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Il grande sbarco degli albanesi del '91 in Italia

Lo sbarco degli albanesi del '91 in Italia creò un grande allarmismo che poi rientrò nella normalità. L'8 agosto nel Porto di Bari sbarcarono circa 18.000 persone a bordo del mercantile "Vlora", in fuga da un regime oppressivo. Tale evento portò l'Italia a lamentarsi della scarsa solidarietà dei partner europei sul tema dell'immigrazione.

Ma proprio su questo tema, facciamo riferimento al triennio della scoperta della migrazione, anni in cui gli italiani si accorgono che l'Italia è un paese di immigrazione. Cosa accade prima: gli italiani furono sempre emigranti, un po' ovunque, in Europa, Nord Africa, Americhe, Venezuela, e nel secondo dopoguerra per alcuni decenni l'emigrazione continuò nell'Europa centro settentrionale. Tra il '45 e il '70 l'Europa centro settentrionale attirò moltissimi immigrati che provenivano dall'Europa meridionale. Negli anni '70

All'inizio alcuni paesi fanno delle leggi per chiudere l'immigrazione, in particolare il Regno Unito e la Svizzera. E nel '73 anche la Germania occidentale fa una legge di questo tipo a causa della crisi petrolifera, e l'impressione era che il benessere fosse a rischio, e di fronte a una cosa del genere bisogna chiudere i ponti per evitare di dover poi spartire. Poiché la Germania fece questa legge, gli altri paesi la seguirono limitando l'immigrazione. Nel frattempo però era iniziata anche l'immigrazione africana. In Italia aumentano dunque gli immigrati, e quegli anni sono anni di migrazione positiva, cioè gli immigrati sono più degli emigranti. L'Italia nonostante sia un paese che invecchia, in quel periodo aveva un tasso buono di natalità. Tra il '51 ed il '71 gli italiani aumentano di 6.6 milioni nonostante i 2 milioni che andarono all'estero. Tra il '91 e 2011 la popolazione è cresciuta di 3 milioni e mezzo.

grazie a una buona percentuale di immigrati, infatti senza di loro la popolazione sarebbe crollata. I motivi per cui l'Italia diventa un paese di immigrazione furono anche il "boom economico" e la crisi, molte donne specialmente vennero in Italia dal Brasile, Africa, Capoverde, mentre prevalevano gli uomini provenienti dall'Africa e dalla Tunisia. Quindi questa prima immigrazione fu molto composita e gli italiani iniziano a non voler fare più lavori di un certo tipo lasciando spazio agli immigrati. Le donne immigrate iniziano a lavorare come colf e babysitter e gli uomini nei campi. Negli anni 70 aumenta il lavoro femminile. Ma di questa immigrazione non se ne parla, questo termine non era ancora contestualizzato. Gli immigrati venivano ancora chiamati "terzomondiani". In quel tempo non c'era nemmeno una legge per loro, la prima venne fatta nell'86 e si occupava solo di alcune questioni legate al lavoro ma quando viene pubblicata questa.

legge i giornali non ne parlano perché era un tema ancora nascosto. Questo tema viene fuori invece con l'uccisione di un ragazzo fuggito dall'Africa a causa delle persecuzioni e discriminazioni (segregazioni). Egli era diventato padre giovane ma uno dei suoi figli era stato ucciso durante una manifestazione a favore dei diritti degli africani. Prima di arrivare in Canada, arriva in Italia senza permesso di soggiorno e va a lavorare come bracciante agricolo; a Roma era ospite in un appartamento ma per lavorare non poteva avere un contratto. Durante una notte alcuni rapinatori andarono a rapinare i braccianti e lo uccisero con dei colpi di pistola. Ma questo non fu il primo episodio, erano già successe cose del genere rimaste nascoste, ma in questo caso la notizia fece scalpore perché fu una storia molto forte e impressionante. Fu un episodio di razzismo talmente grave che non se ne potette non parlare. Durante il suo funerale la Rai decise di trasmetterlo in diretta,

