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Approccio psicometrico alla misurazione dell'antisemitismo e dell'intolleranza etnica

Su questa base gli autori si muovono con approccio psicometrico, affrontando inizialmente, mediante una scala di tipo Likert, la misura del pregiudizio antisemita, manifestazioni di intolleranza etnica storicamente associata al fascismo. Le risposte ottenute alle scale di antisemitismo, di etnocentrismo, di conservatorismo politico-economico, risultano covarianti in misura elevata, articolandosi, cioè, in un insieme ampio e coerente indicato come ideologia antidemocratica.

In questa chiave, gli autori giungono a definire un particolare orientamento ideologico non nei termini propri del suo contenuto, ma in quelli impropri dei processi psicologici o psicopatologici che lo sosterebbero.

Il lavoro di Adorno et al., va inquadrato nel contesto, anche teorico, dell'epoca nella quale è stato proposto, senza attribuire ad esso il valore assoluto che non pretende, almeno esplicitamente, e comunque non possiede: in ogni caso, in esso si assume che l'ideologia antidemocratica.

Operi come corazza e protezione di una debolezza e fragilità dell'ego dipendente da particolari esperienze infantili, con l'implicazione che manifestazioni di tale supposta debolezza e fragilità, sul piano logico indipendenti da prese di posizioni ideologiche, risultino invece psicologicamente ad esse associate.

Muovendo da questa considerazione, gli autori costruiscono un ulteriore scala tipo Likert articolata su voci costituite da manifestazioni di debolezza-fragilità dell'ego espresse come modi di porsi nei riguardi di se stessi, delle relazioni interpersonali, del sesso, dei valori morali, dell'autorità e simili, detta scala F (da fascismo), il punteggio ottenuto alla quale è assunto come misura di fascismo potenziale, supposta base dinamica dell'ideologia antidemocratica.

La scala F mostra una relazione soddisfacente con le precedenti tre scale, coerentemente con l'ipotesi che essa stessa rispecchi il collante psicologico.

Che giustifica la covariazione delle componenti dell'ideologia antidemocratica. Su questa base viene aperta una seconda fase della ricerca su un numero ridotto di individui, singolarmente esaminati, diretta a precisare e confermare i risultati della scala F: vengono studiati due gruppi di soggetti contrastanti per punteggio massimo e minimo alla scala di etnocentrismo.

I risultati di tale confronto sono coerenti con l'ipotesi: i due gruppi si differenziano nei riguardi delle esperienze connesse al tipo di educazione infantile subita e al tipo di famiglia in cui questa ha avuto luogo, esperienze che si mostrano anche associate con specifici modi di porsi in vari settori, dai più intimi ai più esteriori.

Le esperienze infantili in causa secondo Adorno et al., sono connesse a due tipi opposti di famiglia e di modalità educative:

  • Famiglia ed educazione autoritaria: famiglie strutturate gerarchicamente, un padre dominante, disciplina educativa dura e punitiva
centrata su obbedienza e doveri, affetto dei genitori condizionato all'adempimento dei compiti e prestazioni prescritte, grande importanza attribuita ai problemi di status e potere. Famiglia ed educazione non autoritaria: famiglie strutturate in modo egualitario, con disciplina educativa ragionevole, affetto dei genitori dato senza condizioni, scarso interesse per problemi di status e potere. L'educazione autoritaria risulta associata ad un'ampia gamma di caratteristiche personali coerenti e inizierebbe a delinearsi intorno ai 10 anni di età. Tale gamma viene drasticamente sfrondata da Sanford (1973) che la riduce a tre dimensioni: Convenzionalismo: costituito dal "[...] bisogno di aderire strettamente ai valori convenzionali del ceto medio, con propensione a provare ansia di fronte ad ogni violazione, osservata o pensata, di tali valori". Sottomissione autoritaria: rappresentata da un "[...] esagerato ed emotivo bisogno di sottomettersi a una figura di autorità e di sottomettere gli altri". Aggressività autoritaria: caratterizzata da un "[...] bisogno di esercitare potere e di sottomettere gli altri, associato a sentimenti di rabbia e ostilità verso coloro che non si sottomettono".sano sviluppo individuale e sociale.

Adattamento ottimale della persona, articolato su caratteristiche personali, tra le quali il porsi, più che problemi "esterni", problemi "interni" relativi all'armonia personale, all'autorealizzazione, alla libertà di scelte, ecc.: la personalità autoritaria, all'opposto, si porrebbe, più che problemi "interni", problemi "esterni" relativi al potere, al successo, alle acquisizioni materiali, ecc.

