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POLITICA, STATO E CITTADINANZA

1. Lo Stato come cuore della politica in epoca moderna

Che cos'è lo Stato? Viviamo all'interno di un mondo che è fatto di Stati. La stragrande maggioranza delle persone vive all'interno di uno Stato e vivere all'interno di questo non è il frutto di una opzione. Ad uno Stato si appartiene per nascita, nasciamo in un determinato territorio e già per il semplice fatto di essere nati su quel territorio entriamo a far parte di uno Stato ed applichiamo i diritti e gli obblighi che derivano dal vivere in quella determinata parte di territorio. Ma nel mondo non ci sono solo gli Stati, ci sono anche organizzazioni sovranazionali. Anche queste organizzazioni hanno influenza sulla nostra vita però sono associazioni volontarie alle quali ciascuno Stato è libero di aderire oppure no. Questa libertà non c'è nei confronti dello Stato. Nasciamo e facciamo parte dello Stato e non c'è alcun

attori uguali di fronte alla legge. Inoltre, lo Stato ha il potere di imporre regole e norme che devono essere seguite da tutti i cittadini, altrimenti ci sono delle sanzioni previste. Questo potere di coercizione è ciò che distingue lo Stato da altre istituzioni sociali. Inoltre, lo Stato ha il compito di garantire la sicurezza e la difesa del territorio, di promuovere il benessere e il progresso sociale, di tutelare i diritti e le libertà dei cittadini. Per fare tutto ciò, lo Stato ha a disposizione una serie di strumenti come le forze armate, la polizia, l'amministrazione pubblica, il sistema giudiziario, ecc. In conclusione, lo Stato è un'istituzione politica che detiene il potere sovrano su un determinato territorio e sulla popolazione che lo abita. È responsabile della gestione degli affari pubblici e dell'attuazione delle leggi. La sua autorità deriva dalla legittimità conferita dalla popolazione e dalla capacità di esercitare la coercizione legittima.

uguali in quanto cittadini. La legge è uguale per tutti quelli che sono sottoposti al potere dello Stato. L'aspetto coercitivo si concretizza nel fatto che in nome dello Stato, in nome del popolo italiano, facciamo le leggi. È in nome dello Stato che si applica la giustizia, che si creano dei sistemi di tassazione che dovrebbero essere il principio che conferma l'uguaglianza di opportunità per i cittadini e quindi che consente la redistribuzione sociale delle risorse. È in nome dello Stato che si mettono le persone in carcere, che si può arrivare al punto di chiedere la vita stessa per lo Stato. Quindi, l'accezione Weberiana, l'esistenza dello Stato, è fortemente connessa ad un criterio di legittimità che in tanti casi può essere criterio disatteso. Sappiamo che ci sono Stati, dove l'uso della forza e l'esercizio del potere non si regge su criteri di legittimità. Sappiamo che ci sono Stati Totalitari,

Stati Autoritari, Dittature. Usando queste categorie potremmo interpretare ciò che è accaduto di recente nei paesi dell'est europeo col crollo del muro di Berlino proprio come l'evidenziarsi di una crisi di legittimità di quei poteri. Lo Stato allora si può accettare in quanto sistema di solidarietà e in quanto credenza nella legittimità degli ordinamenti in cui si forma. Lo Stato si può accettare anche per altre ragioni: perché non si vogliono pagare le conseguenze della disubbidienza alle leggi; si può obbedire anche per apatia; per interesse; per cinismo. La legittimità, quindi, è una ma non è l'unica spiegazione del perché uno Stato possa continuare ad esistere.

Come nasce uno Stato? Inizialmente può nascere come un'associazione volontaria di individui o di gruppi politici minori i quali possono decidere di convivere su un determinato territorio riconoscendo

Un ordinamento unico e un potere garante di questo ordinamento unico per tutti. E' il caso degli Stati Uniti d'America. La nascita degli Stati Uniti è una volontà espressa da comunità politiche di creare uno Stato unico fra stati che prima erano autonomi. E' la maniera attraverso cui nasce lo Stato polacco nel 900 quando tante comunità, tante tribù decidono di sottomettersi ad un unico principe. Quindi lo Stato può nascere come azione volontaria. Se questo è un percorso inclusivo l'altro percorso va nella direzione opposta. Lo Stato può nascere come desiderio di separarsi da uno Stato preesistente. (Per esempio: come nascono la Lettonia, Estonia, Lituania, Slovenia, Serbia o la Croazia? Prima c'era la grande Unione Sovietica ed ora questi stati che si sono scissi da quel potere centrale e si danno delle istituzioni autonome). Ancora lo Stato può nascere come esito di una lotta per l'indipendenza.

