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CAPITOLO 1: LA COMUNITA' NELL'AMBIENTE URBANO
"La Questione della comunità": in ambito sociologico per lungo tempo i termini "quartiere" e "comunità"
sono stati equivalenti MA il processo di modernizzazione ha innescato una serie di fenomeni che hanno
portato gli individui a sganciarsi dal luogo di residenza.
A riguardo di questa questione esistono diverse posizioni che tentano di dare un interpretazione della realtà
in cui viviamo:
→ PERDITA DELLA COMUNITA'
Questa posizione si è evoluta nel tempo a partire da fine '800:
• Tonnies introduce a fine '800 la dicotomia tra comunità e società e l'idea che i legami detti "primari",
quali parentela o vicinato, siano destinati a scomparire con l'avanzare della modernizzazione.
• Simmel ad inizio '900 descrive le condizioni di vita di un individuo nella Berlino di inizio secolo,
caratterizzate da anonimato, superficialità e strumentalità delle relazioni sociali. La sovrabbondanza di
stimoli dell'ambiente urbano porta l'individuo a reagire con indifferenza per contrasto.
• Durkheim a fine '800 ne La divisione sociale del lavoro, sostiene che i due processi dell'urbanizzazione
e della divisione del lavoro, portino all'aumento della densità abitativa e delle disuguaglianze sociali;
nasce così la necessità di trovare nuove forme aggregative basate sulla solidarietà organica (e non più
meccanica) ↓ queste tre letture vengono unite da
WIRTH, sociologo americano esponente di spicco della Scuola di Chicago, in Urbanesimo come modo
di vita (1938), evidenzia come all'AUMENTARE DEL GRADO DI URBANIZZAZIONE corrisponda
una SOSTITUZIONE DEI LEGAMI PRIMARI CON QUELLI SECONDARI (prevalgono i rapporti
elettivi, scelti, su quelli ascrittivi) ed una TRANSIZIONE DA RELAZIONI DENZE E POLIVALENTI a
RAPPORTI SPECIALIZZATI, STRUMENTALI.
Le osservazioni di Wirth sono particolarmente vere per quelle aree locali all'interno della città nelle quali
le persone sono segregate per differenza di razza, lingua, reddito e status, piuttosto che per scelta o per
attrazione positiva con persone a loro simili. ↓ DERIVE TEORICHE nella Scuola di Chicago
• CITTA' = realtà composita e differenziata al suo interno, il quartiere diventa per la prima volta oggetto
→
di studio della sociologia questa idea è basta sul concetto di AREA NATURALE = unità
caratterizzate dalla presenza di popolazioni omogenee dal punto di vista sociodemografico o etnico, che
danno luogo a sistemi di norme e regole che permettono la distinzione tra le varie aree.
• PROVVISORIETA' DELLE FORME COMUNITARIE = questa idea di città viene declinata all'interno
dell' ecologia urbana, secondo cui le aree naturali che compongono la città (quartieri) sono soggetti a
cicli di invasione e successione da parte di gruppi sociali con differenti caratteristiche, modalità di
interazione sociale e adattamento all'ambiente (LEGGI ESEMPIO pag 11, studio di Zorbaugh)
→ PERSISTENZA DELLA COMUNITA'
Questa posizione è il risultato dei contributi di autori con obiettivi differenti, i cui studi trovano un punto
di incontro nel mettere in discussione la tesi di Wirth sulla scomparsa dei legami primari e della comunità.
Tra i contributi più importanti ricordiamo:
• Young e Wilmott: a metà '900 conducono uno studio sui quartieri operai dell'East London, caratterizzati
dalla presenza di un intensa vita comunitaria: gli uomini convidono le stesse esperienze lavorative, le
donne stringono con le altre casalinghe/madri del quartiere, nascono così delle reti sociali dense e
intergenerazionali.
• Gans: secondo questo sociologo l'omogeneità sociale, associata alla stabilità residenziale, conduce alla
nascita di relazioni sociali dense e significative, simili alle relazioni primarie
↓ CONSEGUENZA
LA COMUNITA' E' SALVA MA STRETTAMENTE LEGATA AL QUARTIERE: esiste solo entro questo
specifico ambito locale, all'interno del quale è possibile rintracciare le condizioni per la condivisione di
valori, norme ed esperienze che portano allo sviluppo di legami forti
→ COMUNITA' LIBERATA
Negli anni '50 si sviluppa la Social Network Analysis MA cosa significa analizzare il NETWORK??
significa porre al centro dell'attenzione l'individuo e i legami che egli intesse con altre persone, formando
una rete, di cui viene studiate la dimensione, la composizione, la struttura, il contenuto.
↓ NOVITA'
E' possibile analizzare separatamente le reti sociali dalle unità spaziali di riferimento! Le reti sociali
diventano oggetto di studio in sé, separandosi dal quartiere.
WELLMAN, conduce degli studi su Toronto e, spostando l'attenzione dal luogo agli individui e alle reti,
riesce a cogliere le trasformazioni della socialità in un epoca caratterizzata dall'instabilità delle forme
territoriali. Egli introduce due importanti concetti:
• "comunità liberata": viene messa in luce l'arbitrarietà della sovrapposizione tra quartiere e comunità!