Tra le critiche Hyman e Sheatsley (1954) contestano la rappresentatività della popolazione studiata rispetto all'"americano medio" al quale vengono generalizzati i risultati ottenuti. Ciò comporta sia l'impossibilità di cogliere la derivazione di qualche pregiudizio da fattori relativi a sottogruppi costituenti la popolazione generale stessa ma non considerati nella campionatura, sia la sovrastima della covariazione delle misure rilevate e della relazione di queste con fattori.

di personalità, occultando la possibilità che, in popolazioni diverse, le misure mostrino un'intensità diversa. Connessa alla precedente è la critica riguardante il mancato controllo della popolazione studiata delle differenze di scolarità e di status socio-economico, differenze rilevate ma sottovalutate da Adorno et al., in tutte le ricerche successive, simili differenze hanno dimostrato di influenzare pesantemente il risultato di tutte le scale di pregiudizio e della scala F. Sulla base di un andamento genere risulta possibile un'interpretazione della covariazione prescindendo dalla personalità, la covariazione in causa potrebbe semplicemente rispecchiare un modello subculturale comune nella popolazione "povera" è "incolta" non solo degli Usa anni '50, cioè una norma presente nelle persone con scolarità e livello socio-economico bassi (Brown, 1965). In proposito è noto che, perlomenonegli Usa, manifestazioni estreme di pregiudizio etnico oggi pressoché scomparse, come il linciaggio, erano agite secondo specifici modelli subculturali, diversi per classi sociali diverse, non rappresentando, contrariamente alle apparenze, forme spontanee di violenza collettiva. Tendenzialmente, la gente di status socio-economico più elevato dava luogo a "linciaggi borbonici" che essi spiegavano come attività bene ordinate, simulanti interventi giudiziari a carico di singoli imputati, mentre la gente di status socio-economico più basso (i "piccoli bianchi") dava luogo a linciaggi disordinati, feroci e dilaganti in violenze indiscriminate. Ancor più in generale, l'uso di un costrutto tipologico viene considerato "vecchio stile" e rifiutato in favore di un costrutto dimensionale bipolare: in questa chiave oggi si parla di autoritarismo, inteso come dimensione bipolare misurabile. 11 Critiche diverse, hanno poi sollevato lamancata considerazione da parte degli autori dell'esistenza di un presunto autoritarismo di sinistra. Wilkinson (1972) in proposito, ritiene che personalità autoritarie possano, occasionalmente, adottare un'ideologia di sinistra, specie se si tratta dell'ideologia ufficiale dello stato cui appartengono. L'estrema destra, infatti, si caratterizza per esigere il rispetto dell'autorità, per mostrare una netta propensione al militarismo, nell'insieme offrendo alle persone psicologicamente deboli la possibilità di sentirsi forti attraverso l'identificazione con una politica nazionale aggressiva, l'estrema sinistra non offre tale opportunità, anzi la nega con il suo appoggio a deboli ed oppressi di ogni tipo. Va sottolineato che, se l'abbondante letteratura che ha seguito "la personalità autoritaria" non dà riscontro a molte caratteristiche in relazioni che essa descrive, ciò può anchedipendere non tanto dall'inconsistenza delle caratteristiche e relazioni stesse, quanto da insufficienza delle modalità di verifica empirica adottate, come sembra essere avvenuto per lo stile cognitivo, la cui associazione con la personalità autoritaria è stata a lungo ritenuta uno dei più incerti risultati di Adorno et al. Nella loro ricerca lo stile cognitivo entra inizialmente con due dimensioni bipolari: - Rigidità-flessibilità mentale: definita in termini comportamentali da una prova che la misura, l'effetto Einstellung, come tendenza (o meno) a perseverare in risposte che precedentemente si sono dimostrate utili ma che non risultano più economiche per raggiungere scopi attuali o per risolvere problemi attuali. - Intolleranza-tolleranza dell'ambiguità: nei termini di una prova che la misura è definita come tendenza, lungo una serie di figure ambigue che sfumano una nell'altra, a perseverare (omeno) nelle modalità di percepire che si sono affermate per prime, evitando l'ambiguità di posizioni intermedie. Ambedue le dimensioni implicano una tendenza a perseverare e sono state poi unificate sotto l'etichetta di rigidità-flessibilità mentale. Più in dettaglio, mentre a livelli bassi di autoritarismo le persone tenderebbero a posizionarsi intorno al polo flessibilità, non solo tollerando ma anche ricercando esperienze relazioni ambigue, ambivalenti, poco definite, "aperte", con organizzazione mentale e approccio cognitivo elastici, le persone con autoritarismo elevato tenderebbero, invece, a posizionarsi intorno all'opposto polo rigidità che, implicherebbe l'uso di categorie stereotipiche e di ipersemplificazioni acritiche e portando alla tendenza ad evitare l'informazione che contraddice il proprio modo di pensare e a non tollerare ambiguità di qualsiasi genere. L'assetto autoritario della personalità,

Dunque, non solo sarebbe rappresentato, in parte almeno, da cosa la persona pensa, ma anche da come esso viene pensato.

Schultz et al. (1997) interpretano il condizionamento in termini di rilevanza personale della rigidità che l'autoritarismo evocherebbe, chiamando in causa le m

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A.A. 2009-2010
43 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Muzzetto Luigi.