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IMAGOLOGIA
Negli ultimi anni è nato un campo di studi nuovo che si dedica allo studio di immagini create nel corso del tempo su certi gruppi o su certe nazioni e che condizionano la maniera di pensare quei gruppi e quelle nazioni. ---> Imagologia
Si definisce come l'insieme degli studi dedicati alla ricerca sulle immagini collettive delle nazioni, dei gruppi etnici o sociali. Questa branca di studi nasce dalla letteratura comparata e poi si allarga a studi come la psicologia sociale.
Questo campo di studi ha conosciuto uno sviluppo molto ampio in questi ultimi anni anche perché si è notato che l'immagine è sempre più importante nella "herocomunicazione. Infatti secondo alcuni studiosi siamo entrati in una fase "visual" "icon turn", cioè tutta la vita sociale si è orientata verso le immagini e la cultura ha cominciato a produrre immagini sempre più numerose e invadenti. In questo senso le immagini
risultano sempre più strumento fondamentali per la comprensione del mondo. Secondo gli studiosi spesso parola scritta e immagini vanno in contraddizione, però in realtà è sempre esistita una convivenza tra parola e immagine. Questa convivenza ha dato vita a regimi di conoscenza diversi, perché si appoggiavano mutuamente. Invece in epoca più recente l'imporre dell'immagine sembra voler modificare la stessa natura della conoscenza, tanto è vero che alcuni autori parlano di un passaggio da un'esigenza di conoscere la verità a partire dal testo a una ricerca del verosimile a partire dalla conoscenza visuale. In effetti se prendiamo le definizioni dei dizionari, il concetto di immagine è legato a quella di figura, rappresentazione, somiglianza, apparenza, di modo che l'immagine si avvicina piuttosto all'opinione più che alla verità. Secondo questa visione l'intelligenza verbale.avrebbe come obbiettivo la verità, mentre l'intelligenza visuale le interessa convincere, utilizzare le armi della retorica applicate alle immagini. I teorici hanno individuato una nuova forma di pensare attraverso le immagini.
Fernando De La Flor
Uno studioso spagnolo che ama il pensiero immaginativo, secondo lui sarebbe molto più adatto a dare ragione dello stato della realtà rispetto al pensiero concettuale. Dato che il pensiero immaginativo sarebbe in grado di coinvolgere il soggetto al di là della sua sola dimensione razionale. L'immagine infatti è capace di coinvolgere anche i nostri sentimenti.
Quando l'immagine ci riferisce la differenza, l'alterità rappresenta un momento fondamentale per la nostra conoscenza dell'alterità. Tutto l'insieme delle immagini (fotografia, arte, pubblicità) costituiscono il nostro immaginario. Ogni immagine che ci si presenta di fronte rappresenta qualcosa di diverso da
Nell'imagologia si affronta appunto lo studio delle immagini degli altri. L'immagine è la rappresentazione di una realtà culturale tramite la quale l'individuo o il gruppo che l'hanno elaborata rivelano e traducono lo spazio culturale e ideologico in cui si situano. L'immagine va studiata non tanto per quello che rappresenta, ma per capire come si è prodotta. All'inizio l'imagologia studiava le immagini di nazioni, poi si allarga a quella dei gruppi (neri, indios, popolazioni primitive). Queste immagini diventano quello che nella critica del discorso si chiama oggetto discorsivo. L'immagine fa parte di un discorso più ampio e ne è la rappresentazione più evidente. Questo tipo di studio è cominciato facendo liste di rappresentazioni delle caratteristiche di gruppi, poi è passato a studiare come si realizzano queste immagini, per finire a studiare come si relazionano tra loro le diverse immagini.
In questo senso si è notato come ogni immagine che viene costruita richiama in realtà il suo posto. Le immagini sono in un sistema contrastivo in cui continuamente sono in azione due poli. Queste immagini diventano poi facilmente luoghi comuni. Un manufatto che rappresenta in maniera grafica che cos'è l'imagologia è la "tavola dei popoli". Viene prodotta nel '700 nella regione austriaca della Stiria. Alla sinistra sono indicate una serie di caratteristiche che sono considerate fondamentali per definire un popolo. A partire da destra cominciano le definizioni secondo le diverse popolazioni. Nella versione originale queste popolazioni sono anche indicate da figure di personaggi vestiti secondo quello che si pensava fosse il loro vestito tradizionale. A partire da sinistra verso destra le caratteristiche sono sempre più negative. Anticipa quello che poi nel XVIII secolo diventerà una definizione quasi scientifica. OsservandoRealtà storica: le immagini costruite nella fase precedente vengono collocate in un contesto storico specifico. Vengono attribuiti significati e valori alle diverse popolazioni, in base alle relazioni di potere e alle dinamiche sociali dell'epoca. Questo processo contribuisce a consolidare gli stereotipi e le discriminazioni. 