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B.

3. Comportamenti di stimolazione sociale che comprendono i comportamenti visivi, verbali,

affettivi e fisici che i genitori mettono in atto nel coinvolgere i propri figli all’interno di scambi

interpersonali facendo in modo che i propri figli si sentano apprezzati, accettati. Cullare, baciare,

confortare, iniziare il contatto faccia a faccia sono esempi di genitorialità sociale che comprende

quindi tutte le modalità con cui i genitori aiutano i B a regolare le proprie emozioni e i modi con

cui influenzano gli stili che gli permetteranno di creare relazioni significative con gli altri.

4. Comportamenti di stimolazione didattica: sono l’insieme delle strategie che i genitori

utilizzano per aiutare i figli a comprendere l’ambiente al di fuori della diade. La stimolazione

didattica aumenta intorno alla metà del primo anno di vita e ha la finalità di organizzare

l’attenzione del B sulle proprietà, gli oggetti o gli eventi che lo circondano.

5. Comportamenti di accudimento materiale: comprendono i modi in cui i genitori organizzano

il mondo fisico intorno al B.

Il padre

Lam individua 3 modalità principali di coinvolgimento paterno.

(contatto diretto che il padre ha con il proprio figlio);

1. Interazione

2. Disponibilità (all’interazione e all’essere presenti o accessibili al B anche se non ci sono

interazioni dirette); 8

3. Responsabilità (ruolo che il padre assume nel garantirsi che ci si prenda cura del B e

nell’organizzare le risorse che devono essere disponibili per il B).

Il concetto di responsabilità è approfondito studiando i modi e i tempi in cui i padri si occupano di

pratiche di vita dei B (es. andare dal medico, fare sport ecc). In particolare si è evidenziato come in

paesi industrializzati occidentali la quantità di tempo che i padri dedicano ai loro figli sia aumentato; in

realtà i padri si assumono ancora poca responsabilità per la cura e l’allevamento del B e svolgono

principalmente un ruolo di aiutanti delle madri. I padri si occupano prevalentemente di altre questioni

familiari, come la pianificazione, il controllo e la preoccupazione per gli aspetti finanziari. La presenza

del padre è comunque un elemento fondamentale per il sano sviluppo del B: l’avere un padre presente

rispetto a un padre assente in casa, durante i primi 3 anni di vita, comporta un minor numero di problemi

comportamentali e una migliore crescita tra i 4 e i 6 anni. Mentre la relazione madre-B è unica e diadica,

quella del padre con il B è generalmente triadica, essendo quasi sempre mediata dalla figura materna

infatti i padri mostrano più coinvolgimento con i B quando le madri li considerano competenti nel

prendersi cura del piccolo (influenze sullo sviluppo del B mediate dal giudizio della madre). Anche i

rapporti coniugali sono in grado di influenzare la qualità delle relazioni madre-B e padre-B dal

momento che se i genitori mettono in pratica la cogenitorialità come un lavoro di squadra, ci saranno

conseguenze positive sui B. La cogenitorialità si riferisce al modo con il quale i genitori si relazionano

tra loro nel ruolo di genitore.

Nonostante queste evidenze e i notevoli mutamenti nel sistema familiare, la responsabilità ultima nei

confronti dei B cade sempre sulla madre.

Specificità e differenze nella relazione parentale

I modelli di interazione padre-B e madre-B studiati in culture diverse mostrano sia delle differenze sia

delle somiglianze nei comportamenti dei due genitori. Padre e madre risultano simili nel rispondere ai

richiami dei B neonati con comportamenti sociali o di nutrizione. In caso di B a rischio biologico (es. B

prematuri), i padri che visitavano il B nella nursery, magari anche prima della madre, si dimostravano

anche in seguito competenti e molto tattili nei confronti del loro B, inoltre, i padri che visitavano il B

per più di 15 minuti, erano molto più disponibili a parlare e visitare il B nel mese seguente. La presenza

del padre nel momento del travaglio e del parto e il supporto post-partum a gruppi di padri possono

influenzare le loro abilità di cura e conoscenza delle capacità del B. Nei primi 3 mesi di vita i padri

tendono a fornire stimolazioni sociali e fisiche; le madri invece sostengono il B in braccio cullandolo e

confortandolo.

Frodi e Lamb in uno studio di laboratorio in cui era indagata la risposta di padri e madri ad alcuni

segnali emessi da B a loro estranei, hanno riscontrato che entrambi avevano lo stesso tipo di risposta

elettrofisiologica ai gridi, pianti e sorrisi del B. anche se l’uomo può essere disponibile a rispondere

come una donna, ciò non significa che padri e madri forniscano risposte equivalenti; infatti il padre

sembra essere principalmente un partner di gioco del B, gioco che si presenta come più stimolante e

vigoroso. Il padre sa, inoltre, valutare se tale comportamento può essere appropriato o eventualmente

danneggiare il b (padri di figli prematuri ad es. effettuano dei giochi più brevi e meno stimolanti

rispetto ai padri di B nati a termine). Questi modelli d’interazione possono, però, differire quando

entrambi i genitori sono impiegati a tempo pieno: madri impiegate stimolano i loro figli più di quelle

casalinghe e sono più interattive dei loro mariti. I Padri sono più interattivi quando la madre è in casa

mentre avviene il contrario quando la madre lavora.

