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GRADIENTE DI SALUTE E SPIEGAZIONI SOCIOLOGICHE DELLE DISUGUAGLIANZE DI SALUTE
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Gradiente di salute
Che cos’è il gradiente di salute? fenomeno per cui ad ogni gradino della scala socio-economica si verifica una
▪ →
corrispondente diminuzione dello stato di salute
Spiegazioni sociologiche sulle disuguaglianze di salute
Sono state elaborate tre teorie in grado di spiegare l’origine delle disuguaglianze di salute.
1. TEORIA DELLE CAUSE FONDAMENTALI secondo tale approccio, alla base della malattia vi sarebbe lo status
→
socioeconomico e quindi la mancanza di risorse, sia di tipo materiale sia di tipo affettivo
2. STRESS CRONICO secondo questo modello, la percezione del proprio status socioeconomico genera uno stress cronico,
→
il quale sarebbe la causa di numerose malattie psicosomatiche e psicologiche
3. MODELLO DEI PERIODI CRITICI tale modello afferma che lo stato di salute è condizionato dai vari avvenimenti che si
→
susseguono nel corso della vita e che un’eccessiva esposizione a fattori di rischio come il fumo o l’abuso di alcol in
giovane età, possa avere conseguenze sulla salute anche molti anni dopo. Inoltre, momenti di rottura o momenti
particolarmente difficili per la persona possono determinare delle conseguenze a lungo termine sullo stato di salute.
LE SFIDE E LE PROSPETTIVE DI POLICY
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Disuguaglianze persistenti e strategie di contrasto
Nonostante l’introduzione dei moderni sistemi di welfare, le disuguaglianze sono andate aumentando. Per cercare di frenare
questa tendenza l’OMS propone diverse strategie, tra cui: migliorare le condizioni di salute della vita quotidiana, impegnarsi
per un’eguale di distribuzione delle risorse e osservare e valutare in maniera approfondita le varie problematiche che si
manifestano. In questo scenario, le scelte politiche rappresentano un’importante opportunità per il contrasto delle
disuguaglianze. Capitolo 13 – Salute digitale e “big data” in sanità
LA SALUTE DIGITALE
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Il concetto di salute digitale fa riferimento all’utilizzo di strumenti tecnologici e dispositivi digitali volti a supportare il
cittadino-paziente e il professionista nell’ambito del percorso di cura. Secondo gli autori vi sono diverse motivazioni per cui è
necessario investire nella digitalizzazione della salute: ad esempio, le tecnologie consentono di ridurre la spesa sanitaria e di
garantire un’assistenza personalizzata.
STRUMENTI DIGITALI PER LA SALUTE E IL BENESSERE
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L’impiego di dispositivi tecnologici mobili volto a raccogliere informazioni al fine di migliorare le condizioni di salute dei
cittadini prende il nome di “mobile health”. Tra questi strumenti, le app e i sensori indossabili, ad esempio, forniscono
importanti dati rispetto al monitoraggio di patologie come il diabete o aritmie cardiache. Altri strumenti molto utili sono i
blog e i social media, per mezzo dei quali gli utenti possono condividere la loro esperienza diventando “imprenditori
biologici”, ossia individui impegnati in un percorso per acquisire consapevolezza rispetto alla malattia, fornendo al
contempo un supporto a coloro che affrontano situazioni simili.
I “BIG DATA”
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I big data corrispondono ai dati in formato digitale che sono raccolti, archiviati e gestiti tramite database di ampie
dimensioni. I big data sono caratterizzati da alcuni elementi, ossia: voluminosità, velocità, varietà, variabilità, veridicità ed
elevata attendibilità.
“BIG DATA” COME OPPORTUNITÀ PER LA SANITÀ
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I big data forniscono un importante contributo anche in ambito sanitario:
i cosiddetti “sensori umani” permettono di misurare uno specifico fenomeno attraverso il caricamento online di contenuti
• che registrano le sensazioni e le osservazioni degli utenti
le parole che gli utenti inseriscono sui motori di ricerca permettono di individuare tempestivamente o anticipare la
• nascita di nuovi fenomeni sociali; a questo proposito è stata introdotta la disciplina dell’ “infodemiologia”, la quale
consente di studiare la distribuzione dei dati al fine di fornire informazioni utili alle politiche sanitarie
infine, la crescita e lo sviluppo dei big data ha contribuito alla nascita della “medicina delle 4P”, espressione che
• sintetizza le quattro sfide per il futuro della medicina: predizione, prevenzione, personalizzazione e partecipazione
“BIG DATA” E SORVEGLIANZA DIGITALE: TRA PROFILI DI CONTROLLO E MERCIFICAZIONE
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Il concetto di sorveglianza digitale fa riferimento all’attenzione specifica e sistematica ai dettagli personali per finalità di
potere, management, protezione o controllo. L’elevata quantità di dati prodotta dalla società contemporanea ha favorito
l’introduzione di nuovi metodi di sorveglianza più invasivi e impercettibili: la dataveillance, ad esempio, è una pratica di
sorveglianza realizzata su grandi quantità di informazioni che permette di controllare i dati personali degli utenti al fine di
orientare le loro scelte.
