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Søren Kierkegaard, Appunti - Cannata, Calemi, Vinti Pag. 1
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De dignitate homini

in cui Dio riferisce ad Adamo la possibilità che gli ha offerto di poter essere un angelo o una bestia; non gli ha cioè

Pico della Mirandola,

predestinato un preciso posto nell’Universo. Questa è, secondo Pico, la dignità dell’uomo, cioè la sua mentre, secondo Kierkegaard, la

libertà;

possibilità di scegliere è una categoria paralizzante in quanto costituisce per l’uomo l’origine della sua angoscia. Il non scegliere è pur sempre

una scelta, una responsabilità che l’uomo deve prendersi carico. Il nucleo dell’esistenza, in tal senso, è la libertà come decisione, scelta: la

scelta fra il finito e l'infinito, fra il cristianesimo e il paganesimo, fra il tempo e l’eterno, e così via. Non più la continuità della dialettica intesa

come svolgimento, ma la discontinuità della libertà, il «salto» della scelta.

Angoscia: Stato d’animo caratteristico soltanto dell’uomo, essere dotato di esistenza. Essa è molto diversa sia dalla paura che dalla

disperazione: se la prima è mera comprensione di un pericolo, che permette di attivarsi nell’affrontarlo e l’altra è una «malattia mortale» che

consiste nell’incapacità di risolvere i problemi con se stessi, di vivere ogni giorno la propria incapacità di vivere (morte vivere una non

dell’Io:

vita), nella consapevolezza della non autosufficienza, l’angoscia è invece strettamente legata all’esistenza umana; non ha una causa schivabile,

necessita di essere vissuta in maniera autentica, altrimenti è portatrice di inevitabile disperazione. Nasce nel rapporto dell’uomo con se stesso,

con la scoperta dell’incapacità di colmare la sete di infinito. È la “vertigine” provocata dalla consapevolezza della propria libertà. È riferita al

futuro e alle sue innumerevoli eventualità che possono annientare le nostre speranze e le nostre certezze; è puro sentimento della possibilità.

Critica ad Hegel: Restare sospesi tra un positivo e un negativo, all’interno di una dimensione del forse, significa restare sospesi in una

dimensione in cui gli opposti sono reciprocamente irriducibili; essi non prevedono nessuna sintesi, nessun superamento sintetico o dialettico.

Allo pseudo-soggettivismo hegeliano, egli ha voluto sostituire il reale soggettivismo cristiano: mentre per Hegel la realtà, la verità e la libertà

trovano la loro consistenza e legittimazione nella storia esteriore (della politica, della religiosità ufficiale), Kierkegaard, fondandosi sul Nuovo

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Publisher
A.A. 2014-2015
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pexolo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Vinti Carlo.