllo poliziesco e, in occasione del XX congresso del Pcus, denunciando gli errori e i crimini del rigido periodo staliniano. Nel frattempo, però, robuste resistenze si frapponevano; in particolare gravissimi disordini scoppiarono a Berlino est, dove l'impostazione dell'industrializzazione forzata fece esplodere proteste e scioperi operai. Nel 1956 fu la volta di Budapest dove le frange comuniste più democratiche, attraverso un'insurrezione popolare, riuscirono ad imporre un nuovo governo che attuò una politica economica simile alla Nep e ripristinò la libertà di stampa, ma i carri armati sovietici annientarono questo tentativo di liberazione. La stessa situazione di insofferenza ci fu a Varsavia, dove il governo fu indotto ad una serie di aperture:
ritorno della proprietà privata e ampia libertà religiosa. Questo processo riformatore durò poco perché i burocrati del partito, vistisi privati di un ruolo prioritario nella gestione dello stato, defenestrarono Chruscev che venne sostituito da una troika: Breznev, Podgornyj, Kossighin. Di colpo si bloccarono le spinte riformatrici, venne rivalutato il periodo staliniano e il partito si pose in posizione dominante nella gestione dello stato. Nella troika acquistò maggior peso la figura di Breznev. Dal punto di vista economico si accordò una maggiore liberalizzazione alle imprese nella gestione del profitto mentre nello stato le spese prevalenti si rivolgevano verso le forniture militari privilegiando gli armamenti nucleari e convenzionali. Il crescente peso nucleare delle due superpotenze, controbilanciandosi, portò anche ad un avvicinamento tra Nixon, presidente americano, e Breznev. Fu stipulato un patto per l'eliminazione degli
esperimenti nucleari, che portò all'accordo Salt per la non proliferazione delle armi nucleari. Anche se economicamente c'era stato un ammorbidimento perché le aziende potevano ricavare il "profitto", dal punto di vista politico la società civile non aveva goduto alcuna liberalizzazione come testimonia il caso cecoslovacco durante la cosiddetta primavera di Praga. Nel giugno 1967, durante il VI congresso degli scrittori a Praga, numerosi partecipanti rivendicarono la libertà di stampa; Aleksander Dubcek rivestì la massima carica del partito comunista, si rese fautore di leggi che favorivano la libertà di espressione e riformò il sistema economico in senso pluralistico. Il dialogo con l'Est: l'Ostpolitik L'Europa è stato un importante scenario dove si è reso visibile il primo "disgelo" tra le due grandi potenze. La Germania fu il vero laboratorio politico di questa svolta; ilNel 1969, il nuovo cancelliere Willy Brandt riuscì a combinare, in una strategia coerente, una politica estera centrata sul riconoscimento della Repubblica democratica tedesca, sulla distensione con l'"altra Germania", sul superamento dei blocchi (Ostpolitik) con una politica interna riformatrice.