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RELIGIONE
religione > sistema unificato di credenze e pratiche rituali relative al sacro che unisce
le persone in una comunità morale. (definizione di Durkheim)
Durkheim scrive un ‘opera “ Le forme elementari della vita religiosa” 1912:
utilizzò come studio principale la religione degli aborigeni australiani perché era
convinto che incorporasse gli elementi essenziali del fenomeno religioso e arrivò alla
conclusione che tutte le religioni hanno in comune tre elementi base:
1. una serie di credenze > La credenza più importante è che le cose si possano
essere suddivise in “sacre” e “profane”:
- sacro > qualcosa di straordinario;
- profano > il mondo ordinario della vita quotidiana, che rende il sacro così
straordinario;
2. una serie di pratiche rituali > i rituali sono azioni simboliche, eseguite quasi
sempre in momenti specifici, che aiutano a creare un vincolo emotivo tra i
partecipanti.
3. una comunità di praticanti > le credenze e le pratiche religiose vengono
sviluppate e tramandate tramite comunità di credenti: quando si trasforma in
un’organizzazione religiosa più formale, diventa una chiesa; i culti invece le piccole
comunità religiose le cui credenze e le cui pratiche sono in contrasto con la cultura
dominante, infatti trovano difficoltà ad ottenere una legittimazione sociale.
Durkheim illustra anche le funzioni della religione:
1. promuove la solidarietà sociale;
2. è una forma di controllo sociale;
3. può fornire ai credenti vasti benefici di natura sociale e psicologica;
4. può motivare l’azione sociale.
Tuttavia la religione può avere anche delle disfunzioni: per esempio può portare
all’intolleranza nei confronti di altre credenze diverse e può alimentare il conflitto tra
le fedi; oppure può essere troppo rigida da bloccare i cambiamenti necessari al mutare
delle circostanze: per esempio rifiutando le scoperte scientifiche.
Marx definisce la religione come “l’oppio dei popoli” dandole un duplice senso:
- la religione è sia ciò che annebbia la coscienza
- ma anche ciò che conforta dal dolore: infatti secondo Marx, è proprio l’uomo a
creare la religione per avere qualche consolazione dalla vita quotidiana.
Ma se per Marx le istituzioni rispondono agli interessi della classe dominante, anche
la religione è nelle mani serve gli interessi della classe dominante, assicurando la
sottomissione degli oppressi. E’ anch’essa uno strumento per dare una falsa coscienza
di classe al proletariato.
Weber oltre alla spiegazione del condizionamento della mente economica da alcuni
aspetti della fede protestante ( “L’etica del protestante e lo spirito del capitalismo”),
studiò il processo che portò la razionalità a sostituire la tradizione come base per
l’organizzazione della vita sociale ed economica. Questa razionalizzazione è
accompagnata dal declino dell’influenza della religione, processo definito
“secolarizzazione”: tesi secondo cui, per effetto della modernità la rilevanza sociale
della religione sarebbe diminuita. Weber sostiene che senza la religione si arriva ad
un disincantamento: la vita senza religione non ha ne un significato ne una direzione
precisa.
La religione in un contesto globale
Per effetto della modernità, la rilevanza della religione è in continuo declino.
Sta avvenendo il cosiddetto processo di secolarizzazione.
L’effetto della modernità sulla secolarizzazione avviene in 3 livelli diversi:
1. macrosociologico > le istituzioni religiose sono finite ai margini del governo ,
dell’economia, dell’istruzione;
2. microsociologico > la religione ha perso di rilevanza nella vita quotidiana
delle persone;
3. mesosociologico > le verità rivelate hanno perso autorità rispetto alla scienza;
Chi resiste alla secolarizzazione?
Il fondamentalismo > movimento religioso che predica il rigoroso rispetto dei
principi tradizionali in tutti gli aspetti della vita sociale, basandosi quasi sempre
sull’interpretazione letterale dei testi sacri di una religione, ritenuti infallibili.
Capitolo 4 – struttura, azione sociale e potere
Struttura sociale > modelli di comportamento ricorrenti.
La prospettiva sociologica ci aiuta a percepire la struttura sociale. La comprensione
della struttura ci mette in condizione di vedere gli schemi e le convenzioni della vita
sociale:
- status > posizione che un individuo può occupare all’interno di un sistema
sociale.
- Status ascritto > posizione assegnata dalla persona alla sua nascita.
- Status conseguito > posizione che una persona ottiene volontariamente per
effetto delle sue azioni.
- Ruolo > insieme dei comportamenti attesi che si associano a determinati status.
Parsons era particolarmente interessato al tema dell’ integrazione sociale > processo
mediante il quale le strutture e i valori sociali uniscono le persone all’interno di una
società; le persone agiscono all’interno e secondo le strutture.
Per Weber, invece, le persone conservano sempre una certa capacità di azione, anche
quando le loro scelte sono pesantemente limitate.
Capitolo 5 – l’interazione, i gruppi, le organizzazioni
Tutti noi essendo parte d una cultura, impariamo a vedere il mondo in una prospettiva
particolare, perciò la realtà viene costruita da noi.
