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DIFFERENZE D’ETÀ
In ogni società vi sono strati di età che differiscono per status e ruoli. Comportamento può essere
regolato da norme formali (es. ci si può sposare o votare a 18 anni, votare per il Senato a 25) o
informali (es. studente che finisce le superiori dovrebbe iscriversi subito all’università o lavorare).
Come si formano gli strati di età? Due processi:
invecchiamento e successione delle coorti
• mutamento nelle strutture e dei ruoli connessi all’età
•
Coorte: insieme di persone che sono state sottoposte allo stesso evento (di solito la nascita, quindi
coorte di nascita -> la coorte ’99). All’inizio è molto ampia, poi con l’emigrazione o la morte si
assottiglia e cambia la composizione (più donne che uomini)
Generazione: coloro la cui vita è stata influenzata da qualche evento rilevante (generazione del
‘68). È quindi necessario che vi sia nesso generazionale che si forma con una forte discontinuità
storica. Norme cambiano quando un evento porta ad una nuova generazione
LE FASI DEL CORSO DELLA VITA
Idea molto antica (es. Pitagora divide età in 4 come le stagioni, Agostino le divide in 7 come i giorni
della settimana)
Oggi sociologi concordi nel definire corso della vita costruzione sociale in quanto esso e le sue fasi
hanno significati diversi nello spazio e nel tempo.
Un rito di passaggio è una cerimonia che accompagna ogni modificazione di posto, di stato, di
posizione sociale e di età
Il fatto che esistano i riti di passaggio rappresenta la prova che le fasi del corso della vita esistono;
alcuni vengono però deritualizzati (es. matrimonio religioso) o ri-ritualizzati (es. matrimonio civile,
luna di miele) o se ne formano di nuovi (es. conseguimento della patente)
Gli antropologi hanno notato che questi riti non hanno lo stesso contenuto ma hanno la stessa
forma: fase di allontanamento dai comportamenti precedenti
• fase di stallo in cui non si fa parte né di una categoria né di un’altra (fase liminale, di
• confine)
entrata nella nuova categoria
•
Categorie e riti possono cambiare. Esempi del libro:
Nascita
Molti riti di separazione (es. taglio cordone ombelicale), di margine (es. in Cina bimbo resta chiuso
in una stanza per tre mesi con una nutrice) e di aggregazione (es. padre che assicura una vita
sociale, antica Roma padre solleva bambino da terra o imposizione nome).
Gioventù e maturità
Passaggio da infanzia a gioventù nelle società primitive avveniva con separazione da donne, isolati
nella foresta o in una capanna.
Passaggio alla maturità comprende circoncisione o qualche altra mutilazione; nell’Europa del
passato era taglio di capelli
La maggior parte di questi riti erano per maschi, per le femmine il passaggio avveniva in con
l’allontanamento dalla famiglia per il fidanzamento
Fidanzamento e nozze
Antica Roma cerimonie di fidanzamento; a Firenze vari incontri tra le famiglie: incontro non
pubblico, incontro tra componenti maschili per definire condizioni del fidanzamento e quando il
fidanzato infilava l’anello al dito della fidanzata.
Prima delle nozze la sposa doveva piangere mostrando di non voler andare via e doveva essere
convinta ad uscire (rito di separazione), una volta incontrata la suocera doveva dimostrare di poter
assumere il ruolo giusto nella famiglia prima di essere ammessa in casa (rito di aggregazione)
INFANZIA
Secondo alcuni storici l’infanzia è una categoria recente, nel passato non esisteva questo concetto
perché):
nella pittura dell’Europa premoderna (15-16 secolo) i bambini vengono rappresentati come
• adulti in miniatura e non portano abiti adatti alla loro età
in francese e in alcune altre lingue non esisteva una distinzione linguistica tra bambino e
• adolescente
atteggiamento di forte indifferenza nei confronti dei bambini (probabilmente per l’alta
• mortalità infantile)
ETÀ ADULTA (GIOVENTÙ)
La pubertà è il passaggio fisiologico da bambino a adulto, che è diversa dalla gioventù, che è il
passaggio sociale da bambino a adulto
Tappe:
1. conclusione del percorso formativo
2. occupazione relativamente stabile
3. abbandono della casa dei genitori -> avviene sempre più tardi
4. matrimonio* (>26u/23d)
5. maternità/paternità*
Guardando il grafico si nota che ci sono dei gruppi: ad esempio l’Italia è inserita in un gruppo di
paesi mediterranei e ortodossi. La transizione ritardata infatti non è una novità e l’età di uscita è
legato alla conformazione familiare. Due modelli di formazione delle famiglie nello spazio
europeo:
regola di residenza neolocale (sposi vanno a
• vivere da soli) regola di residenza patrilocale
•
elevata età al matrimonio (26m/24+f)
• bassa età al matrimonio
•
omogamia per età
• asimmetria età
•
formazione di famiglie nucleari
• formazione di famiglie estese
•
alta percentuale di nubili e celibi (<10%)
• bassa/nulla percentuale di nubili e celibi
•
circolazione dei giovani, gioventù lunga
• gioventù breve
•
riduzione della fecondità
•
Regola neolocale ha bisogno di solidità superiore (quindi ritardato matrimonio e genitorialità),
mentre regola patrilocale si può essere meno autonomi ma si è sottoposti ad autorità genitori.
