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Le miniere indiane di diamanti si esaurirono nel 1700, ma furono scoperti intorno al 1720 nuovi filoni in

Brasile – le miniere brasiliane rifornivano copiosamente l'Europa di pietre a prezzo relativamente basso;

questo favorì una profusione senza precedenti di gioielli ornati da gemme. La maggior parte dei diamanti

veniva usata esaltandone la trasparenza, tuttavia era anche diffusa la pratica di incastonarli interponendo una

lamina metallica colorata, in modo da ottenere morbide sfumature pastello. Si indossavano gioielli a fiore su

corsetti o nei capelli ed erano spesso completati da uccellini o farfalle montati su fili o molle. Gli ornamenti

per capelli con diamanti, aigrette, erano costituiti da un grande gioiello collocato in modo asimmetrico, spesso

raffigurante un mazzo di fiori. Negli anni '60 le collane erano a girocollo, semplice filo di perle o una

ghirlanda ingemmata di nastri e fiori intrecciati, spesso con un pendente coordinato.

Le spille con diamanti erano spesso molto grandi e l'intera parte anteriore del corpetto veniva ricoperta dagli

ornamenti in voga. Le vesti erano spesso tempestate di pietre preziose, sotto forma di bottoni e ornamenti per

abiti, ed erano talvolta ornate con un bordo tempestato di diamanti. Si usavano anche piccole spille a forma di

fiore per fissare le sopragonne degli abiti di corte e anche per decorare le maniche. La moda dei motivi floreali

si ripresenta in miniatura nei giardinetti, anelli in voga alla metà del secolo, caratterizzati da minuscoli cesti di

fiori ottenuti con pietre preziose colorate e diamanti tagliati a rosetta. I primi elementi neoclassici compaiono

verso il 1770 e coesistono con i bouquet naturalistici e i nastri. Le ghirlande floreali sono ancora gradite, ma le

disposizioni diventano sempre più regolari e ordinate, tendenti alla raffinatezza. Le collane di diamanti a

festoni furono i gioielli preferiti negli anni '70-'80.

Verso la metà del '700 gli ornamenti maschili erano molto diffusi: la tabacchiera, la catena dell'orologio, gli

anelli. Tra gli ornamenti più versatili i bottoni di diamanti/pietre, su scala più vasta i distintivi ingemmati degli

ordini cavallereschi e delle società. I gentiluomini usavano fibbie per le scarpe e fermagli per fissare le alte

cravatte dietro al collo. È dell'800 la nuova tendenza all'austerità dell'abbigliamento maschile. Verso la fine del

'700 i sigilli montati sugli anelli vennero sostituiti da sigilli sospesi alla catena dell'orologio.

La lavorazione dei materiali non preziosi, come il vetro e l'acciaio, raggiunse livelli di maestria molto elevati,

tanto che i gioielli ottenuti con queste tecniche vennero adottati perfino a corte. Con un vetro particolare si

ottenevano pietre tagliate e lucidate tali da imitare i diamanti, che venivano poi incastonate individualmente in

montature d'argento chiuse. Nel 1670 Ravenscroft aveva sviluppato un tipo di vetro, flint, a base di ossido di

piombo, la cui durezza era tale da consentire la sfaccettatura; questo materiale venne poi migliorato da Strass,

che produsse la qualità più resistente. L'uso dei vetri speciali consentiva all'orafo di lavorare con molti meno

limiti, rispetto alla lavorazione dei diamanti veri. Con il vetro e l'uso di particolari materiali si imitarono anche

altre pietre. L'acciaio, lavorato a grano sfaccettato o a borchia, oppure perforato in modo da formare

decorazioni piatte e anelli decorativi per catene, veniva esportato dall'Inghilterra in tutta Europa. La maggior

parte dei gioielli viene realizzata con borchie sfaccettate disposte secondo vari motivi. Per converso, nei

gioielli realizzati con la marcasite si mantiene l'uso dei convenzionali castoni. In entrambi i casi i gioielli sono

adornati con altri materiali. L'acciaio è uno dei materiali di maggior rilievo nella “anglomania” (passione per

qualsiasi cosa fosse inglese). Le pietre semipreziose erano utilizzate in particolare per i gioielli destinati all'uso

diurno.

Nel corso del '700 il gioiello più importante indossato di giorno dalle donne è la chatelaine, un ornamento da

cintura, che probabilmente trae origine dall'abitudine di attaccare l'orologio e le chiavi alla cintura dell'abito.

Nella maggior parte dei casi il gioiello è costituito da una sezione centrale decorativa o più sezioni, che si

agganciano alla cintura e sostengono elementi tra cui un orologio, un sigillo e un étui. Le sezioni si prestavano

alla decorazione figurativa e gran parte reca infatti raffigurazioni tratte dalla mitologia classica. Verso la fine

del secolo la forma di base si modifica assumendo caratteri più delicati, e viene definita “macaroni” - si tratta

di varie catene smaltate di lunghezza uguale, ciascuna con un accessorio, appese su ciascun lato alla cintura.

Le fibbie gioiello per le scarpe erano molto diffuse, sia per gli uomini che per le donne; inizialmente erano

piccole e decorate in modo semplice, ma ben presto vennero ornate con una varietà di materiali.

I cammei e gli intagli sono elementi tra i più importanti dello stile neoclassico. Gli artigiani e i fabbricanti

britannici producono alternative economiche, come per esempio i medaglioni di smalto di Bilston oppure le

imitazioni dei cammei in ceramica e vetro. Intorno agli anni '70 Wedgwood comincia a produrre le sue tipiche

lastrine i materiale che imita il diaspro per l'uso in oreficeria; verranno molto apprezzate e ben presto copiate

in porcellana dura dalle fabbriche di Sèvres in Francia e di Meissen in Germania.

