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UN MONDO NUOVO, UN CRISTIANESIMO NUOVO IL DIVIETO DI RISCUOTERE UN INTERESSE
Economia e Religione Per una definizione di Usura
Le esplorazioni del ‘400 fanno sì che vi siano enormi mutamenti, sia sul piano economico sia su quello delle All’origine il termine latino usura non significava altro che l’uso di un bene, e per estensione i frutti
riflessioni. John Mair afferma che i nuovi impulsi provocati dalle scoperte geografiche devono costituire derivanti dall’uso. La parola non aveva alcuna connotazione morale, tuttavia essa viene nel tempo ad
uno stimolo per un rinnovamento anche nell’ambito teologico. L’arcivescovo di Firenze Antonino considera indicare quella forma specifica di usura che è l’usura lucrato ria, cioè il profitto che si trae dal prestito del
con molta attenzione le condizioni concrete della vita dei cristiani, compreso di coloro che si dedicano ad denaro e che veniva considerato illegittimo indipendentemente dalla sua quantità.
attività commerciali. Le riflessioni di questo tipo si trovano nelle idee francescane della ricchezza, che si Il denaro è considerato il vino, il frumento: è un oggetto che si consuma con l’uso, è un oggetto il cui uso
lega all’analisi dei contesti economici e sociali, giungendo a sostenere la necessità di connettere il lucro implica il consumo. Per questo si sosteneva che come questi beni, debba essere restituito esattamente
individuale con il pubblico bene, nel quadro di comportamenti virtuosi. Bernardino da Siena consolida nella stessa qualità e quantità. Inoltre si riteneva che all’atto del prestito la proprietà del denaro passasse
queste idee in difesa di una politica economica tipicamente cristiana. La tradizione ecclesiastica aveva dal mutuante al mutuatario, dal momento che proprietà e uso non possono essere distinti. La richiesta di
perpetuato il principio aristotelico della sterilità del denaro, ma lo sviluppo dei commerci e un’economia un interesse era considerata illecita perché il mutuante avrebbe preteso un guadagno su un bene che non
sempre più mercantile costrinsero all’evoluzione del pensiero. risultava più in suo possesso.
Il divieto si basava su:
Un cristianesimo nuovo: dilemmi della coscienza - Legge naturale= il divieto è presente nella legge naturale, questo è visibile negli autori pagani. Essi
Tommaso d’Aquino attribuiva grande importanza alle capacità creative dell’uomo. L’uomo è creato da Dio a era uomini che non avevano ricevuto la rivelazione cristiana, quindi il divieto è inscritto nella natura
propria immagine e somiglianza e da lui ha ricevuto il potere di “dare il nome” agli elementi della realtà. stessa dell’uomo
L’uomo è quindi dotato di ragione, intelligenza, volontà, amore, capacità creatrice. Tutte queste - Legge divina= se il divieto viene dalla parola di Dio, nessuno può revocarlo. Nell’Antico Testamento
caratteristiche confluiscono nel compito dell’uomo: avere un dominium sulla realtà stessa, tipica dell’uomo si parla dell’usura nel Deuteronomio, ossia la legge mosaica. Vero è che i passi sembrano limitare la
libero. Questo dominium ha come scopi la realizzazione personale, il rispetto della realtà e la finalizzazione condanna al solo prestito al povero: si pone dunque un problema di esegesi. Sempre nell’Antico
corretta dei propri atti. Testamento il prestito a interesse era consentito nei confronti di estranei, di appartenenti ad altri
popoli. Ai membri del popolo con il quale Dio ha stretto alleanza, proibisce di tenere un
La Seconda Scolastica riprende le tematiche tomiste inserendole nel nuovo contesto: sul piano religioso comportamento che sia estraneo alla logica dell’amore e del dono. Nel Nuovo Testamento vi sono
costituisce il tentativo di elaborare un sistema organico di pensiero cattolico per rispondere alla Riforma. due passi a proposito di ciò: la parabola dei talenti e la pericope di Luca, in cui leggiamo “Prestate
senza sperarne nulla”.
In quest’epoca frequente è la ricerca di una sintesi fra la tradizione medievale e le correnti umanistiche, - Legge ecclesiastica
come testimonia la devotio moderna. Essa propone ai cristiani una religiosità interiore, personale,
modellata sulla imitazione di Cristo. E’ proprio questa personalizzazione del fatto religioso che accomuna
protestanti e cattolici. Vi sono, negli uni e negli altri, la tensione morale, il senso del peccato e soprattutto
la coscienza del fatto che la religione è una questione che tocca direttamente la persona. Al centro vi è il L’obbligo della Restituzione
problema dell’agire umano e la necessità di dare risposte agli interrogativi della coscienza. Si moltiplicano i La restituzione era considerata una conditio sine qua non per ottenere l’assoluzione in confessione. Questo
trattati di teologia morale, nasce la casistica, che all’interno del mondo cattolico, è fortemente combattuta primo precetto è certo dettato dal fatto che sistematicamente la restituzione del capitale ottenuto in
da giansenisti e rigoristi. Vi sono norme morali chiare: è la loro applicazione a smuovere dei problemi. prestito veniva disattesa. L’elemento essenziale per affermare l’obbligo della restituzione deriva dal diritto
L’analisi dei casi di coscienza viene inserita all’interno di un’elaborazione sistematica della morale che ne romano perché era intesa come il ripristino di una situazione antecedente di proprietà e di possesso. Si
metta in luce i fondamenti. Nasce un genere letterario specifico nell’ambito morale: i trattati De iustitia et faceva riferimento alla giustizia commutativa, che impone il rispetto di impegni deliberatamente assunti.
