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Estratto del documento

Capostipiti della prosa volgare furono Brunetto Latini e Bono Giamboni.

Verso la fine del Duecento, la letteratura italiana fu modificata da un nuovo

movimento poetico denominato da Dante come Dolce Stil Novo.

Al centro delle poesie di questa corrente vi è l’ amore, visto come unico sentimento

in grado di collegare l’ uomo a Dio grazie al cambiamento dell’ animo umano.

Nato a Bologna grazie a Guido Guinizzelli e sviluppatosi a Firenze, il Dolce Stil Novo

può essere considerato come il punto massimo di espressione culturale.

300

In questo preciso periodo storico, di passaggio tra l’ età medievale e l’umanesimo,

vi sono grandi cambiamenti sia politici che ecclesiastici che riportano gli scrittori allo

studio dell’ antichità classica.

Il trecento è considerato come il secolo per eccellenza della letteratura italiana.

Nel corso dei suoi anni, infatti, emergono le immense figure di Dante, Petrarca e

Boccaccio che vedono questa nuova espressione linguistica come unico modo per

creare un’ unione tra le varie zone geografiche – culturali.

A differenza di Dante e Boccaccio, il Petrarca (che con il “Canzoniere” supera i limiti

della lirica europea), padre spirituale dell’ Umanesimo, incarna in pieno la figura

dell’ intellettuale dell’ epoca.

Non solo ma diventerà anche un passaggio obbligatorio per chi si dedica allo studio

del linguaggio poetico visto come modello per analizzare il proprio io.

Dante, il più grande poeta italiano, radica i suoi scritti in una passione sia civile che

morale riuscendo ad elevare i canoni della scrittura e del pensiero medievale.

La sua opera di maggior rilievo, La Divina Commedia, segna uno tra i momenti

fondanti della letteratura italiana.

Egli, a differenza di molti altri scrittori, riesce ad unire gli stili del passato con quelli

appena nati, a sintetizzare, nei suoi scritti, le linee fondamentali della letteratura.

Le prima opere di Dante risentono molto dell’influenza del suo grande maestro

Brunetto Latini ma, grazie all’ amicizia stretta con Guido Cavalcanti, ben presto il suo

pensiero iniziò a maturare autonomamente.

Boccaccio, con le sue opere, crea un collegamento tra il Medioevo ed il

Rinascimento restando, per molto tempo, modello insuperabile.

Nei suoi scritti è stato capace di passare da frasi tagliate di netto, in cui vi era

solamente soggetto e verbo, a costrutti complicati ricchi di subordinate.

Nel corso del 300, oltre alle tre figure di spicco, troviamo in parallelo lo sviluppo di

differenti correnti:

 letteratura didattico – allegorica ricca di cronache di viaggi (tra tutti il più

importante resta “Il Milione” di Marco Polo), di personaggi o determinati

periodi, unendo dialetti popolari con parole ricercate.

 Letteratura religiosa che, pur non essendo ricca di scritti tramandati, è l’

esempio di altezza letteraria tipica delle figure dell’ epoca. Sviluppatasi nel

secolo precedente, nel Trecento riesce ad affinare ancor di più le sue

tematiche. 400

Il 400 è il secolo dei grandi cambiamenti storici (dalla morte di Lorenzo il Magnifico

alla scoperta dell’ America, dalla fine della Guerra dei Cento anni alla discesa di Carlo

VIII), degli illustri letterari e della nascita dell’ Umanesimo.

Gli autori di questo periodo vanno contro agli sviluppi appena fatti nei due secoli

precedenti, in particolar modo non accettano la lingua volgare.

Infatti, la maggior parte di loro riprenderà a scrivere in latino e a studiare il greco,

discostandosi di molto da Dante, Boccaccio e Petrarca.

È il periodo dell’ umanesimo, del momento di pausa dai forti cambiamenti del secolo

scorso, degli appassionati di filologia, di un affannoso ritorno alle origini e del rifiuto

delle novità.

Anche se l’ umanesimo si è diffuso in tutte le maggiori città italiane, il centro di tutto

resta Firenze e, in particolar modo, la figura di Lorenzo il Magnifico che, grazie al

mecenatismo, da la possibilità a molti artisti di esprimersi e valorizzare la scrittura

godendo di un’ ala protettrice particolare.

Il primo umanista può essere considerato Coluccio Salutati che, grazie ai suoi scritti,

riuscì a diffondere nuovi metodi i studi letterari.

Contemporaneamente si vide un grande sviluppo della storiografia (Lorenzo Valla,

Flavio Biondo e Leonardo Bruni), l’ epistolografia (molti umanisti erano al servizio

dei signori italiani e spesso ricoprivano cariche di segretari e cancellieri quindi

davano vita a una vasta produzione epistolare sia pubblica che privata. Poggio

Bracciolini, più importante figura di questo periodo, scrisse lettere piene di umanità

e sentimento) e il pensiero filosofico (è proprio in questo periodo che venne

scoperta l’ opera di Platone e “ripulita” la dottrina aristotelica. A Platone si rifà l’

Accademia Neoplatonica con figure di spicco quali Marsilio Ficino, Giannozzo

Manetti, Giovanni Pico della Mirandola e Cristoforo Landino).

Nella prima metà del secolo, insieme al latino, iniziarono di nuovo a essere scritti

testi in volgare alcuni di valore nettamente inferiore ai primi, altri, invece, di tono

alto.

Tra i primi troviamo la letteratura devozionale di cui esponenti di spicco sono San

Bernardino da Siena e Girolamo Savonarola.