Proviamo a pensare a tutti i movimenti di decolonizzazione presenti negli anni '60. In ogni caso, questa volontà libera, queste intenzioni libere che consentono la nascita dello Stato, una volta che lo Stato è nato trasformano questa associazione libera in un'associazione non più volontaria ma in un'associazione coercitiva per coloro che fanno parte dello Stato. Dal punto di vista di concezione generale dello Stato potremmo distinguere due grandi filoni: Il primo filone è rappresentato dagli studi degli studiosi Non Marxisti per i quali lo Stato rappresenta un'istituzione neutrale e necessaria per mantenere l'ordine, per controllare i conflitti interni fra gli individui o fra i differenti gruppi sociali, per definire e perseguire gli obiettivi economici e sociali di una determinata società. Nella concezione Marxista invece lo Stato è lo strumento della classe economica più potente che proprio grazie allo Stato, ai suoi.

ordinamenti e al suo potere coercitivo, questa classe diventa oltre che economicamente più potente, diventa anche politicamente più potente cioè una classe dominante. Lo Stato in questa concezione non è per niente un'istituzione neutrale ma è strumento creato dalla borghesia per sottomettere e sfruttare la classe dominata. Vediamo ora da un punto di vista storico, come si arriva alla nascita dello STATO MODERNO. Cominciamo a farlo analizzando il "Sistema Feudale". Esso è un sistema che ha una lunga durata nel corso del tempo, che ha una articolazione ben definita del potere politico. E' un sistema in cui domina la dimensione localistica. L'esercizio del potere è un esercizio diffuso all'interno di questo mondo e che caratterizza il mondo feudale come un mondo di poteri locali. Il potere è esercitato a livello locale e il soggetto che esercita questo potere è il feudatario che amministra

concretamente la giustizia, che riscuote la rendita, impone la tassazione o dei pedaggi a coloro che attraversano il territorio del suo feudo. Egli ha degli obblighi di natura militare e fiscale nei confronti del Re. Il "Sistema Feudale" è un sistema all'interno del quale le tendenze centralistiche del potere sono deboli. C'è la figura dell'imperatore ma il suo potere è un potere mitigato dall'incapacità che lui ha di attuare l'uso diretto della forza, del controllo sociale, dall'incapacità che ha di avere un'amministrazione propria del territorio, dei funzionari, degli amministratori che garantiscano il governo del territorio e l'attuazione degli ordinamenti. Il mondo feudale è un mondo di guerre continue e di esaltazione delle virtù guerresche dove c'era la figura del cavaliere. Questa forma di organizzazione del potere era alla mercé dei feudatari in cambio dei servizi che i

feudatari offrivano al Re, quest'ultimo concedeva loro dei benefici e spesso non interferiva nell'arbitrarietà con cui i feudatari localmente esercitavano il loro potere. Non lo poteva fare perché non aveva un esercito proprio.

Quali sono dunque le origini dello STATO MODERNO?

Lo STATO MODERNO è l'esito dei meccanismi che fanno si che il potere si concentri, non sia più diffuso ma diventi un potere nelle mani di un unico soggetto. Quindi arrivare allo STATO MODERNO è esito di un processo dove questo accentramento può essere lecito dell'uso della forza quindi del sottomettere ad un unico soggetto i poteri presenti su un determinato territorio. Può essere esito di azioni diplomatiche, può essere esito di matrimoni. Attraverso guerre, diplomazie, matrimoni tra potenti si arriva a definire quel monopolio della violenza legittima esercitato da un unico sovrano e questo monopolio si regge su leggi dinastiche della successione.

Si trasmette da padre in figlio. Si regge sulla forza della tradizione e la legittimità all'esercizio del potere è da ritenere che chi governa ha il potere di farlo e che questo potere gli deriva dalla tradizione.

L'evoluzione delle forme della politica "dal basso" e "dall'alto": cittadinanza e tipi di Stato

È possibile che nasca questo Stato? Comincia a nascere quando c'è la possibilità di creare grandi eserciti e quindi quando esiste un potere che ha le risorse economiche per pagare direttamente dei soldati ovvero per costringere dei contadini a lasciare le loro occupazioni per diventare militari. Si può parlare di Stato quando nasce una moderna burocrazia cioè quando si arriva a trasformare le cariche in uffici e quindi quando il conferimento di determinate funzioni non dipende più da una volontà mutevole del detentore del potere ma è statuito all'interno di determinati ordinamenti.

Quando si creano dei percorsi per accedere all'interno di determinati ordinamenti, quando si creano dei percorsi per accedere a determinate cariche e soprattutto quando queste cariche non sono più proprietà di colui che le detiene, non sono più cariche o funzioni che io posso trasmettere ai miei figli; ma queste cariche e funzioni sono contemplate all'interno di un sistema di regole dove tu non puoi trasferire la carica e dove tu utilizzi degli strumenti, che occupi un ufficio di cui non sei proprietario e dove soprattutto le decisioni che tu sei chiamato ad assumere non dipendono dalla tua volontà o dal tuo capriccio o dalle tue simpatie ma sono l'esito dell'applicazione degli ordinamenti statuiti. Ma bisogna anche accentuare il monopolio fiscale non devono essere più i singoli feudatari a riscuotere le tasse, il Re si da una sua amministrazione che vada a riscuotere le tasse. Ci deve essere un'unica moneta ed è il Re checonia queste monete e ci sono delle manifatture che cominciano ad essere di tipo statale. E' il Re che crea posti di lavoro, che crea imprese e si può
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
32 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/11 Sociologia dei fenomeni politici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Sociali Prof.