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Nella seconda metà degli anni settanta il monopolio statale sulla tv inizia ad incrinarsi e in quegli
anni, l'Italia, diede l'avvio di trasmissioni terrestri su scala locale, violando cosi la riserva del
servizio radiotelevisivo allo Stato.
È un terreno proficuo per la nascita delle emittenti cosiddette libere. Anche se fuori legge, le piccole
emittenti godono della simpatia dell'opinione pubblica, per la prima volta fortemente critica nei
confronti di una tv che veniva sostenuta attraverso il pagamento del canone, nonostante non fornisse
contenuti di qualità.
La seconda crisi 1987-1988
Le novità maggiormente significative possono essere cosi riassunte:
Si stabilisce la libertà d'antenna per i privati;
• Viene imposto il limite di possedimento di reti televisive ( 3 )
• Chi si trova ad avere una rete tv può avere giornali che coprano solo fino fino al 16% della
• tiratura nazionale;
Si stabilisce un tetto pubblicitario distinto per la tv pubblica e commerciale;
• Viene istituito il Garante per la radiodiffusione e l'editoria;
• Si realizza il piano delle concessioni nazionali;
• Si espande la possibilità di diretta a tutte le emittenti, che sono obbligate alla realizzazione
• di un telegiornale;
si regolamentano gli intervalli pubblicitari.
•
È la prima crisi della tv certificata dai dati Auditel.
Questa crisi segnerà l'inizio di un periodo che farà della quotidianizzazione dell'infrazione televisiva
routine produttiva. Anche perchè, in quel periodo di crisi, la trasgressione, accanto all'innovazione
nel trattamento dell'informazione si è rivelata appagante ( programmi tipo indietro tutta, drive in ).
In questo periodo si affermano anche quei generi riconducibili alla tv verità, che permettono al
telespettatore di salire sul grande palcoscenico mediatico, intervenendo direttamente o attraverso il
telefono ( chi l'ha visto? ). Quel che resta di queste stagioni di profondo cambiamento
dell'architettura della programmazione televisiva è soprattutto un ritratto del pubblico sempre più
consapevole delle proprie esigenze e dei propri gusti.
La terza crisi 1997-1998
La crisi è dovuta a problemi individuati in un difficile rapporto con i pubblici giovani e una
tendenziale sfiducia nei confronti dell'informazione televisiva. Questo era solo l'inizio di un
processo di allontanamento delle audience giovani.
La Rai per ovviare commissiona una ricerca "Televisioni in movimento". L'obiettivo era lo studio
delle dinamiche inerenti la programmazione e delle relative risposte di pubblico. La ricerca
introduce direzioni di indagine come l'analisi di mercato ( customer satisfaction ) e la sociologia dei
processi culturali ( stili di consumo, stili di vita ).
Quel che emerge è che i segnali di crisi si connettono a episodi di stanchezza dei generi e dei
linguaggi televisivi, ma anche a una maggior indipendenza e spirito esplorativo delle audience. È la
stagione dell'inizio del disincanto e del nomadismo dei telespettatori che sfruttano le interruzioni
pubblicitarie per consultare il resto dell'offerta televisiva.
Capitolo 3
1. La tv è morta. Viva la tv
Un indebolimento progressivo del rapporto tra gli italiani e la tv ha preso il via nel 2003 per arrivare
a una ripresa degli ascolti nel 2008. Quest'ultima stagione di difficoltà della televisione è stata
accompagnata da una serie di piccole rivoluzioni sul piano sociale, culturale e tecnologico. È il
periodo del ritorno alla fruizione collettiva della televisione, attraverso la visione delle partite di
calcio o del Grande Fratello negli spazi pubblici ( sociale ), della maggior copertuna di Internet (
tecnologico ) e dell'esplorazione del digitale soprattutto attraverso una diversificazione delle
modalità di utilizzo del cellulare ( culturale ).
L'evoluzione del mercato della tv digitale sta modificando profondamente lo scenario competitivo
che abbiamo conosciuto finora.
Le strategie di lancio del digitale terrestre verranno affiancate dalla sempre più forte affermazione
del satellite che a lungo è stata considerata un competitor debole. La fusione di TelePiù e Stream in
una società unica Sky Italia, fa nascere un competitor forte, che inciderà sulle regole del mercato e
sui comportamenti di fruizione degli italiani.
2. Verso il digitale. Questioni di definizione
Il decollo della tv digitale terrestre è stato tutt'altro che realistico, in cui la tv digitale viene
affiancata alla retorica della gratuità e dell'interattività. Fallimentare soprattutto perchè ingannevole:
non era una tv del tutto gratuita e l'interattività non rappresentava una strategia convincente in un
periodo caratterizzato da un basso utilizzo dei servizi interattivi.
Le varie definizioni del nuovo concetto oscillano tra un evidente ultratecnicismo e l'antitesi con
l'analogico.
3. Prove di società...con le altre tv
Si assiste ad un duplice cambiamento, sia dal lato della domanda che da quello dell'offerta di
contenuti televisivi. Dal punto di vista della domanda, si delinea la tendenza verso una minore
omgeneizzazione dei gusti e delle scelte dei telespettatori.
È lo scenario della nuova ipotetica strada alla televisione di seconda generazione, concepita per la
promozione di servizi più mirati, dedicati a segmenti di pubblico più esigenti ( canali tematici ed
interattività ).
