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LA PROSPETTIVA NARRATIVA

Nella cultura psicologica si sta nel frattempo affacciando una specifica attenzione alle dimensioni

discorsive e narrative che si costituiscono all’interno delle culture locali.

Così la persona è considerata come attivamente e dialetticamente impegnata in scambi

processuali organizzati tra parti all’interno di quel contesto storico-culturale che è la cornice di

significato che fa da sfondo e premessa all’incontro tra individui: la narrazione, selezionando e

negoziando nell’interazione i significati del proprio e dell’altrui comportamento e organizzandoli in

generi narrativi pertinenti, consente di dare senso e forma all’esperienza (Bruner).

Attingere alle pratiche discorsive condivise in un contesto diventa la strada per accedere ai

processi e ai significati alla luce dei quali le persone organizzano la propria vita e le proprie

condotte all’interno di quella cultura locale.

La prospettiva narrativa, oltre a contribuire nella comprensione della tematica della sofferenza, ha

favorito lo svilupparsi di un nuovo sguardo solistico sul soggetto.

Kugelmann riconduce ogni evento personale al suo posizionamento entro la più ampia panoramica

dell’esperienza esistenziale individuale. L’autore divide le esperienze di vita in strutture

dell’esistenza, che suddivide a sua volta in:

- Strutture della salute : la salute è quella situazione di chi è impegnato nella ricerca di significati

spendibili nella costruzione di itinerari di vita capaci di condurre alla piena realizzazione di se.

Essere in salute permette di compartecipare alla filosofia dell’”io sono capace” intesa come spinta

motivazionale all’impegno. L’uomo è costantemente “disabile” e coinvolto nella ricerca e nel

reperimento della posizione a lui più consona. Essere sani si configura come la qualità

dell’incontro con la vita.

- Strutture della malattia : è una rottura delle modalità di percezione del tempo, dello spazio, del

corpo e delle relazioni. Colpisce l’equilibrio del soggetto ricollocandolo entro cornici di incertezza

e precarietà.

VERSO UN RIPENSAMENTO CRITICO DELLA MALATTIA

Il punto centrale delle critiche rivolte alla Mainstream Health Psychology si focalizza sul concetto di

malattia: quest’ultimo era ancorato a una prospettiva riduzionistica. In particolare autrice di questa

critica fu Crossley che ridefinisce la malattia nel termini di “esperienza umana di malattia” intesa

come funzione dell’intero individuo estendendo tale concetto all’ampia gamma dei significati 5

soggettivi, dei vissuti, delle paure e delle speranze di chi si confronta con la fragilità di un corpo

messo a dura prova. Riferendosi alla globalità dell’esperienza umana nel suo incontro con la

malattia, l’autrice rileva il limite degli approccio quantitativi. Non tutte le dimensioni soggettive

possono essere ricondotte a metriche standard.

In tale ambito è importante la distinzione tra i termini di:

- Disease: il processo patologico nei suoi aspetti fisico-corporei e fisiologici, Crossley

riconduce tale etichetta linguistica alla tradizione bio-psico-sociale che si mantiene

ancorata a una logica scientifica di misurazione e quantificazione delle dimensioni

soggettive.

- Illness: rimanda alla più ampia esperienza di malattia, al vissuto personale intimo,

all’incorporazione dell’intera vicenda e alla sua elaborazione entro i sistemi

rappresentazionali personali.

Lo spostamento semantico dalla logica disease a quella di illness si accorda con una

modificazione della configurazione assunto storicamente della patologia: è stato notato come la

MHP abbia organizzato il proprio pensiero attorno all’assunzione che la malattia acuta fosse la

normale e comune manifestazione della patologia; a oggi la forma più caratteristica assunta dalla

malattia rimanda alle condizioni di cronicità. Sembra dunque riduttivo che la psicologia si occupi

dell’identificazione di fattori interni capaci di contribuire ai processi di ricomposizione dell’equilibrio

organico. La disciplina psicologica viene ricondotta alle sue implicazioni etiche e morali, che la

riportano entro i territori della soggettività rimettendo al centro dell’attenzione le dimensioni

esistenziali e il senso stesso che la malattia assume nella vita personale.

LA SOFFERENZA: Connesso a questa linea di pensiero Alan Radley propone un punto di vista

interessante sul concetto di sofferenza: viene ricondotta ad un esperienza più vasta, descritta

come dolore prolungato nel tempo, associato alla sensazione anticipatoria di non possederne il

controllo e la paura di esserne sopraffatti. Radley afferma inoltre che la sofferenza di altri sia

conoscibile solo attraverso la sua diretta controparte che è la compassione. La compassione

rimanda alla possibilità che la sofferenza dell’altro possa essere riconosciuta solo entro i confini

della propria esperienza personale.

DETERMINANTI E PRATICHE SOCIALI DELLA SALUTE:

La riflessione critica sulla malattia presuppone il riposizionamento del soggetto nel governo della

propria salute: per far ciò occorre prestare una specifica attenzione alle dimensioni economiche,

sociali e culturali. La psicologia della salute individua una forte disuguaglianza tra le persone nella

qualità della vita, nel benessere e nelle condizioni di salute, sia all’interno di un quadro

comparativo internazionale, sia all’interno delle singole nazioni e nelle comunità.

