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Estratto del documento

MASSA

Tra '800 e '900 ci fu un significativo aumento della popolazione urbana in

Europa e non solo, detto urbanizzazione. La prima a raggiungere 1

milione di abitanti fu Londra nei primi anni dell'800, seguita da Parigi nel

1850 e da New York nel 1857. Non si trattava più di fenomeni isolati da

ricondurre allo sviluppo di una data metropoli o un'area determinata, era

un processo di crescita che riguardava sempre più città in tutto il mondo.

Si può pensare che sia stato il processo di industrializzazione a

determinare quello di urbanizzazione, ma in realtà la correlazione era

indiretta perché a crescere spesso erano città che non erano sedi di

industrie. A contribuire alla crescita della popolazione urbana fu

l'aumento generale della popolazione, in particolare quella europea che

cresceva a ritmi elevatissimi. Anche le trasformazioni che avevano

interessato l'agricoltura in Europa favorirono il processo di

urbanizzazione, lo sviluppo di un mercato mondiale di prodotti alimentari

contribuì al superamento della dipendenza dei centri urbani dalle

campagne più vicine per ottenere i necessari approvvigionamenti. La crisi

agraria che colpì l'Europa tra gli anni '70 e '90 dell'800 con

l'impoverimento delle campagne, comportò lo spostamento delle persone

dalle campagne verso i centri urbani e quindi l'aumento del numero degli

abitanti delle città. I grandi porti costituivano snodi decisivi dei sistemi

delle città e furono tra i centri urbani che conobbero le più rapide e

ingenti crescite.

Le grandi città erano luoghi in cui si concentravano conoscenze,

informazioni, innovazioni, relazioni ed era proprio questa concentrazione

di risorse ad attrarre le persone che si spostavano nei centri urbani.

I ritmi della vita urbana negli ultimi decenni dell'800 subirono

un'accelerazione potente, si sviluppò la rete dei trasporti pubblici, fu

Londra la città in cui si costruì per la prima volta nel 1860 un sistema di

trasporto sotterraneo su binari, ossia la metropolitana. Velocità e mobilità

divenivano tratti dello stile di vita urbano che modificarono la struttura

urbanistica delle città. Vennero create una serie di reti e condotti di

fognature, reti elettriche e telegrafiche, tubature di acqua. Nuove

tipologie di edifici venivano erette con l'uso di ferro e acciaio che, insieme

all'invenzione dell'ascensore, diedero vita ai primi grattacieli. Il mercato

immobiliare e quello dell'edilizia a esso connesso divenivano tra i più

redditizi per gli investimenti e tra i più esposti alla speculazione. Le città

oltre che più luminose, diventavano sempre più pulite. Erano divenute i

centri in cui si elaboravano standard, visioni, modi di vita, nascevano

nuove forme di socialità come caffè, club, taverne. A diventare luoghi di

socialità furono anche i grandi magazzini, un nuovo spazio commerciale e

sociale basato sulla produzione seriale di massa. Nella società di massa il

consumatore era circondato da marche e loghi che erano supportati da

strategie promozionali pianificate ossia la pubblicità: cartelloni stradali,

manifesti, insegne, inserzioni sui giornali ecc...

Si aprivano anche nuove prospettive nei rapporti di genere e iniziava il

processo di emancipazione femminile.

Il profilo della città moderna era un modello occidentale che in molti suoi

aspetti fu adottato su scala mondiale, sebbene con numerosi adattamenti.

La vicenda di Chicago è emblematica della modernità urbana.

A seguito del processo di urbanizzazione, ci fu un processo di

suburbanizzazione ossia di spostamento degli abitanti dal centro della

città ai sobborghi che portò a una suddivisione sociale. La segregazione

sociale costituisce uno dei tratti della città moderna. Le classi medie si

spostavano dal centro verso i nuovi quartieri residenziali, mentre nei

centri si formavano quartieri di case degradate abitate da poveri e

marginali, come gli slums (bassifondi) della Londra ottocentesca. Le aree

di residenza delle città si differenziarono secondo rigidi criteri di

carattere sociale. Quartieri residenziali per borghesie ricche, classi medie

e operai, slums degradati per i gruppi più marginali.

Nell'800 si assistette al passaggio dalla comunità alla società, con una

trama sociale più dinamica e articolata.

Censimenti e statistiche divennero strumenti fondamentali nella gestione

del potere e per il governo della società.

Gli ambienti si distinguevano per classi (prima, seconda, terza) con costi,

spazi, arredi e servizi diversificati. Anche la società si strutturava secondo

il nuovo criterio della divisione in classi.

Marx aveva una visione dicotomica delle classi che divideva in borghesia

e proletariato.

L'aristocrazia, seppur ridimensionata, continuò a far parte delle élite

della società, per i contadini invece la questione dell'inserimento nelle

dinamiche di cambiamento fu più travagliata. La classe operaia non era

affatto un gruppo sociale omogeneo, anche se non mancavano tratti

comuni. Gli sviluppi dell'industrializzazione, richiesero una quota

maggiore di operai qualificati che diedero vita a una “aristocrazia

operaia”. La classe operaia, insomma, si presentava non come un mondo

uniforme, ma come un insieme segmentato per condizioni di lavoro, stili

di vita, bagagli culturali. Altrettanto, se non più segmentato, si

presentava il profilo della borghesia. I professionisti erano una figura

chiave nei processi di modernizzazione industriale e urbana. Aumentava

sempre di più il numero di medici, ingegneri, giuristi che impiegavano il

loro capitale culturale per fornire funzioni indispensabili all'economia e al

governo delle città.