Sono state individuate tre fasi evolutive della sorveglianza:
1. STATO DI SORVEGLIANZA presuppone un contesto in cui i soggetti preposti al controllo sociale osservano i
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comportamenti degli individui per cogliere aspetti devianti e mantenere l’ordine
2. SOCIETÀ DI SORVEGLIANZA il controllo sociale ha la funzione di influenzare diversi aspetti della vita quotidiana legati
→
al consumo e alle attività in rete
3. CULTURA DELLA SORVEGLIANZA fenomeno tipico delle società dei Big data in cui i soggetti sono coinvolti e
→
partecipano attivamente alla produzione delle informazioni in cambio di alcuni servizi
Un fenomeno di recente comparsa e presente particolarmente negli Stati Uniti è il “capitalismo di sorveglianza”, un sistema
basato su uno “scambio” tra attore e cliente: nel caso delle assicurazioni sanitarie, ad esempio, il cliente cede a queste
ultime i suoi dati personali in cambio di alcuni benefici.
IL FUTURO DELLA SANITÀ DIGITALE TRA LUCI E OMBRE
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La diffusione delle tecnologie in ambito sanitario porta con sé anche alcune criticità sul piano etico e sociale:
la mancanza di procedure per disciplinare la raccolta, l’archiviazione e l’uso dei dati sanitari
✓ il rischio di deresponsabilizzazione dello stato verso le disuguaglianze di salute
✓ Capitolo 15 – Salute globale e migrazioni: accesso ai servizi sanitari e pratiche di
cura
MIGRAZIONI E SOCIETÀ
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Esiste un’importante relazione tra salute globale e processi migratori, la quale può essere spiegata prendendo in esame
quest’ultimo fenomeno. La diffusione dei processi migratori si articola in quattro fasi:
1. a partire dal ‘500, con l’avvio delle politiche di conquista, seguito dallo schiavismo e lo sfruttamento economico dei
paesi assoggettati, i processi migratori cominciano a intensificarsi
2. durante la seconda fase, che va dal 1870 alla grande guerra, i flussi migratori si muovono dal nord al sud e in particolare
dall’europa al nord america
3. la terza fase va dal 1915 al 1975, periodo in cui i flussi migratori coinvolgono principalmente i paesi occidentali
4. durante la quarta fase avviene una modifica dei flussi, in particolare per quelli in italia si tratta di persone provenienti
da paesi in via di sviluppo, paesi a forte pressione migratoria e paesi a sviluppo avanzato
Le migrazioni coinvolgono tre elementi: le società d’origine, i migranti attuali e potenziali e le società di approdo. Secondo
la definizione dell’OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni), il migrante è “qualsiasi persona che si trasferisce o
si è trasferita attraverso un confine internazionale o all’interno di uno stato, lontano dal suo luogo di residenza abituale,
indipendentemente dallo stato legale della persona, dalle cause dello spostamento e dalla durata del soggiorno”. I termini
“migrante” e “migrazione” fanno riferimento alle diverse fasi del trasferimento: l’atto di emigrare, e quindi di uscire dal
luogo d’origine, e quello di immigrare, cioè di far ingresso in un luogo diverso; a questo proposito, vi è la distinzione tra
migrazioni internazionali migrazioni interne
(all’esterno del paese d’origine) e (all’interno del paese d’origine).
La maggior parte dei migranti decide di spostarsi per motivi di lavoro oppure legati alla famiglia e allo studio, ma anche per
i conflitti, le persecuzioni e i disastri ambientali. Oltre a questi, vi sono anche gli sfollati interni, ossia persone che fuggono
dalle zone di conflitto ma restando comunque nel paese di origine, in zone meno interessate dagli scontri. A seconda del
percorso migratorio e del loro status giuridico-amministrativo, i migranti possono essere suddivisi in diverse categorie:
migranti regolari coloro che vivono stabilmente e regolarmente nel paese di arrivo, ad esempio i lavoratori con
• →
regolare contratto di lavoro, le persone immigrate per ricongiungimento familiare, i rifugiati (titolari di protezione
internazionale) e i minori non accompagnati
migranti irregolari coloro che risiedono irregolarmente nel paese di arrivo, spesso privi del permesso di soggiorno
• →
migranti forzati coloro che sono costretti a fuggire dai paesi di origine a causa di guerre, persecuzioni e varie
• →
situazioni di pericolo e povertà; comprendono i rifugiati, i richiedenti asilo e gli sfollati
Gli elementi che spingono i migranti a lasciare il proprio paese vengono detti “push factors”, mentre i fattori di attrazione
verso il paese di arrivo vengono definiti “pull factors”. Il processo migratorio viene suddiviso in quattro fasi:
1. la prima fase riguarda le migrazioni temporanee da parte di giovani per motivi di lavoro, che solitamente prevedono il
rientro nel paese di origine
2. la seconda fase si caratterizza per il prolungamento del soggiorno
3. nella terza fase avviene il ricongiungimento familiare
4. nella quarta fase si giunge alla stabilizzazione permanente
I fenomeni migratori contemporanei sono caratterizzati dalla femminilizzazione: la migrazione femminile è rilevante sia sul
piano numerico, ma anche per la natura dei processi migratori e per i loro rischi: le donne migranti, infatti, spesso subiscono
abusi e sono più esposte alla tratta di essere umani.
Un altro elemento che caratterizza i flussi migratori sono i cosiddetti “network migratori”, ossia le comunicazioni e le
relazioni tra coloro che lasciano il proprio paese e la rete amicale e parentale che invece vi rimane.
La teoria dei network migratori si è evoluta a favore dell’approccio transnazionalista, che analizza i processi attraverso cui i
migranti intrattengono rela