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La rinascita artistica a Firenze
Firenze fu il centro di questa rinascita, grazie ad un gruppo di artisti. A capo di questo gruppo vi fu Filippo Brunelleschi che riuscì a costruire la cupola del duomo di Firenze grazie ad innovative tecniche da lui congegnate. Mirava alla creazione di una nuova maniera di architettura nella quale le forme classiche, liberamente usate, contribuissero a creare nuove espressioni di armonia e bellezza. Creò una nuova era dell'architettura.
Anche nella cappella Pazzi si notò un mirabile utilizzo degli stili classici (sia all'interno che all'esterno) in piena contrapposizione al gotico.
Brunelleschi fece anche un'altra fondamentale scoperta: la prospettiva. Una delle prime opere create utilizzando questa tecnica fu fatta da Masaccio, opera forse può essere meno piacevole all'occhio di quelle precedenti ma essa è più sincera e commovente.
Il più importante scultore nella cerchia di Brunelleschi fu Donatello. Donatello ruppe completamente con il...
gotico: le sue statue sono ben piantate nel reale chiaramente delineate e solide come roccia grazie a una vigorosa osservazione della natura. I maestri fiorentini del primo400 non volevano solamente copiare i predecessori, ma volevano creare qualcosa di nuovo e così iniziarono a chiamare in bottega modelli da mettere nelle pose desiderate per poterli scolpire al meglio. Donatello godette di molto fama ancora vivo e nell'opera il Festino di Erode inserisce elementi completamente nuovi: non più narrazioni chiare e aggraziate tipiche del gotico ma uno stile narrativo che non ricorreva ad uno stile nitido. Figure sono dure e angolose nei loro movimenti. La nuova arte della prospettiva accresceva ancora di più l'illusione della realtà. Claus Sluter. Anche uno scultore d'oltralpe lottava per un'arte più realistica e diretta: La sua opera più famosa è il gruppo dei profeti con grande verosimiglianza. Jan Van Eyck. La conquistadefinitiva della realtà nel nord fu conquistata da un pittore la cui principale opera è il grande polittico che si trova a Gand. In questa opera la abilità di rappresentare secondo realtà si vede principalmente nelle figure di Adamo ed Eva che molto probabilmente riprendono le sembianze di modelli reali. Nella sua opera non si rompe definitivamente con il gotico internazionale, ma vi è una novità legata principalmente allo studio accurato dei particolari e delle proporzioni che indicano un profondo studio del vero.
Mentre gli artisti italiani raggiungevano la verosimiglianza attraverso l'applicazione di leggi scientifiche, Van Eyck in maniera diversa la raggiungeva sommando pazientemente un particolare all'altro fino a rendere l'opera come se fosse il riflesso di uno specchio. Van Eyck inventò anche la pittura ad olio che gli permise di dipingere in maniera più lenta e con più precisione.
Nei ritratti egli ottenne
I risultati più importanti come nel dipinto dei coniugi Arnolfini. Artisti di quest'epoca sfidarono le convenzioni del passato per ricercare la verità e molto probabilmente scandalizzarono i loro contemporanei. Per esempio rappresentò il Cristo che cammina sulle acque prendendo come ambientazione un lago familiare, quello di Ginevra.
13) TRADIZIONE E RINNOVAMENTO (I) (il tardo 400 in Italia)
L'arte poteva rispecchiare un frammento del mondo reale. Fino alla fine del 400 arte si era sviluppata in Europa in maniera analoga. Ciò vale anche per la cultura e la politica.
Ma appena le città crebbero d'importanza gli artisti si organizzarono in corporazioni che influenzavano pesantemente il governo delle città. Crearono scuole per tramandare l'arte ai giovani attraverso tirocini lunghi e completi.
Non sempre fu facile combinare le nuove scoperte dell'arte con il volere dei mecenati: i nuovi metodi contrastavano con le
Ordinazioni tradizionali. Brunelleschi aveva avuto l'idea di reintrodurre le forme degli edifici classici e molti suoi seguaci cercarono di seguirlo come Leon Battista Alberti. Il problema fu trovare un compromesso tra queste volontà e le nuove esigenze delle case. Alberti escogitò una soluzione, decorando con forme classiche una facciata di un palazzo che di classico non aveva nulla (lo decorò ispirandosi al Colosseo). Il più grande fra i maestri fiorentini che riuscirono a conciliare le nuove conquiste con la tradizione antica fu uno scultore della generazione di Donatello, Lorenzo Ghilberti: nelle sue opere dispone con cura le pieghe di un drappeggio, come le opere degli orafi dei 300, ma al tempo stesso la figura è vigorosa e concreta come quelle di Donatello. Anche Beato Angelico era rimasto fedele ad alcune concezioni del gotico: per lui la prospettiva non è più un problema e punta molto sulla bellezza e la semplicità rinunciando a ogni
