Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
Riassunto esame Format e Prodotti Televisivi, prof. Cardini, libro consigliato La Tv Dopo la Tv, Scaglioni Pag. 1 Riassunto esame Format e Prodotti Televisivi, prof. Cardini, libro consigliato La Tv Dopo la Tv, Scaglioni Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Format e Prodotti Televisivi, prof. Cardini, libro consigliato La Tv Dopo la Tv, Scaglioni Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Format e Prodotti Televisivi, prof. Cardini, libro consigliato La Tv Dopo la Tv, Scaglioni Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Format e Prodotti Televisivi, prof. Cardini, libro consigliato La Tv Dopo la Tv, Scaglioni Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Le serie televisive sono principalmente di origine americana. Alla sovrabbondanza di prodotti, si

accompagna una distinzione tra il premium e il basic, che si gioca sulla variabile del tempo di emissione.

Quando una serie ha buoni ascolti sulla generalista, è difficile che questa abbandoni l'esclusiva a i canali

pay. Diverso è invece il discorso per le serie di minore impatto, che prevedono un primo passaggio pay cui

segue una rapida ripresa in uno dei molteplici canali free. Anche in questo caso si genera confusione, in

assenza di un chiaro principio che distingua le serie di successo da quelle che non l'hanno avuto ed identità

di canale sufficientemente forti. A fronte di alcune scelte obbligate a causa dei diritti posseduti e dei

passaggi di licenza, è essenziale rafforzare l'immagine delle reti con scelte editoriali forti e non

contraddittorie.

Anche nel caso dei cartoni animati si attivano le dinamiche valide per film e serie televisive. La prima

visione è sempre più premium e solo in un secondo momento le serie diventano free. Il genere del cartone

animato si presta a una forte ripetizione.

Lo sport, con il cinema, è il genere pay per eccellenza. Diversamente dall'operatore satellitare, il digitale

terrestre ha trovato un equilibrio tra le proposte gratuite e quella pagamento. Il calcio è lo sport premium

per definizione: l'intera offerta sportiva di Mediaset Premium è dedicata al calcio, il resto dello sport è

materia da televisione free. L'informazione è invece vista come genere esclusivamente free.

Lo spazio per l'intrattenimento è decisamente ridotto. Le reti non hanno le risorse per produrre molti

programmi, mentre il genere non si presta particolarmente alla ripetizione. Un primo caso è il catch-up, la

possibilità di rivedere a breve distanza dalla messa in onda un programma perso sulla televisione

generalista. Una seconda possibilità è il riuso dell'archivio, sia nel caso di programmi storici, sia in quello di

quelle trasmissioni che possono reggere su un periodo più lungo.

-Un primo dato evidente e una certa mancanza di coraggio, che porta le nuove reti a scelte del tutto simili a

quelle della tv generalista, senza sfruttare le potenzialità fornite da identità ancora tutte da costruire,

strutture produttive più snelle e pubblici targettizzati. Di fronte a questa staticità nel cambiamento,

risultano evidenti alcune possibili direzioni di sviluppo: 1) una prima direzione è quella di riuscire a

valorizzare l'abbondanza dei contenuti come una risorsa, contenendone gli elementi critici e di difficoltà.

Quest'abbondanza può andare incontro alle necessità dello spettatore e diventa così importante

comunicarle in maniera chiara; una seconda direzione consiste nello sviluppo di marchi che siano in grado

di dare valore e omogeneità alla varietà dei contenuti trasmessi dalle diverse reti. Questo può valere per i

singoli prodotti che possono assumere il ruolo di marcatore di canale e per le diverse emittenti che devono

rafforzare la loro immagine.

La crossmedialità può costituire un ottimo driver per il digitale terrestre in direzione di una forte

connessione tra le varie parti della filiera televisiva e mediale e di una maggiore finalizzazione a prodotti e

reti.

3) I mille volti dell'audience

-Essere pubblico significa: simultaneità con quanto accade in un luogo lontano e contemporaneità di

un'esperienza condivisa. Secondo Bird i confini dell’audience si fanno sempre più sfumati: attraversano

contesti e spazi differenti, costituiscono temporalità sovrapposte e fra loro intersecate, rispecchiano la

natura sempre più ambientale e quotidiana dei mezzi di comunicazione. Il broadcaster hanno bisogno di

conoscere e controllare l’audience, deve farsi concreta, cioè tradursi in numeri. Sono tre le istituzioni non

solo interessate a elaborare un'immagine del pubblico, ma sufficientemente potenti da imporre queste

immagini ai discorsi condivisi.

1. Le istituzioni mediali sono istituzioni o imprese televisive che operano direttamente nel settore

producendo e distribuendo programmi televisivi, ma anche le aziende investitrici in pubblicità, le

agenzie pubblicitarie, le case di produzione e i centri media, gli istituti di ricerca. Ciò che li

accomuna è la finalità della loro costruzione del pubblico televisivo. Devono farsi un'idea delle

tipologie di persone cui si intende rivolgersi nel costruire un programma. L'obiettivo comune è

conoscere il pubblico per poterlo controllare e incanalare. Il pubblico è perciò inteso come un

mercato e ciò che conta è la quantità, i dati di ascolto, che danno un quadro esaustivo del

comportamento del pubblico.

2. Le istituzioni pubbliche sono responsabili di presiedere alle politiche di regolamentazione del mezzo

televisivo. Ci si preoccupa di stabilire norme che definiscano cosa non sia lecito trasmettere in

televisione, come garantire una corretta informazione politica o in che misura limitare la

concentrazione della proprietà televisiva per mantenere il mercato concorrenziale e un sistema

pluralistico. Le finalità degli organi di governo del settore radiotelevisivo sono perciò legate a una

nozione di bene pubblico.