frontiere. Alla fine, dopo un acceso dibattito, il decreto Martelli venne approvato e divenne la nuova legge sull'immigrazione. Questo rappresentò un importante passo avanti nella tutela dei diritti degli immigrati.frontiere; il dibattito era "o l'Europa o il Mediterraneo". Nel 1990 l'Italia si considera un paese accogliente, ad esempio con la vicenda degli albanesi molto emblematica; l'Italia li andava a prendere con i traghetti per accoglierli e nel luglio 1990 il Ministro degli Esteri Tedesco intima alle autorità albanesi di far espatriare chiunque volesse farlo quasi in maniera minacciosa. In quel periodo ancora gli albanesi avevano l'impressione che l'Europa occidentale li volesse accogliere. Fino a quel momento il problema delle migrazioni era stato ribaltato, il problema era che gli Stati dell'Est non facevano espatriare i propri cittadini, alle volte anche uccidendoli durante i loro tentativi di andarsene. I paesi occidentali erano pronti ad accogliere gli immigrati perché dissidenti. Nel '91 a Marzo ci fu la grande epopea degli albanesi che scappano e l'Italia non chiuse le porte dando loro un permesso di soggiorno temporaneo per.motivi umanitari. CONSEGUENZE DELLA PAURA Ma la prima vera epopea ci fu nell'86. Ma quella polarizzazione del dibattito, nel corso di questi mesi vede il rafforzarsi delle posizioni di chiusura e il declinare delle posizioni di apertura dovute non solo a causa degli albanesi ma a causa della percezione italiana che pensava che gli albanesi fossero solo la punta di un iceberg e dunque ci si spaventa perché quello sarebbe stato solo l'inizio. In quel momento questo forte allarmismo immotivato, provocò una chiusura come d'altronde succede sempre, la sensazione di essere incrisi porta sempre alla chiusura. E così accadde nel '91 quando gli albanesi furono respinti con delle azioni alquanto infelici: vennero rinchiusi negli stadi, il cibo gli veniva fornito dagli elicotteri; la loro situazione divenne molto precaria. La giustificazione dell'Italia fu che l'Albania aveva abbandonato il sistema del partito unico. La legge Martelli non vienecambiata ma successivamente la chiusura ebbe ripercussioni sul discorso della cittadinanza italiana molto restrittiva per chiunque volesse il permesso venendo dall'estero. La prima conseguenza fu proprio questa. L'immigrazione in Italia con la legge Martelli subisce un cambiamento: essa prevede una sanatoria perché ci sono tante persone in condizione di irregolarità a causa della permanenza nel paese oltre il limite stabilito. Quando c'è un numero alto di immigrati con questo problema, si fa appunto una sanatoria per regolarizzarli anche perché l'alternativa è quella del rimpatrio e non può essere applicata a grandi numeri di persone. L'unica strada praticabile e praticata è solo quella della regolarizzazione. Questa regolarizzazione per alcuni anni fece sì che si chiudessero le quote per il lavoro perché ci sarebbe stata un'emersione di immigrati regolari dopo la sanatoria. L'immigrazione

La popolazione immigrata italiana crebbe sempre di più negli anni successivi. Oggi la percentuale degli immigrati in Italia è paragonabile a quella degli altri paesi europei. Questa percentuale è stata recuperata grazie a tanti ingressi irregolari e tante sanatorie, e soprattutto grazie alle tante frontiere, essendo l'Italia una penisola. C'è stato sicuramente un afflusso più alto, ma tutti quelli che sono arrivati sono ancora prevalentemente immigrati: noi abbiamo 5 milioni di immigrati che stanno in Italia da 20 anni, ma senza cittadinanza. Questa accelerazione dell'immigrazione è stato un fatto reale ma senza naturalizzazione. Nel nostro paese ancora quasi tutti rientrano nella statistica degli immigrati e non dei cittadini.

La politicizzazione dell'immigrazione invece è un tema che va affrontato anche in termini storici, ovvero come quest'ultima ha influito sui fenomeni dell'integrazione. Progressivamente dopo l'89...

L'immigrazione è diventata sempre più una questione politica, essa viene discussa nelle riunioni dei ministri degli esteri ed è determinante non solo per propaganda, ma proprio per politicizzazione, un vero e proprio fatto politico. Il nesso tra migrazioni e terrorismo non esiste, di per sé non c'è nessun collegamento, ma la politica si trova in difficoltà anche a causa della paura. Ci sono delle inchieste che dimostrano che gli italiani pensano che gli immigrati siano 20 milioni quando in realtà sono solo 5 milioni. La percezione è che ci siano 5 milioni di musulmani quando sono solo un milione. Queste sono percezioni dell'italiano medio che non conosce il fenomeno realistico. In questo modo è facile che la paura prenda il sopravvento. Il fenomeno migratorio si genera nel giro di mezzo secolo e si è inserito nella storia dell'Italia arricchendola, anche portando dei problemi, ma è sicuramente

un fenomeno di rivalità e conflitto tra cristiani e musulmani, che si manifesta anche attraverso la cultura e la gastronomia. Durante il periodo dell'Impero Ottomano, la Grecia era occupata dai turchi islamici. Questa situazione era vista come un'invadenza da parte dei Nazionalisti europei, che desideravano liberare la Grecia in quanto paese cristiano ortodosso. Nel 1683, l'Impero Ottomano subì una sconfitta da parte della Polonia, evento che segnò una crisi per l'impero. In seguito a questa vittoria europea, il popolo viennese celebrò la sconfitta dei musulmani inventando il "croissant", il cornetto che oggi mangiamo a colazione. Questo dolce, che ricorda la forma della mezzaluna, simbolo della Moschea, fu creato come una sorta di beffa verso i musulmani. Così, in Europa occidentale, si sviluppò un fenomeno di rivalità e conflitto culturale tra cristiani e musulmani, che si riflette anche nella gastronomia e nella simbologia dei cibi.la TURCOFOBIA, cioè l'odio per gli ottomani; il turco era una figura totalmente malefica, portatrice di morte, sofferenza, oscurità e paura. Infatti prima della loro sconfitta, la Grecia già organizzava rivolte contro i turchi, proprio perché necessitava di liberarsi da questa oppressione.
Dettagli
A.A. 2020-2021
11 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicole.rosica17 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Impagliazzo Marco.