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La guerra fredda e la distensione tra Est e Ovest

SGM:(tranne l'America) sono investiti nella guerra - in più, vengono coinvolte le popolazioni civili e visono degli schieramenti ideologici. La guerra si conclude con la vittoria delle potenze alleate, quindi con Stati Uniti e Unione Sovietica - era stato sconfitto il nemico comune nazifascista. L'idea della guerra fredda è quella delle sfere d'influenza: idea nata nel corso della guerra in cui sierano incontrati i grandi leader delle potenze alleate, che avevano ideato il progetto di un nuovoordine mondiale, fondato proprio sulle sfere di influenza. La guerra fredda non è stata combattutanello scenario europeo.

Anni 60/70: distensione tra Est e Ovest gli Stati Uniti erano alla guida del blocco occidentale (piano Marshall 1947 che beneficia anche l'Europa). Decolonizzazione: alla metà degli anno 50 nasceil movimento afro-asiatico (conferenza di Bandong) - 1961: viene fondato il movimento dei

“non-allineati” che include i Paesi di nuova indipendenza, quindi i Paesi che si erano liberati dal dominio coloniale europeo, e che si identificano come “terzo mondo” (termine coniato da un giornalista americano, il quale aveva identificato questa nuova realtà emergente dei paesi di nuova indipendenza come un elemento “terzo” nello scenario “bipolare”, quindi primo mondo (occidente) e secondo mondo (oriente)). Si passa quindi dall’ordine bipolare ad un mondo multipolare.

1989: crollo del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica – finisce così la guerra fredda.

11 settembre 2001: si evidenzia il disordine globale che regnava dall’89. Con l’attentato alle torri gemelle, emerge la questione islamica – gli Stati Uniti si trovano senza il nemico originario (ovvero l’URSS) ma comunque perseguono con l’idea dell’iper-potenza, l’unica in grado di controllare il mondo: reazione bellicista,

ricerca del nemico è una guerra asimmetrica perché il nemico non ha volto. Iniziano delle guerre come quelle in Afghanistan (2001) e in Iraq (2003). L'asse economico si sposta dall'Occidente all'Asia, in particolare in Cina e in India - sono due potenze in grande espansione. Papa Francesco ha parlato di una "terza guerra mondiale a pezzi": non si parla più di una guerra mondiale, bensì di una guerra composta da conflitti localizzati, come la guerra di Siria e il fenomeno dell'Isis ritroviamo organizzazioni jihadiste che entrano in contatto con l'Isis anche nel centro Africa, in Somalia ecc. Ciò significa che l'interconnessione è globale, non nazionale - ciò rappresenta a pieno un disordine globale. 07/11 "la globalizzazione: una prospettiva storica" di Tommaso Detti (intervista). La globalizzazione ha introdotto l'elemento simultaneità, quello che viene

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chiamato solitamente“tempo reale”: ciò che ci mette immediatamente in contatto con il lontano. C’è una ricaduta anche sulla percezione del tempo, perché nella rete internet abbiamo una compressione del passato, quasi un’estromissione della dimensione del passato; il presente è dilatato e immobile e lo spazio è molto avvicinato questa dimensione è plasticamente visibile nel mercato.

La globalizzazione presenta delle problematiche ad essa connesse:

  • rapporto tra aree del mondo completamente squilibrate (es. nord sviluppato e sud sottosviluppato);
  • impatto ambientale: il problema dell’equilibrio ambientale (es. effetto serra, scioglimento dei ghiacciai, riscaldamento globale) ha a che fare con il presente ma anche con il futuro;
  • piano culturale: scontro tra islam e occidente.

Papa Francesco ha parlato di “terza guerra mondiale a pezzi”: c’è una guerra mondiale disseminata lungo aree molto

distanti tra di loro (conflitti principalmente concentrati in Africa, Medio Oriente, America centrale ed Asia) conflittualità presente nel mondo contemporaneo che non risponde più alle categorie abituali, quali quelle della PGM e SGM – queste sono guerre localizzate, e avvengono per motivi diversi, che entrano in connessione tra di loro si creano eventi transnazionali in cui i confini appaiono totalmente relativizzati. La tendenza della globalizzazione è quella di formare il mondo secondo il proprio modello, quello del mercato, che negli ultimi decenni sembrava un modello vincente che avrebbe risolto gli squilibri economici e culturali tra diverse aree del mondo. Questa tendenza a voler uniformare il mondo, adattarlo ad un proprio modello di mercato, si è scontrata con molte contraddizioni. Le radici della globalizzazione risalgono a tempi molto più remoti dell’attuale: l’impero romano nel 117 (II secolo d.C.) era una potenza molto

forte ed espansa che, nonostante le conquiste fatte, lasciava in vita la cultura del popolo si verifica quindi un processo di scambio culturale tra il latino ufficiale e le lingue locali. Grandi scoperte geografiche del XVI secolo: aprono una stagione di intensi scambi tra diverse aree del mondo poco conosciute, tra Europa e mondo extraeuropeo sia verso ovest (America) sia verso est (Asia) – le esplorazioni seguono percorsi nuovi. Dopo il grande periodo delle esplorazioni geografiche, abbiamo tre secoli (XVI-XVIII) attraverso cui si applica la tratta degli schiavi:

  1. tratta atlantica (Africa occidentale e America): si è parlato di "spazio atlantico" perché attraverso il commercio degli schiavi, mondi estranei tra loro sono entrati in contatto – si aprono processi di contaminazione culturale;
  2. tratta musulmana: si muove in uno spazio afro-mediterraneo e medio-orientale. È un tipo di tratta che perdura anche oltre quella atlantica (lungo

L'800 quest'ultima si esaurisce inseguito alle abolizioni imposte da alcune potenze europee), perché si protrae anche nel 900. Il commercio degli schiavi è uno dei fenomeni più tristi della storia, in quanto in tre secoli circa il 15% degli africani muore in mare (tasso di mortalità relativo perché molti morivano già in fase di cattura e di trasporto alle navi). Nasce il rapporto tra schiavista e schiavizzato: si tratta di un rapporto di tipo unicamente economico, quindi reclutamento e sfruttamento di manodopera – c'è un'assenza di razzismo ancora, che si svilupperà poi nel 900. Per tre secoli si mette in pratica uno scambio di mercato esclusivamente di manodopera. Già dagli inizi del 500, quando la tratta era ormai avviata, vengono emanate le leggi di Burgos (1513): emanate in Brasile, vogliono attenuare le condizioni di schiavitù degli indios, per un maggiore controllo delle popolazioni autoctone.

Per evitare rivolte e disordini. Da un lato, attenuano la condizione servile degli indios; dall'altra, aprono la strada alla tratta africana, perché c'è bisogno di sostituire gli indios nelle miniere di ferro con gli africani della costa occidentale.

Il cristianesimo ha avuto una sua funzione fondamentale di critica e di condanna della tratta degli schiavi: soprattutto a partire dal cristianesimo protestante unito alla cultura illuminista del 700, che centrava l'attenzione sulla figura umana comincia il movimento abolizionista - 1787: Thomas Clarkson fonda il comitato per l'abolizione della tratta dei neri.

Il movimento abolizionista imprime la sua spinta decisiva verso l'abolizione della tratta, ma ci sono anche ragioni economiche: Adam Smith scrive "il lavoro servile, per quanto sembri non costare nulla, è il più caro di tutti: l'uomo che non può acquistare nulla, è indotto a mangiare il più.

"Possibilee a lavorare il meno possibile" il mercato capitalista era ormai diffuso nelle potenze europee e con l'ingrandimento dei mercati, il lavoro servile non conviene più - il lavoro si trasforma in seguito all'industrializzazione, e nasce la figura dell'operaio salariato, non più degli schiavi. Il salario è ciò che motiva il lavoro. La rivoluzione industriale parte dall'Inghilterra nel 700 e si sposta in tutta Europa nell'800: trasforma la sensibilità culturale e denuncia la disumanità del traffico degli schiavi - inizia così una battaglia parlamentare. 1807: Wilberforce ottiene la maggioranza dei voti per l'abolizione della tratta. L'abolizione inglese è un evento importante perché sprona un movimento abolizionista in tutta Europa; gli inglesi creano un sistema di "crociere britanniche", cioè imbarcazioni a cui veniva promesso un compenso.

perl’intercettazione di cacciatori di schiavi attraverso questo sistema si incrina tutto il sistema del traffico schiavistico, inteso come grande commercio internazionale.

In Francia, l’abolizione del mercato schiavistico viene confermata tre volte:

  1. rivoluzione francese: rivoluzione giacobina, 1793;
  2. da Napoleone Bonaparte, 1802;
  3. abolizione definitiva con i moti del 1848.

La questione schiavista però riemerge negli Stati Uniti: nonostante venga abolita nel 1865 durante la guerra di successione, anche grazie ai trattati di Abraham Lincoln, rimane la questione raziale che giunge irrisolta fino ad oggi.

XIX secolo: si comincia ad avere una percezione del mondo molto più interconnessa, e si parla di “comunità di destino”. Lungo l’800, in Europa, si sviluppa l’alfabetizzazione e la comunicazione aumenta la circolazione di carta stampata nei quotidiani, e ciò è segno di una crescita culturale; concetto di opinione.

pubblica legata alla società di massa. L'interconnessione è favorita da: - rivoluzione dei trasporti: progresso tecnologico e tecnico nell'invenzione delle imbarcazioni a vapore, le strade ferrate ecc. I trasporti hanno una ricaduta molto forte sul piano economico (rendono più agili i mercati e gli scambi commerciali) e sul piano culturale (le culture di mondi molto lontani tra loro entrano in contatto e si contaminano a vicenda). - misurazione del tempo e dello spazio: viene applicata una misurazione più efficiente nel sistema commerciale (es. orologio da tasca e fusi orari); è un sistema che permette di regolare la vita e di unificare il mondo; il fattore clima diventa un fenomeno globale. - grandi esplorazioni della terra (1911), che partono dall'Africa e proseguono in altre aree del pianeta come il Polo nord e l'Antartide. - si sviluppa un "sentire" globale, cioè una medesima percezione da parte delle popolazioni.

Pur vivendo in aree completamente diverse e distanti tra loro, l'evoluzione delle comunicazioni è stata notevole.

Dettagli
A.A. 2020-2021
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nobody_scuola_1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Accademia di Belle Arti Mediterranea o del prof Borruso Paolo.