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Il 1958 – uscita di I soliti ignoti – è una coincidenza sintomatica del legame
1) profondo che il genere intrattiene con i fatti del Paese. Non a caso la
commedia all’italiana di questo periodo è definita “commedia del boom”. E’
l’età d’oro del genere ed è anche la fase di maggiore sintonia con il pubblico.
Nella stagione 1959-1960 La grande guerra è il secondo film italiano
più visto, dopo La dolce vita.
Il 1964 è l’anno d’inizio della congiuntura economica e
2) di avvio della cosiddetta “commedia della
congiuntura”: il genere sembra perdere terreno nei
gusti del pubblico, dovendo confrontarsi con l’ascesa
degli spaghetti western di Sergio Leone.
Nei primi anni Settanta il contesto si
3) incupisce e la commedia all’italiana
imbocca la fase del declino, non solo
perché si registra una perdita di
contatto con il pubblico ma anche
perché le tematiche si muovono in
direzione diversa. Successo del
momento è Amici miei, epigrafe dolce
amara intorno a una vecchiaia che vuol
restare bambina.
Il potere di riscatto del comico si azzera del tutto in Un borghese piccolo
piccolo, oramai puro dramma.
Inoltre l’avvento delle televisioni private sottrae definitivamente il grande
pubblico popolare ai cinema (complice anche l’aumento del costo del biglietto
e il crollo del circuito delle sale di seconda e terza visione).
Si vanno affermando i nuovi comici e l’egocentrismo dei loro universi
discorsivi li distanzia nettamente dalla commedia all’italiana, prediligendo il
monologo al posto del dialogo.
Certo, in opere come C’eravamo tanto amati o La prima cosa bella si avverte
la lezione dei maestri della commedia all’italiana ma oramai sono i tempi ad
essere cambiati.
Il sorpasso
- (1962, di Dino Risi con Vittorio
Gassman e Jean-Louis Trintignant.)
La pellicola costituisce uno degli affreschi cinematografici più rappresentativi
dell'Italia del benessere e del miracolo economico di quegli anni.
L'interpretazione valse a Vittorio Gassman un Nastro d'argento e un David di
Donatello.
I protagonisti si allontanano brevissimamente dalla strada ma a essa fanno
sempre ritorno, ed è la strada, appunto, la rappresentazione scenica di
una nazione che si avvia velocemente alla fine di un sogno, quello del benessere
collettivo e generalizzato.
- Trama
Bruno Cortona (Vittorio Gassman)
gira sulla sua spider per Roma. Fermo a
una fontanella scorge un’ombra a una
finestra, Roberto Mariani (Jean-Louis
Trintignant), e ben presto si trova
dentro casa sua e gli chiede di fargli
compagnia. I due intraprendono così un
viaggio in auto, a velocità sostenuta e
raggiungono mete occasionali sempre
più distanti, verso il nord e verso il
mare, fanno visita ad alcuni parenti di
Roberto, alla figlia e all'ex-moglie di
Bruno, (con la quale tenta uno sfortunato riavvicinamento).
Il giovane Mariani è più volte sul punto di abbandonare Cortona, ma sia il caso,
sia una certa inconfessabile attrazione, mascherata da una certa arrendevolezza,
tiene unita l'assortita coppia di amici occasionali. Questo per Roberto significa
molto: un percorso di iniziazione alla vita.
Egli infatti si allontana dai miti e dai timori
adolescenziali e inizia la rilettura delle sue
relazioni familiari, dell'amore e dei rapporti
sociali, sino alla tragica conclusione durante
l'ennesimo sorpasso avventato nella curva di
Calafuria: l'auto si scontra con un camion e Mariani perde la vita.
- Il film
C’è chi è incerto e vorrebbe studiare,
magari anche sistemarsi con la ragazza
del palazzo di fronte, ma poi permette al
primo venuto, spacciatosi per un tombeur
de femme, di strapparlo ai libri.
Sia Bruno sia Roberto risultano psicologicamente completi e definiti,
soprattutto quest’ultimo, che dà vita a un ritratto molto intenso di un giovane
timido, perdente, ma maturo, attratto da schemi sociali di successo, ma allo
stesso tempo incardinato a precisi canoni di comportamento mutuati dal
proprio gruppo d'appartenenza, la piccola borghesia romana lavoratrice, che
con le proprie virtù familiari si contrappone sia all'alta borghesia rampante e
arrivista, sia al sottoproletariato urbano, ancora distante dai grandi processi
economici.
Il duello psicologico Bruno-Roberto, giocato sul filo dei 130 km/h, è uno schema
nuovo come lo è del tutto innovativo, rispetto alle altre pellicole di genere, il
ricorso all'io pensante del giovane Mariani, mediante il quale veniamo a
conoscenza della contraddizione tra pensiero e azione che il ragazzo vive a
contatto con Cortona, e soprattutto del percorso d'iniziazione erotica e sociale
che egli compie.
I personaggi protagonisti, così diversi ma in egual misura positivi e negativi, si
attraggono e si respingono tra loro, attraendo a loro volta gli spettatori verso
due poli distinti e contrapposti d'identificazione sociale.
Il sorpasso segna un'ulteriore
differenziazione rispetto ad altre pellicole
della commedia all'italiana. In questo
film il regista è più presente, e non si
limita alla sola partecipazione o rifinitura
del soggetto. La dinamica delle scene e il