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VERSO IL SECOLO DEI LUMI.
Storia – Il '700 è per l'Europa un periodo di grandi sconvolgimenti politici e di continue devastazioni. Tre
diverse guerre di successione insanguinano l'intero continente: 1) la guerra di successione spagnola,
combattuta tra Filippo V di Borbone (Spagna) appoggiato dalla Francia vs la Grande Alleanza (Inghilterra,
Olanda, Portogallo, impero asburgico e Prussia). 2) la guerra di successione polacca, combattuta tra la Russia
e l'impero asburgico vs Francia e Spagna. 3) la guerra di successione austriaca, combattuta tra l'erede al trono
Maria Teresa d'Asburgo vs Francia, Spagna e Prussia. Il quadro che ne risulta p di grande disorientamento e di
laceranti tensioni. La conseguenza è che intorno alla metà del '700 il panorama politico europeo appare
profondamente mutato rispetto a quello 600esco.
In seguito alla sconfitta della Grande Alleanza, i Borboni di Spagna giungono a governare direttamente il
Regno di Napoli e quello di Sicilia e, indirettamente, i Ducati di Parma e Piacenza. Grazie al prevalere
dell'impero asburgico di Maria Teresa, in gran parte dell'Italia settentrionale all'influenza franco-spagnola
subentra quella austriaca, mentre il Granducato di Toscana passa alla famiglia dei Lorena. Il Piemonte
accresce la sua importanza territoriale e, in conseguenza dell'annessione della Sardegna, ai principi di Savoia
spetta il titolo di re.
I caratteri del '700 – Nei primi decenni del '700 il gusto predominante è ancora quello barocco, ma il rapido
affermarsi delle teorie illuministe finisce in breve per scontrarsi con le esigenze di un'arte che tendeva a
privilegiare l'effetto scenografico e l'invenzione fantastica. Da un lato assistiamo al perdurare dell'arte barocca,
che finisce per diventare ripetitiva; quest'ultima fase prende il nome di Rococò. Al di là della preziosità dei
materiali e della raffinatezza tecnica delle realizzazioni, il Rococò diviene spesso espressione della vuotezza e
della falsità di certa vita di corte, che persegue esclusivamente il proprio ideale di grazia e di ricercatezza.
Dall'altro lato, invece, inizia a diffondersi anche una forte reazione alle stravaganze dell'ultimo Barocco, al
quale si sente il bisogno di imporre dei correttivi di tipo classicheggiante. Ciò darà origine al Neoclassicismo,
consistente nello studio e nella riproposizione delle forme e dei valori propri dell'arte classica. Con il ritorno
alla razionalità e all'equilibrio l'Illuminismo trionferà anche in campo artistico.
Artisti:
(la fine di un'epoca)
− Filippo Juvara (1678-1736)
− Luigi Vanvitelli (1700-1773)
− Giambattista Piazzetta (1683-1754)
− Giambattista Tiepolo (1696-1770)
− Pietro Longhi (1702-1785)
Il vedutismo – Con la definizione di “vedutismo” si è soliti indicare un particolare genere pittorico nel uale si
rappresentano vedute prospettiche di paesaggi o di città. In questo periodo la cultura illuminista ha dato nuovo
impulso allo studio della geometria e dell'ottica, il che ha consentito evidenti progressi anche nel campo della
prospettiva e delle sue applicazioni. Il vedutismo settecentesco concentra la propria attenzione su soggetti
architettonici cittadini nei quali potevano essere messe in evidenza tecniche rappresentative tendenti a una
restituzione sempre più scientificamente vicina al vero.
Nel '700 si diffonde la camera ottica; antenata della macchina fotografica, tramite un sistema di lenti mobili
proietta al proprio interno l'immagine capovolta del soggetto sul quale viene puntata. Solo che al posto della
moderna pellicola vi è o una lastra di vetro smerigliato o il foglio da disegno sul quale ricalcare l''immagine
riflessa. A questo punto non è difficile capire come l'adozione generalizzata di questo strumento abbia mutato
il modo di dipingere del '700. La perfezione della rappresentazione e la relativa semplicità del procedimento
per ottenerla hanno fatto sì che l'attenzione degli artisti si concentrasse sempre di più su ciò che era stato
tralasciato. Case, strade, chiese, piazze, etc diventano esse stesse protagoniste autonome. Affinché ciò avvenga
si privilegiano visioni prospettiche il più aderenti possibile alla realtà.
Il vedutismo diventano uno dei generi più richiesti, specialmente a Venezia (uno dei centri più frequentati
dalla mondanità intellettuale di tutta Europa).
Artisti:
− Antonio Canaletto (1697-1768)
− Francesco Guardi (1712-1793) ARTISTI
− Filippo Brunelleschi (1377-1446) – Con lui nasce una nuova figura di architetto, non più un
sovrintendente ai lavori, ma un intellettuale che concepisce il progetto della struttura generale e dei
particolari dell'edificio. Studia l'arte e l'architettura degli antichi. Tra i primi a elaborare e usare regole
e relazioni numeriche in architettura e nella rappresentazione figurativa. L'architettura brunelleschiana
si svolge sempre alla luce di ricerca e sperimentazione. Le forme architettoniche sono dimensionate in
modo che chiunque possa trovarsi a proprio agio – questo perché utilizza forme geometriche semplici.
Le proporzioni determinano i rapporti fra le varie componenti dell'organismo edilizio. Al quadrato
affida la capacità di resistenza dei suoi edifici. Ripresa della sintassi classica basata sull'ordine
architettonico e sull'arco a tutto sesto. Usa il modulo per scandire meglio lo spazio.