Gli scenari sociali e di consumo relativi alla realtà italiana fanno emergere che il distacco dalla
televisione tradizionale non sarà immediato. Lo dimostrano ancora i dati di fruizione che
continuano a mantenersi sopra il 90%.
Il passaggio al digitale terrestre si presenta soprattutto come una questione di infrastrutture
tecnologiche e di ampliamento dell'offerta quale risposta sia alle esigenze di molteplici stili di vita
dei soggetti moderni, sia a una specializzazione della stessa fruizione televisiva.
4. La diffusione della televisione digitiale in Europa. Verso la DigItalia
Facendo il punto sulla diffusione della tv digitale, a dicembre 2007, quasi la metà delle abitazioni
televisive in Europa occidentale ha ormai un accesso alla tv digitale. La televisione digitale terrestre
( DTT ) registra i tassi di crescità più elevati.
In Italia come negli altri paesi europei la sfida del digitale terrestre si giocherà soprattutto sui
contenuti e sulle capacità di rispondere a quella parte dell'audience dimenticata dalla televisione
tradizionale: i giovani.
In Italia il digitale terrestre ha avuto un decollo timido, dovuto ha un'offerta che inizierà a
competere con la già affermata Sky solo a partire dal 2009, a switch off avvenuto in cinque regioni.
La televisione si trova in questo momento a dover esplorare nuovi territori per competere con gli
altri mezzi di comunicazione. Alla Tv per tutti si affianca una tv fai da te, dove lo spettatore avrà la
possibilità di scegliere un palinsesto adatto ai propri interessi, attingendo da una nuova offerta
multicanale, declinata su più programmi, ricostruendo in maniera personalizzata il grande flusso
mainstream. In italia i telespettatori prediligono una Sofa TV ( tv satellitare, digitale terrestre, Iptv )
molto più vicina agli standard di fruizione tradizionali.
5. Il satellite come incipit
La tv oltre la tv. Il digitale terrestre come strategia
La pay tv inizia ad andare controcorrente rispetto alla dimensione pregiudiziale della classe politica
ed intellettuale italiana. Sport e film mantengono il ruolo di prodotti trainanti.
A fronte della stanchezza della tv tradizionale si affacciano, anche nel mercato delle altre tv,
contenuti più che mai aperti alla fruizione di un'ampia platea. Un nuovo mainstream che si sviluppa
nella navigazione della multicanalità
Nuovi palinsesti per nuovi e vecchi pubblici
Genere e fascia oraria, i due concetti chiave del palinsesto nella tv generalista, in questo contesto,
sembrano scompaginarsi. Il genere resta legato ad un determinato target, ma abbandona il suo
ambiente naturale che è la fascia oraria, per estendersi in più canali dove il tempo si è dilatato. Il
grande assente della post-neotv è la fascia oraria.
La sfida dei contenuti
Laa tv satellitare promuove un duplice cambiamento, sia dal lato della domanda che da quello
dell'offerta di contenuti televisivi. Dal punto di vista della domanda, si delinea, la tendenza verso
una minore omogeneizzazione dei gusti e delle scelte dei telespettatori. Si aprono, cosi, nuovi
segmenti di mercato che potrebbero essere soddisfatti dall'offerta di operatori neoentranti.
È proprio l'estensione delle scelte televisive che giustifica, da un punto di vista interpretativo e
strategico, lo studio degli stili di vita, delle motivazioni, delle energie e delle aspirazioni che
movimentano la quotidianità.
Il satellite vuol dire anche TivùSat
Nel febbraio del 2009 viene annunciata pubblicamente la nascita della società Tivù che ha come
principale compito quello di creare una nuova piattaforma televisiva gratuita sulla televisione
satellitare attraverso TivùSat.
Lo scopo è quello di coprire tutte le zone che non saranno servite dal segnale del digitale terrestre;
come dichiara Marco Giordani, amministratore delegato di Rti: " Vogliamo evitare che molte
famiglie italiane sia obbligate a pagare Sky per vedere i nostri contenuti gratuiti".
Capitolo 4
1. La fiction tv nella stagione dell'abbondanza
Ancor oggi la fiction è la tipologia più diffusa. Diventa fondamentale definire tale tipologia come
ibrida, in quanto riesce a trasmettere contenuti attraverso parabole e strategie di coinvolgimento del
telespettatore diverse da quelle dell'informazione.
Decontestualizzati e resi umani, i personaggi riconducibili alla storia sociale e politica del Paese
diventano persone comuni, con i loro difetti, passioni e qualità, in grado di persuadere e far
identificare fasce piuttosto rilevanti di popolazione.
Non a caso, le classifiche dei programmi più visti vedono nel 2009 due fiction diventate ormai quasi
istituzionali per la Rai e per Mediaset: un medico in famiglia e i cesaroni.
Le storie evadono dalla gabbia ormai troppo stretta della televisione tradizionale per intercettare
nuovi pubblici. S'innesca in questo modo un meccanismo di marketing che va oltre lo sviluppo della
storia per adattarla ai diversi media e linguaggi: transmedia storytelling.
Navigare nella multimedialità con la bussola dei pubblici
Interessa all'analisi sulla fiction non solo la sua distribuzione sociale restituitaci dai numeri e dai
tabulati pubblicitari, ma soprattutto l'analisi delle risposte che vnegono date al cambiamento degli