Struttura neolocale avrebbe favorito capitalismo con più imprenditorialità e spezzettamento
proprietà. Minore diseguaglianza uomo-donna potrebbe essere stata favorita da struttura neolocale
perché con età tra coniugi più simile autorità minore.
In generale spostamento in avanti di tutte le tappe può essere ricondotto a scolarità di
massa, trasformazioni economiche ma soprattutto a maggiore valorizzazione del sé -> si dedica
maggior tempo a esplorare se stessi e si rimanda ciò che non consente la piena autorganizzazione.
Attuali modelli di formazione delle nuove famiglie:
tappe intermedie tra famiglia di origine e nuova: si esce presto per studiare o lavorare e si va
• a vivere da soli, con amici o con partner (FIN, SVE, DK)
nessuna tappa intermedia, si esce più tardi (IT, ES, PT, GR)
•
LA TERZA ETÀ ED IL PENSIONAMENTO, LA MORTE
Situazione degli anziani è cambiata rispetto al passato:
sono di più numericamente
• “vecchiaia” ha significato meno negativo e sostituito da “terza età” che inizia con
• pensionamento ed è caratterizzato da più tempo libero. Si distingue dalla quarta età che è la
dipendenza fisica dagli altri
maggiori disponibilità economiche grazie a livelli d’istruzione più alti e sistemi
• pensionistici
Il pensionamento è la fine del periodo di lavoro e l’inizio di quello del tempo libero.
Non sono sempre esistite, una volta anziano diventava dipendente da familiari a meno che non
avesse proprietà. Prime pensioni introdotte nella metà '800 in Francia e in Belgio per militari e
funzionari pubblici. Bismarck 1889 primo ad introdurre pensionamenti di massa. Italia nel 1898
istituita Cassa Nazionale di previdenza per invalidità e vecchiaia operai (per operai che non
potevano badare a sé e non potevano contare su aiuto figli). Modelli pensionistici:
modello universalistico per tutti indipendentemente dall’occupazione
• modello occupazionale partendo dai lavoratori dipendenti e poi includendo altri
•
L’importo delle pensioni è aumentato nel tempo (da 20-30% del vecchio salario fino al 60%)
VISIONE DELLA MORTE
Veniva considerata come una parte della vita e non c’era imbarazzo nel parlarne perché era
un’esperienza quotidiana.
Processo di istituzionalizzazione/medicalizzazione della morte: è frequente morire in ospedale
invece che a casa
Gli atteggiamenti nei confronti della morte sono legati all’età mediana alla morte.
Ariès ha proposto una “periodizzazione” degli atteggiamenti basati più su basi letterarie che su dati.
Si sono succeduti ma talvolta anche sovrapposti.
1. 0-1800 morte addomesticata A: rapporto sereno e fatalistico, dovuto a familiarità
(evento non raro) e vicinanza (coesistenza dei vivi e dei morti, es. venivano seppelliti
vicino o dentro le chiese) con la morte
2. 400- 1800 morte addomesticata B: cosa più importante era essere vicini ai resti di un santo
(legame tra la vicinanza al santo e la posizione sociale)
3. 1200-1400 morte di sé: emerge “individualismo” -> nomi sugli epitaffi
4. 1500-1700 morte dell’altro A: anticipazione della morte come rottura drammatica
5. 1800-oggi morte dell’altro B: morte comincia ad essere oggetto di culto -> nascono
cimiteri moderni e si vanno a trovare i defunti
6. 1900-oggi morte “proibita”: data possibilità di governare aspettativa di vita morte diventa
argomento tabù. “Morte sociale”, anche se uno non è ancora morto lo si tratta come se lo
fosse (es. chi è in ospedale in fin di vita). Tanti muoiono in ospedale e questo riduce la
familiarità con l’evento.
Studio di Goerer -> una volta ci si vestiva a lutto, nel dopoguerra diventa frutto di imbarazzo e si è
incoraggiati a superare l’evento più in fretta possibile
cremazioni -> ci si libera velocemente del corpo morto
• diffusione del modello americano delle “case funerarie” (camera ardente non in casa
• propria)
“morte dignitosa” -> seguire voleri del defunto
•
Walter “morte postmoderna”: tentativo di riappropriazione dell’ultimo tratto della propria vita es.
suicidio assistito ed eutanasia
Eutanasia: interruzione volontaria della vita in cui un medico somministra (iniezione) farmaco
letale a paziente con caratteristiche stabilite dalla legge su sua diretta richiesta. Può anche essere
“involontaria” quando avviene in assenza di richiesta (bambino, persona malata di Alzheimer ecc)
Suicidio assistito: forma di interruzione volontaria della vita in cui un paziente terminale affetto da
una malattia incurabile riceve, sotto alcune condizioni stabilite dalla legge, farmaci letali che il
paziente si autosomministra.
In tutti i paesi che hanno introdotto il suicidio assistito o l’eutanasia la percentuale di persone che se
ne avvalgono è aumentata; si pensa che l’aumento potrebbe essere dovuto al fatto che il suicidio
assistito è una morte dignitosa alternativa al s