È dalla seconda metà del Quattrocento che la lingua volgare torna ad essere più

utilizzata rispetto al latino.

Il merito più grande va sicuramente a Leon Battista Alberti che diede vita a una gara

pubblica di poesia a Firenze (Il Certame Coronario) per dimostrare quanto fosse

importante la lingua parlata.

Figure di spicco furono anche Cristoforo Landino (che commentò la Divina

Commedia), Francesco Filelfo (che commentò le rime del Petrarca) Angelo Poliziano

e Matteo Maria Boiardo (autore de l’ Orlando Innamorato).

500

Il Cinquecento è l’ anno dei grandi cambiamenti sia politici sia religiosi che,

inevitabilmente, influiscono sul pensiero degli autori.

Ogni avvenimento esterno influirà in maniera molto forte sul pensiero e le

successive opere degli artisti di questo periodo e, di conseguenza, vi saranno molti

scritti su Lutero e la sua riforma, sul Sacco di Roma, su Carlo V e su tutti gli altri

eventi principali.

E’ il secolo dei grandi pensatori, di Ariosto, Machiavelli, Bembo e Castiglione, del

Rinascimento.

Tra gli anni Venti e Trenta (pieno Rinascimento) il periodo umanistico lascia spazio

alla regolarizzazione delle forme e dei linguaggi, si consolida l’ idea di raffinatezza e

si elabora una nuova armonia espressivo – linguistica.

Tutto ciò genera la scelta del “volgare” al posto del latino: Ariosto scrive il poema in

toscano mentre Boiardo nel dialetto settentrionale.

Sempre di questo periodo è l’ opera massima di Bembo “Prose della volgar lingua”

in cui si identifica il toscano come lingua d’ eccellenza.

Dagli anni Cinquanta la letteratura italiana entra in crisi in quanto, a causa del

rallentamento degli scambi economici tra le differenti città, si ricomincia ad usare il

dialetto locale lasciando l’ utilizzo della nuova lingua solamente nelle corti.

Le problematiche esterne entrano nuovamente all’ interno delle opere di questo

periodo: uno tra tutti è l’ esempio palese nella “Gerusalemme Liberata” di Torquato

Tasso dove emerge chiaramente la decadenza storica e culturale e l’ impossibilità di

uscirne.

Una tra le figure più importanti della prima metà del Cinquecento è Ludovico

Ariosto. Grazie alle sue opere è riuscito ad assicurare la ripresa letteraria del

romanzo cavalleresco. Il suo “L’ Orlando Furioso” è la tipica espressione di questa

epoca ironica, potente e a tratti allegra.

Se lo scettro poetico spetta ad Ariosto, quello della prosa è per Niccolò Machiavelli

che, nel “Principe” descrive l’ uomo virtuoso ma prudente tipico del periodo in cui

vive.

Un posto d’ onore è occupato anche dal Guicciardini che rappresenta lo storiografo

cinquecentesco lucido e scettico. 600

Il Seicento, secolo del Barocco, è l’ epoca in cui al primo posto troviamo i concetti di

stupore, meraviglia, il gusto per lo stravagante e il rifiuto per il linguaggio ordinario.

È però anche il periodo della teoria copernicana e dello spazio infinito. Questo

epocale cambiamento provoca un nuovo senso di smarrimento, di precarietà, di crisi

dei valori classici di armonia.

Ecco perché il barocco si basa sulla sproporzione, sull’ illusionismo tecnico.

Tali aspetti vengono ripresi ed ingranditi soprattutto nella letteratura dove troviamo

autori importanti quali Giambattista Marino (che porta al limite estremo la figura del

letterato cortigiano), Alessandro Tassoni (che incarna la figura del letterato

dissacratore ed è considerato il padre del genere eroicomico), Gabriello Chiabrera

(valorizzato per la sensibilità metrica).

Una tra le figure di spicco di questo secolo è senza dubbio Torquato Tasso.

Le sue opere sono la fusione tra l’ antico e il moderno attraverso la visione cristiana

della Chiesa.

Questa ultima viene considerata sovrana in quanto, a differenza di Ariosto, Tasso

risente moltissimo della censura nata con la Controriforma.

Tra le opere di maggior successo citiamo “Aminta” e la “Gerusalemme Liberata”.

700

È il secolo delle trasformazioni, delle guerre di successione e del predominio politico

francese, degli austriaci nel nord Italia e dei Borboni nel sud.

È il periodo della rivoluzione industriale inglese e del conseguente potere economico

e sociale della borghesia.

È il periodo dei philosophes francesi e cioè degli intellettuali che mettono il

razionalismo alla base della conoscenza.

È il periodo dell’ Illuminismo grazie al quale la luce crea uno spazio nel buio dell’

ignoranza e della superstizione contrapponendo la ricerca intellettuale ai dogmi

religiosi, dell’ equilibrio ritrovato tra ricerca razionale, classicismo tradizionale e

reazione antibarocca.

È il secolo dell’ Arcadia, accademia letteraria nata a Roma nel 1690 per opera di

Giovanni Gravina e Giovanni Crescimbeni. Insieme ad altri illustri artisti

promuovevano la restaurazione della classicità. Si rifanno al Petrarca in particolar

modo e, successivamente, a Poliziano e Lorenzo il Magnifico.

Tra i grandi autori di questo periodo troviamo i preromantici Giuseppe Parini (figura

di spicco della rinascita letteraria, prende molte delle sue scene dalla vita reale,

rifiuta il petrarchismo ma innalza i valori della satira. La sua opera principale è “Il

Giorno”), Vittorio Alfieri (ispirat

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nony_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Caputo Lazzaro Raffaele.