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A livello storico

Però, un'introduzione alla biomedicina e all'igiene l'abbiamo iniziata ad avere solo cento anni prima di Ardigò (1850 ca), con Louis Pasteur e Robert Koch, che iniziarono a studiare gli agenti eziologici, in particolare le malattie infettive. Solo dopo loro l'igiene diventa medicina e permette di analizzare la salute pubblica.

La salute è diventata un problema sociale perché in passato non è stata oggetto di studi e riflessioni, proprio perché la manifestazione di una mancata salute è la malattia, e ci siamo sempre impegnati nel curare ciò che era evidente, trascurando la sanità in questo senso. La sociologia, quindi, ha spostato il suo focus fino ad arrivare all'educazione alla salute, nel senso in cui bisogna insegnare ed apprendere in che modo si possa preservare tale dono. Il primo passo però per vivere in modo sano è accertarsi che siano sani gli ambienti.

che frequentiamo, poi viene tutto il resto. La sanità, quindi, in questo momento viene rivalutata, e si inizia a guardare alla salute con una visione di assistenza diffusa sul territorio e alla responsabilizzazione dei cittadini e delle comunità nel farsi carico della salute. La promozione e la prevenzione della salute non possono limitarsi alla sola educazione alla salute, attraverso politiche pubbliche devono agire sia sugli individui, che sulle condizioni fondamentali societarie, quali: economiche, sociali e ambientali. Un altro aspetto importante è che i dati statistici mostrano che c’è un collegamento importante tra la salute della popolazione ed i guadagni finanziari: good business. Ad esempio, una buona salute in azienda limita i soldi persi nelle giornate di malattia pagate, limitando in generale i costi dell’assenteismo. In ogni caso, un intervento di protezione e prevenzione, deve tener conto anche delle disuguaglianze sociali.

in particolare nell'accesso ai servizi e alla diffusione dell'informazione stessa.

L'educazione alla salute è fondamentale come sostegno al benessere individuale e collettivo: non si limita infatti a comunicare le informazioni, ma favorisce anche la motivazione nell'attuare i consigli dati. Il primo luogo di promozione alla salute è la scuola, ma ovviamente non si limita a questo ambiente, si può attuare sul luogo di lavoro, o nei servizi sanitari. Nonostante la varietà di ambienti il più importante però rimane quello scolastico, ad esempio il 20% dei bambini di 4 anni ha carie, e a 12 anni la percentuale raddoppia, sicuramente inserire nelle scuole un programma di prevenzione dentale potrebbe aiutare i bambini a capire l'importanza del gesto del lavaggio dei denti, e diminuire così, nel tempo la percentuale. Proprio per questi motivi il concetto di educazione sanitaria è strettamente legato alla

, intesa come comprensione che certe malattie o conseguenze, hanno delle cause potenziali o comunque dei fattori di rischio. Tra l'altro dedicarsi alla prevenzione è un ottimo metodo anche per arginare i costi del servizio sanitario e quindi della spesa pubblica. Anche per quanto riguarda i suicidi, ad esempio, si può fare prevenzione, infatti molti studi hanno affermato che la maggior parte dei suicidi si sarebbero potuti prevenire, e ad oggi ci sono molte campagne di sensibilizzazione attuate per mettere in risalto i comportamenti suicidari, così da poterli prevenire. La prevenzione si divide in tre tipi: - Agisce nei confronti dell'uomo sano o dell'ambiente, può essere collettiva o individuale, e si propone di eliminare i fattori di rischio delle malattie (es. campagna contro il fumo o vaccinazione). - Agisce nei confronti dell'uomo malato che non sa di esserlo, può essere

collettiva o individuale, si attua ad esempio con gli screening.

La prevenzione terziaria agisce sulle persone malate che hanno già manifestazioni cliniche, si attua con delle terapie o delle riabilitazioni con il fine di prevenire o ridurre le conseguenze della malattia stessa; in alcune malattie infettive come l'aids mira anche al reinserimento del soggetto nella società.