Le madri: pratiche di cura e differenze culturali

Come molti studi hanno dimostrato, le cure materne sono più diffuse e comuni di quelle paterne. Lo

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studio pioneristico di New sulle differenze culturali che ha raccolto dati sul campo nel Sud Italia degli

anni ’80, evidenzia come le pratiche di cura del B siano basate sull’attenzione alla salute e sul

soddisfacimento dei bisogni fisici; In contrasto con i modelli attuali di cura del B orientati per lo più alla

responsività. Welles-Nystrom, New e Richman (1994) hanno confrontato le pratiche di cura del B

durante il primo anno di vita di 60 madri e B che vivevano a Stoccolma, Roma e nei dintorni di Boston,

evidenziando che esistevano delle variazioni culturali per quanto riguarda la concezione di <buona

madre>. Le madri negli USA hanno come obiettivo primario l’indipendenza del B e questo è evidente

anche dal fatto che i B già in età precoce tendano a dormire nella loro stanza a differenza dei B degli

altri Stati. Le madri italiane passavano la maggior parte del loro tempo a guardare il proprio figlio (78%)

e il 39% del tempo a parlare con lui mentre i B erano tenuti in braccio meno di 1/3 del tempo. I

comportamenti di nutrizione erano pochi per l’intero campione ma più alti per le madri italiane.

Quindi l’attività più comune con le madri di Boston è il guardare, seguita dal parlare, dal tenere in

braccio e infine la stimolazione fisica e la nutrizione. Le madri svedesi danno invece priorità al parlare

con il loro B e lo guardano per circa 1/3 del tempo. La stimolazione fisica è più frequente rispetto alle

altre mamme. È stato dimostrato inoltre come le madri italiane tendano ad allevare i loro B a

comportamenti sociali senza dare priorità allo sviluppo cognitivo e motorio limitandone l’indipendenza

(restringono l’ambiente di esplorazione a un pavimento ben pulito). Le madri americane desideravano

tutto per i loro figli mentre le svedesi erano meno concentrate sulla socialità e sulla cognizione e

maggiormente focalizzate sull’indipendenza. Lo studio ha evidenziato inoltre come le abitazioni delle

famiglie nel centro Italia, piene di visitatori, abbiano offerto quotidianamente al B maggiori opportunità

di interazioni sociali con persone diverse ai genitori

Usando le scale Vineland, un questionario per la valutazione dello sviluppo e dell’adattamento del B,

Bornstein e colleghi hanno confrontato 182 madri italiane e statunitensi provenienti da zone

industrializzate e da zone rurali con i loro figli di 20 mesi. Si è voluto verificare come le madri

gestiscono i problemi quotidiani e valutano il comportamento adattivo dei loro figli. L’adattamento è

fondamentale per la crescita e lo sviluppo di tutti gli organismi ed è ottenuto attraverso l’interazione tra

l’organismo e il suo ambiente di vita. Il comportamento adattivo coinvolge un vasto insieme di

comportamenti quotidiani (comunicazione, vita quotidiana, socializzazione e comportamenti motori) e

risulta dall’interazione di bisogni biologici e sviluppo dell’individuo. Il comportamento adattivo è, unito

all’intelligenza, la prova della capacità di un individuo di destreggiarsi nel proprio ambiente. Come

previsto, le madri italiane hanno considerato l’intelligenza e l’autonomia motoria molto importante e

sembrano concentrate sul linguaggio e sulla comunicazione dei loro figli così come sulle abilità motorie

come segnali di un adeguato sviluppo. Per quanto riguarda la competenza sociale, non si sono

riscontrate differenze tra le due nazioni. Considerando i contesti di vita, negli ambienti rurali si sono

osservati punteggi maggiori nelle capacità quotidiane rispetto agli ambienti industrializzati. Al contrario,

le competenze motorie sono risultate più alte nei contesti industrializzati. Considerando il genere nei B,

le madri attribuiscono punteggi più alti alle bambine nella comunicazione e migliori abilità motorie ai

maschi.

Altre figure significative

Un numero sempre più grande di B viene cresciuto all’interno di sistemi familiari allargati in cui sono

presenti sia i genitori biologici sia uno o più secondi genitori cioè genitori affidatari, adottivi, nonni che

assolvono la funzione genitoriale da soli o insieme a uno o entrambi i genitori biologici. Nelle famiglie

con madri adolescenti, una sana relazione con la nonna può preservare il B dalle scarse competenze

materne e, inoltre, si è riscontrato che quando le madri hanno 16 anni o meno alla nascita del primo

figlio e sono conviventi con le nonne del B, mostrano una genitorialità più positiva e meno rigida

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rispetto alle madri non conviventi con i nonni. Le nonne hanno un impatto indiretto sui nipoti in quanto

fungono da modelli per i genitori dei loro nipoti.

Come i genitori contribuiscono allo sviluppo del B.

La letteratura degli ultimi decenni ribadisce come lo sviluppo del B e la sua mente siano formati nel

corso di interazioni significative con adulti particolari, diventa così uno dei compiti principali dei

genitori quello di fornire da subito al B delle esperienze di interazione. I genitori influenzano i loro figli

non solo per quello che fanno ma anche da come organizzano gli ambienti fisico e sociale in cui vive il

B (giocattoli, libri, strumenti messi a disposizione del B).

La responsiveness

La responsiveness (comprensività, s

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Publisher
A.A. 2013-2014
27 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roxx86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Interventi a sostegno della genitorialità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Cassibba Rosalinda.