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LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA MARGINALITA' (ELIAS)
Per Norbert Elias la marginalità non è un fatto di natura o dipendente dalla razza o soltanto dalla
posizione rispetto al potere o ai rapporti di produzione, ma una costruzione sociale dipendente da
molteplici fattori. Nella società non ci sono fattori anormali: tutto ciò che avviene ha una sua logica.
Il compito del sociologo è scoprirla.
Il punto di partenza dello studio di Elias è costituito dai dati di una ricerca svolta con il suo
collaboratore Scotson a Wintson Parva, paese industriale di circa 5000 abitanti delle Midlands
inglesi nei pressi di Leicester. Tra gli abitanti dei quartieri che lo compongono (in particolare quelli
denominati zona 2 e zona 3) esiste una profonda frattura culturale (denigrazione e pettegolezzi
della zona 2 che si sentono superiori a quelli della zona 3, quest'ultimi accettano questa
condizione). Fra le 2 zone non ci sono differenze di tipo religioso, di classe sociale o di tipo etnico
ma gli abitanti della zona 2 abita a Winston Parva da 2 o 3 generazioni prima della zona 3. Come
mai i vecchi residenti si sentono superiori ai nuovi arrivati? Elias pone la durata della residenza alla
base della sua spiegazione della superiorità degli abitanti della zona 2 su quelli della zona 3. Il
tempo però è solo la dimensione nella quale essa viene trovata.
Gli abitanti della zona 2 sono molto uniti fra loro, hanno una struttura molto coesa e invece quelli
della zona 3 essendo arrivati poco alla volta i loro rapporti sono piuttosto formali. Tra gli abitanti
della zona 2 e quelli della zona 3 non vi è alcuna animosità particolare (molti lavorano nella stessa
fabbrica). Il problema riguarda le strutture collettive e non la singola disposizione a integrare o
escludere. Gli abitanti della zona 3 vengono infatti esclusi sistematicamente della associazioni
religiose, del tempo libero ecc (vengono esclusi da tutti i ruoli che comportano una certa visibilità
sociale e un certo potere).
Gli individui, secondo Elias, non sono atomi ma si formano nel processo di costruzione della
struttura sociale. Il processo di socializzazione è nello stesso tempo un processo di
individualizzazione. La società infatti non è altro che la forma, la configurazione appunto delle
relazioni degli individui in un dato tempo e in dato luogo.
CARISMA DI GRUPPO: Il carisma è una qualità considerata qualcosa di non ordinario, in virtù
della quale l'individuo che ne è provvisto si ritiene abbia forze e proprietà soprannaturali o
sovraumane (comunque eccezionali) in modo specifico, non accessibili agli altri, quindi distintive di
un leader.
La definizione weberiana del carisma di gruppo è basata su uno schema autopreferenziale (in
weber troviamo lo schema di Nietzsche secondo il quale la definizione di sè è
l'autoproclamamazione dei propri valori); quella di carisma e disonore di gruppo di Elias è basata
sulla comparazione invidiosa (denigrazione dell'altro, dei suoi valore e del suo codice morale). -----
Il senso di superiorità degli abitanti della zona 2 rispetto a quelli della zona 3 consiste nel carisma
di gruppo elaborato nel corso del tempo da questi individui.
I mezzi specifici con cui si realizza il processo di costruzione dell'identità sono molteplici. Gli
STEREOTIPI sono un mezzo, da un lato, per legittimare la propria superiorità dell'altro per
confermare e confermare l'inferiorità dell'altro (essi sono l'attribuzione della parte al tutto e del tutto
alla parte). Gli stereotipi sono schemi di valorizzazione degli elementi migliori della zona 2 (e di
occultamento dei negativi) e degli elementi peggiori della zona 3 (e di occultamento di quelli
positivi). Gli abitanti della zona 3 non hanno il potere di replicare perchè non condividono le stesse
premesse cognitive, gli stessi codici mediante cui viene definita la realtà (collaborano con i loro
detrattori a costruire un immagine negativa di sè e del proprio quartiere).
I nuovi arrivati possono minacciare non tanto uno status ma un progetto di mobilità sociale. Le
vecchie famiglie costituiscono un gruppo unito non per ragioni di affetto e amore reciproco ma solo
di fronte agli estranei (fanno fronte comune contro gli estranei). La tendenza a uniformarmi alle
norme del gruppo delle vecchie famiglie è parte del riconoscimento di status per gli individui e per
le singole famiglie. Il nuovo arrivato non è dunque marginale in quanto si trova in un luogo, ma
perchè in quel luogo trova un gruppo sociale costituito, con le sue regole, con i suoi codici che non
apre a lui le porte ma lavora attivamente per mantenerlo ai margini della società. ELIAS
DIMOSTRA CHE LA STRUTTURA DELLE RELAZIONI SOCIALI SONO LA BASE DELLA
COSTRUZIONE DELLA MARGINALITA'.
NE' RAZZE NE' ETNIE
Le classi dominanti hanno fin da sempre cercato di legittimare il loro argomento secondo il quale
per il loro governo della società occorre scegliere gli uomini migliori (poichè sono essi al potere, se
ne dovrebbe ricavare la conclusione che sono i migliori).