Le forti correlazioni tra salute e disuguaglianza di reddito suggeriscono un legame tra “cultura della

disuguaglianza” e un deterioramento della qualità dell’ambiente sociale che accompagna

l’accrescersi delle differenze di reddito nella società: i legami tra i soggetti diventano più deboli e

sono sempre più caratterizzate da legami funzionali orientati al raggiungimento di obiettivi

individuali nella competizione sociale per l’accessibilità a risorse scarse e meno disponibili,

piuttosto che di supporto reciproco o di reciproca promozione. Le misure di Srarm e Ashton

suggeriscono per ridurre l’influenza della disuguaglianza di reddito sulla salute agiscono sia a

livello individuale sia a livello di comunità, mirano a migliorare l’accesso ai servizi essenziali e a

incoraggiare il cambiamento culturale e macroeconomico. A livello individuale vengono predisposti

interventi di gestione dello stress, riduzione dell’esposizione al rischio, processo di counseling per

situazioni di difficoltà sociale. A livello della comunità si prevendono interventi di promozione della

socializzazione e della partecipazione attiva. Questa visione è accolta nelle prospettive di lotta

contro la povertà promosse dalla Banca Mondiale, che individua tre strade:

- Promoting opportunity: promuovere contesti capaci di dare vita a situazioni che creano possibilità

di cambiamento individuale e permettono l’uscita da condizioni di subalternità economico-sociale

e di marginalità;

- Facilitating empowerment : favorire le forme organizzative che producono e monitorano processi

di benessere; 6

- Enhancing security: rafforzare il senso di sicurezza che va ben oltre il problema di ordine

pubblico ma incide sulla percezione personale del senso di sicurezza e protezione.

AUTONOMIA DEL SOGGETTO E VALORI SOCIALI:

La teoria della liberazione ha come obiettivo un’educazione che promuova l’empowerment delle

persone e quindi la loro partecipazione al controllo sulle proprie vite e sui processi della comunità

di appartenenza. Un potere da esercitare non sugli altri, ma con gli altri. Il concetto di fondo è che

lo sviluppo del pensiero critico avvenga attraverso l’interazione con la cultura, e l’educazione è il

processo fondamentale che permette lo sviluppo del pensiero critico. Questa dimensione si

ricollega la prospettiva critica a quella di Canguilhem il quale sostiene che la salute è un margine di

tolleranza nei confronti delle infedeltà dell’ambiente. L’adattamento costituisce un patto tra

organismo e ambiente: l’infedeltà si presenta quando al termine del processo di adattamento

l’ambiente trasformato dagli stessi processi di adattamento non è più corrispondente alle

caratteristiche dell’organismo. Il soggetto quindi non deve solo sapersi adattare a un contesto dato

ma deve adeguarsi a una norma. Egli deve essere più che normale, normativo, cioè essere in

grado di cogliere le condizioni di adattamento, considerando la normalità come momentanea e

sapendosene allontanare quando cambiano le condizioni. 7

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE

La trasformazione che ha coinvolto il concetto di salute ha portato con se l’apertura di una nuova

prospettiva che, spostando il focus dall’assenza di malattia allo sviluppo di comportamenti utili a

creare positive condizioni di salute, ha fornito i presupposti per l’elaborazione di strategie di

promozione della salute. Quest’ultima si configura come l’insieme dei dispositivi educativi, politici,

ambientali e organizzativi volti a promuovere azioni e condizioni di vita utili alla salute di individui,

gruppi e comunità. L’obiettivo è il prolungamento della vita e il miglioramento della sua qualità.

L’interesse centrala della promozione della salute è rappresentato dal comportamento.

Il principale attore nello sviluppo della promozione della salute è l’OMS che la definisce come quel

“processo che rende le persone capaci di controllare, e migliorare, le proprie condizioni di salute” e

ne individua i principi cardine:

- Coinvolgimento della popolazione nel controllo e nella responsabilità verso la propria

salute;

- Considerazione dei determinanti di salute in un’ottica di cooperazione tra settori;

- Utilizzazione di diversi metodi e approcci in un’ottica di complementarietà;

- La promozione della partecipazione della comunità;

- Il ruolo degli operatori nell’educazione alla salute.

Lo sviluppo della promozione della salute ha un forte impulso sulle indicazioni fornite dalla

Conferenza di Ottawa sulla promozione della Salute: la salute è una risorsa per la vita e la

responsabilità del suo mantenimento non pertiene solo agli operatori sanitari, ma chiama in causa

il ruolo della politica, delle condizioni ambientali e delle competenze personali. La carta di Ottawa

sottolinea inoltre il ruolo giocato dagli aspetti di giustizia sociale, dalla riduzione delle ineguaglianze

e dalla coesione sociale nel processo di costruzione della salute. La responsabilità della salute non

può quindi rimanere confinata all’interno del settore sanitario ma deve estendersi fino a includere

le politiche pubbliche.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
11 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher walis1987 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della salute e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Braibanti Paride.