Secondo le teorie precedenti le caratteristiche della città moderna portavano ad una carenza di legami
relazionali a livello locale, e quindi ad un declino della comunità; Secondo questa teoria la città
moderna, data la facilità nello spostamento e nell'intessere relazioni a distanza , offre la possibilità di
avere legami interpersonali importanti meno legati alla prossimità spaziale.
• "comunità personalizzata": la comunità tende sempre più a coincidere con la rete dei legami sociali
più importanti di cui ciascun individuo è centro. le innovazioni nel campo della mobilità hanno portato
ad un passaggio da rapporti "place to place" a rapporti "person to person" anche a distanza, conta la
persona e non il luogo. MA
Lo stesso Wellman rilegge in modo critico i suoi studi su Toronto, mette in guardia dallo sbarazzarsi della
prossimità: indagare quali sono i legami importanti per una persona e quali sono le sue frequantazioni
abituali, sono due campi di ricerca diversi! ↓ TUTTAVIA
Allontanare il concetto di comunità da quello di quartiere è un procedimento valido, tre importanti
linee di trasformazione minano il concetto di comunità:
1. compresenza-assenza dell'interazione, viene meno la coincidenza tra luogo e spazio, che viene
stirato e deformato grazie ai nuovi mezzi di comunicazione
2. i luoghi sono influenzati da livelli superiori di organizzazione sociale, si pensi alla globalizzazione
che fa si che il quartiere non possa più esistere come unità isolata
3. la crescente accessibilità, specializzazione e fluidità delle relazioni urbane
In questo quadro il quartiere non può più essere interpretato come una comunità, lo sarebbe solo se le reti di
tutti i residenti fossero sovrapponibili o circoscrivibili all'interno del quartiere, ma grazie ai nuovi mezzi di
trasporto e di telecomunicazione non è così; nasce il concetto di
• "comunità a responsabilità limitata": il quartiere è solo UNO dei modi di vita delle persone, a cui
esse possono scegliere se e quando partecipare, ed uscirne nel momento in cui vengono meno i loro
interessi personali MA
Alcune questioni continuano ad animare il dibattito attorno all'interdipendenza dei concetti di comunità e
quartiere:
- sviluppo del concetto di capitale sociale (= risorse derivanti dalla cooperazione degli individui)
particolarmente sostenuto per quanto riguarda i quartieri problematici in crisi .
- potenzialità negative delle comunità locali: questioni di confini, dinamiche di esclusione,
discriminazione, emarginazione
- crescita di voglia di comunità nel cittadino contemporaneo in risposta al diffondersi di un generale senso
di insicurezza e rischio legati alla globalizzazione.
CAPITOLO 2: IL PROBLEMA DI DEFINIRE UN QUARTIERE
Dare una definizione di QUARTIERE dal punto di vista scientifico non è cosa semplice, PERCHE'?
• l'idea di quartiere attraversa diverse discipline ed assume connotati diversi a seconda dal punto di vista e
dall'obbiettivo dell'analisi
• per quanto riguarda il campo sociologico la definizione di quartiere è stata complicata
- dalla questione della comunità
- dall'assenza di confini formali o universalmente riconosciuti
- dalla sua trasformazione nella storia in strumento politico-progettuale per ordinare la città
↓ INOLTRE
Il quartiere può essere analizzato da diversi punti di vista, Davies e Herbert hanno individuato i tre principali:
• sguardo dall'alto: permette di analizzare la morfologia sociale della città e i diversi territori che la
compongono, PRODOTTI : analisi dei quartieri classificati in base a criteri classici, quali status sociale,
etnia e tipologia abitativa.
• sguardo dal basso: permette di analizzare il sistema di relazioni sviluppato dagli abitanti anche grazie
alla presenza di istituzioni e organizzazioni locali, PRODOTTI: analisi delle reti sociali locali, dei
benefici che ne derivano, ma anche dei vincoli e dei meccanismi che possono causare conflitti.
• sguardo dall'interno: permette di analizzare i processi di identificazione dell'individuo con il territorio, e
la formazione del senso di appartenenza ad un luogo, PRODOTTI: perimetrazione dei quartieri a partire
dal punto di vista degli abitanti
Nonostante la difficoltà di darne una definizione, esistono una serie di caratteri fondamentali del quartiere,
che ruotano attorno a tre nodi principali:
1. la ridotta estensione territoriale, che lo pone in posizione intermedia tra lo spazio privato
dell'abitazione e lo spazio pubblico della città. E' un unità "a misura d'uomo" in cui prevale la "mobilità
lenta"
2. l'interazione routinaria tra gli abitanti e un certo grado di organizzazione sociale; la condivisione di
spazi fisici e simbolici, attraverso al routine, diventa un elemento importante nella formazione e nel
mantenimento dei legami; ciò che accomuna i diversi tipi di legami all'interno del quartiere è la
PROSSIMITA', ma da questa vicinanza non è possibile dedurre la natura di tali relazioni. All'interno di
questo sistema di relazioni molto spesso QUARTIERE e VICINATO vengono sovrapposti, soprattutto
all'interno di quel filone teso ad imparentare quartiere e comunità (neighbourhood in inglese i due termini
coincidono) MA
il quartiere si caratterizza per contenere diversi tipi di relazioni sociali che, pur comprendendo il legame
di vicinato, non si esauriscono in esso.
3. il tipo di funzioni ricoperte