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Questa tecnica non doveva preoccuparsi degli insegnamenti

dell'accademia, in quanto il pittore doveva sentirsi libero di rendere in

qualsiasi modo il carattere essenziale delle cose. Una volta individuato il

soggetto, l'artista riteneva che non si dovesse definirne i bordi, poiché il

disegno sarebbe scaturito dalle macchie. Egli affermava infatti che in una

massa il più difficile non è precisare il contorno, ma rendere invece quello

che c'è dentro. La scelta di non definire i contorni degli oggetti era legata

anche ad una nuova sensibilità percettiva, che si andava diffondendo con

lo sviluppo della fotografia, composta di piani continui e sfumati, in cui la

linea che delimita gli oggetti non compare e il disegno non c’é. Ma il

pittore non doveva poi concentrarsi solo sull'oggetto prescelto, bensì

doveva guardare l'ambiente in cui era inserito e dipingere tutto

simultaneamente, lavorando a piccoli tocchi e cercando di fissare le

percezioni con immediatezza. Analizziamo adesso alcune delle sue opere.

Strada a Louveciennes

http://www.frammentiarte.it/dall%27Impressionismo/Pissarro

%20opere/16%20Pissarro-la%20strada%20di%20Louveciennes.jpg

rappresenta una strada cittadina percorsa da due piccole figure, ma la

visione di un soggetto così semplice e resa poetica grazie alla particolare

luminosità, data dal colore del cielo e dalla profondità dell'orizzonte,

dando all'opera un immediato senso di realtà

via di gisors a pontoise, effetto di neve

http://www.copia-di-

arte.com/kunst/camille_pissarro_59/road_gisors_pontoise_snow_eff_hi.jp

g

gli effetti più fugaci ed eterei della natura, stimolano la curiosità di

Pissarro. In questa ed in altre sue opere realizzate dopo il suo ritorno in

Francia, l’artista continua lo studio sulla resa delle ombre, che il paesaggio

innevato gli permette di svolgere in condizioni di illuminazione diretta.

Secondo le regole accademiche, le ombre sulle neve avrebbero dovuto

essere dipinte in un tono nerastro, ma Pissarro, come i colleghi

impressionisti che affrontano lo stesso tema, usa lo stesso colore

dell’oggetto da cui proviene l’ombra, accordandolo con la luminosità

diffusa dall’ambiente. In questi paesaggi quieti e silenziosi, Pissarro non

manca mai di disegnare una o poche piccole figure che inseriscono nel

ritmo della natura la vita dell’uomo.

Parigi, Pont Royal e Pavillon de Flore

http://uploads5.wikiart.org/images/camille-pissarro/the-pont-royal-and-

the-pavillon-de-flore-1903.jpg!Blog.jpg

Dipinta nell’anno della sua morte, quest’opera è uno dei capolavori di

Pissarro, che è fino all’ultimo alla ricerca dell’armonia naturale e la scorge

nelle piccole cose, negli angoli intimi e silenziosi immersi nella luce. Dopo

la morte del figlio Felix nel 1897 a solo 23 anni, il pittore di dedica ancor

più intensamente al suo lavoro; si reca a Parigi e scopre il fascino di una

città che ama dipingere in ogni momento della giornata, prediligendo in

generale le ore di luce tenue, spesso velata dalla nebbia o da un cielo

grigio e piovigginoso. Le piccole figure umane che animano le sue vedute

rendono il senso di una vita dinamica e laboriosa che lo affascina.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sissi1981 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Guttilla Mariny.