Nella GB del '700 gli anelli da lutto sono di tipo standard, il più comune è una fascia discreta, con 4/5 volute,

decorata con smalto nero per i coniugati e smalto bianco negli altri casi, recante l'iscrizione in lettere d'oro del

nome, età e data della morte. Dagli anni '60 fino alla fine del secolo si diffondono composizioni in miniatura

raffiguranti urne, pilastri cadenti, salici piangenti, fanciulle in lacrime, etc il tutto dipinto color seppia

sull'avorio. Gli anelli sono particolari, con lunghi castoni ovali o rettangolari che coprono la maggior parte del

dito. Anelli e medaglioni con scene dipinte sull'avorio venivano anche donati come pegni d'amore e in questo

caso recavano simboli come cupidi, colombe e cuori infiammati su un altare, ciocche di capelli intrecciate

venivano racchiuse in piccole teche di cristallo, spesso incorniciate con mezze perle, granati o smalto. I

medaglioni con ritratto sono sempre molto apprezzati per i fermagli dei braccialetti, nei pendenti e negli anelli.

I gioielli legati a rapporti sentimentali vengono indossati sia da uomini che da donne. L'anello rimane il più

comune tra i gioielli di carattere sentimentale e reca messaggi sotto varie forme. Gli anelli gemelli sono ancora

diffusi; tra gli anelli matrimoniali troviamo i cerchi con diamanti, i semicerchi e i pavé di pietre disposte a

forma di due cuori incoronati.

Impero, storicismo ed eclettismo.

In Francia la produzione e l'uso dei gioielli subiscono una drammatica interruzione a causa della Rivoluzione

del 1789, dopo la quale riemergeranno con le splendide creazioni neoclassiche del primo Impero. Allo scoppio

della Rivoluzione la considerazione per i gioielli era capovolta: possederne indicava l'appartenenza all'

aristocrazia e, durante il periodo del Terrore, anche un paio di fibbie per scarpe molto elaborato era un motivo

sufficiente per condannare il proprietario alla ghigliottina. A Parigi gli unici ornamenti accettabili erano rozzi

pezzi commemorativi, alcuni realizzati con frammenti di pietra della Bastiglia; i più diffusi erano semplici

anelli di ferro, recanti iscrizioni patriottiche o il busto di eroi.

Nel 1798 la Francia introdusse il marchio obbligatorio di identificazione dei metalli preziosi, istituendo 3

livelli standard di purezza dell'oro e l'obbligo di contrassegnare tutti i pezzi con il marchio del fabbricante,

costituito dalle iniziali del produttore o del committente e dal simbolo in un punzone romboidale. La penuria

di denaro e materiali favorì la produzione di gioielli leggeri e delicati. Andavano di moda: i sautoir (lunghe

collane decorate) e i poissarde (lunghi orecchini a pendente). Con la proclamazione dell'Impero, nel 1804,

riemersero le attività connesse agli articoli di lusso e in particolare l'arte orafa. Napoleone e Giuseppina fecero

rimontare in stile neoclassico i gioielli di stato sopravvissuti, e reintrodussero l'uso di indossare sontuosi

ornamenti a corte. L'evoluzione dell'abbigliamento, con il passaggio dai rigidi broccati operati ai sottili tessuti

in tinta unita e dalle linee morbide, richiedeva ornamenti dalle linee sobrie ed eleganti e forniva uno sfondo

ideale alle pietre colorate. Molto diffuse erano le parure che comprendevano: collana, coppia di braccialetti,

orecchini a pendente, fibbia per la cintura e fino a 4 ornamenti per i capelli; le parure potevano essere decorate

interamente con diamanti, ma più spesso erano realizzate con grandi pietre preziose.

Il Brasile continuava ad essere la principale fonte di diamanti e Amsterdam il principale centro di taglio (che

era preferito a brillante). I diamanti venivano incastonati nell'argento, spesso con un rivestimento d'oro a

contatto della pelle, mentre le pietre colorate erano incastonate nell'oro. Dagli anni '90 c.a cominciarono a

comparire le montature a vista con castoni aperti, per aumentare lo splendore delle gemme. Per le pietre incise

si utilizzavano montature più semplici, lucidate, mentre per le pietre opache e quelle in vetro montate su

lamine si utilizzava ancora il vecchio castone chiuso. Nel 1782 Lavoisier scoprì come fondere il platino.

Nel 1804, per decorare la corona, Napoleone scelse i cammei e l'anno successivo istituì una scuola francese di

incisione su gemme. I cammei si indossavano su cinture, collane, braccialetti e tiare; nella maggior parte dei

casi si usavano conchiglie. Entrambe le imperatrici napoleoniche possedevano parure realizzate con

micromosaici italiani – la realizzazione di questi oggetti era molto laboriosa; tra i soggetti preferiti: le rovine

dell'antica Roma, fiori, animali. Allo stesso periodo risale la moda del mosaico fiorentino.

Il ferro di Berlino diventa il materiale più originale utilizzato nell'arte orafa tedesca all'inizio dell'800.intricate

lavorazioni a volute, foglie, medaglioni venivano colati nella sabbia finissima, saldati e poi laccati di nero. La

complessità degli stampi e l'elevata qualità dei disegni motivavano l'alto costo dei monili. L'impiego del ferro

fu apprezzato in particolare per i pezzi di carattere patriottico e commemorativo durante la guerra prussiana di

liberazione. Le signore venivano invitate a donare i propri ornamenti in oro per sostenere la guerra e

ricevevano in cambio monili di ferro. Anche le donne britanniche indossavano nelle occasioni adatte splendide

parure ornate da diama

Dettagli
A.A. 2014-2015
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.serani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Liscia Dora.