Dall'analisi dei burakumin in Giappone (giapponesi ma lavori disprezzati) e delle caste in India (arri
arrivati in occidenti sottomettono le popolazioni ma essendo uomini hanno bisogno di donne e
formano caste chiuse), si intuisce che nessun ruolo può avere interpretazioni basate su un
approccio che operi con il concetto di razza o di etnia. Per comprendere in modo adeguato la
formazione di una struttura della disuguaglianza occorre invece un approccio basato
sull'interazione tra i gruppi e sulla configurazione delle relazioni (disprezzo e sistematica
negazione di identità diventano un mezzo per realizzare l'esclusione).
CODICI CULTURALI E CONDIZIONE DELLO STRANIERO (SCHUTZ)
L'analisi di Alfred Schutz prende in considerazione la condizione di un immigrato nuovo arrivato in
una società. L'approccio di Schutz è di notevole interesse e dal suo lavoro si possono ricavare
spunti per una migliore comprensione della condizione dello straniero oggi.
Se l'analisi di Simmel ci mette in condizione di comprendere la struttura delle relazioni dello
straniero con un gruppo sociale di riferimento, se il contributo di Sombart illustra magistralmente il
ruolo dello straniero nella genesi del capitalismo moderno e Elias descrive i processi della
diversità, Schutz si occupa dei codici culturali e ci consente di integrare le analisi di tipo strutturale.
LA CONCEZIONE DEL MONDO RELTIVAMENTE CULTURALE
Il punto di partenza di Schutz è costituito da un approfondimento e da uno sviluppo della
concezione delle ideologie di Scheler. Tutto ciò che accade è da noi inserito nel nostro mondo
"familiare" (concezione del mondo relativamente naturale). Questa concezione del mondo include i
presupposti cognitivi e morali dati per scontati dai membri di un gruppo sociale e da una comunità.
Il radicamento nella propria tradizione comunitaria comporta l'assunzione dei modelli culturali in
essa dominanti. Se la tradizione viene messa in discussione, cadono nello stesso tempo tutti i
riferimenti cognitivi, emotivi e morali che gli individui e i gruppi prendono da essa. Questa
situazione viene caratterizzata come situazione di crisi.
IL LABIRINTO COGNITIVO
L'analisi della condizione dello straniero condotta da Schutz è imperniata su un duplice percorso: -
da un lato egli esamina la relazione della comunità e del gruppo con il proprio sapere dato per
scontato; - dall'altro, la perdita del mondo familiare da parte dello straniero. Il suo sitema di
riferimenti cognitivi e morali non ha validità nella nuova situazione; d'altro canto egli non può
ancora basare il suo agire su quelli del gruppo o della comunità nella quale si trasferisce e tanto
meno farli propri.
In primo luogo lo straniero proprio per la sua condizione di nuovo arrivato, con la sua tradizione e
la sua cultura , mette in discussione il sapere del gruppo o della comunità nella quale arriva. In
secondo luogo egli si trova nella condizione di un osservatore disinteressato, guarda alla nuova
società, al gruppo e agli individui da lontano, dalla sua prospettiva. La dissonanza cognitiva e
normativa lo costringe a rilevare la differenza tra i suoi modelli culturali e morali e quelli del gruppo
a cui si avvicina o di cui comincia a far parte. Questa condizione successivamente da osservatore
imparziale si trasforma in quella di un soggetto interessato, che si ispira a entrare nel nuovo
gruppo.
La sua lontananza si muta in prossimità, i suoi schemi vuoti si riempiono di divide esperienze; i
suoi contenuti anonimi si trasformano in situazioni sociali definite; le sue tipologie precostituite si
disintegrano. Lo straniero scopre che le cose nel nuovo ambiente appaiono molto diverse da come
egli si aspettava che fossero quando era in patri; il suo pensare come il solito, il suo saper dato per
scontato è sospeso. Allo straniero manca uno status sociale, Egli non è membro del gruppo, non
ha un centro, infatti nè in se stesso nè in una relazione di cui sia membro indispensabile e
significativo. Nella sua esperienza di vita quotidiana egli deve fare continuamente i conti con
fondamentali discrepanze nell'interpretare la realtà e dominare le situazioni. Ciò che è ovvio per i
membri del gruppo è problematico per lui --- problema della RILEVANZA. La stessa definizione
della situazione è ardua per lo straniero. Mentre i membri del gruppo di appartenenza trovano nella
propria tradizione culturale soluzioni cognitive e pratiche per definire le situazioni e per operare in
esse, lo straniero incontra difficoltà a causa della frammentarietà dei suoi schemi cognitivi e di
attribuzione di rilevanza. Dove il membro del gruppo di appartenenza ha una percezione "fine",
capace di attribuire agli individui il proprio status e ai gruppi le caratteristiche adeguate, lo straniero
percepisce in modo grossolano e confonde l'individuale con il tipico. Lo straniero diviene più
oggettivo degli altri nell'interpretare il mondo ambiente, nuovo per lui.
Schutz mette in luce infine che l'incertezza dello straniero viene interpretata dai membri del suo
nuovo gruppo come mancanza di lealtà. La sua continua opera di analisi dei loro modelli culturali,
delle norme, dei valori può produrre la sensazione che egli non condivida questo mondo, la sua
definizione, la sua interpretazione. L'incapacità di accedere a questo mondo viene interpretata
come mancanza di volontà di aderirvi. Ma tutti costoro non capiscono che lo straniero nello stato di
transizione non considera questo modello come rifugio protettivo ma come un labirinto in cui egli
ha perso ogni senso di orientamento. La sua condizione si definisce sempre più nel senso della
margin