iure, sulla giustizia e sul diritto, perché ormai lo sforzo tocca tutti gli aspetti della vita quotidiana. Innanzitutto non si può contravvenire alla norma morale che vieta l’usura. Se nel contatto figura un tasso
usuraio, colui che richiede il prestito è tenuto a restituire soltanto il capitale; il di più è frutto di una
coazione morale, e viene quindi meno l’aspetto necessario della libertà e della volontarietà. Vi era però un
caso in cui si riteneva si dovesse restituire di più: se, oltre a stipulare il contratto, aveva anche prestato
giuramento.
La mancata restituzione è comunque un peccato: all’interno del Decalogo vi è nel settimo comandamento il
divieto di commettere furti. Non restituire significa usurpare i beni che appartengono ad altri. La
problematica non è quindi solo religiosa, ma anche economica e sociale. Infatti il bene del singolo si lega a
quello dell’intera società, che non deve essere frantumata da conflitti. Se si contravviene all’obbligo della
restituzione, non solo si dilata la cupiditas del singolo, ma si incrina la correttezza dei rapporti tra individuo.
In età moderna teologi morali e autori di catechismi parlano molto dell’argomento della restituzione. Il all’apertura. John Mair insisteva sul vantaggio reciproco, come dato cui attribuire una grande importanza. Il
domenicano Antonino Valsecchi ricorda che in molti altri casi il pentimento è sufficiente, nel caso di un prestito era normalmente vantaggioso per entrambi i contraenti. Il commodum era da lui e da Lessio
furto invece bisogna rinunciare a ciò di cui ci si è ingiustamente impadroniti. Idelfonso da Bressanvido ritenuto elemento importante per la valutazione della legittimità di determinate forme contrattuali.
sostiene che far debiti e non volerli pagare è un volersi assolutamente dannarsi, è un peccato di
ingratitudine. Chi si macchia di questo peccato è accusato di malafede, di ingiustizia e di furto che “per
quanto sia distinto nel mondo, Dio, la Legge e il mondo stesso lo considerano come infame”. Il predicatore Quali titoli estrinseci di interesse?
ricorda che accampare scuse non serve dinnanzi a Dio, come il fatto che il prestatore può essere una
persona ricca: non si può separare il furto dal danno (anche se il furto è una categoria vastissima). Inoltre la La maggior parte dei moralisti riconosceva come leciti almeno alcuni titoli di indennizzo, quali il damnum
restituzione non può essere sostituita da opere buone: le opere spirituali non possono in alcun modo emergens, il lucrum cessans e il periculum sortis.
compensare il peccato commesso. Non è nemmeno accettabile il buon uso del denaro indebitamente - Con damnum emergens si indica il danno che il prestatore subisce come diretta conseguenza della
trattenuto. concessione del proprio denaro in prestito. Il consenso circa il damnum emergens ha una conferma
nell’indiretto riconoscimento concesso al titolo con la bolla Inter multiplices del 1515.
- Il lucrum cessans è un profitto che, a causa del prestito, viene a mancare al proprietario, che
Che fare dell’ingiusto guadagno? avrebbe ricavato un vantaggio da un diverso impiego del denaro.
La chiarezza nelle condizioni del contratto era considerata essenziale. Colui che richiedeva un
Papa Alessandro III scrive il canone Ex eo de usuris. In esso dice che un contratto, per essere accettabile, prestito poteva così valutarne la convenienza; ci favoriva indirettamente anche il prestatore, che
deve rispettare alcune fondamentali condizioni. Usi e consuetudini, anche quelli di lontani paesi, non correva rischi minori relativamente alla restituzione.
possono modificare la natura dei contratti e renderli legittimi. Le Scritture vietano di mentire persino se la
menzogna possa giovare a salvare una vita: in esse è condannata l’usura come crimine assolutamente Alfonso de Liguori attribuisce grande importanza all’aspetto della necessaria chiarezza. La sua
gravissimo. tendenza era quella di tutelare il mutuatario, attraverso la previa definizione delle condizioni
In qualche caso l’usura era considerato il male minore. È il caso di Martino Bonacina esamina numerosi accessorie del contratto. E’ infrequente che vengano ammesse eccezioni a questa norma.
problemi economici e sociali. Il Tractatus de restituzione et de contractibus può essere considerato un
tentativo di rispondere alle questioni poste dalle novità negli ambienti economici e finanziari. Lessio afferma che la riscossione di un interesse compensatorio per essere legittima deve essere
preannunciata, ma che vi possono essere eccezioni.
Bonacina prende in considerazione il caso della coazione al prestito. Se il possessore di capitale è in
I Titoli Estrinseci di Interesse qualche modo forzato a prestare, può richiedere un incremento nella restituzione.
La parola “titolo” è un termine del linguaggio giuridico. L’aggettivo “estrinseco” indica il fatto che tale titolo - Il periculum sortis è il rischio di capitale, ossia il rischio elevato di perdere il capitale. Non appare
giuridico non è inerente in modo intrinseco al mutuo. La Chiesa, come anche la legislazione civile, poneva c