3. Le istituzioni di ricerca non sono finalizzate primariamente alla misurazione e all'analisi del pubblico

per scopi commerciali, ma sono tese a comprendere le dinamiche del pubblico, gli effetti su di esso

del medium e dei media, gli usi che l’audience fa e i significati che trae dalla televisione, e il loro

legame coi significati diffusi nella società e nella cultura.

Hartley chiama spettatore empirico quello ricavato attraverso studi qualitativi o quantitativi sull’audience;

e spettatore implicito quello ipotizzato dal testo e dai meccanismi testuali.

Nell'ultimo decennio sono state le istituzioni mediali e quelle di ricerca a provare a riadattare le proprie

immagini del pubblico. Sono così emerse nuove problematiche: da un lato non è venuta meno l'attenzione

nei confronti della quantificazione del pubblico , ovvero l’audience misurata; dall'altro si sono sviluppati

nuovi quadri concettuali per rappresentare l’audience indagata.

- Audience misurata - L'offerta multicanale e mutipiattaforma conduce con sé la progressiva

frammentazione dei consumi. Nel primo decennio del 2000, in Italia si saldano diversi processi: diffusione

massiva di forme di televisione a pagamento, digitalizzazione delle piattaforme distributive, estensione

della banda larga e di forme di consumo audiovisivo on-line e mobile, frammentazione dei consumi. Nel

corso di un decennio il quadro complessivo appare estremamente mutato: l'offerta complessiva di canali

passa da un ristretto numero di reti generaliste nazionali a oltre 170 reti seguite su diverse piattaforme. Se

nel 2001 i sette canali generalisti nazionali rappresentano oltre il 93% dei consumi televisivi, dieci anni più

tardi questa quota scende al 78%. Il fenomeno della frammentazione dell'ascolto è correlato con il processo

di diffusione delle piattaforme digitali e con lo strutturarsi di un'offerta abbondante. Nelle aree all digital

(regioni in cui è avvenuto lo switch off) la televisione generalista vede erodere il proprio consumo in

maniera consistente. La frammentazione deve essere letta come un processo che conduce la televisione ha

una doppia articolazione: permanenza della televisione generalista e affiancamento a questa di un

ambiente multicanale articolato.

Il consumo satellitare nel nostro paese sembra risentire poco del processo di digitalizzazione. A crescere

sono invece i consumi di reti multipiattaforma e reti multicanale. Ma la frammentazione dei consumi non

coincide con il radicale ampliamento del numero degli editori: la quota più consistente di ascolto

multicanale perso dalla televisione generalista viene riassorbito dai grandi broadcaster, quali Rai, Mediaset,

Sky e Telecom Italia Media.

Il processo della convergenza conduce a una trasformazione dell'esperienza spettatoriale nei suoi assi

costitutivi: il tempo e lo spazio. Sul versante del tempo, si evidenzia una progressiva penetrazione della

multi-timingTv, sono molte le tecnologie che hanno reso non-lineare un medium finora lineare come la

televisione. Da un lato abbiamo l'idea del flusso congelato e spostato, ovvero una serie di tecnologie

promettono di rendere disponibile la televisione come la conosciamo; dall'altro vi è il video on demand. Sul

versante dello spazio, la televisione promette di uscire dalle mura domestiche per farsi esperienza sempre

disponibile. Una tv multi-luogo, disponibile in ogni luogo svincolata dalle rigidità orarie e che si offre

sempre connessa al flusso del broadcasting.

Questa mutazione dell'esperienza televisiva ha messo in dubbio la possibilità di tracciare in maniera

affidabile i consumi; e ciò ha condotto le istituzioni mediali a un ripensamento delle tecniche di

quantificazione degli ascolti: con la progressiva estensione delle rilevazioni alle nuove piattaforme e con

l'inclusione nelle rivelazioni delle principali forme di consumo personalizzato.

La quantificazione del consumo televisivo diventa dinamica: non più una fotografia statica di quanto viene

consumato nel momento in cui viene emesso, ma un quadro che tiene traccia della fruizione di un

contenuto nei sette giorni successivi all'emissione.

Il consumo time-shifted è un fenomeno destinato a crescere, rappresenta un’ulteriore articolazione del

consumo televisivo e riflette nuove modalità di pensare l’audience misurata. Se l'ascolto rilevato coincideva

con quello simultaneo all'emissione, ora esso viene diviso in quattro nuove categorie: 1) Live, è il

tradizionale ascolto in diretta, quello che fa coincidere il tempo dell'emissione con tempo della fruizione; 2)

VOSDAL, è il consumo quasi in diretta, ossia la visione di programmi in differita rispetto all'emissione, ma

che avviene nello stesso giorno; 3) TSV, è il consumo posticipato, limitato ai sette giorni successivi

all'emissione; 4) VOD, è il consumo generato da forme di offerta on demand, prodotti televisivi sganciati dal

flusso palinsestuale e resi disponibili per un consumo personalizzato. Queste nuove modalità di analizzare il

consumo trasformano il concetto di audience misurata: se esso si riferiva esclusivamente alla pratica di

visione isocronica (simultanea all'emissione e contemporanea al resto del pubblico), ora comprende tutte

le forme di flessibilizzazione del flusso televisivo. L'adattamento della misurazione del consumo alle forme

dell'esperienza televisiva convergente consente di rappresentare più accuratamente la complessa

articolazione della tv contemporanea. È così possibile traccia

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
17 pagine
5 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gianbiker di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Format e prodotti televisivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) o del prof Cardini Daniela.