ostentazione di modernità. Le difficoltà che presentano queste opere si possono vedere nella scena di battaglia di Paolo Uccello. Le figure sono un po' legnose e nel complesso risulta troppo vivace per essere una scena di guerra. Si possono comunque notare ovunque elementi riguardanti l'interesse di Uccello per la prospettiva: moltissimi elementi sono posti in direzione del punto centrale di fuga. Artisti più modesti come Benozzo Gozzoli, inserivano con disinvoltura nei loro quadri le nuove scoperte, mostrando che potevano rendere interessante anche le scene di vita contemporanea. Andrea Mantegna utilizzò sapientemente le scoperte della prospettiva e la voglia di rappresentare la scena come pensava fosse realmente accaduta (come Giotto). Le sue figure sono statuarie e le distribuisce come se fosse un regista. Piero della Francesca, anche ad Arezzo e Urbino, ci racconta le scene nei suoi dipinti come sefossero rappresentazioni teatrali, ma nessuno come lui seppe scorgere le immense possibilità che dava la luce. A Firenze continuavano le scoperte, ma da ogni nuova scoperta derivano nuove difficoltà. Appena venne adottata la nuova concezione seconda la quale il quadro doveva essere una rappresentazione fedele della realtà la questione della disposizione delle figure non fu più tanto facile da risolvere. Antonio Pollaiolo provò delle innovazioni ma la disposizione è tanto chiara e simmetrica da riuscire perfino troppo rigida. Nel quadro usa le leggi della prospettiva ma la scena e lo sfondo non si compenetrano. Le conquiste artistiche raggiunsero il massimo livello nella seconda metà del 400 con Botticelli. Uno dei suoi quadri più famosi rappresenta la nascita della Venere. Il Botticelli è riuscito a creare una composizione estremamente armoniosa. Ma Pollaiolo avrebbe potuto affermare che il Botticelli vi era riuscito col sacrificio di.Una delle conquiste che egli si era sforzato con tanto impegno di conservare. Le figure del Botticelli erano meno solide. La venere è tanto bella che non rileviamo l'innaturale lunghezza del collo, le spalle spioventi, e lo strano modo con cui il braccio sinistro è raccordato al corpo. Botticelli si prese tutte queste libertà per ottenere la grazia, l'armonia e la bellezza del disegno. La funzione dell'arte volta ad accrescere le bellezze e le grazie della vita non era mai stata completamente dimenticata. Nel periodo che noi chiamiamo "rinascimento italiano" venne sempre più in primo piano.
14) TRADIZIONE E RINNOVAMENTO (I) (il tardo 400 in Italia)
La differenze tra il Nord e l'Italia è meglio compresa nell'architettura. Ci volle più di un secolo prima che d'oltralpe finisse il periodo gotico come avvenne in Italia con Brunelleschi. Nel 400 il gusto dell'ornato complesso, del fiorito e della
decorazione fantastica si accentuò ancora di più (gotico fiorito). Il palazzo di giustizia di Roeun è un esempi di questa fase del gotico francese. Caratterefiabesco ma oramai erano esaurite le ultime possibilità dell'architettura gotica. In Inghilterra prevalgonosempre di più le linee diritte rispetto a quelle curve.Pittura e scultura si sviluppano fuori dall'Italia come l'architettura. Mentre il Rinascimento aveva trionfatoin Italia su tutta la linea, il 400 nordico rimase ancora fedele alla tradizione gotica.Nonostante queste differenze i problemi affrontati dagli artisti erano gli stessi: rappresentare arte comespecchio della natura. LochnerLe idee di Jan Van Eyck vennero adattata anche a metodi più tradizionali come fecerappresentando la Madonna ancora su sfondo dorato.Jean FouquetIl pittore francese crea rappresentazioni molto simili alla natura reale utilizzando le luci quasicome Piero della Francesca. Rogier van derWeyden, un grande artista nordico che andò a Roma, sapeva riprodurre figure nei minimi dettagli, portando avanti la concezione prettamente nordica della rappresentazione esatta della realtà. Da allora, gli artisti nordici si sforzarono di conciliare le nuove esigenze imposte dall'arte con il suo antico fine religioso.
Hugo van der Goes, altro grande pittore, rappresenta nella morte della vergine una mirabile rappresentazione delle varie reazioni dei dodici apostoli dinanzi all'avvenimento.
Alla metà del 400 in Germania venne inventata la stampa, questo diede un notevole impulso alla creazione di illustrazioni per il libro (xilografia, ovvero stampi di legno, e successivamente si passò al rame). Uno dei maggiori incisori del tempo fu Martin Schongaeur.
L'ARMONIA RAGGIUNTA (la toscana e roma. L'inizio del 500)
Questo periodo è quello più famoso dell'arte italiana e uno dei più splendidi di ogni tempo.
L'epoca di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Correggio e Giorgione, di Durer e Holbein in Nord Europa e molti altri. L'artista oramai non è più artigiano tra gli artigiani, fu di diritto un maestro, che non poteva raggiungere la fama e la gloria senza esplorare i misteri della natura e ricerca le leggi segrete dell'universo. Gli snob comunque consideravano gli artisti meno importanti dei poeti, questo servì da forte motivazione per gli artisti. Ad aiutare gli artisti a vincere i pregiudizi fu, ancora una volta, la ricerca di fama da parte dei mecenati. Molte corti si contendevano i servizi degli artisti più importanti: l'artista si era finalmente affrancato. Il campo che maggiormente fu sensibile a questo mutamento fu l'architettura. Ma in nessun altro campo il conflitto tra le esigenze dei mecenati e gli ideali degli artisti fu più pronunciato. Bramante. Nel 1506 papa Giulo II volle ricostruire San Pietro.
Affidò il compito a Donato Egli disegnò una chiesa quadrata con una serie di cappelle attorno alla struttura a croce. Il progetto di Bramante non venne mai eseguito.