La comunicazione pubblica cresceva con l'ampliamento delle funzioni

delle istituzioni pubbliche, quella giornalistica con lo sviluppo dei media,

quella commerciale grazie alla pubblicità. Alla borghesia apparteneva

anche un segmento formato dai commercianti al dettaglio e dai piccoli

imprenditori artigiani. Era una società complessa che aveva necessità

organizzative, per questo ci fu un grande aumento degli impiegati, che

vennero a costituire un altro segmento della borghesia. Alla

stratificazione sociale, se ne sovrapponeva una etnica provocata

dall'ingente flusso di immigrati che arrivavano nelle città in quei decenni.

Gli immigrati andavano a occupare il gradino più basso della scala

sociale, spesso andando a formare dei quartieri etnici. Non mancarono

conflitti di tipo etnico e xenofobo.

La questione sociale assumeva sempre più rilevanza. Gli operai in

fabbrica dovevano sottostare a ritmi massacranti, disciplina ferrea e orari

di lavoro fino a 15 ore giornaliere, senza avere nessuna certezza o

garanzia. Gli operai formavano un mondo separato, le famiglie operaie

vivevano in quartieri separati, dove si vennero a formare specifici modi di

socialità e una peculiare cultura. Per difendere i diritti degli operai

nacquero i sindacati. A Chicago nel 1884, una delle prime sigle sindacali

statunitensi, tenne un congresso dove venne stabilito il limite a 8 ore di

lavoro giornaliere. Marx e Engels, elaborarono un sistema di pensiero

fondato sul materialismo storico, che esaltava il ruolo della classe operaia

e proponeva la rivoluzione proletaria, necessariamente violenta, con

l'abbattimento del capitalismo che avrebbe liberato la classe operaia dallo

sfruttamento della borghesia e avrebbe condotto alla società comunista,

senza classi e senza Stato. Nel 1864 a Londra Marx fu uno dei fondatori

dell'Associazione internazionale dei lavoratori, conosciuta come Prima

Internazionale, al cui interno erano presenti diverse correnti del

movimento operaio e di quello democratico rivoluzionario. La Prima

Internazionale si sciolse nel 1872 dopo l'espulsione degli anarchici.

La nascita dei partiti socialisti, che adottavano l'ideologia Marxista, fu

inaugurata dalla nascita del Partito socialdemocratico tedesco nel 1875,

organizzatosi nel 1889 nell'Internazionale socialista, la Seconda

Internazionale.

All'interno dei partiti socialisti c'erano due diverse correnti: i riformisti,

che volevano che il partito realizzasse riforme nell'interesse della classe

operaia e i rivoluzionari che avevano come unico obiettivo la rivoluzione.

In breve tempo i partiti socialisti ebbero una propagazione mondiale.

L'avvento delle masse e la questione operaia rappresentarono una sfida

anche per le chiese cristiane che progressivamente presero coscienza

delle nuove condizioni di vita delle classi popolari. Nacquero diverse

associazioni cristiane. Nel 1864 Pio IX pubblicò il Sillabo, un documento

che indicava in 80 proposizioni le dottrine della cultura moderna

condannate dalla Chiesa. La dottrina del Sillabo fu confermata e

rafforzata dalla proclamazione nel 1870 durante il Concilio Vaticano I del

dogma dell'infallibilità del papa. Vennero elaborate nuove modalità di

attività e di presenza dei cattolici nel mondo moderno, alcune promosse

anche dai laici. Nasceva così il cattolicesimo sociale. Nel 1891 Leone XIII,

successore di Pio IX, pubblicò un'enciclica: la Rerum Novarum che fu il

manifesto del nuovo cattolicesimo sociale. La Rerum Novarum proponeva

una terza via cattolica tra liberalismo e socialismo: la proprietà privata

era dichiarata intangibile e si prendevano le distanze dalla lotta di classe,

mentre si invocava l'intervento dello Stato nella legislazione sociale per

favorire i gruppi più deboli.

Per regolare il funzionamento delle nuove città divenne fondamentale

l'intervento delle amministrazioni pubbliche che per compiere interventi

doveva stabilire leggi statali, delibere comunali, regolamenti approvati

dalle istituzioni. Le istituzioni pubbliche e lo Stato si “intromettevano”

nella vita privata delle persone, determinando in maniera diretta i modi e

la qualità della vita quotidiana di ognuno. Ma se aumentava l'influenza

della politica sulla vita dei cittadini, doveva aumentare anche la

partecipazione dei cittadini alla politica, così il suffragio universale

maschile, già approvato in GB e Francia, con un percorso più lungo e

travagliato si diffuse nel corso del '900 anche negli altri paesi.

Nacque un nuovo soggetto politico: il partito moderno e la politica

divenne anch'essa di massa, sfruttando gli strumenti della comunicazione

di massa, ovvero la propaganda.

CAPITOLO 7: L'EUROPA DEGLI IMPERI AL CENTRO DEL MONDO

A fine '800 l'Europa divenne il centro del mondo ed estese il suo dominio

diretto o indire

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
174 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marty1967 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Bellezza Simone.