W. I Thomas, sociologo americano, ogni individuo sente la necessità di interpretare
una situazione sociale prima di agire: una persona prende in considerazione sia la sua
interpretazione spontanea delle circostanze che ha di fronte sia ciò che la società gli
ha insegnato a riguardo. La nostra interpretazione influenza la nostra azione.
Teorema di Thomas > idea che, se le persone definiscono reale una situazione, essa
sarà reale nelle sue conseguenze; in altre parole, l’interpretazione soggettiva della
realtà ha effetti oggettivi.
L’approccio drammaturgico di E. Goffman:
approccio di studio delle interazioni sociali che utilizza la metafora della vita come
teatro.
Le strategie degli individui negli incontri con i propri simili sono tese a cercare di
controllare la “definizione della situazione” circa ciò che sta accadendo, perseguendo
due scopi principali:
1. farsi un’impressione sugli altri
2. controllare e influenzare le impressioni che gli altri hanno su di noi.
La definizione della situazione avviene anche attraverso la costruzione di una
“facciata personale” con la quale l’individuo mostra agli altri quello che ritiene essere
il meglio di sé ( sia di fisico che di personalità).
Il risultato complessivo di tutte queste messe in scena costituisce il teatro della vita
quotidiana > gli individui hanno bisogno di definire la situazione per avere un ordine
rituale che li permette di vivere serenamente la realtà complessa. Un ordine rituale si
compone da: conversazioni, microcomunicazioni non verbali.
Se un individuo rompe l’ordine rituale (per esempio dice ad uno sconosciuto in
ascensore: “ciao, come butta?”) viene considerato deviante dal resto della comunità.
Goffman individua come in un teatro una:
- ribalta > luogo in cui avviene la rappresentazione della propria facciata; (aula
in cui spiega il professore)
- retroscena > luogo in cui l’individuo si toglie la facciata e si può riposare o
prepararsi per la prossima rappresentazione.( ufficio privato dove il professore
chiama la moglie o fa la pausa pranzo).
Cooley definì il “sé- specchio” (looking glass self): È l’ idea che il nostro sé si
sviluppi come riflesso al modo in cui riteniamo che gli altri ci vedano; le interazioni
con gli altri comportano tre fasi che plasmano il nostro sé:
1. immaginiamo la nostra immagine negli occhi degli altri;
2. immaginiamo che gli altri esprimano giudizi su di noi;
3. proviamo una sensazione che deriva dal giudizio immaginato.
Mead distingue:
-“IO” > è la parte del sé che è più spontanea, impulsiva, creativa, imprevedibile;
- “ME” > è il senso del sé appreso dall’interazione con gli altri.
Quando aderiamo alle norme sociali, il me domina sull’io.
Ritorniamo alle interazioni; in tutti gli ambiti sociali le persone interagiscono
seguendo modelli che danno vita a gruppi, in cui la struttura sociale diventa formale.
Gruppo > insieme di due o più individui che interagiscono tra di loro, cooperano per
il raggiungimento di un obiettivo comune e sviluppano la consapevolezza di
appartenere ad un’ unità sociale autonoma.
1. distinzione:
- gruppo primario > insieme di persone che hanno contatti regolari, relazioni
durevoli e sono legate da un vincolo emotivo.
- Gruppo secondario > persone che interagiscono in modo quasi sempre
impersonale e per lo svolgimento di un compito specifico.
2. distinzione:
- gruppo di appartenenza > gruppo a cui un individuo si sente di appartenere e
si sente integrato.
- gruppo di riferimento > gruppo con cui scegliamo di misurarci; è il gruppo di
cui teniamo conto quando progettiamo e valutiamo le nostre azioni; sono gruppi
che possono influenzare le nostre scelte anche se non ne facciamo parte.
3. distinzione:
- in - group > gruppo in cui si identifica una persona e verso il quale ha
sensazioni positive.
- out – group > gruppo a cui una persona non appartiene e a cui associa
sensazioni negative, i cui membri sono considerati inferiori.
Capitolo 6 – stratificazione, classi sociali e disuguaglianze globali
Stratificazione sociale > disuguaglianza strutturata di intere categorie di persone che
hanno un accesso diversificato alle risorse in conseguenza del loro status nella
gerarchia sociale.
La domanda che i sociologi si sono fatti quindi è questa: perché esiste la
disuguaglianza sociale?
Disuguaglianza sociale > distribuzione ineguale di risorse economiche, sociali,
politiche e culturali all’interno di un determinato contesto sociale.
Marx
La disuguaglianza esiste nel momento in cui subentra la proprietà privata e quindi
nasce il divario tra “chi ha” e “chi non ha”.
In passato erano gli schiavi, poi la terra e infine il capitale ovvero i mezzi di
produzione. Nell’era del capitalismo, Marx afferma che la disuguaglianza esisterà
finche i capitalisti deterranno i mezzi di produzione; per questo auspica ad un
socialismo per eliminare così, disuguaglianze e dare benessere a tutti.
Per Marx quindi la disuguaglianza ha solo una dimensione, quella economica.
Weber