− Lorenzo Ghiberti (1378-1455) – Temperata modernità e pulita finitezza. Lavorando per le maggiori
istituzioni pubbliche fu coinvolto nei più importanti programmi fiorentini. Coniuga il ritmo decorativo
con il realismo dei dettagli. Equilibrio compositivo e perizia tecnica.
− Jacopo della Quercia (1371-1438) – Sintesi tra Gotico Internazionale e classico originale, con tentativi
di rappresentazione naturalistica. Ritmi lineari e decorativi. Solida plasticità dei nudi.
− Donatello (1386-1466) – Grande innovatore e scultore. Con lui la scultura giunge a risultati irripetibili
non solo perché è stato il primo a sapersi riallacciare alla tradizione scultorea greco-romana, ma anche
perché per primo ha saputo superarla, infondendo ai suoi personaggi un'umanità e un'introspezione
psicologica che rimarranno uniche nella storia dell'arte. Sperimenta tutte le possibili tecniche e tutti i
possibili materiali. Dà alle sue opere un'impronta sempre riconoscibile e personale.
− Beato Angelico (1395-1455) – Funzione di mediatore tra tradizione e innovazione. Pittura casta,
specchio della sua vita pia. Mantenne il contatto con l'iconografia del '300 per essere immediatamente
comprensibile, ma con il nuovo sistema di costruzione dello spazio.
− Masaccio (1401-1428) – Spartiacque tra fasi storiche differenti. A dispetto della sua breve esistenza la
produzione pittorica è assai ricca e spazia dalla tempera su tavola all'affresco. Raffigura l'uomo come
individuo reale, dotato di sentimenti e di un corpo solido, inserito prospetticamente in uno spazio
misurabile. La sua prospettiva unifica sia lo spazio che il tempo, in una visione unitaria della realtà. Per
primo ha cercato di trasporre in pittura gli ideali laici, classici e razionali di Brunelleschi.
− Luca della Robbia (1400-1481) – Capostipite di una famiglia di raffinati artigiani. Contribuisce alla
diffusione dello stile rinascimentale – la nuova tendenza artistica introduce i concetti di prospettiva e
verosimiglianza. Si dedica alla realizzazione di bassorilievi in terracotta invetriata. Utilizza in
particolare due colori: il blu (per lo sfondo) e il bianco (per le figure). Linguaggio chiaro e accessibile.
− Michelozzo di Bartolomeo (1396-1472) – Architetto; il suo riferimento fu Brunelleschi nel lessico
classico. Trova un compromesso tra vecchio e nuovo.
− Leon Battista Alberti (1401-1472) – Con lui ha inizio il processo di trasformazione dell'artista in
cortigiano e tecnico dell'immagine al servizio del principe. Costante ricerca di regole teoriche e
pratiche. Spetta a lui il merito di aver dato una sistemazione teorica a scoperte, innovazioni e ideali del
'400. Colto umanista, per lui l'antichità era fonte di insegnamento. Autore di: 1) De pictura – espone i
principi della prospettiva e definisce il disegno semplice linea di contorno; ritiene che scopo della
pittura sia, oltre che l'imitazione della natura, la ricerca della bellezza intesa come ciò che dà piacere
all'occhio. 2) De statua – descrizione del finitorium (strumento utile per rilevare i punti caratteristici di
una statua al fine di eseguirne una copia). 3) De re aedificatoria – trattazione completa dell'arte di
edificare; ritiene che la colonna debba essere sovrastata dalla trabeazione, e che l'arco debba essere
costruito al di sopra di pilastri.
− Paolo Uccello (1397-1475) – La sua ricerca, tesa a sperimentare le estreme conseguenze delle
costruzioni prospettiche, lo coinvolge fino ad estraniarlo dalla realtà. Sembra voler abolire il rigido
punto di vista unico per giustapporre più fuochi visivi – prospettiva non in funzione realistica, ma
adeguata a fini diversi. Utilizza colori innaturali.
− Filippo Lippi (1406-1469) – Trae elementi utili da diversi modi stilistici. Trasfigura le scene sacre in
spettacoli di lirico sentimento umano.
− Domenico Veneziano (1410-1461) – Si dice che per primo portò a Firenze la tecnica della pittura ad
olio, inventata nelle Fiandre. Conobbe la pittura fiamminga e coltivò il gusto x il dettaglio naturalistico
e per l'ostentazione del lusso esteriore.
− Andrea del Castagno (1421-1457) – Espressionismo esasperato. Conduzione pittorica lineare, nervosa
e tormentata. Usa in modo ambiguo la spazialità prospettica.
− Benozzo Gozzoli (1421-1497) – Recupera il fasto esteriore pre-masaccesco. Prende da Beato Angelico
il gusto per il colore brillante e la resa paesaggistica. Dimostra una grande felicità inventiva e un gusto
raffinato per il particolare decorativo.
− Piero della Francesca (1415-1492) – Il suo disegno si caratterizza per il tocco leggerissimo e sapiente
e per l'estrema sottigliezza del segno. Propose immagini fondate sull'essenzialità monumentale, calcolo
di rapporti metrici e accordi coloristici. Prende da Masaccio la maestosa plasticità, evidenziata dal
colore e dalla luce. L'immagine doveva essere il dominio razionale degli elementi figurativi. Gusto per
il dettaglio realistico e indagine delle profondità paesaggistiche riprese dalla pittura fiamminga.
Narrazione subordinata al ritmo geometrico.
− Antonio del Pollai