L'educazione sanitaria oltre a promuovere la conoscenza di norme comportamentali sane, deve anche informare i cittadini sul modo migliore di usufruire dei servizi sanitari, la medicina preventiva infatti non si occupa solo dell'individuo ma anche e soprattutto di gruppi di persone che pur non essendo ammalati, corrono maggior rischio. Nel nostro paese molte malattie si prevengono con le vaccinazioni, quelle di routine sono: difterite, pertosse, tetano, poliomielite, morbillo, parotite, rosolia, epatite B e Haemophilus influenzae. Queste nove sono infatti tra le malattie che hanno inciso

dipiù a livello storico per la frequenza con cui si presentavano e/o perché causano gravicomplicanze fino, in alcuni casi, alla morte. Ci sono oltre queste ovviamente moltealtre vaccinazioni, che vengono però consigliate direttamente dal medico curante disoggetti più a rischio, le quali non sono obbligatorie per legge ma talvolta consigliate.

Le vaccinazioni hanno permesso fi ridurre in maniera rilevante sia il numero dipatologie, che la mortalità infantile, tanto che l’Oms stima che ogni anno siano circa 8milioni le vite salvate dai vaccini, proprio per questo sono tra le scoperte scientifichepiù importanti per il genere umano. Nonostante ciò, c’è una fetta dell’opinionepubblica che li vede ancora con sospetto, tanto che il presidente della Società Italiana“si tratta di un calo che sta facendo tornare malattie dimenticatedi Pediatria ha dettocome la pertosse. Infatti, calano le percentuali di bimbi

Immunizzati e si rivedono casi di morte evitabili come il morbillo e la pertosse". Questo calo delle vaccinazioni è soprattutto dovuto alla mal informazione che le famiglie ricavano da siti web non attendibili che lanciano allarmi sui vaccini. Sarebbe d'altronde opportuno seguire le indicazioni del Ministero della Salute o per lo meno chiedere consiglio ad esperti.

Probabilmente i dubbi sono dovuti al fatto che si è perso il ricordo delle epidemie che ci colpirono prima dell'arrivo dei vaccini e degli antibiotici, le quali sterminavano intere generazioni. Ovviamente di pari passo con il calo dei vaccini l'Oms ha rilevato una maggiore incidenza proprio di queste malattie.

Anche le malattie non trasmissibili ovviamente possono essere prevenute, magari con incidenza minore ma comunque anche qui la prevenzione può diminuire i decessi, infatti sono circa 35 milioni l'anno i decessi a causa di malattie cardiovascolari, per diabete, cancro e disturbi respiratori.

In questo campo la prevenzione ha il compito di diminuire i fattori di rischio, anziché di contagio, ed i fattori di rischio sono cause necessarie ma non sufficienti per l'insorgimento della malattia a differenza di quelli di contagio che sono cause necessarie e sufficienti. Tra i rischi principali troviamo il consumo di tabacco, l'abuso di alcool, la mancata attività fisica, la cattiva alimentazione e soprattutto la povertà. Di grande aiuto per quanto riguarda la prevenzione nei paesi poveri sono le associazioni cristiane, infatti è noto che in alcune aree di Paesi in via di sviluppo le organizzazioni cristiane danno fino al 40 per cento dei servizi sanitari. È indispensabile quindi una equità di trattamento tra malati ricchi e malati poveri, proprio perché le malattie non trasmissibili si moltiplicano tra i poveri che non hanno i mezzi economici per sostenere le spese sanitarie o per avere una buona alimentazione, o per avere accesso.ai giusti farmaci. Nei Paesi ad alto reddito invece, al contrario, le persone sono spesso responsabili delle loro stesse malattie perché decidono per scelta di tenersi alcuni vizi che equivalgono a fattori di rischio. Oggi il primato negativo tra le malattie lo detengono le malattie cardiovascolari, infatti sono tra le patologie più diffuse ed in continua crescita, soprattutto nei Paesi industrializzati. I fattori di rischio e le manifestazioni cliniche delle malattie cardiovascolari sono vari a seconda anche del sesso e dell'età dei pazienti, ma probabilmente oltre a fattori fisici sono correlate a fattori psicologici e culturali. I fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come per tutte le altre malattie, sono modificabili e non modificabili. I fattori modificabili sono legati agli stili di vita, ad esempio, quelli non modificabili invece sono legati in particolare alla predisposizione genetica. Sui fattori di rischio modificabili

È fondamentale l'azione della prevenzione primaria, su quelli non modificabili invece possiamo attuare la prevenzione secondaria, come per esempio test di screening a tutte le categorie a rischio.