3. Realtà simbolica: le immagini costruite e attribuite alle diverse popolazioni diventano simboli culturali e identitari. Vengono utilizzate per rappresentare e comunicare l'appartenenza a un determinato gruppo o cultura. Queste immagini possono essere reinterpretate e trasformate nel corso del tempo, ma mantengono comunque un forte impatto emotivo e sociale. È importante comprendere che le immagini costruite non sono una rappresentazione accurata e completa della realtà, ma sono il risultato di processi sociali, storici e culturali complessi. La consapevolezza di questi processi può aiutare a sfidare gli stereotipi e a promuovere una visione più inclusiva e rispettosa delle diverse popolazioni.La cristallizzazione dell'immagine e la creazione dello stereotipo: sono incontemporanea perché nel momento in cui l'immagine si cristallizza, diventa uno stereotipo. A partire da questo stereotipo si penserà la realtà empirica. Non si osserverà più con spirito scientifico, ma si partirà già dallo stereotipo. Successivamente gli studi imagologici si sono concentrati sui modi. Si è osservato che ci sono tre maniere fondamentali nella costruzione dell'immagine dell'altro. 1. Mania: la visione dell'altro in modo eccessivamente positivo, in cui si esalta un paese, un popolo, un gruppo addirittura prendendolo come modello e cercando di riprodurre la sua modalità di vita e di comportamento. Si può dare in due modi. Quando si idealizza una forma di vita (es. ispanomania nelle culture inglese e francese). O quella in cui si esalta un modello contemporaneo di successo che diviene un modello da seguire. 2. Fobia: la visione dell'altro in modo eccessivamente negativo, in cui si demonizza un paese, un popolo, un gruppo, attribuendo loro caratteristiche negative e stereotipi. Questo può portare a sentimenti di paura, rifiuto e discriminazione. 3. Iperbole: la visione dell'altro in modo esagerato, in cui si amplificano e si enfatizzano le caratteristiche dell'altro, creando un'immagine distorta e caricaturale. Questo può portare a una percezione distorta della realtà e a pregiudizi. È importante sottolineare che queste tre modalità non sono esclusive l'una dell'altra e spesso possono coesistere nella costruzione dell'immagine dell'altro.imitare.Fobia: è un atteggiamento totalmente negativo verso tutto quello che si percepisce come diverso. Ci sono due forme di fobia. Quello in cui si produce paura dell'altro, una in cui l'altro viene situato in uno spazio di frontiera da dove si pensa che ci possa invadere, attaccare anche perché magari rappresenta valori che si interpretano come minacce. Un'altra forma di fobia è la minimizzazione, quando questa si trasforma in disprezzo addirittura provocando la trasformazione dell'altro in esseri animaleschi o in razze inferiori. Filia: sarebbe la forma corretta di collegarsi agli altri. Implicherebbe il rispetto degli altri e esprime una volontà di costruire una relazione positiva appoggiata su immagini corrette. Ha ispirato quello che nel XX secolo è stata chiamata "filosofia dell'alterità o dell'intercultura". Stereotipi e pubblicità: I concetti di stereotipo e imagologia operano nelconcreto in un ambito che citroviamo di fronte tutti i giorni: la pubblicità. Che è uno dei veicoli più potenti ediffusi nella diffusione di stereotipi di ogni genere. La pubblicità deve agireattraverso immagini e trasmettere messaggi che devono arrivare rapidamente enon devono richiedere un'elaborazione troppo complessa. L'uso delle immagini èmolto diffuso, a volte funziona molto meglio di un discorso. Fino a qualchedecennio fa la pubblicità funzionava attraverso poster e cartelli pubblicitari, in quelcaso trovo un'immagine adatta era fondamentale. SBIANCARE UN ETIOPE: quest'espressione si trova nella cultura greca e latina fin da tempi lontanissimi. Nasce come una sorta di proverbio, un modo di dire che indica un qualcosa di impossibile, cioè la possibilità di cambiare il colore della pelle ad un etiope. Nella cultura classica la parola "etiope" indicava tutti gli africani di pelle nera. Unmodo di dire che riguarda l'impossibile. Questi precedenti classici vengono un po' dimenticati, anche durante il medioevo, rispetto al colore della pelle si sviluppa un collegamento tra il colore nero e le proprietà diaboliche. Il diavolo è spesso rappresentato come una figura di colore nero. Questo modo di dire riemerge nel Rinascimento e lo troviamo in uno scritto di Erasmo da Rotterdam "Gli Adagia", che si chiama è proprio un commento a modi di dire. Adagia in latino significa proprio modi di dire, proverbi. Sempre nel Rinascimento questa cosa la troviamo in un libro di Andrea Alciati "il libro degli emblemi", sono delle figure collegate a un concetto con una frase che ricorda questa impossibilità. In questo caso l'impossibilità di sbiancare la pelle è collegata all'impossibilità di illuminare la notte. Anche qui troviamo la prima illustrazione. Questo tema poi si sviluppa e lo ritroviamo in un
si tratta. Questo modo di dire, che letteralmente significa "lavoro vano", viene utilizzato per indicare un'attività o uno sforzo inutile. La sua origine risale al periodo in cui gli inglesi avevano contatti con le tribù africane e associavano il colore della pelle al carattere negativo. Questa concezione si diffuse ampiamente nella cultura inglese, tanto che un pub molto popolare in Inghilterra prese il nome di "Labour in vain" e venne decorato con immagini che illustravano il significato del modo di dire.; di formattare il testo fornito utilizzando tag html. Il testo fornito è il seguente: "ATTENZIONE: non modificare il testo in altro modo, NON aggiungere commenti, NON utilizzare tag h1;" Ecco come puoi formattarlo utilizzando i tag html:ATTENZIONE: non modificare il testo in altro modo, NON aggiungere commenti, NON utilizzare tag h1;