Un'altra patologia cronica molto diffusa ed in continuo aumento a livello nazionale e mondiale è il diabete. Questa è una patologia cronica e come tale, una volta che insorge, accompagna il paziente per tutta la vita. Essendo quindi di grande incidenza e con grandi complicazioni è fondamentale concentrarci sulla prevenzione della stessa, e queste strategie preventive dimostrano come la riduzione del peso corporeo ottenuta tramite una modifica dello stile di vita della popolazione possano ridurre l'insorgenza del diabete di circa il 50/60% addirittura; l'unica prevenzione attuabile individualmente è avere una corretta alimentazione dell'infanzia e fare attività sportiva, ed a promuovere questo stile di vita la prevenzione potrebbe

attuare diversi interventi educativi-informativi individuali o collettivi che affrontano anche i diversi aspetti della malattia. Un altro ruolo della prevenzione di questa malattia è proporre test di screening periodici ai soggetti a rischio, così da poter essere monitorati nel tempo. Un'alimentazione corretta e una buona salute sono strettamente collegate, la proporzione tra i vari alimenti e la qualità dei cibi che mangiamo è la base di uno sviluppo umano ottimale sia fisico che mentale. "Noi siamo ciò che mangiamo" affermò Feuerbach già a metà del 1800, quando il nostro stile di vita ad oggi è caratterizzato da una grande disponibilità di cibo e da una sempre più diffusa sedentarietà. Quindi quando si ha la necessità di una corretta alimentazione bisogna fare ricorso alla medicina estetica e dietologica: la medicina estetica, infatti, nasce come unione di medicina ed estetica appunto.iversi, è importante prendersi cura di sé stessi in modo completo. Ci sono diversi aspetti da considerare per mantenere una buona salute: 1. Alimentazione: È fondamentale seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti. Mangiare frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre aiuta a fornire al corpo i nutrienti di cui ha bisogno. 2. Attività fisica: Fare esercizio regolarmente è essenziale per mantenere un buon stato di salute. Si consiglia di dedicare almeno 30 minuti al giorno a attività fisica moderata, come camminare, nuotare o fare yoga. 3. Riposo: Dormire a sufficienza è importante per il recupero del corpo e della mente. Si consiglia di dormire almeno 7-8 ore a notte per garantire un buon riposo. 4. Gestione dello stress: Lo stress può avere un impatto negativo sulla salute. È importante trovare modi per gestire lo stress, come praticare tecniche di rilassamento, fare attività che ci piacciono o parlare con qualcuno di fiducia. 5. Igiene personale: Mantenere una buona igiene personale è fondamentale per prevenire malattie e infezioni. Lavarsi le mani regolarmente, fare la doccia quotidianamente e tenere puliti gli ambienti in cui viviamo sono abitudini importanti da seguire. 6. Visite mediche regolari: Sottoporsi a controlli medici regolari è importante per individuare eventuali problemi di salute in modo tempestivo. Si consiglia di fare visite mediche preventive almeno una volta all'anno. 7. Evitare cattive abitudini: Fumare, bere alcolici in eccesso e assumere droghe sono comportamenti che possono danneggiare gravemente la salute. È importante evitare queste cattive abitudini per mantenere un buono stato di salute. Prendersi cura della propria salute è un impegno costante, ma ne vale sicuramente la pena. Investire nel proprio benessere fisico e mentale è la chiave per vivere una vita sana e felice.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
21 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giadaferraz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Greco Emilio.